Nord e Sud - anno III - n. 22 - settembre 1956

nire mortificante per una nazione civile ed 11no Stato modern6, che ogni commento ci sembra superfluo ed ogni previsione ottimistica fuor di luogo. Tragga il lettore le proprie conclusioni dalle cifre che esporremo. Rileviamo anzitutto che, mentre nel 1952 le aule da costruire in tutto il territorio nazionale per le sole scuole elementari rappresentavano il 40,6 per cento del fabbisogno totale, nel 1955 questa percentuale è salita al 41,9. E' vero che v'è stato un aumento della popolazione scolastica e, conseguentemente, del numero degli insegnanti; è vero che si è ridotto il numero delle così dette aule adattate che, come abbiamo denunziato altrove, nella loro quasi totalità sono inadatte alla loro funzione. Resta però il fatto che la situazione è sensibilmente peggiorata e che le nuove costruzioni non sono servite neanche a far fronte alle necessità imposte dall'incremento della -popolazione scolastica e dall'eliminazione, almeno parziale, della finzione delle aule adattateo Inutile dire che nell'Italia meridionale lo stato dell'edilizia scolastica si è aggravato più che altrove: la percentuale delle aule mancanti è salita dal 59,4 al 63,6. La provincia di Avellino ha perduto il suo primato che deteneva con la percentuale del 72,7, ma questo primato ha raggiunto altrove cifre più elevate, quasi incredibili. Nella limitrofa provincia di Benevento si è passati da 69,8 a 73,9; peggioramento verificatosi nonostante il volenteroso cc piano » per la costruzione degli edifici scolastici rurali del Provveditore d'Onofrio. Spaventosa la situazione della Calabria che ha ripreso il suo posto di regione più sprovveduta, e dove le percentuali di aule mancanti hanno subito un forte incremento: a Catanzaro dal 58,9 del 1952 al 73,3 del 1955, a Reggio dal 67,6 al 79,6, a Cosenza, la pro,vincia che detiene ora essa il primato che fu di Avellino, da 70,1 ad 80,01 Riferita in cifre assolute la situazione è la seguente: il numero delle aule da costruire in tutto il territorio nazionale per le sole scuole elementari, che nel 1952 era di 63.849, nel 1955 è salito a 69.090. Un'indagine sulla carenza di aule, riferita alle varie province, dimostra che si è aggravata la sperequazione esiste11te tra le diverse regioni ed in modo particolare tra le settentrio,nali e le meridionali: di fronte al 13, 7 per cento di carenza della Lombardia, al 18,1 del Piemonte, sta il 61,5 degli Abruzzi e Molise, il 65,2 della Basilicata, il 67 della Campania ed il 77 ,8 della Calabria! Sempre per quanto riguarda l'istruzione elementare, significativi sono i dati relativi all'utilizzazione dei contributi statali concessi per la costruzione di edifici scolastici. Nel quaderno sono riportati solo quelli che si riferiscono alla legge del ~ agotso 1949. Da essi risulta che, mentre in Piemonte si è utilizzato il 70 ed in Lombardia il 68 per cento delle somme stanziate, in Campania appena il 32 per cento, in Basilicata il 23 ed in Calabria addirittura [62] BiblotecaGino Bianco

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