Fine secolo - 21-22 dicembre 1985

FINE SECOLO* SABATO 21 / DOMENICA 22 DICEMBRE 3 Calendario· ragionato dellemostre d'arte a cura di Carolyn CHRISTOV BAKARGIEV Torino:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: Grandi mostre Nicola de Maria - Ouverture Ouverture si rinnova. Si realizza a poco a poco il progetto di farlo diventare un vero e proprio mu– seo di arte contemporanea. Accanto ai primi ac– quisti che (finalmente) si cominciano a fare, la raccolta si arricchisce anche di opere fatte in loco dagli artisti. È la volta del lirico, delicato e colo– ratissimo Nicola de Maria, protagonista, assieme a Cucchi, Chia, Clemente e Paladino e attorno al 1979, del 'nucleo storico'. della Transavanguar– dia italiana. Forse il meno 'figurativo' (se ha an– cora un senso usare una tale categoria!), De Ma– ria lavora in bilièo fra disegno infanlile e colori– smo, combinando quadro e wa/1-drawing. Per Ri– voli (e Rudi Fuchs), ha preparato "Cinque o sei lance spezzate a favore del coraggio e della Nicola De Maria, "Cinqueo sei lance spezzate a favore del coraggio e della virtù", 1985. virtù", una sorta di inno all'armonia universale (sul soffitto a volte, colorato a spicchi, è disegna– ta a frammenti una partitura musicale...). Sulle .pareti affrescate a velature successive con colori pastelli, ha disposto cinque o sei (appunto) qua– dri: facce stilizzate di 'figure che si sono battute per la pace'. Su quella di fondo, anche una scrit– ta rossa su fondo argento: "universo senza bom– be". Un uso tenero, direi, del linguaggio; una poesia scritta da un would-be bambino, in un mondo ferocemente di adulti che difficilmente si lascia incantare. Rivoli, Castello AJ1e'italianadegli anni sessanta· Con questa enorme rassegna (oltre 200 opere), anche l'Italia si lancia in quel recupero dei ferti– lissimi anni sessanta: sono gli anni del supera– mento di un'informale stanco, dell'analiticità spaziale (Fontana, Castellani), dello sviluppo più oggettuale del materismo (Burri, Colla}, dell'iro– nia e della freddezza di un'immagine mediata dai media (Schifano, la Pop romana ...), fino all'a– pertura fenomenica e sociale dell'arte povera. Il nucleo della raccolta chiamata 'museo sperimen– tale d'arte contemporanea'(e anche dell'attuale mostra) è quello formato da Eugenio Battisti dal '63 al '65 a Genova, poi donato alla città di Tori– no. Ma si sa, il Museo Civico , in mancanza di locali adatti all'esposizione, è stato negli ultimi anni più un deposito che un museo e, in occasio– ne di questa mostra, il castello di Rivoli ha pre– stato le sue sale. Un curioso contrappunto si pre– senta quindi ai visitatori: dalla radicalità del 'moderno' all'Ouverture neo-espressionista del– l'ultima generazione. Rivoli, Castello I viaggi perduti Mole Antonelliana 9-19 fer., 9-13 14-19 fest., fino al 6 gen. Gallerie Sandro Chia -Un Chia insolito, quello piuttosto concettuah: degli anni '70, quando esponeva, fra l'altro, fo1• me di ombre proiettate e dipinte, oppure maè • chie di pennelli intinti di vernice, meccanicamen– te allineate sulla tela. Marco Noire, via della Rocca 26, te!. 836401, 9-13 15,30-19,30 Michelangelo Pistoletto Nuove sculture in poliuretano dipinto, ma più paralelepipedi astratti, di spessori diversi e con superfici piatte, che quelle semi-statue giganti de– gli ultimi anni. È la "Poetica dura , arte dello squallore" di un veterano poverista. Giorgio Persano, via dei Mille 29, tel. 835527 Aldo Mondino "Rever et Revenir" è il titolo della mostra di opere recenti sulm tema del Marocco è dell'o– rientalismo. Tele eseguite prima del viaggio, in cui si mescolano proezioni e sogni e, poi, lavori sviluppati dopo il ritorno, intrisi di memorie. D'ai quadri Pop degli anni '60 ispirati all'icono– grafia dei settimanali enigmistici e delle figurine infantili ai quadri recenti: un· lungo percorso ... Verso Delacroix? Fr anz Pal udetto, Castello di Rivara (Canavese) su app.to, tel. 516067 GianniPiacentino Abstract Combines del '85. Eleganti quadri-scul– ture con titoli al contempo didascalici e poetici come Yellow-grey bar (diag. cat with wing), ni– ckel, disc (silver) Propellor (dark) .Dalle sculture– minimal degli anni '60, Piacentino arriva così al– l'elaborazione di macchine fantastiche. Il fascino della macchina in campo artistico, si sa, ha una lunga storia. Christian Stein, P.zza S. Carlo 206, tel. 535574 15,30-19,30, chiuso lun., fino al 25 dic. Pietro Fortuna Neo-informale-materico? Opere di un giovane romano, presente a Anniottanta quest'estate e già da vari anni lanciatissimo in nord-Italia ... Ippolito Simonis, via Bonsignbre 2, tel. 831484 16-19,30 · HannahHiich Si può piegare la fotografia fino a sovvertirne l'inténto mimetico originario, fino a usarla come un pennello, solo che invece dei colori a olio, si · compongono frammenti sparsi di realtà in un sottile gioco che può diventare molto espressio– nista, oppure molto satirico, oppure molto allu– sivo. Hannah Hoch (nata nel 1889 a Gotha}, dal- Visita a studio . ) .. MàrioMerz: "Contarei numeri è un modo per avvicinarel'irra– zionalità della vita" Nel 1967, Mario Merz esponeva fascine nelle gallerie, insieme ed accanto agli altri artisti 'po– veri': energici, vitalisti, fenomenici, barocchi, essi rappresentavano un punto d'arrivo per il tentati– vo di convogliare la creatività diffusa nel mondò. Ancor Oggi, Merz lavora attorno al tema della crescita: non la linea, ma la spirale; non la super– ficie piatta, ma il globo, l'emisfero, l'unione; non la sequenza ordinata, ma la serie di Fibonacci;· non la foglia d'erba, ma le ramificazioni di un al– bero. Da qualche anno poi, tali premesse abbrac- . ciano anche la pittura: una pittura densa, materi– ca, veloce e molto cromatica; una pittura 'imme– diata' e brutale, quasi quanto i materiali scagliati senza troppi estetismi sopra i suoi 'igloo'. Non si tratta, perciò, di quel "ri.torno" alla pittura che, così si dice, oggi piace. E piuttosto una volontà di alzare il tiro e di coinvolgere, nella spirale, an– che il problema della rappresentatività - sintetiz– zare, metaforicamente, illusione e trasposizione. Attualmente sono in corso due sue mostre, una alla Galleria Stein di Milano e l'altra alla Galle– ria Pieroni di Roma. Parliamone con lui. Spesso nei tuoi lavori abbini materiali della natu- la casa editrice Ullstei dove lavorava come dise– gnatrice, finì, dopo il 1918, nel bel mezzo del dada berlinese (Hausmann, Heartfield, Baader, Heulsenbeck, Richter, perfino Schwitters) ad ela– borare fotomontaggi o f otocollages assai provo– catori. Così i Bambini (1925) sono visti con boc– che enormi, urlanti; Amore (1926) è tutto un gio– co di sguardi, e chi fugge in Fuga (1931) è mezzo uomo e mezzo scimmia. La mostra, già alla gal– leria Giulia a Roma, è realizzata in collaborazio– ne con il Goethe Intitut. Mariano, via Cesare Battisti 3, tel. 531758 lun-sab. 16-19,30 -~ Su carta Eva Menzio, via della Rocca Il, tel. 832917 Daniel Buren "Da un posto all'altro, percorso di luoghi; co– struzionì" è il titolo della grande istallazione su· due piani di un artista che modifica lo spazio at– traverso strutture in stoffa a strisce (come sem! pre) e legno e specchio (meno usuali). Curioso l'invito poco bureniano: un giardino giapponese fiorito, quello fuori dal museo che ha recente– mènte ospitat o una sua mostra. Tucci Russo, C.so Tassonì 56, tel. 779304 fino al 25 dicembre Modi e maniere della nuova esteticità Archemodi, Dario Bodrato, Elsa Boero, Clara Bonfiglio, Daniela Dalmasso, Raffaello Ferraz– zi, Marco Lavagetto, Marco Lodola, Sergio'Pa-' vone, Antonio Porcelli. V.S.V., via Po 28 17-19, fino all'II gen. Guttuso, Vespignani, Bruno Carmo Narciso, P.zza Carlo Felice 18, tel. 543125 ra con materiali industriali, cioè già trasformati dall'uomo. Il punto è che non faccio delle 'statue' di marmo, di legno o di bronzo. Faccio delle forme, come la spirale doppia, per esempio. Poi, se su questo pa..,i– mento una spirale doppia da sola non può funzio– nare, allora metto questi tronchi di alberi sotto. In altre parole, r_zon si deve mai parlare di 'materiale industria/e'. E un errore ideologico. Il colore di Ti– ziano era 'industria/e', no? La calce di Giotto era quella che usavano i muratori del suo tempo, no? Però nessuno direbbe che Giotto usava materiali industria/i. È una deviazione del pensiero di oggi, quello di un mondo che non si pone più la necessità di usare la ste!!_sa qualità poetica dellafantasia che usa l'artista. E una volgarizzazione insistere su ciò che è una vera tragedia dell'uomo. Messa dentro l'arte, un'automobile deve diventare unfatto poeti– co. Lo stesso ready-made di Duchamp è una tra– sformazione poetica. Ci sono quindi dei passaggi esoterici e intellettuali. Non bisogna prendere il materiale come essenza del /a..,oro. L'essenza è questa forma, per esempio, che s'appoggia èome un enorme spicchio in qùesto angolo davanti al/r. porta. Il materiale è importante soprattutto in quan/u jt,rnisce /'ispiraziunt· ,..,,. ,-,.,,.,,.,_ Grandi mostre Prima dell'avangnardiada Fattori a Modigliani Aosta, Tour Fromage, fino al 26 gen. Morandie il suo tempo Bologna, Galleria d'Arte Moderna, P.zza della Costituzione Premio Lerici Otto 'giovani' critici invitano tre artisti ciascuno. Lerici, Castello ' Vespignani: "Come mosche nel miele" Ferrara, Palazzo Massari, fino al 12 gen. Alherto Martini Simbolismo, elementi visionari, Novecentismo, fino ad approdare ad una singolare forma di sur– realismo negli anni venti e trenta. Catalogo Ele– cta con prefazione di Rossana Bossag)ia. La mo– stra è a cura di Marco Lorandi. Milano, Palazzo della Permanente, fino al 19 gen. Fabrizio Plessi: Videogoing Anni fa Plessi prendeva ripetutamente a forbicia– te l'jtcqua che scendeva da un ru binet to nel ten– tativo (?) di tagliarne il flusso. In ll .na performan– ce del '75 si dava alacremente d a far e (con una semplice sega manuale) per "segare il lago Sti– chter in due parti uguali". Tentò poi di cammi– nare - sempre sull'acqua; progettò macchine per placare i mari agitati (lo "Stiraonde"), tentò con gli scalpelli, i chiodi, i martelli, ma, certo, l'im– presa di fare sculture con tale materiale risultò sempre, si suppone, un buco... Ora (in verità da circa dieci annì)) c'è un altro mezzo, il video. "Vorrei mi si potesse identificare con l'azzurro dell'acqua e con l'azzurro del video per avere il segret,o piacere di mescolarli e confonderli", dice l'artista. In effetti, nella mostra, l'immagine elet– tronica e l'immagine reale ci in~gano in un gio– co di riflessioni, ondeggiamenti, galleggiamenti, a volte reali, a volte immagini registrate. "Fare il falso più vero del vero" e finalmente riuscire a 'governare' l'inafferrabile materiale liquido: tan– ta tecnologia, tanto neon, tanto azzurrino e, in una delle istallazioni, cento monitor e ottocento lastre di marmo: un mare, fmalmente solido. Ca- talogo Electa. · Milano, Rotonda della Besana, via Besana I 6-21 chiuso !un., fino al 21 dic. Fimli 1741-1825 Milano, Accademia di Brera, Sala Napoleonica, via Brera 28 · 10-19,30, fest. 9-13, chiuso !un., fmo al 19 gen– naio L'igloo è un modo per te di fare un'opera d'arte che sia al contempo pittura, scultura e architettu– ra senza alcun cambiamento di scala? Esatto. Tutte le strutture di base dei tuoi lavori (la spira– le, l'ernisfera, la sequenza ...) fanno pensare a del– le forme 'ideali'. La trasposizione poetica, trasfe– rendo certi materiali in arte, ha a che fare col de– siderio di valorizzare forme ideali e astratte op– pure vedi queste nella realtà? Le forme 'astratte' sono un'altra classijìéazione arbitraria. Il mondo è fatto realmente così. L'igloo è laforma della te"a tagliata a metà. Paradossal– mente, la ..,itanon ha mai un aspetto fer(}Cemente figurativo. Le iconografie del crocefisso o del ri– tratto, per esempio, sono state determinate da ne– cessità. Oggi, una tale neccessità non esiste: quello che rimane della religione sono gli aspetti esoteri– ci, non iconografici. Ci vuole comunque sempre un 'perché ' emotivo. La trpvo qualche volta nella rotondità, per esem– pio. E uno spazio globale e la sua qualità immagi– nifica è di creare uno spazio pieno. - •

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