Fine secolo - 22-23 febbraio 1986

FINE SECOLO* SABATO 22 / DbMENICA 23 FEBBRAIO· L o hanno cremato senza cerimonie, senza rituali, senza preghiere; così come aveva voluto. · E' morto lunedì scorso a Pine Cottage in Cali– fornia, là dove. tanti anni fa, aveva avuto la sua prima "esperienza spirituale". Le sue ceneri sono state portate in India. A gennaio, a Madras, nella sua ultima serie di discorsi, aveva parlato della morte. "Cosa dire– ste a un uomo che sta per morire? ", aveva chie– sto all'udiÌòrio. "Gli dareste /orse della filoso– .fìa? ". Poi era stato lui stesso;à ~isponderealla_ domanda: "Gli direi:fammi'morirè con te". L'e– stinzione simultanea del proprio io; non nel sen– so .fìsicò - 'tzvevaspiegato-è it doQOpiù prezioso che colui che rimane può fare ·a chi se ne va. "La morte non ha nulla di misterioso", diceva. "E' un grande atto di purgazione. Tutto quello che continua secondo un pattern ripetitivo, è de– stinato a degenerare. La.fìne di quella continuità non può che lasciare posto a qualcosa di nuovo". Ma paure, preconcetti e tabù' rendevano l'argo– mento difficile per molti di coloro che lo stavano ad ascoltare. "Ne riparleremo la prossima vol– ta", aveva detto il 4 gennaio al termine di quello che rimarrà il suo ultimo discorso. E subito ave– va aggiunto: "Ammesso che chi parla ci sia an– cora. Novantuno anni sono abbastanza". J. Krishnamurti ha sempre denunciato il rappor– to guru-shishya, maestro-discepolo: "Nel mo– mento in cui cominciate a seguire un guru, ces– sate di cercare la verità". "Seguire un guru è quanto di più idiota si possa fare;', aveva detto n,el1983, a Delhi, rivolto a un gruppo di sanya– sin vestiti con abiti color rosso vinaccia e con al collo una corda a cui tenevano appesa l'immagi– ne del loro guru. Questi, per i guru indiani sono tempi dif.fìcili. Maharishi Mahesh Yogi, quello della TM, la meditazione trascendentale, è stato citato in tri– bunale da due ex discepoli. Lo accusano di fro– de. Malgrado avesserofrequentato assiduamen– te i suoi costosissimi corsi, nOnerano mai riusci– ti a levitare. L'ashram chefu già di Swami Mu– ktananda è dilaniato- dalla lotta fra le fazioni di Carlo BULDRINI E' morto,più che novantenne, Krishnamurti. Molti, leggendo la notizia, si sono chiesti: chi era? Alcuni si sono detti: dunque, era 4ncora-vivo. Ricojtruiamo qui la vita · -e _I' a-,,ti-pensiero di un uoino~cherifiutò di farsi messia_.(L'intervista ripubblicata in queste pagine, anch'essa di Buldrini,fu stampata nel giuçno 1984 da "Frigidaire", che ringraziamo). che si combattono senza esclusione di colpi: inti– midazioni, sequestri di persona, tentati omicidi. Anche molti discepoli di Sathya Sai Baba parla– no ormai della "diminuzione di poteri" del loro guru, sempre più riluttante a compiere "miraco– li". Le prodezze di Rajneesh, ingigantite a di– smisura dai mass media di tutto il mondo, sem– pre più a caccia di superfluo, sono note a tutti. Proprio in questi giorni il famoso guru indiano ha trovato rifugio in un 'isola grecà. In questo desolante panorama, la scomparsa di Krishnamurti lascia un grande vuoto. Ha detto il presidente dell'India Zail Singh: "L'India ha perso un gigante intellettuale, un pensatore fuori del co,r{une.Il vuoto creato dalla sua morte è difficile la colmare". Ha detto il primo ministro Rajiv Gandhi: "Il po– polo indiano piange la scomparsa di Ìiddu Kri– shnamurti. Kris~namurti è stato uno dei più im- portanti e stimolanti filoso.fì indiani del nostro tempo. Una persona di immenso coraggio mora– le e intellettuale che ha sempre rifìutato il ruolo di precettore, convinto come era che ognuno do– vesse trovare la luce dentro di sé. La sua morte rende più povero il nostro paese e il mondo inte– ro". Il vice-presidente indiano R. Venkataraman ha citato la Gita: "Per chi è nato, la morte è certa. Di fronte all'ineluttabile, non ti addolorare". Ho ritrovato gli appunti del mio lungo viaggio a Rishi Valley, in Andhra Pradesh, dove ero anda– to a intervistare Krishnamurti. Era inverno e nel parco della scuola di Rishi Val/ey era un tripu– dio di colori: azalee, fiori di campo, bouganvil– lee. I bambini frequentavano le lezioni in aule spaziose o all'aperto, sotto grandi alberi di ban– yan. A sera, i più piccoli, bambine e' bambini as– sieme, osservavano in silenzio il tramonto del sole. Quando Krishnamurti parlava agli studenti di Rishi Valley, diceva loro che,la competizione e il desiderio di successo rendono l'individuo in– sensibile. Nelle sue scuole il confronto con gli al– tri, i premi e la punizione, non vengono usati come strumenti didattici. L'enfasi è posta sul creare le giuste condizioni per imparare, sentire e osservare il mondo esteriore ·e quello proprio interiore. Era sera quando, nella scuola di Rishi Valley aspettavo l'arrivo di Krishnamurti, in una picco– la sranza disadorna, con due sole stuoie sul pavi– mento. Poco prima dell'arrivo di "Krishnaji", una giovane donna, scalza, aveva messo in un vaso dei fiori freschi di campo. "Se l'Ilo/epuò farmi le domande in italiano", mi aveva detto Krishnamurti, all'inizio dell'intervista, per vince- . re un attimo di imbarazzo. Alla fine aveva interrotto i miei ringraziamenti abbracciandomi. _Ricordo il suo vecchio corpo, ancora forte e vibrante, stretto al mio. "Ho trovato un amico", pensai nelle lunghe ore di viaggio sul treno che, attraverso la polverosa India centrale, mi riportava a Delhi. Martedì mattina, dalle prima pagine dei giornali indiani, ho saputo che quell'amico non c'era più. J iddu Krishnamurti nasce I' 11 maggio 1895 a Madanapalli, una piccola cittadi– na del!'Andhra Pradesh, in India. Suo pa– dre, un brahmino, una volta in pensione, trova un impiego nella Società teosofica di Adyar, nei pressi di Madras. Qui, istruiti dai loro mae– stri esoterici, i membri della Società stanno aspettando la venuta di un nuovo messia. Due inglesi, Charles Webster Leadbeater (accusato in seguito di omosessualità ed espulso dalla Società) e la dottoressa Annie Besant, credono di vedere nel giovane Krishnamurti quell'esse– re superiore che doveva manifestarsi. Adulato da molti e deriso da altri per il ruolo imposto– gli di nuovo messia, Krishnamurti si vede co– struire tutt'attorno una chiesa, con le sue ge– rarchie e i suoi rituali. La morte del fratello Nitya costituisce per Krishnamurti il primo impatto con il dolore. Nel 1928, durante un raduno dei suoi fedeli Krishnamurti dice loro che: "la verità è .una terra senza sentieri. Nessuna organizzazione, nessun credo possono condurre alla verità". Nega il suo essere un guru: "Non ho discepo– li", dice, "La verità sta dentro di voi". L'anno successivo scioglie l'Ordine della Stella d'O– riente, la maggiore organizzazione creata per l'avvento del nuovo messia. Nel 1933, con la morte di Annie Besant, Krishnamurti scinde ogni legame con la Società teosofica. E' final– mente libero e solo. Durante gli anni della se– conda guerra mondiale rimane bloccato a Ojai, in California,. Trascorre il suo tempo in solitudine a coltivare rose. E' in questo perio– do che conosce Aldous Huxley. I due diventa– no amici e Huxley gli scrive la prefazione al li– bro La prima e ultima libertà: Nel 1961, poco prima di morire, Aldous Huxley ascolta in Svizzera un discorso del filosofo indiano. In una lettera a un amico scriverà: "Quel discorso è stato la cosa più impressionante che io abbia mai sentito. E' stato come ascoltare il discorso del Buddha. Tale era la sua forza interiore, il suo rifiuto senza compromessi di concedere ali' «uomo medio sensuale» qualsiasi via di fuga, qualsiasi surrogato, qualsiasi guru, salvatore, leader o chiesa". L'intervista esclusiva che qui pubblichiamo è stata concessa da Krishnamurti nella scuola di Rishi Valley, a pochi chilometri da da Mada– napalli, nello stato indiano dell'Andhra Pra– desh. Può la pace essere il risultato di un movimento di massa? " La pace non può essere il frutto di dimostra– zioni emotive, di un atteggiamento sentimenta– le e romantico. Sentimentalismo e romantici– ,mo sono limitati, ristretti e, alla fine, non pos– sono che generare violenza. Solo l'intelligenza serve alla pace. Un'intelligenza in grado di ca– pire la complessa situazione che l'uomo ha creato. Lei spesso ripete che da diecimila anni la storia dell'uomo è stata caratterizzata dalla guerra. Ma vi è una novità propria di questa nostra epo– ca:"abbiamo messo a punto la macchina per la distruzione del pianeta ... Sissignore. L'umanità sembra così destinata a sopravvivere grazie al terrore che una delle superpotenze ispi– ra all'altra. E' la teoria della "distruzione cer– ta». Esiste una via d'uscita a tutto questo? Ci sarà conflitto finchè vi saranno ideologie. L'ideologia cristiana contro quella buddhista. L'ideologia hindu contro quella musulmana. L'ideologia-capitalista contro quella.socialista. Oggi il conflitto principale è tra le due ideolo– gie, quella occidentale e quella sovietica, che sono in guerra fra loro. Ma lei crede veramen– te che gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica fa– ranno scoppiare una guerra nucleare tale da distruggere il mondo intero? Non lo faranno. Eviteranno sempre di giungere fino a quel punto. Ma la guerra continuerà a rimanere nella mente dell'uomo. Continueremo a segui– re la stessa strada percorsa negli ultimi dieci– mila anni. L'uomo continuerà a uccidere altri

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