Nord e Sud - anno III - n. 22 - settembre 1956

Parlando delle migrazioni interne, come era naturale, ci siamo avvicinati al problema dell'emigrazione all'estero, che in questi giorni è tornato all'atte1izio12edella pubblica opinione. Ma è tornato in occa'pionedi cronache luttuose, e cioè nell'occasione meno propizia a una spassionata e obiettiva valutazione. Difatti si sono lette e udite valutazioni passionali e arbitrarie; ed è riaffiorata una patetica polemica contro l?emigrazione, alla quale ci si dovrebbe opporre perchè le condizioni· di lavoro nelle miniere belghe sono troppo rischiose, perchè i salari agricoli in Germania sono troppo bassi,perchè· i ma11ovaliin Francia possono esserepersuasi ad arruolarsi nella Legio11,eStraniera. Sembra che si sia dimenticato che chi parte, malgrado la niin,iera, il salario basso, la Legione, si apre una strada che al paese natale era chiusa, irrimediabilmente: una strada dura e rischiosa, . come tante altre strade, sulla quale però si irJca1nmi·nadi propria volontà colui che 110nvuol più restare sulla piazza del paese, intortio alla fontana, conda1inato. E quando queste strade fossero chiuse, per la, Germania, per la Francia, per il Belgio, non vi sarebbero forse i moYti nostri di Marcinelle, nè i legionari di Forbacli; ma nemmeno coloro che, più numerosi di qua12tonon si creda, s'incontrano qua e là in Europa, partiti da/,l'Italia dieci o cinque anni or sorJo,e clie lavorano e magari han fatto fortuna (ne abbiamo incontrati, a Ma1inheim e ad Augusta, tiapoletani e siciliani, proprio nei giorni della sciagura) e comunque sono sfuggiti al destino italiano della sottoccupazione in campag·nae delle... attività <<terziarie>in>città. Sembra che si sia dimenticato pure clie chi resta, per il solo fatto che c'è chi è partito, guadagna un po' più di spazio. E allora non si tratta di chiudere questa o quella via dell'emigrazione, questo o quel << cammino della speranza>>,1na di avere uria politica e1r1igratoriache riduca i rischi delle miniere e co1zcordisalari più dti, e soprattutto che acco1npagni l'emigrante, preparandolo alla partenza e assistendolo all'arrivoj i1ivece di torm1 entarlo con una trafila di pratiche,che si inaugura con;la nota fatica cui ogni ,cittadino italiano è costretto per ottenere co1i il pas,saportola soddisfazione di un suo elenientare diritto. Ritorneremo su questi problemi e intanto rimandiamo chi volesse fin da ora approfondirli alla lettura del nuovo esauriente discorso pronunciato dal benemerito on. Dozzi in occasione della discussione sul bilancio degli Affari Esteri (pubblicato sul n. 14 dell'altrettanto benemerito << Bollettino quindicinale dell'Emigrazione>>,curato dalla Società Umanitaria). [5] Biblote.caGino Bianco

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