del '55, una politica che a sinistra sblocchi la ·realtà meridionale daìl'immobilismo nel quale l'ha costretta il Movimento di Rinascita sotto la direzione co1 munista. Nel momento in cui le destre cedono e rivelano nel loro sfaldamento la irrimediabile inadeguatezza del loro velleitarismo politico rispetto alle esigenze di fondo della società meridionale; nel momento in cui, anche per questo cedimento delle destre, si delinea un crescente intorbidamento delle posizioni democristiane e una sempre più equivoca traduzione della politica di riforma e di intervento in pratica di sottogoverno e di trasformismo, è necessario che nel Sud si levino chiare alternative democratiche e realistiche indicazioni di azione politica. La decisione socialista di concedere nel Mezzogorno alla D.C. un appoggio senza contropartita per la formazione delle giunte «difficili>>, onde liberarla da ogni tentazione di collaborazione a destra, ci è sembrata iniziativa veramente notevole. Ma su questa via mal si procederebbe partendo dalle rigide petizioni di principio del Locoratolo che esorta i socialisti a non << deflettere da quella che è stata e che rimane la loro analisi sulle strutture economiche della società meridionale e senza tralasciare l'orientamento ideale che in questi anni hanno avuto>>. Occorre, invece, come dice l'Arfè, che << il dibattito intorno ai temi centrali, teorici e politici, dell'azione del movimento operaio sia più che mai aperto>>.Il problema, dunque, (e siamo d'accordo) non è quello del « si stacca o non si stacca »; è, invece, quello di una politica nuova che risponda così alle aspettative di novità ormai diffuse· nelle masse meridionali, come alle obiettive esigenze di una difficile e pericolosa sitl1azione ambientale. (Del resto ai socialisti stessi non è mancata la sensazione dei limiti del gramscismo e della politica comunista, come appare da quelle iniziative di politica organizzativa e culturale, dal Con-- vegno di Matera al tentativo di elaborazione di una azione contadina,. che a1 bbiamo già sottolineato nell'inchiesta e nell'appendice). Un'azione socialista di questo tipo porrebbe fatalmente i comunisti di fronte a quelle aporie delle loro impostazioni donde è derivata la crisi evidente ed innegabile della politica delle sinistre nel Mezzogiorno. Nello stesso tempo un'azione socialista di questo tipo, proprio nella misura in cui i socialisti sapranno farsi portatori di una politica << delle cose » contro la politica comunista della demagogia rivendicazionista, porrebbe fatalmente la candidatura del P.S.I. alla direzione di un rinnovato Movimento per la Rinascita del Mezzogiorno. Poichè in definìtiva è questo ciò che noi [12] BiblotecaGino Bianco
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