LEw1s MuNFORD: IJa cultura delle città, ed. di Comunità, Milano, 1954, pagine XXXII-591 con 32 illustrazioni. Non è di ieri la particolare fortuna di c·ui gode, presso gli storici, il problema della città e dei suoi rapporti con la campagna: posto al centro della storia politico-sociale, del Medioevo specialmente, ma non esclusivamente di esso, il nesso città-campagna ha consentito prospettive nuove e complesse, sempre suggestive. Così quando nella luce di quel rapporto Gramsci h~ voluto inquadrare gli sviluppi del nostro Risorgimento, sfor• zandosi di dare, comunque vadano giudicate le sue tesi, espressione politica immediata a quel concetto di città che già Cattaneo aveva scoperto come principio ideale della nostra storia. In Gramsci la città si carica di un preciso riferimento politico, di un significato sottilmente ideologico (non s'identifica essa nella << borghesia »?); e nei suoi dinamici rapporti con la campagna vengono costantemente a tradursi i programmi politici, i quali, in definitiva, non sono altro che le possibili combinazioni tra un blocco urbano del Nord e le masse agrarie del Sud. Ma tanto in Cattaneo quanto in Gram- \ Bibloteca Gino Bianco RECENSIONI . . ' . sci c1tta e campagna sono sempre termini concreti della nostra vita politica e della nostra storia. Diverso è il senso che la città ha assunto in quella concezione storiografica che cinquant'anni fa, ' in Germania, fece suoi i metodi delle Geisteswissenschaften. Per essa la città è un idealtypus ( al pari della setta o della famiglia): non più rappresentazione della realtà, ma strumento di conoscenza; insomma un tipo sociologico di cui è legittimo domandarsi che cosa sia, avan~i di coglierne le determinazioni e lo svi1 uppo storico. Che Max Weber si sia in gran parte salvato dai pericoli di astrattezza e genericità impliciti in questa posizione, lo si deve, oltre che al suo innato senso storico, ali' aver egli ristretto il campo dell'indagine; per cui in sostanza la sua città ha finito per coincidere col comune medievale dell'Occidente. Dalla città familiare a quella plebea, Weber ci ha dato soprattutto un suggestivo quadro della 1città medievale: il preciso fondamento economico di essa, il carattere associativo rivoluzionario e antifeudale, la struttura politica autonoma entro la cerchia delle mura, sono gli aspetti singolari e irrepetibili che si assommano in quel fatto concretissimo che essa fu; proprio perchè così fortemente
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