Fine secolo - 18-19 gennaio 1986

FINE SECOLO* SABATO 18 / DOMENICA 19 GENNAIO 1 IL MELO·· DEL BANDITO- '-------------------------....---di Giuseppe DI LEVA---------------------------...1 Sta per andare in scena · all'Opera di Roma '!Salvatore - Giuliano", melodramma in.un atto di Giuseppe Di Leva, musica ·di Lorenzo Ferrero. . Dal libretto dell'opera abbiamo estratto alcuni brani, illustrati dalle foto d'epoca e da quelle di scena. Tanto tempo fa A cura di A.S.- La mia edùèazione materna fu eccellente, ma non immune da contraddizioni. Gli eroi nega– tivi erano due: Stalin; e il bandito Giuliano. Nell950 fu ucciso Giuliano. Avevo otto anni; e corsi da mia madre a darle la bella notizia. Replicò severamente: non bisogna mai ralle– grarsi per la morte di un essere umano. Nel 1953, quando morì Stalin, avevo già undici anni, e·1asapevo lunga. Dissi a mia madre con compunzione che era morto StaliIJ..Dio sia lo- . dato, disse mia madre. Il bandito Giuliano era un gran personaggio, prima che ne facessero un solo bocèone. Un eroe popolare. In questi giorni q1i è sembrato che ci sia qualche somiglianza fra Giuliano e Gheddafi, e fra i sentimenti che suscitano nella loro gente..Forse, Gheddafi finirà un giorno iil un modo non del tutto dissimile, e allora si scoprirà. che era solo un topo in un'arena di gatti. Non so se quel giotno ci si atterrà al pre– cetto di non rallegrarsi per la morte di ·nessu– no, o si ringrazierà il cielo. Giuliano era prediletto dai ·cantastorie. Felice Chilanti ci scrisse su un libro per ragazzi. Poi ci fu il film di Rosi, ma lì .il protagonista era già Pisciotta. Ora, inaspettatamente, Salvatore Giuliano è diventato il soggetto di un melodramma che sta per andare in scena (il prossimo 25 gen– naio) al Teatro dell'Opera di Roma, per la mu– sica di Lorenzo Ferrero. Il libretto è di Giusep– pe Di Leva, trentino di nascita, milanese di ,· vita, al quale chiedo come mai è arrivato, oggi, a Giuliano. "L'occasione è venuta dall'Opera di Roma, che· intendeva affiancare alla Cavalleria rusticana, ùJyeceche i soliti Pagliacci, una n_ovità,e si è ri– volta a Ferrero: Io e Ferrero stavamo pensando insieme a una 'Carlotta Corday ', ma l'idea di Giuliano ci è parsa affascinante. -Del resto, io sono meridionale per parte di padre·, e il meri– dione è il posto delle mie vacanze infantili. Nel mio testo ci sono anche reminiscenze di allora, come una storia della volpe che.ride". Il tuo libretto ha l'andamento di una Passione, con il predestinato alla morte, la madr~ dolo– rosa, la pia donna amorosa (qui la giornalista svedese), i cattivi romani; i mafiosi farisei, il giuda~Pisciotta. Solo che il protagonista è un malvivente. . "Certo, Giuliano era un criminale. Un criminale che si riteneva un santo: Che si riteneva, come Ciascuno,ma molto più intensamen"te,una perso– na unica. Leggeva le storie.dei Paladini, il Van– gelo. Era uno che volevà morire. Per questo aspetto mi è servita anche la mia esperienzd del- . l'Adelchi, con Carmelo Bene. Adelchi non era · certo un criminale, e tuttavia anche in lui c'era - questa spinta al compimento, ad andare incontro al tradimento presentito. Giuliano voleva mori– re: avrebbe potuto evitarloforse, andarsene dav– vero ad aprire ·ima tabaco,fieriaa Minneapolis, ma allora sarebbe stato uho qualunque" 0 - Sempre in tema di tradimento, nel tuo curricu– lum-c'è anche una versione del "Giulio Cesa– re~' - "Fu nel 1974, e mi meritò il vanto, se non fosse di quelle cose di cui si farebbe davvero a meno, di aver presentito l'odore del grande delitto poli– tico". Sangu~ e sudore Giuliano: La pace è dunque molto lonta,ia, dovremo agire con crudeltà. Essere liberi non sarà facile: io vi prometto sangue e sudore. Coro: Essere liberi Giuliano: Coro: non sarà facile: avremo ancora sangue e sudore. Sicilia isola indipendente: per questo sogno combatteremo. Voi non seguitemi se non credete che per un sogno si può morire. Siamo tutti con-te. .La Madre · Giuliano:· Madre: Giuliano: Madre: Giuliano: Madre: Giuliano: Madre: Giuliano: Madre: Il carcere ~ stato "tremeòd~ ... Ti dico solo: non farti mai prendere. Ucciditi piuttosto. Quanto soffri per me... Non pensarci. Darti tanto dolore ...- La colpa è loro. Delle tue e delle mie sofferenze. Devi farli pagare per tutto. Sei preoccupato ... Dovrei essere felice. Ti hanno liberata, e i volontari mi hanno fatto colon– nello. Eppure, sono preoccupato. Quasi ho paura. Il gi~o diventa troppo grosso. Devi stare a quel gioco. Altrimenti ti spazzano via. I miei,compagni sanno solo spara– re. Certi giorni, l'aria mi manca. Ma non temere: mi ·passerà. Verrò presto a trovarti. . (dopo aver abbracciato la Madre, si allontana) In casa nostra mancava la legna, mi fece credere un principe Q un re. Ancora la sua voce mi insegna a credere, a credere in me. Te ne vai nella polvere di una strada d'estate. Ogni volta può essere l'ultima. Domandarmi se sei stato tradito, · temere che ti-abbiano ucciso. Tanto tempo è passato, quell'antica giustizia devi farla da te. Se- ne va nella polvere di una strada d'estate. Come fosse un ricordo. è scomparso laggiù.

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