i piccoli giornali ad arroccarsi dietro il riparo impenetrabile dell'indifferenza, dell'agnosticismo apparente, della lentezza di riflessi, del fatalismo « apolitico», del luogo comune desunto da una «verità» prefabbricata: di tutto quello, insomma, che, in altra occasione, definimmo << re,azionarismo per difetto». Molti fattori ambientali, tipici della provincia - il desiderio di non inimicarsi mai nessuno, l'accentuata situazione di dipendenza nei riguardi degli abbonati « sostenitori» o degli inserzionisti, il bisogno di non alienarsi, operando una scelta, una parte di un pubblico già ristretto - spingono la piccola stampa quotidiana, dopo la breve euforia dell'immediato dopoguerra, verso una siffatta condizione. Ma la spinta più grave, e che si avvia .a diventare decisiva, è rappresentata dall'istitu~ione, da parte degli stessi ambienti economici che controllano la migliore e più diffusa stampa settentrionale mediante le « catene di proprietà >>, di una forma più avvi1 iente di vassallaggio economico-politico: le « catene di fornisura ». I piccoli quotidiani di provincia - si diceva - sono per lo più passivi perchè · poveri di lettori, sono poveri di lettori anche perché fatti male (e sarebbe studio interessante il valutare quanta e quale parte dei lettori di provincia, anche delle provincie più discentrate, è tributaria dei grandi quotidiani del Nord e del Centro, che arrivano nelle tarde ore del pomeriggio o della sera, o addirittura l'indomani, dal Corriere alla Stampa e al Tempo), sono fatti n1ale perchè costretti, dalle difficoltà economiche, ad andare avanti mediante arcaiche tecniche artigianali. Prelevare simili aziende, ereditando le loro malferme gestioni, sarebbe operazione troppo costosa; per aggiudicarsi l'unico utile che questi giornali possono fornire, basta inserirsi nel circuito di cui dicevamo: comperare soltanto la loro « linea» politica. Ecco che nel gennaio del 1953 veniva costituita la prima e più fortunata « catena di fornisura », l'A.G.A. (Azienda Giornali Associati), società a responsabilità limitata di proprietà della Confindustria, delegata a fornire quotidianamente - a condizioni, di fatto, gr,atuite - ai giornali di provincia tutto il materiale politico (articoli di fondo, nota di politica interna od estera, resoconto parlamentare, corrispondenze, ecc.) olfre ad elzeviri e «varietà» per la « terza pagina». Per riempire un giornale di 6 pagine - ché tante ne hanno, nella maggior parte dei casi, i quotidiani di provincia - non c'è molto da aggiungere: qualche notizia d'agenzia, un po' di cronaca locale. Lo sgravio nei costi del giornale è notevole; onde, ad un consiglio di ammi- [21] Bibliotecaginobianco
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