Nord e Sud - anno III - n. 22 - settembre 1956

Si osservi inoltre che i grandi quotidiani del Nord (Corriere della Sera solo quattro copie, con un giorno di ritardo, e La Stampa nessuna copia) sono pressochè sconosciuti. Eppure le scuole qui sfornano ogni anno non meno di settanta diplomati e licenziati, parte dei quali trovano occupazione in paese e nei dintorni. Il numero degli universitari aumenta in progressione geometrica. I laureati cominciano a moltiplicarsi. Nel foro di Melfi, che .Poi è il perno della vita << culturale » locale, vegeta una cospicua schiera di avvocati. A cosa è dovuto questo fenomeno? Esso trova una spiegazione soprattutto 11ell'ambiente scolastico. Gli istituti qui sembrano dei banchi .di prova per i professori, ogni anno un foltissimo gruppo di essi prende altre vie, ed un gru·ppo altrettanto folto viene a sostituirlo, per allontanarsene l'anno dopo, con quanto profitto degli alunni è facile immaginare. Insomma, la scuola sembra il castello dei fantasmi, basta dormire una notte per non trovarcisi più. E, nella loro fretta, i professori dimenticano di insegnare agli allievi jl piacere ed il dovere della lettura. Nè si può pretendere una diretta presa dì coscienza in questo senso da parte degli alunni, dopo un insegnamento così frammentario e disordinato. Basti pensare che in cinque arini si può cambiare cinque ed anche sei volte un prof essere. Da qualche tempo, nei locali delle scuole elementari, funziona per due giorni la settimana, e per poche ore serali, una biblioteca; anch'essa 1nodesta, ma abbastanza aggiornata. Pure da poco tempo si è creato un centro di universitari cattolici, che fanno capo alla F.U.C.I. Negli anni scorsi si costituì una sezione giovanile comunista, che poco dopo chiuse i battenti. Al di fuori di queste manifestazioni, a carattere confessionale, i1on vi sono altre attività. I locali di ritrovo, specialmente per i giovani, sono bar, sale ,da gioco, biliardi, cinema, che d'inverno risultano affollatissimi. << 1 1ressette » e << Briscola >> domi11ano nella provincia da sempre e, sem~ra impresa temeraria far subentrare altre ~ttività. La sera, la vita si condensa sul breve corso: le stesse facce, gli stessi gesti, gli stessi saluti. Pure, a questo punto non si può tacere un aspetto pregna11te della persistente differenziazione esistente tra ceti borghesi e proletariato, caratterizzata dall'esistenza dei soliti « due corsi », sui quali si passeggia la sera; uno di essi, il princi,pale, permane, sia pur tacitamente, riservato alle ~lassi socialmente più abbienti. Un cenno merita, i11fine, un circolo che [112] BiblotecaGino Bianco

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