Fine secolo - 30 novembre-1 dicembre 1985

Anbwa 'Guardando un quadro di Arakawa cosa mi vie– ne in mente'? La mente', scriveva Calvino. Testo, linguaggio, fruizione diacronica, letteraria. ma anche impressione sintetica dell'immagine, di uno spaa:ato del cervello, e forse anche della vita, in cui convergono e divergono miriadi di vettori. Quando il concettuale prende coscienza della non superfluità del dato visivo e del pattern decorativo, sema per questo perdere 'l'intelligen– za' o abbandonarsi ad effusioni autoindulgenti, compie un bel salto nel presente.Dalla prima mostra al Museo d'arte moderna di Tokyo a questa , passando per tutte le più importanti gal– lerie e appuntamenti d'arte del mondo, Arakawa ha tracciato un percorso alla ricerca di ciò che è introvabile, ma sfiorabile, intuitivamente, allusi– vamente, metaforicamente. "La formazione e la coordinazione di diverse densità accadono così: ogni agente di partizione, seme di una serie di eventi ripetuti, crea un sentiero di apertura attra– verso la materia-energia, a secondo della misura di queff evento che gli è paradigmatico"; "Quei 'gruppi che risultano dalle ripetizioni mentre si 'fendono', diventano essi stessi agenti di partizio– ne, proiettandosi all'esterno attraverso tutto il resto. Un senso di spazio germinerà cosi", affer– mano enigmaticamente le opere. Blu, via Senato 18, tel. 792404 16-19,30 dom. e lun. chiuso, fino al 30 marzo Darid Fum Come ai vecchi tempi, tapparsi il naso quando si entra in galleria a ammirare gli umanoidi fatti di stracci e scarti d'ogni tipo dal giovane Finn, ex– biologo della lower-east side.. Ma qui, non c'è nulla della 'serietà' delle operazioni newdada or– todòsse, anzi, una scanzonata ironia (e autoiro– nia) in queste effigi della modernità: deboli, fra– gili, hanno proprio una loro personalità. Salvatore Ala, P .zza Umanitaria 2, tel. 5400612 10-19,30, chiuso !un. 20 opere rare di pionieri del costuitti,~ e del aw:.etismo intemuioaale Tantf piccoli disegni e acquarelli nella galleria che Anna Canali ha aperto nell'ormai lontano 1971. È quasi commovC])te oggi, .in mancanza di ideologie 'forti', avvicinarsi a tanti diversi esempi di un ottimismo strutturalista-positivista ormai passato di moda. Disfarsi della fi~ ed ~– zare concretamente le compoil.entt costruttive dell'immagine, le relazioni fra forme geometriche e campi di colore e segni - quella, sì, era una bel– la scommessa. Jean Arp, Sergei Charchoune, So– nia Delaunay, Alberto Magnelli, Nicolay Diul– gberoff ... Arte Stnddvra, via Mercato l, tel. 8054469 fino al IO dic. "Nicolas Poassin - Ezio Fnacesco Grismti" Zeus, via Vigevano 8, tel. 83557()1) 9-12 1>19, fino al 24 dic. MmoMen Christian Stein, via Lazzaretto 15, tel. 6704754 ll-13 16-19,30, chiuso lun. FAIRmdla Francoise Lambert, Bastioni di P.ta Nuova 11, tel. 650087 . ll-13 16-20, chiuso lun. Marco Moscbini:'Keepcoo1' Pittura 'fredda' e ironica, basata su prelievi di immagini dal mondo della pubblicità. Ma pittu– ra anti-pop in quanto dei media rimangono solo tracce e aloni. Quello che spicca è invece un pat– tern decorativo in colori fosforescenti, di gusto kitsch. Ancora un altro revival: gli annisessanta. Le cose vanno così in fretta nel mondò deWarte oggi, che è difficile starci dietro. Ma quando tut– to sarà rivisitato, bisognerà pur fermarsi e_pensa– re un momento. Diagramma, vìa Pontaccio 12/A, tel. 874237 10,30-12,30 15,~19,30 ata• Mostra (molto discussa) di un giovanissimo al– lievo di Vedova (il che è buon segno) e recente– mente presentato da Bonito Oliva a Desideretur . . Una serie (questa volta è il caso di dirlo) di gran– di tele in acrilico sul tema della natura morta: re– lieta si chiamano e riC9rdano, molto, certi tardi De Chirico dove la realtà è agglomarata un po' alla rinfusa. Nulla però del movimento mahieri– steggiante dell'ultimo periodo del Maestro. Tut– to è stabile, equilibrato, posato. Forme quasi fi– gurative, volumetriche, appoggiano su una strut– tura (sempre la stessa: due piani sfasati). Lo stu– dio è sulla composizione, lo spazio e, soprattut– to, la luce, come in Monet. Si ripete lo stesso quadro in Tuci e ton:alità diverse. I bozzetti, inve– ce, indicano una preoccupazione rivolta all'inte– razione di tracce pittoriche. Piu astratti, il movi– mento dell'insieme emerge: ecco la lezione di Ve– dova. Cannavkllo, via Cusani 10-10/7, tel. 807991 10-13 15,30-19,30 chiuso lun. e fest. G...-Damisda Latitante a Lugano'? Col freddo che fa, dove an– dranno i visitatori ,::he volevano vedere Da– misch'? Mostra ·assente. Deambrogi, via Brera I.-.Suj& Pero, e.so M onforte 20, tel. 794580 . 10,30-12,30 16-19,30, sab. su app.to , chiuso !un. DeOirico Oli, disegni, gouaches. Tega, via Senato 24, tel. 784172 10,30-13 1>19,30 (sab. solo mat.), fino al 20 dic. Lac:iaMMiapzzi- 0 Milione, via Bigli 19, tel. 780879 1~13.16-19,.30, chi~ dom. e hm. maL FINE SECOLO* SABATO 30 NOVEMBRE /DOMENICA 1 DICEMBRE Sopra: FrancescoPignatelli,Senza titolo,1985. In basso, DavidFinn,MaskedFigure,1984. Nella paginaa-fronte, in alto, E.Mundi, La crocevuota,1899-1901; in basso,Fabrizio Plessi, Mare di marmo,1985. · Visita a studio David Finn:"Sono la 'carne'del mondo e diventanola carne delle mie sculture" David Finn, 33 anni, cresciuto nell'upslate New York a Ithaca, è apparso sulla scena artistica da poco. Nel 1983, espone da Salvatore Ala e a Fa– shion Moda. Poi, è la volta di Aperto '84 a Vene– zia e, quindi, Anniottanta quest'estate. Già dall'8 l, però, istallava i suoi manichini luridi e grotteschi, fatti di scarti e rifiuti, per le strade, negli stessi luoghi da dove traeva i suoi 'poveri' materiali. All'apparenza, si tratta quindi di un lavoro controcorrente, lontano dal ritorno alle tecniche tradizionali di pittura e scultura degli ultimi anni. Non si tratta di 'scolpire', di togliere· .materia, ma piuttosto di un processo più primiti- vo, quasi infantile, per aggiunte successive. Finn · lavora a strati, ricoprendo sempre di più una struttura scheletrica in legno vecchio. I suoi per– sonaggi sono al contempo molto verosimili (ap– poggiati alle pareti o seduti in buffe e a volte in– quiete pose) e molto finti (le teste di cartone sono maschere stilizzate) in uno strano equilibrio/con– flitto fra esigelllle classiche della mimesi (come gli antichi, Finn fonda il suo naturalismo su un attento studio anatomico) e quelle 'moderne' del lavoro linguistico sul segno e sulla finzione. Di solito, faccio le maschere ed i corpi separata– mente. Solo alla fine con alcuni accorgimenti li unisco, ma non in un senso 'armonioso': cerco la discontinuità. Poi, cerco di trovare eccezioni a tul– le le regole che m'impongo. Cerco gli errori. Fai solo questi manichini'? A volte disegno anche, ma questo mi serve soltanto per trovare dove sistemare le cose. Ho iniziato nel South Bronx. Il mio lavoro ha perciò un'origine ben precisa, un contesto sociale chiaro. Tutte le fi– gure che costruivo lì erano ricoperte di plastica nera, come quella dei sacchetti della spazzatura,• Avevo bisogno di distinguere i materiali dall'am– biente. VENETO .................. Grand.imostre Jean Miche!Folon Più di 150 acquarelli e altre opere dell'artista-il– lustratore belga. Sogni a colori ... Venezia, Museo Correr, Ala Napoleonica, P.zza 5 San Marco · · 10-18 chiuso !un., fino al 19 gen. Mario Botta Venezia, Scuola di San Giovanni Evangelista 10,30-17,30, fino all'8 dic. Collezionemorale:Kaos, dall'Alfaall'Omega Ecco una rassegna che comprende molti giovani: da Ivo Bonacorsi a Maurizio Corona, Paola Fonticoli Enrico 1 Pulsoni, Francesco Scialò, Oreste ~vola ... "Consci che dal 'disordine', dal movimento, sorgeranno nuovi modi di essere" (com. stampa), i curatori non intendono 'giudi– care' ma assumere "quale morale l'anarchismo epistemologico della ricerca". Caos, insomma. Che Feyerabend fosse già superato e insufficien- te? . . Malo (Vicenza), Museo Casabianca, L.go Mo 0 randi I, te!. 60i474 · . I0-13 15-19 sab.-dom., fino al 13 dic. Boccionia Venezia• Nel 19IO, Boccioni prende parte ad una mostra a Ca' Pesaro con 42 quadri disposti in due sale. È presentato da Marinetti. Si ricostruisce qui quel– la mostra, proponendo anche opere di altri arti– sti che partecipavano alle rassegne d! Ca' Pes~r? o che Boccioni conosceva a Venezia (Sevenm, Casorati, Martini ...). Al Museo, invece, i curato– ri hanno voluto raccogliere una scelta di dipinti 'futuristi': Antigrazioso, Elasticità ...(Catalogo Mazzotta). - Verona, Galleria dello Scudo, Museo di Caste/– vecchio Gallerie FrancescoPignatelli Il segno può diventare rumore bianco, assordan– te, se ripetuto ad infinito come quando li sole mi spacca,i/ cervello, che è anche il titolo di un'ope– ra. Oppure, può modulare Lo spazio conferendo– gli profondità e movimento. Può, combinato con il colore, diventare pattern decorativo, Fluore– scenze arancioni, oppure può restare fondamen– talmente segno, elemento di un linguaggio in bi– lico fra immagine, pittogramma e astrazione, alle Radici, insomma, di un ~cconto breve. Neo– astrazione, un po' Capogrossi, un po', forse, To– bey, di un giovane romano. Il capricorno, San Marco S. Fantin 1994, te!. 706920 l0-12,30 16-19,30 MarcelloJori Mestre, Totem, via Miranese 426, te!. 913076 Perlustrazionenonstop '60-'80 Verona, Galleria d'arte moderna, tel.21903 Hai una preparazione artistica? In parte. Ho comunque un background variegato. All'università ho studiato anatomia e biologia. Quindi, la mia preparazione accademica è piutto– sto scientifica. Già allora dipingevo, però. Ho an– che fatto il muratore, se è per questo. Dopo l'uni– versità, andai al Massachussetts College of art a Boston; · Quali artisti sono stati importanti per te? A volte le mie maschere ricordano la Pop art, ma le relazioni interne e le mie preoccupazioni sono ben diverse. L'arte povera (quella di Anselmo, che ha lavorato molto con il peso), per esempio, oppu– re /'opera di Robert Smithson sono molto interes– santi. Oggi, mi preoccupa soprattutto l'equilibrio. Vedi, lavoromolto con /I conflitto e con il contra– sto fra vari materiali, per cui alla fine bisogna tro– vare un equilibrio. Lo ritrovo più nell'arte classica che nell'arte contemporanea. Nonostante ·f'appa• rente similarità fra i nostri lavori, Rauschenberg m'interessa poco. Perché questi materiali? Ci sono. Cerco di fare dei corpi che siano vera- - mente corpi. La maggior parte del mio lavoro non si vede nemmeno. A volte metto,certi.materia/i al posto del cuore o delle viscere, ecc. Visti senza ma– schere, le mie figure fanno pensare a/l'espressioni– smo. Le. maschère, inveçe, negano tutto questo. Sono assolutll!Jlente 'false'. Usi quindi gli stessi materiali che vent'anni fa erano adoperati con intenti dada o poveristi, ma per tutt'altri motivi. Si. È un modo metaforico di-operare. Sono la 'car– ne· del mondo e diventano la carne delle mie scul– ture. Come vedi la neo-pittura di oggi'? Non amo molta arte, né molti artisti. Detesto le attività autoindu/genti. Forse il migliore lavoro che si produce· oggi è quello ironico. Cindy Sher– man, Rohert Longo e David Sai/e lavorano con la giustapposizione e fanno affermazioni tese e ironi– che sulla vita moderna. Io invece cerco una apertu– ra generosa all'uomo. Non amo l'ironia.

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