Fine secolo - 21-22 dicembre 1985

FINE SECOLO* SABATO 21 / DOMENICA 22 DICEMBRE 1 VIAGGI E DU F:t,1,1 DI SORIANO CECCANTI '-------------------------a-cura di Corrado SANNUCCI --,------------------------------' P erme questo impegno nuovo si è tradotto in prati– ca nell'81, quando un gruppo di invalidi qui a Pisa ha fatto una serie di dimostrazioni con il blocco dei pullman, l'occupaziope di una piazza del centro e cor– tei davanti al Comune. Eravamo una decinà in carrozzi– na, più molti genitori. I motivi erano i soliti, le discrimi– nazioni, l'applicazione delle leggi sulle barriere architet– toniche ... Ci furono incontri con le autorità, la lotta durò una settimana ma poi si concluse, in pratica, con una sconfitta clamorosa. La giunta ci ripeteva: non possiamo far nulla, siamo dimissionari. Noi, alla fine, non aveva– mo più la forza di far nulla. Tutto è finito per stanchezza nostra, contro un muro di gomma loro. È a quei tempi che hai cominciato a fare sport? da decubito, e impiegano poi mesi e anni a recuperare i soli effetti di questa "terapia". Viceversa, andrebbero sempre prima di tutto ricoverati in unità apposite, in cui tutti gli altri problemi fossero subordinati alla lesione spi– nale, in cui la rieducazione cominciasse da subito, e il re– cupero e la riconquista di una qualche autosufficienza non venissero rinviate, e pregiudicate da un trattamento sbagliato e crudele. Torniamo al tuo impegno sportivo: come-mai hai scelto la scherma? Sì, c'erano dei ragazzi della zona che facevano un po' di scherma, sono andato con loro. Sai, c'era il riflusso ... Poi qui tra Pisa e Pontedera s'è formata un'associazione, l'Ashp, Associazione Spprt Handicappati. C'è gente che partecipa solo per fare :due chiacchiere al weekend, chi pensa solo allo sport, chi· ha un impegno più ampio. A Firenze c'è poi fATP, Associazione Toscana Paraplegici, che ha un impegno più organico, e ha fatto delle battaglie importanti, dall'introduzione di reparti chiamati Unità Spinali, alle manifestazioni pubbliche, alla traduzione di libri, inglesi o di altri paesi, sull'organizzazione di una struttura sanitaria e di una mentalità adeguata. Molto spesso ci troviamo di fronte a -0vvietà elementari, ignora– te per ottusità, per inerzia, per ignoranza -per mancanza di un interesse personale, in fin dei co~ti. Nei. supermer– cati, dato che gli acquirenti devonp usare i carrelli, gradi– ni non ne trovi, tanto per dirne una. Ma pensa alla que– stione delle .Unità spinali. Oggi, le vittime dell'ecatombe di incidenti stradali che riportano lesioni spinali vengono messe alla rinfusa in rianimazione, poi passate in succes– sione ad altri reparti a seconda delle altre férite e malan– ni, e in questo itinerario non ricevono nessuna rieduca– zione vescicale e intestinale, si coprono· di orribili pi_aghe La notte di Capodanno del 1968 una manifesta– zione che intendeva solidarizzare con una lotta <peraiae denunciare il "Cap,odannò deipadroni" Ju convocata davanti alla 'Bussola" di Viareg– gio; i carabinieri spararono; un ragazzo di dicias– .sette anni fu colpito. Si chiama Soriano Ceccan- ti, è rimasto paralizzato alle gambe. Allora, e per parecchi anni ancora, continuò a lottare ''per es– sere come gli altri"; ma venne il momento di fare i conti col fatto che non era come gli altri. É che auesto aveva a chef are con la vita, e anche con la Per la verità all'inizio facevo il tiro con l'arco, ma poi hanno chiuso l'unico campo dove si tirava. Il ragazzo che tirava con me mi ha portato in una palestra, dove c'era un allenatore, uno anziano, simpatico, un po' ripetitivo, che mi richiamava ogni volta Gatto Soriano, per via del nome, e mi dava ogni volta una sberla affettuosa sulla zucca, finchè un giorno non gli ho dato una botta un po' più forte sulla mano, e lui ha smesso di allenarmi. All'ini– zio tir~o di sciabola, ma ero irruento, perchè lo sono un po' sempre, e percihè ero un principiante, sicchè dalle gare tornavo a casa con le spalle e il braccio blu. Un princi– piante irruento praticamente si infilza da solo. Così sono passato al fioretto, ho vinto nell'83 il Trofeo Provincia di Roma e nell'84 sono arrivato secondo ai Campionati Ita– liani. Adesso sono un po' fermo per un'epicondilite, una specie di malattia,.professionafe. Forse tornerò all'arco. Perchè lo sport? ~- aiuta solo a sentirti meglio o è un mez– zo per venirfuori, misurarsi con gli altri -di lotta politica, in un certo senso? Almeno non stai al bar a rimbischerirti, e, se sei bravo, viaggi un po'. Io sono stato iellato J)(:rchè i campionati europei erano a Foggia. È ovvio che è un modo di stare insieme, per contare di più e per parlare e scambiarsi in– formazioni. Con lo sport stai meglio, certo, ma il tuo R ick Hansen è un ragazzone canadese di 29 anni, biondo e sorridente, partito da Vancouver il 21 marzo del 1985, primo giorno di primavera, per un g1ro del mondo sulla sedia a rotelle. È passato in Italia a novembre, ora il suo piano di marcia ci dice che è dalle parti di Singapore, pronto al salto verso la Nuova Zelanda. Quando è passato da Pisa Soriano Ceccanti ha saputo di lui, ed è andato a cercarlo. Poi si sono dati un appunta– mento a Roma. A Roma Rick è stato ricevuto dal papa, «anche se io non sono cattolico». La suasfida si chiama 'Man in Motion World Tour' e finirà nell'ottobre dell'86, a Vancou– ver, alla British Columbia University. A Roma Rick abitava in un albergo dei Parioli e offriva aperitivi, mentre accanto a lui il suo staff acco– glieva gli ospiti distribuendo dépliant e indos– sando tute sponsorizzate. Il World Tour sarà, alla fine, di 24.901 miglia, attraverso 34 paesi, I00 tra le maggiori città del mondo, per una durata di 19 mesi, con 365 giorni passati sulla strada a correre. «Mi sveglioalle 5, mi preparo e alle 6 sono sul– la strada. In genere corro per 6 ore, 50-60 chi- . lometri, poi mi fermo per 3 ore. Quel tempo è dedicato al ,ripo~o, alla terapia e a mangiare. Quindi riprendo per altre sei ore, fino a rispet– tare la media che mi sono proposto di 115km al giorno. Alle 10 sono a letto. Questo per 3 giorni. Il quarto è dedicato al riposo completo o alla promozione di questo mio viaggio». Cosa mangi durante la sosta? . «Soprattutto frutta, frullati più digeribili.per lo stomaco. Fondamentalmente una dieta di car– boidrati». Una dieta da atleta. «Io sono un atleta, anche se la mia non è un~ corsa. Ogni giorno consumo 5000 calorie, un grande lavoro. Certo, nella mia mente io sono un corridore, ma adesso non devo battere nes– sun record, non devo fare prima o dopo. Io voglio sensibilizzare più gente possibile al pro- problema resta. · -,'lotta". · · €'è stato un momento di passaggio, nella tua esperienza, dalla partecipazione a una loita collettiva a/l'accettazione ..... Un maratoneta .senza solitudine Il giro del mondo in carrozze/la di Rick Hansen a cura di Randi KROKAA e - Corrado, SANNUCCI blema degli handicap». Hansen ha già vinto 19 maratone internazio– na1· •n Caqada, Usa, Giappone e Australia. È il primo handicappato a essersi laureato al Physical Education Program della British Co– lumbia University. È in grado di correre la ma– ratona in meno di due ore, più velocemente de– gli atleti che corrono a piedi. «Ho una carrozzelll! da corsa, che pesa solo otto chili, con freni speciali per le discese. L'e– quipaggiamento è la parte più importante, quando devi stare seduto per dodici-quattordi– ci ore, stretto con le cinghie alla sedia». Le mani di Rick sono lucide, piene di cicatrici. Sono loro che spingono per centodieci chilo– metri al giorno. È un viaggio al}chedoloroso. «È facile ferirsi, correndo all'aria aperta. Con– tinuo ad andare anche se piove. Il pericolo sono i dolori ai tendini, dolori al collo e alla schiena. Spesso soffro di mal di testa, per la grande concentrazione necessaria. Il vento mi fa ondeggiare la c"arrozzella.Anche il traffico è molto fastidioso, per il fumo degli scappamen– ti, perchè mi distrae e mi ·costringe a una mag– gior attenzione. Iil Inghilterra mi sono dovuto fermare per due settimane per un'influenza». L'accoglienza è stata se_inprecalorosa ovun– que, soprattutto per l'appoggiò _delleAssocia– zioni di handicappati sparse per il mondo, che si sono impegnate a daré il massimo rilievo al World Tour e a fornire l'assistenza e l'accom– pagnamento lungo la corsa. In California è stato ricevuto da Lione! Ritchie, hanno scritto una canzone per lui, St. Elmo's Fire, ed è finita prima in classifica. L'hanno festeggiato i Mia– mi Dolphins. I problemi sono nati nell'Est. <~Sono stato ricevuto con grandi onori in Rus– sia ma non mi hanno permesso di correre su stràda. Mi hanno portato sulla Piazza Rossa, · c'è stata un'ottima copertura stampa da parte della Tass e mi hanno fatto incontrare centi– naia di persone. Però non mi sono potuto muovere da Mosca. In Germania Est, invece, non mi hanno fatto neanche entrare, non sono riuscito neanche a prendere l'aereo». Nel 1974 Rick Hansen aveva 15 anni ed era andato a pescare. Tornando a casa chiese un passaggio e fu caricato da UD camionista. Dopo pochi. chilometri il camion uscì di strada ribaltandosi e spezzando la spina dorsale di Rick. «Avevo sempre fatto sport, tutti. Baseball, pal– lavolo, pallacanestro. Il primo momento è sta– to terribile, sono stato a casa per due anni. Poi ho cominciato a pensare che non volevo più vi– vere così, che 'potevo controllarlo'. Dovevo uscire fuori». Fuori ovviamente ci sono le bar– riere e la corsa a ostacoli che ogni persona sul– la carrozzella affronta. «Basterebbe che anche tu ti sedessi per UD gior-, no sulla sedia e capiresti» è lo slogan che Rick ripete. «I palazzi sono vecchi, non c'è accessi– bilità, rinnovare costa un mucchio di soldi e quando poi si cambia lo si fa secz.a pensare alle nostre vere necessità. All'inizio, dopo l'in– cidente, ti accorgi che gli atnici pensano che sei 'malato'. Ma tu non sei malato; solo che devi essere il primo a renderti conto che non potrai più andare sull'Everest, ma devi sviluppare tutte le altre tue potenzialità. Lo sport è UD momento che mostra le tue capacità.•Non dob– biamo essere nè superprotetti nè dimenticati. Abbiamo molte potenzialità e dobbiamo impa– rare a usarle. Questo il messaggio della sfida». L'idea del Giro del Mondo è nata nel '78 ed è stato· un sogno cresciuto con l'allenamento, lo-– studio, la personalità e il reperimento degli sponsor. «Ho cominciato ad andare in decine di uffici, con montagne di carta che esponeva- , no il mio progetto. Mi hanno detto no ia pri– ma volta, no la seconda, ma alla terza diceva– .no sì». La !fatadegli sponsor va dall' Air Cana– da al Woodward Stores Ltd. I calzettoni e i berretti sono Nike, sul braccio, la vaccinazione a 'M' della McDonald's. Anche la Esso ha spe– so soldi per un veicolo spinto a mano. Soriano domanda ancora, incredulo: "Ma come hai fatto a farti dare i soldi?"

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