Fine secolo - 25-26 gennaio 1986

•FINE SECO!-O * SABATO 25 / .DO~ENICA 26 GENNAIO- 22,,,. -L'-IlVIPF:RIAT,TSMO DI-CARTA -----------------------------di Gianni SOFRI------------------------------'" Diventato innominabile n(!gliultimi anni, per esse! stato tropl!o nominato ne, precedenti, timperialismo torna sotto forma di libri. ·Una lettura proficua, per riportare la parola, e la cosa, coi piedi per terra. nosciamo, così pure l'economia ha perso il suo . bastone di comando -nell'analisi di quattro se– coli di storia del colonialismo e dell'impçriali– smo europei. Ancora. Il concetto di imperialismo ha avuto · vita parallela a quello .di Terzomondismo (e alla sua pratica). Un altro concetto, quest'ulti– mo, che può considerarsi ormai defunto e se– polto (sia pure con gli onori militari). Nessuno attende più ex Oriente Lux, sia questa luce una «rivoluzione», o l' «uomo nuovo». Da molti anni, ormai, tra i protagonisti della storia mondiale ci sono Stati (e ci sono) anche leader e he una stessa casa editrice (nel caso del Terzo mondo che hanno nome Idi Amin, specifico, Il Mulino) pubblichi in poco Poi Pot, Gheddafi, Assad, BÒkassa, e così via: ,. pi~ d_iun anno quattro, libri su!la stori~ che cosa- potrebbe farci ritenere qualcuno di dell 11:11pena_hsmo ~urope?, p~o appanre a im- questi (e molti altri) personaggi più gradevole ma vista-,d, questi tempi, un operazione pmt- e «progressivo» della Signora Thatcher? Dà tost~ démodée. Se_ qualcuno si prendesse I~ bri- , qui, e da altre ragioni ancora, il silenzio sul– ga d1 contare le ncorrenze della parola «1mpe- l'imperialismo, un silenzio,. imbarazzato che rialismo» nei tit?li dei _libripubblicati i~ Italia solo da due o tre anni si scioglie·in critica e au– (ma non s?lo m It<\ha._..),per ese111p10, ne! tocritica aperta, spesso passionale, pronta a 1970, e POI nel 1985, s1.troverebbe certo d! buttare con l'acqua del bagno ·il bambino . . fronte a u_na~ad~ta vertical~: Dove sono gl! · Punta di diamante, «e~tremista», di quest'ulti– Sw~zy, gh_ Jal~, 1 '.'1~gdoff'.1Gunder_Fr_~nk,! mo approccio sono libri (per lo più francesi) Samir Amm ~' e~~ _e,n,utnf!lmo, eh, pm eh, come quello di Pascal Bruckner (Il singhiozzo men_o,u~a qU1!1d1cma d anm fa? La Mon~hly dell'uomo bianco, Longanesi): libro quant'altri ~ev1ew s1 trasc1!1aanc~ra- stancam~nt~, soh~a- mai irritante e tuttavia stimolante, che si pone no baluardo d1 vecc?,e. •~postaz10?1 segU1te esplicitamente l'obiettivo di liberare gli europei ancora c~n qualche d1gmta. Il rest? e,_c~n po- dal. «senso di colpa» per il loro passato (e pre– che ecc~z10m,o~~sc~lame. L~ rag,?m d1 q1:1e- sente?) di imperialisti. Non è un caso che que– sto decimo, che e ms1emedecimo d1produz10- ste tendenze autocritiche e revisioniste mode– ne scientifica e di interesse politico, sono mol- rate· o estremiste che siano, si esprim~no so– t~. La i:>ri~a,certo 1:'ositiva,è_chel'an~lisi del- prattutto dall'interno di uria ex-sinistra (e per l 1f!1pena!1smo(~ottmteso, pnma occidentale, lo più ex-Nuova sinistra) che ha vissuto sulla pOIamericano) s, collegava al sostegno alle lot- propria pelle-le delusioni della rivoluzione cui– te di liberazione dei popoli: i quah popoli (si fa turale, del maoismo del Vietnam della. Cam– ix:r dire) si s?no_nel ~rattempo li1:>erati _(Suda- bogia, di Cuba, dell~ «rivoluzione' araba», del– fnca e Palestmes1menterebbero ·d1scor~1 a par- le ex-colonie portoghesi, dell'Afghanistan, del-· te). . • l'aggressività imperiale del mondo sovietico e ~a se~o.!!daragione è che anch~ il concetto ~i di quella di nuovi Stati e gruppi di Stati. Va 1mpen~l!smoha_dovut~ pagare il suo pedagg10 detto che ideologismi e passioni tendono anco- alla cns1 delle 1deolog1e.Poche parole come · ra a dominare questa fase, sia che si giunga a ·rivalutazioni globali e nostalgiche degli imperi perduti (la Gran B.retagna è in questo all'avan– guardia, più nei serial televisivi che nella pro– duzione storiografica), sia che si salvino invece dalle rimozioni gli orrori dei quali la storia de- corrisponde Ùna grande storiografia imperiale (noi abbiamo avuto solo la Libia e il Como d'Africa, e per breve tempo). Già.la scelta di · fare la storia, e non la modellistica economica dell'imperialismo è importante e significativa. gli imperi è costellata. E ancora, sia che si fac- Anche l'Eurona passa ciano rinascere fantasmi di «pericoli gìalli» (o r bruni), sia che si conservi. nei confronti dei mondi orientali, un atteggiamento di idillica Il bellissimo libro di Bemard Lewis,.Europa suoordinazione intellettuale: Una tendenza, barbara e infedele, tradotto l'anno scorso da quest'ultima, che ha tradizioni antiche e nobili Mondadori, permise anche al pubblico italiano eroi come Lawrence d'Arabia·, e che risolve il di vedere come nell'immagine che i musulmani problema dell'Altro nel semplice annullamento avevano dell'Europa, nei secoli del loro impe– del Sè. Ce n'è abbastanza, insomma, per invo- ro, fossero presenti ignoranza, pregiudizi, in– care la psicanalisi, e non .solo gli eventi della comprensioni ed etnocentrismo non minori di politica e la fragilità della storiografia accade- quelli che caratterizzarono gli europei quando ~ ~~~~~~~~m Fatto questo lungo preambolo, si potrà forse da minori orrori e crudeltà furono accompa- - capire perchè l'operazione del Mulino non sia gnatç· le loro conquiste. Non c'è bisogno di in realtà démodée come può apparire .. E si «decolpevoli:aare» l'Oçcidente (ammesso e potrà anche capire perchè proprio Il Mulino. · non concesso che questo sia comunque possi– Casa-editrice di ormai trentennale tradizione bile), nè di rivalutare l'imperialismo europeo liberal, moderatamente riformista O riformisti- per.capire, più semplicemente, che popoli, con– camente moderata; II Mulino non ha vissuto . quiste e sfruttamenti si sono succeduti nel cor– così intensamente, stille barricate, gli entusia- so dei secoli. Sempre diversi tra 4i loro, s'in– smi prima e Je delusioni poi: Non è uscito con tende: e divers~ da t_utti_ l'imperialismo eur<: . le ossa rotte e non ha bisogno dello psicanali- peo per le ~ued1mens~om ~ ix:r la sua fou.a di– sta. Si può permettere, oggi, di pubblicare libri ., rompente sia econonnca, SJa,m senso lato'. cu~ che noil nascondono certo i crimini dell'impe- turale. Ma _pur se!Ilpre. un~ parentes~, _di rialismo cm:iquistatore (il Kieman ne offre una quattro secol~(du~ di prepar~one, ~o~' p1e– vera-antologia), ma all'ifitemo di un contesto ne:aa,_uno d1 decimo), che s1~a oggi c?mden– che non demonizza il fenomeno e ne studia do. E mtanto, nuove ondate s1annunoano: la piuttosto, lo svolgersi e il funzionamento. É g~~nd~espans!one_dell'Islam, dal M~~ ~Ile non è certo un caso che Il Mulino si rivolga, F1h~pme, dall ~fnca nera ~la Russia as1a_tt~ per presentarla al pubblico italiano, a quella ~r~m~ ".eCS? I E~opa ~den~ale, grazie ar storiografia anglosassone (specie britannica) nnliom di m1gran~ n~n mtegratt ~• an~h~ per che ha continuato· a portare, nel corso degli q~,e~to, sempre .pm di frequente mtegnsll. E, anni, contributi seri e documentati, e ispirati pm ~mpo~nte anco~ _forse(perl~ meno nel assai poco_dalle ideologie e molto da un antico medio penodo), la spmta al Pa~fico _com~ e consolidato empirismo. Non è un mistero per nuo~o _cuore_del i:i-iond~•-erede_d1 altn ~an nessuno del resto che a un grande impero glonos1 e oggi declinanti (il Mediterraneo, I O- ' ' ceano Indiano, l'Atlantico). Insomma, a volte «imperialismo, imperialista» hanno infatti mo– strato, nel corso degli anni, una così vistosa ambiguità, nel loro designare una corposa realtà storica ma anche neliprestarsi a un uso (e abuso) ideologico ·e politico, che da interpre– .tazioni schematiche scendeva·, vi~ via deterio– randosi, nel linguaggio quotidiano. Una terza ragione va cercata nei fatti che han– no modificato il qu,!.dro politico internaziona– le, rendendolo assai più complicato e meno ri– ducibile nelle facili formule ereditate dalla Ter– za Internazionale comunista. Di buona o di· mala voglia, si è dovuto prender atto che di grandi imperialismi ce 'n'erano almeno due, e. dì piccoli, vecchi o nuovi (spesso prepotente- I libri di cui si parla in qùesto articolo sono: D.R.Headrick, Al servizio dell'Impero. Tecnologie e imperialismo europeo nell'Ot– tocento, Bologna; Il Mulino, 1984; pp.242, L.20.00Q, e V:G.Kiernan, Eserciti e imperi. La dimensìone militare dell'im– perialismo europeo 1815/1960, ivi, 1°985,pp.336, L.32.000; di un ampio studio sul.colonialismo portoghese: B.W.Diffie-G.D.Wi– nius, Alle origini dell'espansione europea. La nascita dell'impero portoghese 1415/1580, ivi:1985, pp.620, L50.000; infine, di un ·volume di cui è annunciata come prossima la pubblicazione: può valere la pena di guardare alla storia degli uomini un po' più da lontano, per quante ma– linconie questo possa suscitare nel pensiero dei propri. Lari (e del proprio futuro). Non trovereste esplicitamente questo tipo di considerazioni nel libri di Headrick e di Kier– nan di cui passerò ora a parlare. La delimita~ zione dell'argomento e le regole accademiche renderebbero loro disdicevoli certe libertà per– messe invece (forse) a un recensore italiano. E tuttavia a me pare di capire che le loro ricercbè si situano - comunque, implicitamente, in un campo che non dimentica la varietà e comples– sità della storia umana. Non la dimentica cer– to, anzi la sottolinea, nel tracciare la storia dei modi concreti in cui l'imperialismo europeo dell'Ottocento si espresse, conquistò, si difese. . mente emergenti), una miriade. Si è cominciato così a parlare piuttosto della complessità del quadro internazionale, del rapporto · Nord- . Sud, del problema della fame. La «superata» categoria tradizionale delle relazioni ·interna– zionali e della logica interna degli imperi (una . categoria peraltro ·non disprezzata da Marx, bensì dai marxisti) si è presa ampiamente la ·sua· rivincita su un economicismo sempre più - di maniera. E accanto alla logica degli imperi sono tornati di prepotenza alla ribalta altri fat– tori messi in ombra dal primato dell'economia e dalla fiducia nel Progresso: fattori religiosi, etnici, linguistici. Il petrofio passa, gli sciiti restano. Dieci anni fa un libro sull'Iran poteva ancora essere, in soJtanza, ll_nlibro sul petrolio e ~ul– l'imperialismo americano, e relegare gli sciiti in una nota. Questo era sbagliato a·nche allora (era un catti~o frutto dell'ideologia, e impedì, funzionando da paraocchi, di prevedere gli svi– luppi successivi), ma era, in un certo modo, comprensibile: oggi, ovviamente, non lo sareb– "be più. E come la sola economia non spiega perchè un Paese come !'.India sia minacciato in permanenza dalla disintegrazione,. o perchè la Polonia sia lo straordinario fenomeno che co- R.F.Betts, L'alba illusoria. L'imperialismo europeo nell'Ottocen– to. Gli inglèsi di fuori e di dentro Nei libri di Headrick e di Kiernan non c:è wi imperialismo_ «Grande Vecchio», sistema o struttura da cui si diparte una logica unitaria e coerente. Ci sono uomini, inventori e affaristi, esploratori e missionari, generali e soldati, commercianti e mogli di funzionari. E, proprio perchè ci sono uomini; ci sono anche contrad– dizioni e diversità (e pregiudizi da smantella– .re). Gli' Inglesi in India, avidi di conquiste im– periali (ma anche preoccupati di consolidare l'impero) vedevano di malocchio -e ne erano cordialmente ricambiati- i loro connazionali in patria; condizionati dall'opinione pubblica in– terna, timorosi di fronte a impegni crescenti.e sempre più insostenibili in terre tanto lontane. La politica imperiale_in India, scriveva uno dei grandi commessi dall'impero, non potrà che essere «lenta, goffa, ed esitante» finchè «un uf– ficiale nel cuore dell'Asia» sarà ostacolato «dalla 'volontà' dell'uomo della strada di squalliq.e città industriali nel cuore dell'Inghil– terra». Un altro esempio. Contrariamente a_un'idea corrente, non sempre (per lo meno fino ·agli ul-

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