Fine secolo - 2-3 novembre 1985

i I j Farneticahdo . I d ' . ' . un - .. regge Carlo- Betocchi. ; Passavo in automobile e non vidi che I un gregge. La strada si svolgeva tortuosa nel ristretto I di una valle in fondo alla quale taceva un arido torrente. Quella fu la prima notizia che ebbi della montagna. Non tornerò mai più verso quel monte, probabilmente: eppoi l'au– tomobile mi ha lasdato in un luogo qualunque, nel quale mi ritrovo; ora, con la sola certezza di aver visto quel gregge. L'automobile mi ha inoltrato j)er la valle, mi ha rapito' per le altre, abbiamo passato 'balenanti pianure e poi è svanita, toh! è svanita. Non ho·assolu– tamente altra certezza che di quel gregge. La furia dei due pastori che avevano le verghe alzate e batteva– no ....:, ma non battevano altro che il suolo. La piog– gia d'aprile ba'tte sul suolo con la delicatèzza che ave- . vano le punte di quelle bacchette minaccianti, che toc– cavano appena la. polvere. Fu tutto un -baleno e vidi stupefatto anche queste minutissi~e circostanze nel– l'agitarsi confuso_ dell! massa vellosa. _Che siccome c'e'ra un agnellino nero, e toc~ava a lu~d'essere il più ·tardivo di tutti, proprio sul suo vellièolo cadde la.ver- ghetta che reggeva l'irsuto ciociaro: sul fianco: si stor– se l'agnellino e si serrò sulle pecore. Di questo fatto porto l'enigmatico peso sulla coscienzà; una tale giu– stizia è caduta su un agnellinò. innocente percbè era nero in mezzo ad un gregge di pecore bianche: dove le nere - ce n'erano - miravano saggiamente a sperd!;!rsi nel mezzo del branco, e anche il loro vello mareggiava col groppo biancastro di tutte 1e altre nèl flutto sban– dato per la via tortuosa. Animatrici di quella scena ri- · dico le verghe levate ·lampeggianti al di là dei vétri del- . l'automobile che rallentava alla manovra dell'autista: · ma non era un sogno. Non può dirsi: era anche lui parte del sogno? che dal momento ch'io vidi quel greg– ge non credo più né alla verità dell'automobile né alla verità di quel viaggio. O penso pedestremente che l'o– dore del timo degli anni scorsi, quando andavo in montagna, con ·sottile vestito è filtrat9 stanotte in ca– mera mia e m'ha introdotto, giocando a nasconderella. su per il naso, questo sogno d'un gregge nel cervello. Ma lo sento: io sono stato realmente abbandonato in guakhe posto, e non m'importa nientb d'essere stato abbandonato'. Chi mi. ha abbandonato e perchè? Lui mi serrò nel cervello queste impression;i, perèhè le rac- . contassi. Tale vettura di sogno volava volava e dopo avere scalfito molte pianure infilò su pel viottolo, più· che strada, e s'abbatté su quel gregge. Due altre crea- ture stranissime apparvero i cani, due gr.ossi cani da pastori scarduffati, ilei pelo bianco. In mezzo a :quel– l'accorrere di pecore, ·a quello sparpagliarsi, a quel ge– mere a fatti e non con belati, a quello strignersi e af– frettare, strignersi e sostare :tremebonde, tra luci J?azze di pupille di pecore balzanti trafelate sull'àrginello di la dal quale s'inabissa il precipizio, il ~ne seguace del gregge fiutò l'aria, ci guardò, si fermò sul ciglio, in po– sizione obliqua rispetto alla strada, e non permise a nessuna di tornare indietro: l'altro, il cane davanti, fece .pochi passi solennissimi, tranquilli, e si mise di traverso alla via, proprio dove un parapetto di tombi– no, e il f~s~tello che vi scorreva sotto, segnavano un passaggio obbligato, e soltanto stradale, per tutte le pecore. Dico. che il suo sguardo, di quest'ultimo cane, quando si rivòlse CQnle orecchie abbassate, e pacifissi– mo; verso il suo' gregge, dico .che il suo sguardo andò su per la strada e fino in fondo ad essa, alla svoltà, ri– salì per i lungh( percorsi, e ritrovò nel profondo delle rocce le tane dei lupi: quel suo sguardo solenne, pacifi– co, amantissimo, e tuttavia rassegnatamente bestiale. Esso impose la pace d'una coscienza d'altra razza alla inquietudine delle pecorine coscienze: supplice disse al suo Dio: - Signore, io sono ìl tuo servo: guarda-se fac– .cio bene. Gli uomini vedono queste cose con un altro ~nimo. Ma aQ,che il vento che spira tra gli spigoli delle case e che io sento scrivendo, porta lembi di verità re– mote e dimenticate, per i cuori in ascolto. Sensibilità? non è sensibilità: vedo tutto con molta çhiarezza dal momento che sono stato anch'io ·abbandonato; non· malignamente, ma per qualche recondito scopo, in questo punto nel quale, su un tavolino qualunqu_e,tra- . scrivo il mio farneticamento. Ricorderò il gregge per lungo tempo e rimpiangerò, forse, che non mi si siano fatte vedere le cose più belle che mi prometteva quel monte. Non ho visto. la loro pace, delle pecore, sparse su pei declivi nel sole che non turba né l'erba né l'innocente pascolare delle be– stiole. Non ho visto quel di più che il monte serrava di là dalla sua curva e nel quale, dico, stava forse la mia felicità. Mi si è dato solo questo enigmatico insegpa– mento, di una cosa moltQ prossima a-me, su una dura strada. E sono stato abbandonato qui, perché né do– ·1entené .entusiasta, ma solo d~ scaltrito testimone, po– tessi raccontarlo a qualcuno, hel nome di Qualcuno.

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