LA STAMPA ITALIANA NEL DOPOGUERRA Decadenza del quotidiano di Nello Ajello Tutte le indagini che sono state rivolte in questi ultimi anni alla stampa italiana sono approdate ad una conclusione che non può non essere condivisa, e che va anzi valutata nei suoi motivi e nelle sue conseguenze, le quali sono, a ben riflettere, largamente e profondamente negative per la vita civile del .nostro Paese: la decadenz,a del <<quotidiano ». La grossa rivoluzione che si è operata nel settore giornalistico dopo il ritorno della libertà politica ha riguardato in maniera più sensibile e duratura la stamp2 settima11ale, nelle sue varie specificazioni e nelle sue forme culturalmente più accessibili (da quella di attualità a quella umoristica, dalla infantile ~Ila femminile, dalla sportiva a quella di <<selezio11e >>); la quale è balzata innanzi allo sguardo del sociologo e dell'indagatore di costume contemporaneo come fenomeno di vasto interesse, capace di acquistare alla lettura un mercato sempre più avido, imponente, differenziato. Vari elementi hanno concorso allo sviluppo così veloce e ramificat3 di questa stampa, per così dire, ricreativa, la quale, peraltro, in alcune sue forme più evolute, accoppia all'intento edonistico quello di un particolare tipo d'informazione, al <<piacere» il <<servizio». Primo fra tutti, il fatto che essa nasceva quasi ex abrupto senz,a dover sopportare il peso e l'influsso di malintese tradizioni <<umanistiche », ma seguiva le leggi del mercato con la libertà più spregiudicata, foggiando su di esse il suo tono, il suo · contenuto, la propria colorazione politica (quando ne avesse una), pronta magari a mutarla a seconda delle supposte preferenze del pubblico, ma sempre facile, à la page, incurante di sovrastrutture e di << antenati illustri», [7] Bibloteca Gino Bianco
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