Fine secolo - 9-10 novembre 1985

-Vedi questa piazza, amigo? -Sì, la vedo. · Dieci capanne, disposte su tre lati, a formare un quadra– to; il quarto lato è-la riva del fiume. Polvere e fango, ma è una piazza ....·- r- - -E' grande, no? -Sì, é grande. · -E sai perché? -Per giocare a pallone, per fare il mercato. Per fare un monumento, quando sarà il caso. -No. Per lo spazio. Troppi alberi, troppe liane, troppa ac– qua, troppi animali, qui attorno. Una piazza c~sì, si re– spira, fratello. Lo spazio: una volta da queste parti venne una colo_niadi un centinaio di polacchì, attirati dallo spazio, dalle terre vergini dove si sarebbe potuto fare di tutto. Furono ster– minati dalle malattie. Sulla carta geografica non c~èpiù neppure il segno della loro colonia, inghiottita dallo spa– zio. La notte cala rapida; ai tropici. Il battello lascia la riva che ormai è buio, e si immerge nel buio, e in breve il pae– se non è che un alone di luce laggiù in fondo, una luccio– la di più, e la candela tremolante' sul ponte del battello si sfalda e si piega per ii-calore della notte. I due indios, nel– la cuccetta sotto, parlottano un idioma incomprensibile. Il commerciante di farina si è già addormentato, il par- ~ lottio si confonde con il ronzio degli insetti, diventa una nenia, si confonde·con il respiro pesante, con lo sciabor– dio della ba'i-ca,con il rimbombo del motore, con i sogni. ' - lnso-,nma, navigare ho navigato La c,Òrrenteè lenta, nell'acqua limacciosa scendono tron– chj, rami, fogliame. Il panorama, attorno, è esasperata- CAPUOZZO IN ONIA Pubblichi.no pure altri i loro esclusivi iitedi.tipostumi: meglio un Capuozzo vivo che un Hemingway morto. :: L'abbiamo appenamandatogiù per l'Ucayali e il Rio del/è Amazzoni,fra vendi.torid'aglio e di.pappagalli, sommozzatori di.birra e suorinedel Bambin.Gesù~Pescioliniche s'infilano nel culo dei bagnanti,e sedi.cimodi.di . di.reverde. E un mangiatore di.uova crude:però piccole. mente uguale. Verde, verde, verde. Il battello ferma dove deve scaricare qualcosa, o dove deve caricare, dove un passeggero chiede di scef!dere, o qualcuno dalla riva fa cenno di voler salire. ftt.. Hftec'è gente che scende o sale dove non c'è assolutamente nulla se non alberi alberi e al– beri. Altre volte, un intero paese aspetta l'arrivo del bat– tello. Non ne passano molti, è un avvenimento. Questa, poi, è una corsa importante. Tra poco, con la stagione delle pioggie, c<>mincerà l'epoca di 'crecièòte'. i1 1~ -.i allargherà, le acque seppelliranno le rive, il letto del rio diventerà largo chilometri. A Pucallpa, dove siamo.parti– ti, aspettavano con ansia. Il paese ha fondato le sue for– tune sul taglio di alberi pregiati. Han cominciato a ta– gliarli in quella che è diventata la piazza del paese: pm- ~ bordi dell'abitato e poi sempre più avanti. Adesso devo– no andare a tagliare così lontano che il commercio è in crisi, i costi sono troppo ~umentati. E aspettano l'epoca di 'creciente' per affidare agli z.atteroni cortei di Amazzo– nia recisa fluttuanti sulle acque in piena. Le piene sono clamorose: il fiume c~mbia corso, nascono nuove isole, scompaiono le vecchie. A volte un pezzo intero di riva crolla travolto dalla corrente. Ci sono vere e proprie isole galleggianti, di tronchi e fango e terra che si accumula. E sopra ci sono anche animali, intrappolati. Gli indigeni aspettano queste passeggere arche di Noé come un vas– soio di self service per la caccia. Ma adesso, l'acqua è an– cora bassa, il fiume è largo a volte solo duecento metri. Ci siamo'-incagliati tre volte. Due volte è stato un banco di sabbia, una volta un tronco conficcato sul fondo. Una volta è successo di notte, e abbiamo dovuto dormire vici– no alla riva. Nugoli di insetti sono saliti a bordo, ed è sta– to un piccolo inferno. Qualche volta le navi affondano, vittime di un carico mal sistemato, v,ittime di un gorgo, di un tronco fuori dal

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