Fine secolo - 26-27 ottobre 1985

IUUOANDREOm: ccERA CRfflCO VERSO nmo• Il qualeGiulioAndreotti, dopoaverchiaritoche Pasolinieraunoche << andava cercandosi deiguai», concede tuttavia:«nonera poi che fosse il diavolo ... )>. E checi sonodellepersone chevanno giudicatedal ~empo e dallastoria,più che daglistrumenti .comuni. ( Certoche,nel frattempo, i tribunalihannolavorato sodo). Il problemacheaveva posto , Pasolini, peraltro,era quellodelprocesso alla classe politicae allesue maschere. Comequelladi Andreotti. (Il testochesegue è la trascrizione dell'intervista fatta da PeterSchneider a GiulioAndreotti, e ne ha ( andamento colloquiale). Onorevole Andreotti, perché lei rispose ad un articolo polemico di un intellettuale, Pier Pao– lo Pasolini, che non é un politico? · Non era una risposta ad un articolo di politi– ca, ma ad un artìcolo che, sebbene molto di fantasia, ideava un processo contro la classe politica. Allora mi sembrava giusto di non lasciare passare questo e di dai-e una risposta come uno dei politici anziani e di dare una ri– sposta rispettosa verso la personalità cultura– le di Pasolini, ma nello stesso tempo anche un po' reattiva verso una critica che quella . volta era contro di noi, ma in generale l'at– teggiamente di Pasolini era cri!ico verso tut– to. Lei aveva paura di questo processo?· No, veramente no, anche perché sapevo che non sarebbe stato fatto. Poi perché ritengo che le còse fatte nel dopoguerra sono supe– riori rispetto alle cose negative. In questo articolo Pier Paolo Pasolini attacca in maniera molto dura: parla della continuità del regimefascista con i governi democristiani, che sarebbe completa e assoluta, parla di un genocidio a proposito della cultura contadina e del sottoproletariato, di cui sarebbe responsa– bile la DC, infine scrive che i politici democri– stiani sono diventati delle maschere funebri e dice: « Sono certo che a sollevare quelle ma– schere non.si troverebbero nemmeno un muc– chio d'ossa o di cenere. Ci sarebbe il nulla, il vuoto». Lei non si é sentito provocato perso– nalmente da questo attacco? Direi di no, conoscendo Pasolini, salvo per «Vangelo secondo S.Matteo», si é sempre posto in una posizione molto critica, tanto é vero che nel corso dei suoi articoli e di altri scritti se l'é presa un po' con tutti, e amava essere controcorrente, ricordiamo la polemi– ca contro l'aborto che provocò forti ire non solo nella sinistra ma anche negli ambienti letterari, Moravia, la Maraini. Quindi non c'era affatto una reazione volontaria perso– nale, c·era io credo la necessità di ristabilire, dato che poi lo scritto era sul Corriere della sera, e quindi su un organo d'informazione generale e non su una rivista letteraria, ò su un libro di cultura, mi pareva giusto dire qualcosa, come del resto .anche· altri dissero. Rispondendo a Pasolini, lei sembra essere d'accordo con lui sul caos, naio dal crollo di antichi valori, Chiesa patria famiglia moralità. Subito lei afferma èhe bisogna dare vita a nuo– vi impulsi, che però non definisce. Quali sono questi impulsi e quali valori rappresentano? Io credo che la critica che c'é stata per il fatto di un forte inurbamento - é un fenomeno che c'é stato in tutto il mondo - sia una critica forse patetica, ma da un punto di vista politi– co non utile né produttiva. Quello che conta é anche_non façe una polemica generica verso il cosiddetto consumismo. Il consumismo ha anche avuto delle pagine formidabili: ha libe– rato una massa di donne, in particolare, dai lavori servili e ha reso più confortevole la vita di milioni di famiglie. Questo però può · darsi che abbia fatto perdere alcuni valori spirituali, dico può darsi pèrché poi guardan– do le cose da lontano: .. sembrano sempre molto belle le cose lontane, forse non lo era– no nemmeno. Dobbiamo certo riscostruire un concetto, compresi dei valori patriottici che sono stati da noi falsati dal nazionalismo e dal monopolio del periodo fascist,a del con– cetto di patria, però il concetto di solidarietà, · di comunità, questi sono valori che vanno ri– costruiti e la cui mancanza, c'é uno scritto di Pasolini, in polemica con i drogati, in fondo . port~ anche ad alcuni di questi fenomeni. Ci sono dei motivi di dissociazione, perché man– ca un coagulo che li leghi alla.società. Io stes– so ne capisco le esigenze, ma non so disegna– re un programma, forse é uno sforzo che do– vrebbe essere ideato collettivamente, non da una sola persona. Pasolini dice di avere sentito quello cÌzelui de– finisce la mutazione antropologica degli italia– ni con i propri sensi, con il propr_iocorpo. Nel– la risposta al suo articolo, Pier Paolo "Pasolini scrive, riferendosi ad una trasmissione televisi– va dal Parlamento, questa frase: «Dalle boc– che di quei vecchi uomini ossessivamente ugua– li a se stessi, non usciva una sola parola che avesse una relazione con ciò che viviamo e co– nosciamo». Lui dice che sente le contraddizio– ni, voi invece no. Lei si sente colpito @ questa differenza che lui fa tra uno scrittore e un uomo politico? Be',sotto un certo aspetto aveva ragione nel senso che molte volte il linguaggio politic-o ~ un linguaggio ermetico, per iniziati, quasi che molti avessero paura di esprimersi m modo da essere' compresi da tufti facilmente e sotto questo aspetto allora si accentua forse un distacco superiore a quello c_he poi in realtà magari é nella sensibilità di ciascuno. Nella riunione a cui si riferiva, tra l'altro, io non avevo nemmeno parlàto. Quindi non po– teva avercela con me. Dice che ero pallido– ...Pallido lo sono dal '56, ora a 66 anni spero di esserlo ancora parecchio, ormai davvero non posso diventare sanguigno. Pasolini ha avuto mo/Tiprocessi. Con l'occhio di oggi, lei pensa che Pasolini é un perseguita– to, che erano necessari questi processi contro le sue opere e contro la sua persona? Vede, lui andava cercandosi dei guai, per la verità. Non parlo adesso della sua opera, ma della sua vita spicciola e allora é chiaro che sia stato, a mio avviso, un po' forzato sia il dargli addosso giudizialmente ...in fÒndo ci sono delle persone di cultura che vanno giu– dicate dalla storia e dal tempo più che non dagli strumenti che sono validi per la gente comune. Però é stato anche molto esagerato, a mio avviso, il volerne fare una specie di simbolo politico, anche perché fra l'altro quelli stessi che lo eleggevano a simbolo si - trovano contraddetti dalla sua medesima at– tività. Pasolini andava preso per come era. Una delle cose più belle sue fu una poesia ri– volta ·al Papa, questo Papa che doveva essere il Papa del sottosviluppo, che doveva lasciare tutto il resto per diventare il capofila degli emarginati del mondo, ecco. Quelle erano se– condo me le pagine più genuine, di una sensi– bilità straordinaria. Per il resto certo un po' di guai li combinava, ma insomma non era che poi fosse il diavolo. r

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