Fine secolo - 4-5 gennaio 1986

Due di queste aule in realtà sono sopraelevazioni sul cor– po dell'ediftcio contiguo: ad esse si accede attraverso un esile (]arghe7.7.acm.100, altezu cm.190) e tortuoso corri– doio pensile, testimonianza di quelle trasformazioni ar– chitettoniche dovute all'uso che rendono più vive le for– me progettate. a tavolino. Le aule hanno una caratteristica forma allungata dovuta alla unificazione di due stanze di appartamento: la fine– stra, di piccole dimensioni, investita dal! sole crea interes– santi effetti di luce: l'insegnante che vi si trovi davanti si trova investito alle spalle da una luce diffusa, mentre i bambini in penombra lo possono vedere nella figura di uri angelo liberatore come nel celebre dipinto della libera– zione di S.Pietro nelle staoz.e vaticane. cemento, mentre in qualche luogo si è preferito _lasciare i . I FINE SECOLO* SABATO 4./ DOMENICA 5 GENNAIO Torre Allaumiata. Al funerale - di Glaaculo Siul. (Foto Tano D'Amico) 17 za degli architravi di legno, partendosf dai vertici del vano-porta si allungano due fessure chel si congiungono al di sopra delle porte come a formarç un timpano. In corrispondenza delle putrelle lo stesso disegno si ripete capovolto, segno evidente dello schiaccikento prodotto dalla concentrazione del peso del solaio i~ un solo punto. Saranno necessari lavori di consolidamento, ·tuttavia queste tracce nei muri costituiscono una suggestiva ra– diografia delle linee di forza che agiscono in un edificio, mostrando ançhe -purtroppo- come esso sia vulnerabile àlle tipiche spinte orizzontali provocate dai terremoti. Complessivamente l'unità dell'edificio è stata conservata. Unica concessione al moderno l'inversione del senso di apertura delle porte: le porte di accesso infatti, come ne– gli appartamenti, si aprivano verso l'interno e in caso di deflusso improvviso si sarebbero chiuse davanti alla folla come la nassa al pesce. In seguito allà visita dell'ente di sicurezza è stato quindi invertito il senso di apertura delle porte, ma si è badato a conservare le stesse porte con i caratteristici segni di _vetustà onde non rompere l'unità stilistica dell'insieme. Ritornando sulle scale si accede attraverso un'altra ram– pa al terzo piano ove sono collocate altre 9 aule. Due di queste si trovano nella medesima condizione pensile delle sottostanti, anche se purtroppo una di esse è chiusa all'u– so a causa del soffitto pericolante. Da .questa aula si gode una vista a 180 gradi sul Golfo di Napoli. Altre aule ~on godono della medesima solarità in quanto si affacciano sullo stretto cortile interno, ma l'ingegnosità degli utenti ha saputo creare anche qui soluzioni al tempo funzionali ed esteticamente valide: sono stati praticati dei fori nel soffitto (debitamente protetti da vetri, era retinati, in quanto quelli di epoca sono stati spaccati dalla grandine) che diffondono coni di luce nell'aula, i quali combinati alla luce più tenue proveniente dalle finestre creano gio– chi di chiaroscuro di grande effetto. riggioli mobili cosicchè si possa osservare la tecnica CO- Abs-tract e .,ledica struttiva degli stessi nonchè le modalità di messa in ope- ui ,In molte aule le antiche porte di comunicazione non sono state murate per non deturpare la struttura architettoni– ca, cosicchè tra molte classi viene anche facilitato quello scambio di lavoro didattico che va sotto il nome di classi aperte (qui il prototipo dello studente contestatore, tale Verzo, non avrebbe avuto difficoltà ad abbattere "le bar– riere artificiose" tra le classi). In altri casi le porte hanno conservato la lorò funzionalità in quanto per accedere a due aule occorre attraversarne un'altra. Ciò tra l'altro fornisce una traccia circa la struttura familiare del tardo o ocento: i componenti della famiglia usavano ancora comunicare tra loro, cosicchè anche le staoz.e erano tutte intercomunicanti, la dove la casa tipica di oggi è costitui– ta da un corridoio di distribuzione alle singole stanze ove il componente della famiglia vive atomi72.ato. La maggiorama delle aule presenta una pavimentazione in due stili costituita da riggioli ·quadrati o esagonali. Le zone sono separate da una sottile striscia di altro colore, che evidenzia l'alternanza degli stili. In molti punti si tr<r. vano riggioli di altra specie con interessanti contamina– zioni di stili. Più tardi l'affinamento delle tecniche di re– stauro ha portato ad evidenziare, piuttosto che occultare malamente le trasformazioni del tempo cosicchè i posti lasciati vuoti dai riggiol1 sono riempiti semplicemente da ra. Più interessanti per la storia della tecnica edilizia sono le strutture portanti dell'edificio che testimoniano il difficile passaggio dalle tecnologie primitive del legno e della pie– tra a quelle industriali del cemento e del ferro. Qui tro– viamo ancora una commistione di elementi di indubbio interesse. Gli architravi delle porte sono in legno: gene– ralmente un monoblocco di castagno, ciò che testimonia tra l'altro che laddove oggi esistono ceppaie cedue con .esile fusto esistevano boschi di grande fusto. L'ordito dei solai è costituito da putrelle (che allora chia– mavansi ancora poutrelles importandosi .dalla Francia oltre al materiale anche il nome; l'italiano "trave a dop– pia T" d'altronde era meno pratico). Queste poggiano di– rettamente sulle massicce mura: Tra una putrella e l'altra è stata tesa una elegante ed esile vòltina (3-4 cm. di spes– sore) sulla quale è stata versata la malta. Si tratta di una geniale soluzione in mancama di quei grandi mattoni detti tavelloni che -oggi _vengono posti tra le putrelle. L'arco appena accennato delle voltine consente infatti ai mattoni di reggere il proprio peso e quello della malta fresca risolvendo ad un tempo il problema del controsof– fitto, indispensabile quando invece si usavano travi in le– gno. Questa tecnica ha consentito alla struttura grande longevità, infatti anche quando si sono aperte lunghe fes– sure longitudinali nei soffitti per il probabile impoveri– mento e cedimento dello strato di malta, la voltina ha ìm– pedito la caduta di calcinacci consentendo agli scolari di continuare senza disagi a frequentare la scuola. La strut– tura mostra tuttavia le tracce del tempo: in corrisponden- · Ogni ufficio pubblico dispone di un lettore, moderno as– saggiatore di veleni (della stampa) per conto del principe. A esclusivo beneficio di costoro elenchiamo enti e perso– nalità che. possono trovare notizie utili nelle pagine che precedono: in primo luogo il ministro della protezione civile,.il mini- ~ stro della pubbliéa istruzione (che non leggerà mai in nes– suna programmazione scolastica notizie di questo tipo), il ministro dèlla sanità che potrà riconoscere come siano immutate le condizioni che hanno portato tra l'altro al colera. I dirigenti dei grandi partiti democratici che pos– sono provare a spiegare ai ioro elettori più fedeli i misteri di tanto degrado scolastico. I localizzatori d.i centrali nu– cleari che non offriranno mai sufficienti garanzie di sicu– rezza finchè le istituzioni civili godranno di tanta preca– rietà. Gli amanti del dirigismo presidenziale perchè valu– tino, di fronte a tanta colpevole. inerzia e trascuratezza nell'assicura,re un servizio elementare come la scuola, se non sia il caso di utilizzare quei poteri di ordinanza che · Craxi vuole utilizzare per il ponte sull6 stretto. Infine, perchè no, i sovraintendenti alle belle ai;ti e intenditori di archeologia industriale perchè sappiano che ci sono mo– numenti intatti dalla fine di un secolo alla fine di un al– tro. P.S.: Sarebbe opportuno specificare nell'inserto, agli ignari lettori, che qui si parla della fine del secolo ventesi– mo e non di quello decimonono, come si potrebbe pensa– re a una lettura distratta. ___ ____,;,,_ _ I collaboratori di quest,o numero di ·Finesecolo,------- La copertina è dedicata a Dian Fossey, uccisa, con ogni probabilità, da bracconieri, nella riserva del Ruanda dove viveva da diciotto anni coi suoi amici gorilla di m~ntagna. Il bel gorilla nell'altra foto di copertina si chiamava Digit, ed era stato a sua volta ucciso alla fine del 1977 dai bracconieri, che fronteggiava per consentire al gruppo di cui era capo di trovare scampo. Con la proposta di smettere di chiamare "gorilla" le umane guardie del corpo e di altri beni, e di restituire a uomini, donne e gorilla ciò che è loro. Fiorem.a CERAGIOLI, ricercatrice presso la Scuola Normale di Pisa, è autrice del primo commento letterale ai Canti Orfici di Dino Campana, editi da Vallecchi secondo il testo originale del 1914. Ha inoltre pubblicato/ cantifwrenJini di Giacomo Leopardi (Olschki, Firenze, 1981)e altri studi di filologia leopardiana nei "Rendiconti dell'Accademia Nazionale dei Lincei" e in "Paradigma". Piero CUDINI è professore associato di Letteratura moderna e contemporanea alla Seuo– la Normale. Si è occupato.di Campana con saggi apparsi sugli "Annali della Scuola Nor– male Superiore di Pisa" e sùl "Giornale storico della letteratura italiana''. Ha curato edi– zioni di testi di poesia due-trecentesca, di Dante, di Petrarca, di Gozzano e di carteggi ine– diti del secondo ottocento e pubblicato numerosi saggi sulla letteratura due-trecentesca e su quella otto-novecentesca. · Cesare MORENO ha fatto studi universitari di Fisica, ma ha preferito diJentare maestro elementare. Proprietario di una enciclopedica cultura teorica e manuale, è un costruttore di complicati macchinari. Passa gran parte del tempo con i bambini suoi e altrui, che tratta alla pari. Come se fossero bambini, cioè. Luca FONTANA è un nostro frequente collaboratore, da Londra, dove vive. Germano LOMBARDI è di Oneglia, vive a Parigi, ma a Capodanno è stato in Tunisia con Bernardo Valli. Scrive molto, racconti, ·romanzi, articoli, beve abbastanza, ma sempre meno. Flaiano diceva che se avesse dovuto vivere in un'isola con un solo compagno avreb– be scelto lui. Flaiano se ne intendeva. Roberto ANDÒ è un giovane palermitano. Chi vivrà vedrà. e.e.cummings è un grande poeta americano. E' nato a Cambridge (Mass.) nel 1894 ed è morto a New Conway (New Hampshire) nel 1963. I suoi volumi di poesia si chiamano Tulipani e camini (1923); è 5 (1926); Viva (1931); 50 poesie (1940); Xaipe (1950); 95 poesie (1958); 73 poesie (1963). Il suo nome si scrive sempre minuscolo. Carlo DEGLI ESPOSTI amministra nervosamente gli sgoccioli del nostro patrimonio di idee. Fa il di~ttore amministrativo. Hanno variamente collaborato a questo numero: Giorgio Agamben, Fabio Carapezza, Paolo Chighizola, Gianni Coppola, Tano D'Amico, Antonio De Marco, Lucia~o. Ferrara, Valentina La Rocca, Guglielmina Mattioli, Stefano Montesi, Raffaele Ventunru. Carolyn Christov Bagarkiev compila la rubrica degli appuntamenti d'arte. Calligaro, . OL'79, Vincino disegnano regolarmente per noi. Curano Fine secolo: Nora Barbieri, Paolo Bernacca·, Marino Si°nibaldi,Adriano Sofri, Franco Travaglini. - . Col prossimo numero Fine secolo si arricchirà di una rubrica di "Pagine scelte" da Valen- · tino Bompiani.

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