Fine secolo - 22-23 febbraio 1986

e on la sua tipologia del «Lavorato~e!>lo Jiinger cerca di annettere alla tradmone di forza e di energia, di ferrea disciplina e di duro comando, di meditata astuzia e di te– meraria audacia, propria e caratteristica del prussianesimo, una nuova ene~gia: quella dell~ passione collettiva, del s_olidansmo_assoluto <!i gruppo, dell'azione risoluta e _ radicale_ ~he 1! moto sociale degli operai e dei contad1ru, dei soldati e dei marinai ha sviluppato nella rivo– luzione russa. Tanto nella colta apologia e nel– la critica dell-ex professore di Francoforte sul– l'Oder quanto nello scherno e nella corrosione nietzscheana e senza volerlo marxistica del de– corato della croce «pour le mérite»; la parola e il concetto di «Biirger» hanno ripreso il loro si– gnificato originario, sia pure gravat~ di nuov~ accentuazioni, di sfumature polermche, e di tutta la storia degli uomini civili: di abitante della città. E' il «borghese» che preferisce la si– curezza laboriosa delle mura fortificate e le opere dell'ingegno all'incerta vita del cavaliere, e alle opere grevi dei campi e della spada; c~e vuole liberarsi da ogni servitù, da quella al si– gnore e alla terra, sino a quella alla mat1:ria, ch'egli cerca di dominare con le forze fisiche stesse con le macchine. Quel che all'uno appa– re g~thianamente come tipo prometeico e faustiano, appare al secondo come tipo della debolezza e della meschinità vitale, capace solo di vita intellettuale, e incapace di governare quelle macchine che ha crea~o. Altro è l'ideai~ di società ch'egli vagheggia (...) Fenomeru come l'Orèine Teutonico, l'esercito prussiano, la Società di Gesù sono i suoi esemplari; e che bisogna tener conto che i soldati, preti, dotti ed artisti sono in naturale rapporto con la po– vertà. E che questa naturale povertà non è solo possibile, ma ovvia «inmitten einer Werk~tàt– tenlandschaft. in der die Gestalt des Arbeiters die Welt mobilisiert». La ricchezza dei motivi e delle idee di questo libro, certo. più accennate con tono fra l'inizia– tico e l'ispirato che svolte e chiarite, è tutta coordinata attorno ai motivi della esperienza bellica, della «totalità» della «forma» politica auspicata, e della negazione di ogni validità alle «forme» politiche esistenti. Abbiamo già visto l'importanza del primo motivo; l'ultimo è svolto in maniera che ricorda le invettive lute– rane contro Roma e contro il papato mediceo «mercante» e sfruttatore, armato di falsi ideali, ma fa ripensare soprattutto ai libelli e alla po– sizione dei cavalieri imperiali tedeschi, impove– riti nella doppia competizione con le città libe– re e con le grandi costruzioni territoriali dei principi. La «deutsche Nation» alla quale il portavoce di quei cavalieri si rivolgeva in for– me popolaresche, aveva allora tanta concre~ez– za quanto il «tipo del Lavoratore» che oggi lo Jiinger si forma a ideale: e lo Hutten è anco~ oggi chiamato a servire di modello ideale ai giovani tedeschi. Sono motivi pa_ssionalie_sen– timentali, tanto quello dell'espenenza bellica e dei ricordi di battaglia elevati a· esperienza di vita interiore, quanto quello del rifiuto assolu– to e della critica, schernitrice e compiaciuta della propria corrosività, del mondo e della so– cietà esistente. Ma il movimento tedesco d'og– gi è soprattutto passionale e sentimentafe, no– nostante la negazione del romanticismo (che lo Jiinger concepisce molto superficialmente). L'epoca del «Lavoratore» darà la realizzazione di una «Herrschaft» e sarà contemporanea– mente l'espressione di una «Gestalt»: realizza– zione della «Herrschaft>>di una .«Gestalt>> che in questa realizzazione del suo predominio ap– punto si esprime. Ma non ci si dice quale sia questa Gestalt, questa idea platonica che dovrà dominare totalmente la vita. Forse la nazione, forse il Reich, impersonati nel «Lavoratore», nel «lavoro» (inteso del resto in senso molto gene~e: «lavoro» è anche il moto degli astri, per lo Jiinger). L'importante, in tutta la confu~ sione di idee e di richiami a formule e a simboli di sistemi filosofici di ogni specie che forma la caratteristica di questo libro dal punto di vista del pensiero sistematico, è questo: che la realiz– zazione totale della «Idea» abolisce, «supera» A lungo rim'-!sso,rit'!r~a, a opera di una editrice della "nuova destra", il sa,gio di Cantimori del ,, . 193 sul "Lavoratore di Ernst Jiinçer. Rimozione e riesumaz~one_ che sono segni de, tempi: la seconda, più consolanteforse,ma certo più banale ~ella prima. JUNGERELA MISTICA DELLAVORO di Delio CANTIMORI i.: Le Edizioni Settimo Sigillo'hanno appena ristampato, a cura di Genflaro M~lgier~, tre sagg! di Delio Cantimori, su Jiinger, Moeller van den Bruck, e Schmitt, comparsi tra ~l193~ e 1/ 1936 sulla rivista "Studi germanici". Cantimori ( 1904-1966), che fu grande studwso di sto– ria religiosa e delle idee, di movimenti ereticali, utopisti e riformat~ri politic~. ebbe, in parti– colare nel dopoguerra, una grande influenza come professore, aFzrenze e Pisa, e_co"!e con~ sigliere culturale ed editoriale. Legato complicatamente alla sinistra_.er~ _stato 1~ g_zo~entu fra i più precoci e documentati studiosi della cultura ~~desca. C:omp~es1 1 ca':'pzoni d1 ~n~ "rivoluzione conservatrice" quali gli autori considerati m questi saggi. I quah so~o ogg_1 ri- stampati da una casa editrice della "nuova destra", cosic~hé è ~n po' u~ segno dei te"!,pl eh~ questo Cantimori su Jiinger compaia mentre una l~~ga _mterv1~taa Junger ~sce s~ Nuov~ Argomenti". Come segno dei tempi, oltre che per I mtrmseco interesse, lo riprendzamo qui presentando le pagine finali del saggio. Il testo di Delio Cantimori si inizia con l'affermazione che «/'Arbeiter di Ernst Jiinger pu~ essere considerato come uno dei libri più caratteristici ed importanti usciti dalla penna degh scrittori nazionalsocialisti». L'arbeiter di Jiinger, riassume Cant~mori, no~ è «il l~".orator~ delle varie forme di socialismo, utopico o scientifico, n~ /'?pera10 organizzato: e mvece 1/ milite del lavoro l'asceta costruttore di una nuova societa ...». . Cantimori parag~na lo stile di Jiinger a quello di Nietzsche e sottoli~e~ (a forte inf/~en_za del pensiero russo (in specie Dostoevskij) «sull'irrazionalismo e sul m1st1c1smonaturahst1co della Germania d'oggi». _ , . La. guerra è /'«esperienza fondamentale, motivo originario e primario» della vlt~ e I opera d1 Jiinger: le sue sono «narrazioni di guerra, di uno che non cela ~/cuna durezza_ne a(cun orr~– re, ma che pensa e mostra che gli uomini debbono e possono sviluppare energie tah da domi- narli». . . . . •· Ti Di qui la forte considerazione per la figura del Lavoratore; Cantlmori cita Ju~ge~;" « utt~ quello che noi sentiORJOdi mirabile nella nostra epoca, e che ~el~elegge_ndedei p1u lontani secoli ci farà apparire come una stirpe di potenti incantatori, ! ~ppartlene alla figu~~ d~l lavoratore». Lontano da conservatorismi e sicurezze borghesi, 1/ lavo~ato~e «mobzllta zl mondo ai suoi ordini per mezzo della tecnica, potenza demonica, che 1mphca, per la sua semplice presenza, pe/ fatto ai esistere, la distruzione dei sistemi politico-sociali che cono- sciamo dalla storia». _ «In questo libro -nota ancora Cantimor_i- non troviamo, alme~o esplicitam_e~te, ideologie biologico-storico-geografiche sulle razze nordiche: ~I c~ncett? ~1razza che v1e spess~ usato sembra vada inteso in senso diverso, come una specie di uomm1 ottenuta con una particola~~ disciplina di allevamento. Vecchia idea platonica, sulla_qua(e è in~ti~ein1~giare». Sem_ma1 ~ l'identità del/'«istanza superiore» che, chiara negli scritto,:, pross1m1a Junger (e per I quali è lo Stato o la Nazionè o il Popolo o la Razza), nell'autore dell'Arbeiter invece sfuma.fino a venire solo accennata, «con procedimento iniziatico, che arieggia da u~a p~rte certe set~e teosofiche, dall'altra il tono di Nietzsche». Sottolinea fortemente, <ç!antzmori, «la co~tami– natio dell'esercito prussiano con l'officina bolscevica» operata da Junger. «Ma non ~1tratta di una costruzione ideologica di letterato: il libro è tutto pervaso d'un afflato tragico, ~ la divinità di questa nuova razza d'uomini che ha illuminato l'animo dell'autore con la sua rive– lazione in modo terribile». Ecco dunque la parte conclusiva del saggio. (A cura di M.S.) ·~ •--~~!. M ' : .. i . i - -•--· ogni svolgimento, ogni processo, ogni progres– sus. Quando si sia giunti alla totalità completa si sarà «perfekt»: «vollkommen» è solo l'idea del cielo uranio, irraggiungibile. Questo plato– nismo non privo di energia nonostante la sua - simplicitas filosofica non e invero troppo cor~– sentaneo alle manifestazioni di nietzscheanes1- mo che pullulano nel libro; ma va notato, perchè è uno dei moti".i che sta_al_labase _dell'i– deologia filosofica naz1onalsociahsta, e ntorna sotto i più vari aspetti. La Politeia platonica è letta non per comprendere il pensiero di Plato– ne, ma per comprendere l'essenza dello Stato: senza alcun senso storico, ma con molta devo– zione per la profondità iniziatica del filoso~o greco. Questo modo di studiare i filosofi anti– chi si ritrova, certo temperato da un grande senso storico, nel Romanticismo tedesco; ma in questa forma così semplice, e_cbsì assoluta, è stato introdotto dalla scuola di Stefan Geor– ge. Così il «saggio», il «guerriero» e il «saggio– guerriero» diventano i modelli ideali del «La– voratore», e in uno slancio patriottico ed uto– pistico vien negata ogni posiziohe concreta dei concreti e urgenti problemi sociali. Prendere un tema, contemplarlo, meditarlo, fino a «vederne», intuirne nuove forme, nuovi aspetti, conclusioni, conseguenze: conte_mplare e intuire le forme, gli aspetti superfic1ah ma «visibili» della vita, e di certi momenti terribili di essa: questo metodo ha fatto scrivere allo . Jiinger una quantità di belle pagine, ma ~i riv~– la che in fondo egli è un letterato che s1lascia prendere dalla «bellezza» di un'idea, più che un filosofo, e ci spiega perchè egli ci possa pre– sentare tanti concetti originali, come quello della «totalità» che ha avuto gran successo, senza però nè chiarirli nè svolgerli, Gli basta l'evidenza della formulazione, la durezza apo– dittica che esige meditazione, e c\l'e_gliforse concepisce come indice della contemplazione ispirata. Ma a questo modo egli riesce spesso paradossale, perchè ipostatizza a realtà assolu– te posizioni estreme, posizioni-limite, c~e-~an– no validità in quanto tali - e questa vahd1ta ce la fa ben sentire lo Jiinger - ma non come nor– me di vita. Così da una parte egli vede anar– chia assoluta, un caos, ch'egli affroqta con lie– tezza per le infinite possibilità che vi sono _insi: te; dall'altra proietta nel futuro una specie di Stato platonico, non più cristiano, governato con entusiamo e devozione a un Dio che rima– ne ignoto, amministrato con la «Planwi~– tschaft» bolscevica, nel quale e pel quale domi– na un'ordine assoluto, statico e immobile: ch'egli pare ammirare per questa sua trascen– dente perfezione. Sarebbe poco leale -voler far carico all'autore di aver fatto pesare il suo sentimento di devo– zione per questo Dio ignoto, e di aver usato i mezzi deÌ «nullismo» nietzschiano contro !'<<in– dividualismo»; come del suo uso e abuso di concetti filosofici, metafisici e teologici, che sembrano spesso rivelare una comprensione piuttosto superficiale dei concetti stessi. Si tratta dell'opera d'un letterato; e come tale va considèrata: come sistemazione poetica di sen- timenti riflessioni, meditazioni, polemiche let– terarie-filosofiche del mondo del romanticismo politico tedesco contemporaneo. E al_lora vi troviamo una passione veramente sena, una grande indipendenza mentale, una larghissima ricchezza di motivi e di suggestioni che ci.pos– sono servire per un orientamento in quella let– teratura una viva e originaria freschezza di os– servazio~i, uno stile conciso e pregnante, viva– ce e colorito, che ne fanno senza dubbio un'o– pera notevole e da non trascu~are - anche a prescindere dalla grande influenza c_heessa ?a esercitato sopra significative correnti della gio– ventù colta hitleriana. 'Quiaccanto:Si gira "Der · IetzteMann"(L'ultimouomo). Inalto, unafoto di Emit Jiingerda giovane.

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