Nord e Sud - anno IV - n. 26 - gennaio 1957

aziende e il partito. La eliminazione della notizia incomoda è un costume di cui la stampa comunista e filocomunista è a tal punto partecipe, da non rendersi qui necessaria la enumerazione di esempi probanti in tal senso. Al capitalismo industriale si è sostituito, tout court, il capitalismo di partito: la recente scomparsa del quotidiano << fiancheggiatore » di Firenze, Il Nuovo Corriere, voluta - a quanto pare - dalle alte sfere del P.·C.I., in seguito agli atteggiamenti non del tutto ortodossi assunti dal giornale all'indomani della << destalinizzazione >>, può fornire una prova di più di questo stato di cose (15 ). La situazione attuale della stampa italiana va esaminata senza perdere di vista questi dati particolari, ma anche senza far mostra di strapparsi le vesti ad ogni esempio di condotta « illiberale » perpetrato da questo o quel consiglio di amministrazione. Essa è il riflesso nazionale di un fenomeno che investe gli strumenti d'informazione di tutti i paesi a regime democratico, di tutti quelli, cioè, in cui la libertà in questo settore è costituzionalmente sancita, senza formule, più o meno astute, che la rendano inefficiente sul nascere (com'è nel caso delle costituzioni sovietica, spagnola, ecc.). << Fa d'uopo persuadersi - scrive l'Einaudi - che non esiste e non esisterà mai alcun rimedio legale atto a garantire l'indipendenza della stampa quotidiana » (16 ): ogni regolamentazione della libertà distrugge la libertà medesima, il feticismo della Verità con la maiuscola (non adulterata dalla , «parzialità» della penna che la scrive) conduce all'unicità dell'interpretazione, ,alla << velina >> governativa, alla Verità di Stato, che un robot quoti- ( 15 ) Sembra che l'ENI avesse offerto al Nuovo Corriere un contingente di pubblicità dello ammontare di 12 milioni annui, con i quali è ragionevole ritenere che il quotidiano fiorentino avrebbe potuto alleviare le sue difficoltà economiche e proseguire le pubblicazioni. Il consiglio di amministrazione del giornale, che era nelle mani dei comunisti, avrebbe però ·posto come condizione all'accettazione di tale pubblicità che essa venisse estesa anche al Paese Sera e all'Unità: che era un modo per rifiutarla. Cfr., al proposito, la polemica intercorsa tra La Nazione e il presidente del disciolto consiglio di amministrazione del quotidiano, On. Orazio Barbieri, e le poco convincenti << precisazioni >> dc\ quest'ultimo fatte pubblicare sul numero di Belfagor del settembre scorso. Vedi anche la nota di Piero Calamandrei << Autolesionismo? » sul nun1ero di agosto-settembre del Ponte, ed una lettera di replica di Togliatti sul numero di ottobre della stessa rivista. (11 ) Il Buongoverno (Bari, Laterza, 1954), nel capitolo « Il problema dei giornali >, a p. 589. [24] Bibloteca Gino Bianco

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