turire con più forza e generosità, senza le riserve e i risparmi di chi vuol difendere ancora qualcosa (la civiltà e la tradizione diventano talora pregiudizi, 0 magari il gusto del proprio ricontemplarsi), un sentimento 11110vo e aperto dell'uomo ... Nessuno scrittore meridionale ha mai cedt1to al gusto dell'analisi, della psicologia fine a sè stessa, o del crepuscolarismo ... (4 ). Ma fino a che punto poteva dirsi, spassionatamente, di Eduardo, che egli sfuggisse << agli allettamenti letterari e a posizioni di comodo moralismo>>c, he non cedesse << al gusto dell'analisi e della psicologia fine a sè stessa, o del crepuscolarismo >>? In qual modo egli era in rotta col passato, e quali prospettive classistiche questa sua rottura apriva? Il suo tema centrale era solo la denuncia di uno sbanda~nto morale della società, o egli andava al di là della denuncia, additava dei rimedi, esortava implicitamente alla rivolta, si faceva vernacolo banditore di un verbo nuovo? Ad onta di questi inquietanti interrogativi, nelle esegesi << progressiste >>della letteratura meridionale, Eduardo era sempre presente come esempio e portatore di quel . « sentimento nuovo e aperto dell'uomo», da cui si attendeva la redenzione di quella società arretrata. Ma, viceversa, col passare del tempo, il dramma di Eduardo si andava facendo sulla scena sempre più limitato, ristretto, borghese, << anacronistico»: l'attenzione psicologica dell'autore-Eduardo, p11ntata in una sola direzione (sul personaggio Eduardo), l'elefantiasi di una psicologia che, nello sforzo di rinnovarsi, da una commedia all'altra, andava sempre più all'accatto di formule di cui (talora goffamente, talaltra spregiudicatamente) si ini.beveva, l'intersecarsi del cerebrale col popolaresco, del volgare col patetico, la presunzione nascosta nella bonarietà, il piacere della letteratura adombrato nello spreco del vernacolo accompagnavano l'autore partenopeo verso sempre più complesse e sottili creazioni. Quello che emergeva, ormai, era soltanto il gusto dell'analisi e della psicologia fine a sè stessa: un'orgia di letteratura, orga11izzata da un letterato, a dispetto delle apparenze, tutt'altro che scaltro, più adatto a muoversi a suo agio nella umoresca ingenuità della tradizione dialettale, che a districarsi tra le maglie insidiose del simbolismo: il tentativo di mettersi in linea con le più moderne audacie della letteratura, di far passare un po' di Pirandello mandato a mente per una nuova poetica del teatro nostrano, era senza dubbio fallito. / ( 4 ) N1ccoLÒGALLOsu Soci"età, anno VIII, p. 88 segg. [go] Bibloteca Gino Bianco
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