Lo Stato - anno II - n. 2 - 20 gennaio 1961

18 ( contin. da pag. 15) mente quello di strappare l'appoggio della stampa .consorziata o controllata dal P.C.I. In tal modo il P.C.I. non • solo allarga la penetrazione ideologica nel wmpo delle lettere e del cinema, ma • ha finito con l'imporre sul ·mercato i suoi uomini. Questo spiega il perché di favolose carriere da parte di mediocri scrittori nel mondo del cinema: Prato– lini, Pasolini, Zavattini, Moravia, tanto per citare i casi più clamorosi, detengo– no una sorta di monopolio delle sce– neggiature dei films che abbisognano .dell'appoggio della stampa comunista. I loro libri sono i più venduti e i loro soggetti i meglio pagati semplicemente perché, intorno a loro, si muove un vero e proprio trust industriale che va dalla catena di stampa che lancia al grosso pubblico i loro nomi, agli edi– tori e produttori che li ingaggiano, alle commissioni dei vari Premi letterari e cinematografici che ne decretano il suc– cesso, alle vaste platee che li devono digerire. Dalla fabbrica al consumatore: il sistema funziona a circuito chiuso. E' dentro questo sistema che vengono fatti circolare i motivi informatori di un sempre più vasto condizionamento psicologico del pubblico italiano alle tesi del comunismo. Si prenda il caso di Pasolini. Il P.C.I. ha consacrato l'autore de « I ragazzi di vita» e di « Una vita violenta » alla cattedra di filosofia del teppismo giova– nile, come concezione estetica della lotta per la vita. Non stupisca che la decantata maschia brutalità di certa de– linquenza minorile di periferia, preci– pua dei personaggi di Pasolini, abbia p{eceduto di poco l'ondata di teppismo d.ell'estate scorsa. Nella brutalità anar– coide, gonfia di sottintesi e di pretesti sociali, e di alibi fasulli come •le ribal– derie di tutti i deboli e i vigliacchi, nella natura antisociale dei giovinastri prediletti da Pasolini c'è, e non a caso, la idealizzazione del modo di vita del– la gioventù in magliette a righe arruo– labile in ogni momento per i disordini in piazza: Balza evidente agli occhi, ol– tre il pervertimento di certe predile– z1001, addirittura di massa,• la esalta– z10ne del mito del teppista in piazza, come arcangelo giustiziere di una so– cietà corrotta e colpevole, come eroe per generazioni di ragazzi di famiglia che devono.cominciare a parlare, a muover– si, a pensare e ad agire come ragazzi di vita. Quantunque ogni popolo e ogni paese della terra abbia i suoi teppisti, si chia– mino essi Halbstarke, mambo-boys, sty– liagi, bodgies, teddy-boys o blousons– noirs, siamo stati soltanto noi italiani LO STATO finora a menarne vanto, glorificandoli come altrettanti virgulti di patriottismo antifascista. A questo è riuscita l'opera .di convincimento del P.C.I. sulle masse, attraverso tutti i suoi strumenti di pres– sione psicologica! Ai dibattiti organizzati dal P.C.I., prima e dopo i fatti di luglio, non man– carono di partecipare, consezienti, talu– ni cattolici e taluni borghesi rappresen– tativi di un certo conformismo panico alle ragioni della violenza. Succede infatti che certi ambienti, per loro natura anticomunisti, rimanga– no atterriti dall'esplosione di furore col. lettivo di certe manifestazioni propa– gandistiche, e preferiscano riconoscerne la validità storica e politica piuttosto che correre rischi. Ma tali atteggiamenti derivano in gran parte dall'opera di de– molizione mora1e che il P.C.I. ha con– dotto nelle file dei suoi avversari, ser– vendosi appunto di mezzi di forma– zione o di deformazione del carattere umano che sono i iibri, la buona o la cattiva letteratura d;. massa. Nel caso italiano la letteratura è tutta orientata a sinistra, perlomeno quella più strom– bazzata. Per quanto riguarda il cinema, è anche peggio. E anche qui il feno– meno risale a un preciso calcolo strate– gico del comunismo, attuato, come \·e– dremo, con metodo organico. IL DUELLO ECONOMICO USA-URSS Ai clamori di vittoria dei capi sovietici e dei loro portavoce italiani, si oppone, in tutta la sua eloquenza, il freddo linguaggio delle cifre In prima pagina de « l'Unità » del 21 dicembre scorso, si leggeva. un titolo a grossi caratteri su sei colonne: « Un nuovo impetuoso sviluppo della produzione nell'URSS » e, come sottotitolo, « La produzione sovietica ha raggiunto il 60% di quella USA». Questo, della rincorsa della Russia ali'America dal pun– to di vista della produzione in generale e di quella indu– striale in particolare, è un tema che frequentemente ricorre sui giornali di tutto il mondo e che viene immancabilmente svolto in termini e,ntusiastici, con riferimento ai progress•i russi, da quella schiera di giornali che fanno capo ai parti– .ti di estrema sinistra. A riprova di quest'ultima asserzione ecco alcuni passi tratti dall'articolo apparso sul numero sopracitato dell'or- gano ufficiale del PCI. • << Il tasso generale e l'incremento industriale nei pri– mi tre anni del piano (si fa qui riferimento al piano set- bibliotecaginobianco tennale di sviluppo 1959-65) sarà del 10% anziché del'8,3% stabilito dalle cifre di controllo iniziali del piano ... Per il 1965 è previsto un incremento industriale dell'8,8% del 9,5% per i mezzi di produzione, del 6,9% per i beni di consumo». E ancora: « Per l'anno prossimo è previsto un reddito nazionale in aumento: del 9% sul piano nazionale e del 5% sul piano del reddito reale pro capite» (tra parentesi ci vien fatto di notare come quest'ultima asserzione sia in contrasto con la tanto conclamata mancanza di svalutazioni monetarie che i comunisti puntua.lmente sottolineano allor– ché parlano del funzionamento dei sistemi economici col– lettivisti). E un po' più sotto: « Questo sviluppo dimostra: che nel– la gara con gli Stati Uniti, il calcolo si mantiene a favore dei ritmi sovietici con un rapporto da 30 a 8 a favore del– l'URSS (ci piacerebbe sapere che cosa significhi con esattez-

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