.agricoli aumentino relativamente al costo dei prodotti industriali, a causa della legge dei rendimenti decrescenti, che in agri- .coltura si fa sentire inesorabilmente. Le variazioni dei costi si ripercuotono sulle quantità prodotte, cosicchè la composizione del reddito nazionale è destinata a variare quando varia la densità della popolazione. Inoltre l'aumento o la diminuzione della popolazione comporta variazioni nella composizione per età; una popolazione crescente vede arricchirsi le classi più giovani, mentre una popolazione in declino vede accrescersi la percentuale delle classi più anziane. Questo fenomeno produce un cambiamento della domanda globale, che finisce per trasmettersi ai settori della produzione. Se dunque ogni variazione del reddito nazionale è accompagnata da alterazioni nella sua composizione, cessa ogni possibilità per l'economista di stabilire quale sia il reddito ottimo (e quale sia quindi la popolazione cui tale reddito ottimo corrisponde). Fra due redditi, di cui uno presenti maggiori quantità di alcuni beni che sono invece più scarsi nell'altro, non è possibile stabilire oggettivamente quale sia preferibile. E allora cade ogni possibilità di par lare di popolazione ottima. Vi saranno dei casi estremi in cui la popolazione è manifestamente eccessiva o scarsa, nel senso che un aumento o una diminuzione porterebbe un aumento del red- .dito pro capite in tutti i suoi elementi. Ma, tolte queste ipotesi-limite, vi sarà una zona in cui ogni variazione della popolazione è accom1 pagnata da variazioni nella composizione del prodotto sociale, senza che l'economista possa pronunciarsi e . dire quale è la composizione e quindi· la densità preferibile. ~a conclusione cui giunge il Buquet (concorde in questo con la dottrina prevalente) è dunque puramente negativa . Tutto lo sviluppo della teoria, che culmina con il suo rifiuto da parte degli studiosi, è illustrato minutamente dal . Buquet. Innumerevoli gli autori che vi . hanno contribuito, da Malthus a Stuart Mill, a Cannan, a Wicksell, a W olf, a ' Meade, a Robbins, per non citare che i più eminenti. Il Buquet ne offre una ra5segna completa, soffermandosi ad illustrarne criticamente le singole teorie. Tre lunghi capitoli (sui sei che compongono il volume) sono così dedicati all'analisi del pensiero altrui; e la minuziosità del1' esposizione, la sovrabbondanza di noti• zie e di citazioni rendono per questa prima parte preziosa la consultazione (e insopportabile la lettura quasi quanto quella di un vocabolario). Solo al termine di qut>- sto interminabile excursus storico, il Buquet si decide a rendere partecipe il lettore dei suoi pensamenti personali: e qui l'analisi ha inizio. Come abbiamo detto il B. accetta conclusioni già raggiunte in dottrina, appoggiandole con argomentazioni personali sui rapporti fra reddito nazionale e densità della popolazione. Non ci soffermeren10 su questa indagine che non presenta alcun particolare pregio, nè di sostanziale originalità, nè di eleganza formale; basterà dire che essa è condotta, salvo eccezioni, con sufficiente correttezza e sempre con buona chiarezza. Del resto il B., anche se non sembri esserne sempre consapevole, non fa che ribattere le vie maestre della teoria dell'impresa (uno degli argomenti più discussi della teoria eco- [122] Bibloteca Gino Bianco
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