vatrice, se non addirittura reazionaria, - il posto d,el tutto secondario occu1pato dalle questioni scolastiche nella vita 1 politica italiana di questo dopoguerra. L'Italia, osservava l'articolista de Il Tempo, non ha avuto per anni che il problema di << assicurare, con la spes,a (ii miliardi, la continuità d.el salario degli operai del Nord, che non hanno mai fatto un solo• giorno di disoccupazione. Per anni ed anni non abbiamo avuto ·problem.a IJiÙurgente, prdblema più assillante, che quello dei mezzadri e dei braccianti ... La demagogia del "proletario", dell'operaio e del contadino, imposta dai comunisti e dai socialisti, per lunghi e lunghi an·ni è stata largamente st1bita >>. I comunisti, che sono << i primi, ,più diretti e maggiori responsa1 bili >>, oggi tentano di farsi paladini della scuola italiana. Dove è chiaro, come già accen11avamo, 'l'animus ,acrimonioso col quale si parla delle conquiste sociali della democrazia italìana; ma è anche innegabile la constatazione dello scarso e discontinuo interesse portato dai governi del dopoguerra alla scuola, e della polivalente e ambigua politica co- • mu,n1sta. Polivalenza e ambiguità hanno, infatti, indubbiamente caratterizzato gli interventi dell'estrema sinistra anche in questa occasione. Quali erano i pt1nti sui quali si soffermava la stamp,a comunista? Innanzitutto, una demagogica ·presa di posizion-e con la quale, eliudendo la sostanza del problema, e riaffermando una pretesa primogenitura nella impostanzio11e di una riforma generale della scuola (che risalirebbe - nientemeno - a detta della stessa Unità del 3 sett. u. s., al C.C. del P.C.I. del 28-30 novembre d.el 1955), si mirava in sostanza a porgere una mano alla classe insegnante prescindendo (e pour cause) da ogni distinzione qualitativa: « non a caso color.o che oggi hanno coniato il novissin10 slogan dei "so-- mari in cattedra" sono gli stessi che al tempo dei grandi scioperi dei professori li hanno ingiuriati in ogni modo» (Unità, cit.). In secondo lu.ogo, u11afacile speoulazior1e sui punti di vista, sostanzialmente non sfavorevoli all'istituzione della sct1ola privata, sostenuti da figure isolate di liberali, fra cui il da noi già citato prof. Valitutti e, ancora, il sen. Einaudi, che in una sua predica inutile avversò la concezione << napoleonica » del m<}- nopoli<? scolastico stata'l.e. Q11esti punti di vista, strettamente e notoriamente personali, venivano infatti addebitati a tutti indistintamente i << rappresentanti di quella che fu una classe dirigente "liberale"» (Il Contemporaneo, 28 sett. u. s.), e assunti a novella prova della << storica inadegua- [47] Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==