Nord e Sud - anno II - n. 8 - luglio 1955

viene prospettata la città regionale e il conseguente rivoluzionamento dei rapporti sociali, è alimentato dalla consapevolezza di una volontà di pianificazione ormai collaudata da risultati concreti. Nel 1923 M. stesso fu tra i fondatori del Regional Planning Association e nel 1933, con Wright, della Housing Study Association i cui lavori d'inchiesta e di progettazione sono espressione di una elevata educazione comunitaria. Ma al di sopra di questi studi c'è un concreto esperimento politico di struttura regionale: l'opera· della Tennessee Valley Authority, specie nella sua ultima fase connessa al New Deal rooseveltiano, esempio di pianificazione a scopi multipli: per un ordine industriale più efficiente, ma anche e soprattutto per un nuovo ordine sociale e un nuovo ambiente urbano; una .realizzazione che all'efficienza tecnica, ed economica aggiunge i vantaggi di non aver sacrificato la fu11zione educativa del1' autogoverno. Anche l'Inghilterra vanta iniziative di studio e realizzazioni pratiche, come il piano regolatore della grande Londra, e così la Francia dove l'esperienza dei piani regionali, su indagini storico-sociologiche, non è nuova; e oggetto di studio attentissimo sono i rapporti tra civiltà urbana e civiltà rurale (si veda Villes et campagnes: civili·sation urbaine et ci"vilisatt·on rurale en France, a cura di G. FRIEDEMANN, Paris 1953). Ma l'Italia? È chiaro che la realtà italiana non consente l'innovazione troppo radicale che il M. prospetta, specie per quel che riguarda la costruzione ex novo di città a struttura regionale. Pur tuttavia nei limiti dei programmi di decongestionamento dei centri sovraffollati, questi insegnamenti vanno accolti e meditati; Bibloteca Gino Bianco senza contare che nell'ambito di quel . grande esperimento politico-sociale che è la creazione della Cassa del Mezzogiorno, da taluni non avventatamente paragonata alla T.V.A., molto utili potranno essere analoghi studi e inchieste per la costruzio!)e di piccole comunità rurali e per lo sviluppo di medie città industriali. E certo qualche cosa è stato fatto. È di ieri il progetto per il nuovo piano regolatore di Ivrea, redatto da un Gruppo tecnico per il coordinamento urbanistico del Canavese, presieduto da A. Olivetti, e l'istituzione dell'I - RUR per il rinnovamento urbano e rurale della stessa regione. Finalità sociali e comunitarie ispirano il progetto per Ivrea, fondato su studi monografici accuratissimi e su un'inchiesta sociologica, la più completa redatta finora in Italia. Per questa volta il progetto non è passato in consiglio comunale, bocciato egualmente dai liberali di destra e dai comunisti. I criteri di una pianificazione organica concepita nello svolgimento del tempo e in funzione delle risorse economiche della regione, cominciano ad affiorare nell'opera della << Cassa » concernente la costruzione di nuovi centri nei comprensori di bonifica. Si tratta di un problema di riforma agraria che deve essere risolto in stretta unità con quello del decongestionamento di centri sovraffollati e malsani. L'accentramento della popolazione contadina in grossi borghi e città (un tipico esempio è Sansevero), è un carattere del Mezzogiorno che si lega alla struttura latifondistica della sua economia. Ma nell'opera di decentramento e di dislocazione urbana, alla soluzione del problema attraverso la costruzione di centri di servizio costituiti da soli edifici pubblici, deve essere

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