Lo Stato - anno II - n. 12 - 30 aprile 1961

Lettera aperta Stato Signor Direttore, Dato ohe sono anch'io u,n « buro– crate», ho letto con molta attenzio– ne gli articoli sulla « Burocrazia in sfacelo » pubblicati dalla Sua Rivi– sta, che approvo incondizionata– mente. Penso che sia perfettamente inu– tile sprecare tempo, carta e lavoro per tentare di analiz0are i mali cro– nici che affliggono questo nostro grande malato, perché nessuno muo– verà un dito per tentare dì eliminare o modificare le cause che produ·cono l'attuale marasma: d'altra parte, è risaputo che la Burocrazia è in sfa– celo solo quando lo Stato è anche esso in sfacelo e che i grandi Imperi della storia (Egitto, Roma, Bisanzio, Cina, Spagna, ecc.) sono crollati non perché una burocrazia incapace o corrotta ne .avesse paralizzato la vita - come qualcuno ingenuamen– te mostra di credere - ma solo quando il « bizantinismo » imperante nella burocrazia ha rivelato e dimo– strato che lo Stato stesso era in de– cadenza, per ben altre e più com– p.Zesseragioni. Ad ogni modo, voglio dire anch'io qualcosa sull'argomen– to e più precisamente voglio tentare di mettere in luce qualcuna delle CAUSE che a mio parere hanno aperto le piaghe sulle quali gli ar– ticoli hanno dolorosamente messo il dito. Esaminando la cosiddetta « rifor– ma della burocrazia », l'articolista sostiene che la riforma non vi è sta– ta e non vi sarà perché manca il coraggio di affrontare e risolvere numerosi e gravi problemi: io pen– so, però, che oltre al coraggio è man– cata e manca anche la conoscenza degli elementi e degli aspetti di det– ti problemi, ossia della materia che si intendeva riformare. E ciò, a mio parere, è ancora piu grave ... . Non mi nascondo che non è facile conoscere bene l'organizzazione e le esigenze dei vari Ministeri e delle numerose Aziende e Servizi, che in un secolo sono nati e cresciuti cia– scuno per proprio conto, senza che qualcuno abbia mai tentato di in– quadrarli in un sistema organico e coordinato: penso però che, proprio perché le cose stanno così, era più che mai necessario che qualcuno in– dagasse, studiasse e imparasse a conoscere profondamente la materia 22 bibliotecaginobianco e Burocrazia che si accingeva a riformare. Ma, a giudicare dai risultati della rifor– ma, un simile studio non vi è stato. Come è noto, la riforma poteva es– sere studiata e suggerita o da per– son·equalificate estranee all' Ammini– strazione (Professori Universitari, studiosi di Scienza dell'Amministra– zione, ecc.) o da funzionari statali oppure - e sarebbe stata, indubbia– mente, la via migliore - da Com– missioni miste, formate da estranei qualificati e da alti funzionari. A quanto mi risulta fu adottato il se– condo sistema, forse a causa della profonda avversione dell'Am.mini– strazione a far conoscere i piccoli segreti della propria organizzazione, custoditi più gelosamente di quelli della bomba atomica. Furono così creati uffici « ad hoc », i cui com– ponenti - come purtroppo avviene sempre in simili casi - si preoccu– parono di allestire un trampolino di lancio per la propria carriera e di trovare il modo di percepire il più a lungo possi'bile le indennità e i compensi che si erano attribuiti, studiando « en passant » la materia da riformare e facendo qualcosa che giustificasse l'esistenza degli uffici per la riforma. C'è da meravigliarsi, quindi, se la legge delega vide la luce in una sola notte, quando, co– me si dice, era già scaduto il periodo di tempo fissato dal legislatore? E c'è da meravigliarsi se, considerata la fretta, le cose sono rimaste come erano, quando non sono addirittura peggiorate? A mio modesto parere, qualsiasi studio sulla rifar-ma avrebbe dovuto essere stato preceduto dall'emana– zione dell'ormai famoso regolamen– to sul numero e sulle attribuzioni dei Ministeri, che la Presidenza del Consiglio ha allo studio da non so quanti anni e che, chissà per quali misteriosi motivi, non si decide mai a venire alla luce. Sarà forse per– ché sono in ballo gli interessi di troppe persone, che temono di veder sopprimere uffici e commissioni va– rie, che non fanno nulla o che non hanno più motivo dì esistere? O sarà forse che tutti i Ministeri te– mono che, una. volta regolate le re– ciproche sfere di competenza, molti « doppioni » dovrebbero essere sop– pressi e molte invasioni di campo al– trui non sarebbero più possibili? Ho letto che lo Stato non è in grado nemmeno di conoscere ,esatta– mente il numero dei prop,ri dipen– denti. Ammettiamo pure che questa sia una « boutade » o ·pura malài– cenza: comunque, non credo che siano molti (se ci sono) quelli che conoscono esattamente quali e quan– ti sono gli uffici che trattano la stessa materia, spesso all'insaputa o in contrasto con uffici di altri Enti. Tanto per citare un solo esempio, pur essendovi un apposito Ministero che dovrebbe occuparsi dell'esecu– zione di tutti i lavori intesi a soddi– sfare un pubblico bisogno, ossia dei lavori pub•blici, qual'è quel Ministe·– ro o Ente che non ha costituito o che non pensa a costituire un pro– prio servizio per l'esecuzione di la– vori pubblici, con leggi, capitolati e funzionari propri? Certo, disciplinare la burocrazia statale e parastatale non è cosa da poco, ma bisognerebbe comunque cominciare, sia pure mediante tenta– tivi o a costo di errori: ad ogni modo, per far ciò occorrerebbe isti– tuire un Organo « ad hoc », formato da persone competenti e capaci, che ascoltino i consigli degli esperti estranei e che non si limitino ad elaborare le solite cifre statistiche che non dicono nulla. Nel suo discor– so per la << fiducia » l'On. Tambroni aveva annunziato la costituzione di un nuovo Ministero, che avrebbe do– vuto disciplinare proprio ùrpubbli– ca amministrazione. Detto Ministe– ro sarebbe stato più che mai neces– sario, perché lo Stato non può pen– sare a regolare i rapporti giuridici dei propri cittadini se prima non esce lui stesso dal caos, mettendo or– dine e disciplina nei propri ranghi e nella farragine di leggi, regolamen– ti e circolari ·che si· sono accum.ulate dal 1861 ad oggi: purtroppo, poiché le cose andarono come tutti sanno, il nuovo Ministrero non venne alla luce e nessuno .ne ha più parlato ... . Ep.pure, è veramente urgente ed indispensabile che lo Stato cominct seriamente a rimettere in ordine il proprio apparato, a classificare e di– mensionare i propri uffici, a elimi– nare i doppioni e gli uffici inutili, a sopprimere la competenza di al– cuni Ministeri su matp-; • di cui non dovrebbero interessarsi e, conse– guentemente, a distribuire il perso-

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