in quei paesi in cui le prestazioni sociali gravano sul bilancio dello Stato, contro l'alto livello degli stessi oneri in paesi, come la Francia e l'Italia, che non hanno ancora avuto un'esperienza laburista. Ma al basso livello degli oneri sociali nei primi (eccezione fatta per l'Irlanda) corrispondono salari orari più alti. Il che vuol dire che, in quei paesi, la condizione operaia è assai migliore, che il processo di alienazione che Marx aveva teorizzato invece di aggravarsi fino alla rottura rivoluzionaria si è andato via via affievolendo, fino a capovolgere l'antica situazione. Vuol dire, cioè, che una certa concezione del riformismo (una concezione del riformismo non come medicina sociale e politica, ma come cangiamento delle strutture tradizionali della vita economica), insieme ad una visione moderna della politica ec0nomica, si è dimostrata capace di grandi risultati. Noi non vogliamo cedere ad un rozzo determinismo: ma non si può negare che la maggiore stabilità politica e sociale di paesi come la Svezia, la Danimarca o l'Inghilterra è anche conseguenza dei fatti economici scritti in questa tabella. La seconda osservazione tocca invece davvicino i sei paesi della CECA, il Benelux, la Francia, la Germania occidentale e l'Italia. Ora, se si guarda al costo complessivo del lavoro, si vedrà che la situazione più a11omala è quella dell'Olanda. Ma tolta l'Olanda le differenze (rapportate all'indiceSvizzera) non sono poi cosi gravi: Francia: 92; Belgio: 88; Germania Occidentale: 75; Italia: 73. E tolta l'Italia (dove essa tocca un vertice altissimo: 53,5 %) l'incidenza degli oneri sociali sui salari non è poi determinante come si pretende : Francia: 29 ,8; Belgio: 17, 7; Olanda: 19; Germania: 17,7. E se si osserva che il costo dei giorni non lavorativi è più alto nel Belgio e nella Repubblica Federale Tedesca (dove l'incidenza degli oneri sociali è meno alta), e più bassa in Francia (dove quell'incidenza è più alta), si vedrà che giuoca un ulteriore fattore di equilibrio. Qual'è il significato politico di questi confronti? Esso appare chiarissimo quando si pensa che tutte le volte che si parla di integrazione econo• mica, di mercato comune dei sei paesi della CECA, il padronato francese afferma in modo perentorio che tale integrazione è impossibile perchè gli oneri sociali incidono in misura cosi alta sul costo del lavoro e sui costi in generale da togliere alla macchina dell'industria francese ogni capacità competitiva. Le cifre dell'Ufficio Internazionale del Lavoro tolgono gran parte del suo valore a questa affermazione e consentono di vedere la sua vera natura: che è quella di una minaccia alle forze sindacali per indurle a schierarsi nel fronte padronal-nazionalista. E se si riflette che i sindacati d'obbedienza comunista non hanno bisogno di nessuna pressione per entrare in quel fronte, si vede che il ricatto è esercitato a danno dei sindacati democratici, F.O. e C.F.T.C. Certo, nessuno nega che in vista delle realizzazioni di un mercato comune vi sia necessità di una armonizzazione di sistemi so- [65] Bibloteca Gino Bian.co
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