L'indicazione che si poteva trarre dalla comune responsabilità di governo nell'U.N.U.R.I. dei due gruppi di maggioranza, della U.G.I. e dell'Intesa, alla quale avevano pur corrisposto le iniziative cui si è già acce11nato, non appariva sufficiente. Non solo occorreva comunque una convalida congressuale che, sulla base di un'ampia discussione e di una approf ondita verifica dei risultati conseguiti, avrebbe certamente aggiunto elementi nuovi e non prevedibili; ma l'atteggiamento stesso dei due gruppi r1ell'ambito della collaborazione era sostanzialmente diverso. Confluivano . in esso le due storie così differenti dell'U.G.I. e dell'Intesa; e se la prima trovava nel programma dell'U.N.U.R.I., in via di attuazione, l'espressione coerente e progressiva di una lotta intransigente condotta da anni per attribuire alla rappresentanza universitaria quei compiti e quegli ideali, la seconda si manteneva per lo meno incerta, se non proprio discorde. L'Intesa consentiva ormai nell'idea di una riforma della scuola impostata senza restrizione alcuna; ma trovava ragioni di resistenza e di riserva di fronte all'impegno politico, così franco e deciso, proposto dall'U.G.I. Tutt'e due le principali tendenze, che nell'ambito dell'Intesa stessa erano spesso portate a divergere: quella dei giovani democristiani e quella dei fucini, si potevano in questo ritrovare concordi. Propensi i primi a vedere la crisi dell'Università in un distacco dalla realtà nazionale e popolare e in una sua estraneità alla problematica della società italiana; inclini i secondi a identificarla con la crisi della cultura contemporanea, priva del senso della trascendenza: accettavano entrambi a malincuore una iniziativa ri11novatrice, che si muoveva sul piano della chiarezza laica e dell'azione politica, sorretta unicamente da un'interpretazione storica del passato, la più rigo1 osa possibile e non disposta a snaturare in alcun modo la funzione propria dell'Università. I termini del contrasto, ancora velati e impliciti, potevano mostrarsi esplicitamente in sede congressuale. Portava a questo anche la storia più recente della rappresentanza, ricca di contrasti e polemiche non sopite fra goliardi e cattolici: l'Intesa infatti aveva pubblicamente sostenuto le sue tesi per la prima volta nel precedente congresso dell'U.N.U.R.1.,. a Montecatini, nel marzo del '53, e proprio su questa base aveva rivendicato una sua funzione di guida della democrazia universitaria. L'inattuaiità di tale impostazione si era ·andata poi rivelando: ne era seguito un periodo di crisi per gli organismi rappresentativi e per l'U.N.U.R.I., superato• solo riallacciandosi pazientemente alla storia reale della rappresentanza ed elaborando un'iniziativa che, pur tenendo conto di quel che c'era di realizBibloteca Gino Bianco
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