Lo Stato - anno II - n. 12 - 30 aprile 1961

maggioranza in sede di Consiglio Nazionale e nono– stante il largo favore dell'opinione pubblica ad una manovra del genere.... La cautela dei nostri dorotei mostra già da sola che il problema ha· dimensioni più complesse: i do– rotei criticano la politica .di Moro per coprirla o al massimo per scolorirlà, non per sostituirla. Non o– stante le esaltazioni basiste, la politica del!'on. Moro è un semplice cedimento alle posizioni di forza mo– rale e politica che le sinistre occupano nello schie– ramento nazionale ed alle infl.uenze che esse hanno nel mondo· cattolico e nella DC, piuttosto che in una tesi determinata. E' un cedimento non un'inter– vento: per questo esso è suscettib.ile di ogni scolo, ritura e anzi lo scolorire fa parte della stessa tecnica, anzi della stessa sostanza della linea morotea. Il vero problema Dunque non è la positiva volontà di apertura a sinistra ne.lla DC che è il problema: sar,ebbemolto più semplice. Noi stessi lo abbiamo altra volta cre– duto o, forse più esattamente, non abbiamo analiz– zato a sufficienza la singolare situazione cl.e.: non abbiamo colto fino a che punto essa è frutto non di una presenza, di una volontà positiva, ma di una semplice assenza. Se ci fosse una volontà positiva, ci sarebbe una lotta -ed un combattimento: ma come spiegare in– vece appunto l'assenza di combattimento, la compli– cità critica dei dorotei che hanno la maggioranza e votano Moro, come si spiega che sia il centro-destra del partito .a fare l'apertura a sinstra? No, in -realtà è che tutta la DC è colpita da una crisi più grave di quel che non dicono i contrasti fra le tendenze: essa non crede, non spera più nulla. L'apertura a sinistra non nasce da una decisione di una minoranza de– mocristiana: nasce dal fatto che la DC avendo più alcuna autonomia, alcuna propria forza vitale, cede , semplicemente alle forze dominanti. Se i missini o le destre avessero il posto che in Italia occupano le sinistre, allora avr,emmo il fenomeno opposto. Ci spieghiamo così i singolari casi degli on. Fan– fani, Moro e Saragat che cercano di allontanare, con la convergenza, il nodo risolutivo di quella politica che essi hanno patrocinato ed inaugurato. Vediamo l'on. Moro imporsi ai basisti milanesi ed imporre la convergenzc1. a Milano: lo vediamo cercare di varare una simile situazione in Sicilia, cercando di garan– tirsi dal milazzismo con l'assorbimento dei milaz– ziani: •lo vediamo insomma fare ogni tentativo pos– sibile per -evitare la crisi de,lla convergenza. Dietro al prete-sto di novembre c'è uno spavento reale per le forze evocate, ne siamo.certi, e comprçndiamo le 2 bibliotecaginobianco tristezze perplesse del Segretario della DC. Ci si spie– ga il caso dell'on. Fanfani che non disdegna nem– meno qualche àtto di benevolenza v,erso i missini e coltiva la speranza di rendere possibile una mag– gioranza DC-PSDI con il confluire nel PSDI di al– cuni deputati monarchici ... Sfaldamento progressivo Fosse vero, dunque, che la fiera e positiva volon– tà degli on. Fanfani e Moro fosse la causa dei nostri mali: q4esti cesserebbero immediatamente dall'esse– re gravi. La realtà vera è un'altra: è che la DC non ha nessuna volontà e nessuna capacità di esprimerne una: che essa non ha tanto una volizione negativa quanto l'incapacità di un atto di scelta o di volontà. La politica DC non è più il frutto di una libera de– cisione del partito, è solo la risultante matematica delle forze in campo ... . La realtà è semplicemente questa: la DC si va sgretolando per un processo che nasce dall'interno di essa; in conseguenza di questo fatto, le sinistre vanno riassumendo nella realtà politica italiana quel peso egemonico che i.I libero voto popolare tolse loro 13 anni fa, vanificando la grande occasione del crollo materiale dello Stato. Non è certo. un fatto, questo della crisi d.c., di cui alcuno possa comp,iacèrsi: ma illudersi che il negarlo possa servire a cancellarlo, è una politica che non vale nulla. Si guardi la storia di questa legislatura, diventa di così difficile govemo, mentre di per se è una le– gislatura governabilissima. La DC poteva in que– sta legislatura tutto quello che voleva, purché vo– lesse veramente qualche cosa. Invece cbe cosa è ac- 1 caduto? Che la DC ha inteso definire non una poli– tica ma delle alleanze: non ha cioè cercato di defi– nirsi in funzione della linea di governo che 'essa / dava al paese ma dei partiti che portava in maggio- \ ranza o al governo. Abbiamo così visto i medesimi . . goverm con 1 medesimi uomini pressoché ai medesimi dicasteri de.finirsidi centro sinistra, se alla maggioranza par– tecipava il PSDI, di centro destra se vi partecipava– no le destre ed il partito Malagodi, di estrema de– stra se vi partecipavano i missini e poi di « conver– genza », termine evocativo e simbolico, se vi parte– cipavano i partiti di centro e si astenevano monarchi– ci e socialisti. Non variavano gli uomini, non va– riavano sostanzialmente le politiche, ma cambiava tutto .... I gove,rni nascono e si sfanno non in fun– zione di questioni di governo, ma in funzione delle

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