Fine secolo - 2-3 novembre 1985

FINE SECOLO.* SABATO 2/ DOMENICA 3 NOVEMBRE 18 \ VITA.DA RADICAIJ a cura d.iCarmen BERTOLAZZI Radicali di ieri e di ojgi.visti dalla portineria, dal carcere, dai passanti, da · un'Aglietta madre e unafigli~, dai/orzati j · dèll'agosto in città, da Evi, che un giorno venne a portare unfoglio, e poi rimase. Ecc_~ All'ingresso- Sara ha i capelli biondi, veste colorato, ama orecchini e bracciali e si trucca volentieri.· E' arrivata ai radicali tanti anni fa, nel '77, attra– verso un'amicizia nata casualmente con Emma Bonino; all'inizio lavorava al Centro Cala– mandrei e ora da tre anni siede al centralino, ma è anche portiera, segretaria e indagatrice dell'animo dei visitatori. «Oggi il partito J cambi~to. Una volta veniva molta più gente, e tutti erano più interessati e militanti; anche più cortesi. Ora vengono per farsi un 'giro, curiosare un po' e soprattutto per chiedere. Poveri cristi che hanno bisogno di un r:vvocato, gente "isolata in carcere, persone sfrat– tate. Tantissimi sono i reduci dalla 180, là legge dei matti; siedono davanti a me per ore. fissan- · domi. Vengono qui perchè ascoltano la radio per. solitudine, o perchè li mandano da noi gli stessi medici». Paolo, che divide il turno con Sara per un mo– dico salario, faceva prima il fattorino. Era un giovane di Lotta Continua, ma questo non gfr impec\ivà di lanciare un'occhiata e di offrire una mano alle iniziative dei radicali. Un gior– no ha preso un treno a Perugia ed ·•è venuto a Roma per ottenere certe informazioni. Già che c'era ha chiesto_se era possibile trovare un la– voretto e qui è rimasto. Convinto dell'oppor– tunità di andare controcorren.te , oggi si lamen– ta però della nuova diversità del partito. « Mi dicono-che non c'è più spazio polit_icoper essere come allora e che a cambiare sono soprat– tutto le persone. Sarà anche vero. ma non riesco a non rimanere interdetto quando vedo che quel– lo che era un movimento di pressione ora si avvi- non peggioro jorse la situazione? Alla comunità · non mi aiutano più di tanto perchè · 1oro sono contrari che continui ad occ_uparmidi lui. Dico– no: suo figlio è stato forse troppo-protetto, non ha mai dovuto assumersi una responsabilità nel– la vita. Lo so, avranno anche ragione perchè quel ragazzo l'ho semprè coperto, ma è più forte di me. Per questo ora sono qui di nascosto. E al- / fora ditemi. cosa posso farè?». E' un tipo basso, scùro nel complesso per via dei capelli, dei baffi; della barba e dell'abito. Ha in mano la custodia della patente che pro– tegge, oltre la documento, soldi e altrè carte. «Vorrei iscrivermi al partito. [I mio nome? E' proprio necessario? Ecco, cos(va bene, metteteci una x e siamo a posto. Avete il testo? Ho'solo un biglietto da centomila». , 1 E' quello che si dice un ragazzo in salute. Pan– taloni di velluto, piumone aperto e mani in ta– sca. «Vorrei non fare il militare. Nemmeno il servizio civile, cioè io non vorrei farè proprio niente. Ho tre posssibilità~ Allora sentiamo: fare il tossicodipendente no, il matto è un po' difficile, ma mi andrebbe bene l'omosessuale. Devo atteggiarmi a frocio.fare l'effeminato? Ci riuspirò. Se sopporterò domande intime e imba– razzanti? Certo, non c_'èproblema». Un tempo, mi raccontanò, c'era una. fila di aspiranti omosessuali per avere un certificato dal Fuori (un'orgànizza~ione gay che'faceva ri– ferimento ai radicali) sufficiente per ottenere l'esonero. Poi il distretto ha scoperto che il mondo dei giovani non poteva stare solo da una parte: . L'autonomo non violento cina a certi partiti suoi acerrimi nemici in batta- • • · - « Posso parlare solo bene di questo partito». E' glie passate». Rimpiange le battaglie per i dirit- E - 1- y li ·t · · t t _ m110 esce, 1m o m carcere come 1mpu a o ti civili, quelle di una volta, e asserisce di non al processo ', aprile', allora preside di una essere solo in questa nostalgia. Sogna più forza ol - 1- 1 t d li' "A t · d · scu a, m1 1 a e e u onomia pa ova- propositiva e scardinante per non diventare na", oggi radicale non solo con tessera. ma an- come gli altri, e non nutre troppe speranze nel· che con un incarico di•fiducia nella Giunta fe– congresso. «I temi, le commissioni non riguar- derale. Dopo lunghi arini _di carcere. e un pe– dana forse ancora una volta trÒppo il passato e riodo trascorso in una roulotte al confino, vive poco il futuro? lo farei una battdglia più freséa. pe t · · p d I 1· · d r re g1orm a a ova con a mog 1e e 1 ue· che recuperi il vecchio patrimonio e che ci.faccia tornare quello che eravariw, cioè il partito della figli, e per il resto a Roma. nella sede del parti- strada aderente alla realtà dei diversi». E'· uno to. Segue con attenzione l'impegno su giustizia . e carcere mettendo a disposizione la sua espe- che non cede e confessa di aspettarsi ancora ricnzà. Non si possono fare i nomi. ma ·anche molto, anche se intuisce che una cosa è il dire, altri sÙ,oicoimputati ed amici si sono tesserati. e altn è l'operare, a cui necessitano soldi e Strano? _ fede. Due fattori in perenne crisi. . « Il mio. rapporto con i radirnli è ini::iato in un I visitatori E' un signore 'sulla quarantina e passa, alto e sportivo e ha bisogno, di un'informazione come tutti. «Mio figlio è un tossicodipendente in cura in una comunità e chissà quando avrà .fìni– to. Ora il mio problema é il suo. lavoro; maga::– z1me1 in un supermercato, siamo riusciti con certificati medici a tamponare il licen::iameiÌto. ma ora non sappiamo più cosa .fàte. Ha dirillo anCIJraall'aspettattiva? Lo possono 1icen::ùll"e:' E se vado dalla direzione a raccontare la 1•erità l'erto se!1sogià prima della carcerà::ione quando i radicali con le loro idee e ini::iatire riuscircmo a turbare la coscien::a quie/a della sinistra. Poi c'è stata f'esperieÌ1::adel rnrcere, che ha accelerato f'arvicinamenio .. -1hhia1110,.,co111i11ciato a speri-· me11tarepropria ncl/'eporn pilÌ riolen/a le loro fimne di lotta, come lo sciopero della ji1111e la rcsisten::a passi)'ll. Ero nel carcere di Termini 1111èrese,e q;wsi tulle le 1101/irmira110 a jiu~·i · una pe_rc1uisi::io11e: a 1111 ci-i·w 11111110 ho deciso di reagire .passirw11_en1e t' 1111111111() sono ·remi/i in cella ho dello .1e111p/ice111e111e: da 1111i 1101111i 111uoro. U11.1,1 1 1ossa che ha s1.·()11rolto gli agenti i I - quali mi hanno portato j~ori a braccia, con mol– •ta delicatezza, una novità per loro abituati ad ·usare sempre la violenza nei nostri confronti. Poi /'interesse ai nostri processi, alla legislazio– ne d'emergenza, con quel loro atteggiamento che non era mai uno schierarsi, ma piuttosto una salvaguardia di ogni diritto civile, politico, giuri– dico, fino alla candidatura di Toni Negri, che fu una scelta tra lui e il partito, da noi tutti accet– ·tata come un accidente naturale. Non ho mai voluto iscrivermi al partito in carce– re; temevo che sarebbe stata· letta come· una scelta utilitaristica e per lo stesso motivo rifiu– tai, insieme ad altri, la candidatura offertaci con grande generosità nel 1984. Perchè uno come me proprio con i radicali? E con chi altro se non . con loro? Sono stato accolto con affetto e simpatia. Esi– stono-certamente linguaggi diversi, ma dipende da come uno li porge e.li accoglie. Esistono an– che punti sui quali divergiamo: le esperienze del sessantotto e dégli anni settan"ta ad esempio, ma .è un confronto senza /'ostinazione di voler essere comunque nel giusto. Questa, lo confesso, è una disciplinq che ho appreso ampiamente in carce– re. E' un partito curioso, disincantato e interessato. Prendiamo il tema della dissoéiazione, di cui sono stato uno dei promotori in carcere e che continuo a seguire, favorevole ad una legge che riguardi questo fenomeno, anche se i radicali non hanno firmato la proposta. Creqo che alcuni rigori inziali si siano andati stemperando. pgrchè loro mantengono un atteggiamento di riL·ercae di comprensione. La sinistra è passata e loro, i radicali. no. Ho rivisto quei modelli culturali e in questo il partito ha vinto su di me; sono stato convinto dal suo linguaggio. Un merito certo no11solo suo, perchè questa scoperta è 1•issutain questo periodo da migliaia di detenuti politici. Ma 11011 pretendo che la mia lettura sia uguale alla loro anche perchè sono il primo oggi a non acce/lare più 1/ terre1io delle certezze. Mi sono rnnrertito à! dubbio, più fecondo per l'immagi- 1w::io11e,,. Vita da radicale Adelaide Aglietta viene da Torino, è nel parti– to dal '74 ed é deputato dal '79. La politica ha - scombussolato la sua vita, e non poco. Ha la– ·sciato la sua città, il marito e due figlie, con le quali, oggi adolescenti, è tornata a vivère d_a poco. E che in cuor loro sembrano sentire che è lei, la madre, ad avere più bisogno di eme e attenzioni. In certi periodi la incontro più ma~ gra, e poi di nuovo jn carne, per via di qualche sciopero della fame. Ma avrà rimpianti? E come si fa a vivere da radicale? «Quando .si inizia un'esperienza c'è sempre l'en– tusiasmo del neofita e nel ricordo si tenta di ve– dere quegli anni come i migliori. Eravamo certa- . mente più carichi, ma perchè lo era il paese, ric– co di gruppi, movimenti e persone. Non è cam– biato solo il partito, .è cambiato il mondo. Ab– biamo vissuto gli IJllni del terrorismo, l'involuzione del sistema, l'occupazione indebita della vita quotidiana da parte dello stato e dei partiti. Allora si parlava di un'alternativa di si– nistra e in questa strategia difondo si inserivano le nostre battaglie per i diritti civili, come la de– penalizzazione dell'aborto e ìl divorzio. Oggi in– vece tutto si fonda sulla spartizione del potere e non su un modo di governare diversamente il paese. Ma. in noi non c'è alterazion_e nei principi, nei valori e nelle idee. Scehe di vita e di politica come la 7!0n violenza restano un punto di riferi– mento a partire dal quale ci éonfrontiamo con la realtà, cÒmprese le alleanze politiche. E in parte non è giusto sostenere che sono in calo le nostre battaglie· civili: ricordiamo la fame, un'utopia dissero quando la presentammo, e oggi•si è af– fermata. anche se con una legge non nostra. Di– verse sono magari le priorità: oggi,forse, a dif– ferenza del passato, in prima linea c'è la batta- glia parlamentare. _ Del mio modo di fare, e quindi di vivere, non è cambiato molto, perchè si tratta di una scelta di fondo. Sono cambiate· alcune esigenze. Se prima /

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