nistica dei monumenti e dei luoghi storici nel piano di sistemazione di Zara>>, illustrando con immagini assai effiqici una disamina comparativa delle tre soluzioni-tipo possibili, e riuscendo quindi a caratterizzare in maniera completa la fondatezza dell'impostazione -critica di quella prescelta fra le tre; Jaku1 b Pavel con profonda competenza ci ha dato un quadro, sintetico ma di singolare rilievo, della f.orrnazione e dello sviluppo urbanistico degli antichi centri cechi, da Praga alle città minori, come quella ussita di Tàbor, nonché delle condizioni di vita e di lavoro in quegli organism iurbani che ancor oggi conserv,ano pressoché intatta la propria originaria caratterizzazione am1 bientale. La relazione del prof. Pavel ha fortunatamente potuto essere integrata da una felice serie di immagini, veramente significative, di Varsavia, di Praga, di Tabor e di ,altri centri cechi e polacchi, che Roberto Pane ha riportato da un suo recente viaggio colà, e che gli hanno offerto lo spunto per precise osservazioni, oltre che materia per un confronto, quanto mai pertinente, con ciò che avviene da noi. Confronto che (non dobbiamo nascondercelo) non ci è punto favorevole, giacchè proprio in questi ultimi anni, <<mentre tanti pregevoli edifici ed am1 bienti venivano vituperati e distrutti nei centri italiani, non per insuperabili e fatali necessità ma per la turpe speculazione di pochi; non per l'attuazione di una meditata urbanistica ma ·per il fallimento dei piani regolatori; si ricostruivano invece, nella desolata capitale polacca, numerose opere che p.ortavano il nome di architetti italiani del Sei e Settecento. Sono due estremi, è vero, ma quante più umanamente degno il secondo! ». Nel nostro Paese la guerra non ha, fortunatamente, pr.ovocato distruzioni di tale entità da giustificare anche criticamente ricostruzioni integrali altrimenti illegittime e compiute in nome di un vincolo effettivo verso la testimonianza di un passato di lotte p.olitiche unitarie e di vita collettiva. La tutela dei monumenti e degli ambienti antichi è affidata, di conseguenza, al coraggio ed alla spregiudicatezza di pochi, i quali si battono, raramente confortati da consensi, più spesso duramente ostacolati, in u11a. lotta che inevitabilmente co11oscetroppe sconfitte. Il problema quindi non sta tanto nel definire univocamente una ,posizione critica: in fondo, a parte dissensi individt1ali riflettenti convinzioni personali - come, ad esempio, quella dell'arcl1. Ag11oldomenico Pica (<<Difficili convivenze») su di una presunta <<morte>>delle faniigerate <<scuole » (proprio in questi tempi di [98] Bibloteca Gino Bianco ..
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