Fine secolo - 22-23 giugno 1985

Rollia, qualche tempo dopo. · E sparve Una notte della fine di giugno del 1985 un piccolo u9mo vestito compostamente di scuro uscì dal portone del pa- · fosse un presidente di mezza tacca., Qualcosa del·geQ.~J'C era già successa, non .molto tempo prima e sempre ·a Roma, con Giovanni XXIU 1 un papa, cioè un monarca anch'esso non ereditario, e privo di figli, ma senza il limi– te dei sette anni. lazzo del Quirinale, a passi corti, ma così svelti e silenzio- si che i corazzieri non se nè accor~ro nemmeno. L'òmino Panini a palazzo attraversò la gran piazza deserta imbiancata_dalla luna, diventando sempre più minuto, come nell'ultima inqua- L'incertezza sulla figura del nuovo presidente si protrasse dratura di una comica· di Charlot, e poi- si perse tra le per un certo tratto. I direttori di giornali e i politici, ~be viuzze che scendonò verso la' fontana di Trévi: ritenevano di essere allora le dùe categorie di persone più . Ma in piazza di Trevi, dove.divideva con sua moglie un· importanti, non davano molto credito alla personalità di appartamento privato pieno di quadri, pipe, libn e vasel-, Perlini, ed erano un po' imbarazzati da certe sue intem– lame, nonàrrivò mai. Nè lo si rivide àltrove. Ingoiato dal · peranze. La gente invece concepì una curiosità prima di– nulla. · vertita e poi sempre più affettuosa per Pertini, e presto ne A lungo, dopo di allora,_capitò che qualcuno sostenesse andò pazza, Si compiva allora la transizione da una so– bensì di averlo visto e perfino ascoltato parlare - donne e cietà che teneva i governanti e i funzionari politici sepa– bambini per lo più. Ma erano apparizioni improvvise ed rati e perfino opposti alle persone che facevano altri me– effimere, e francamente dubbie per le circostanze e le fra- stieri, a una situazione in cui grazie alla musica rock e si riportate. · · · · alla televisione_quella barriera non aveva più ragione di Così, passato ii primo stupore, la gente smise di badarci. essere. Per descrivere quella vecchia separazione, si era Si credette dai più che avesse voluto far perdere le pro: prie tracce, magari con l'aiuto di certi suoi carabinieri, per sgomberare la scena pubblica dal menomo sospetto di un'ingerenza. Da altri, che non avesse perdonato l'in– gratitudine che gli aveva rifiutato la rielezione a presiden– te. Gruppi marginali propagarono la voce che fosse deli– beratamente sprofondato nel capace sottosuolo metropo– litano, e ivi conducesse un'esistenza ctonia, per riemer– gerne un giorno a ripristinare il regno della verità, un po' come il dodicesimo imam dal suo pozzo. "Al tempo di , Pertini", era espressione-per costoro proverbiale. Agli al– tri, sopréj.~tutto le generazioni più giovani; quel nome finì presto col non ricordare più niente. Un certo numero di condanne Alessandro Pertini era vissuto fra la fine del secolo XIX e . la fine del secolo XX. Dopo una vita dall'intreccio avven– turoso (un ceito numero di condànne e di evasioni) :rpa- dalla forma singolarmente tranquilla - forse per la cura costante del decoro nell'abbigliamento e nell'eloquio, che lo faceva apparire già attempato da giovane, così da con– ferirgli da vecchio un'aria decisamente giovanile - Pertini venne nominato presidente della repubblica italiana a 82 anni, che per quei tempi era già un'età ragguardevole. Si chiamava repubblica, nell'ultimo quarto dèl secolo XX, una forma di monarchia non ereditaria, e del resto Perti– ni non aveva figli nè nipoti, per quanto nella sua famiglia di origine si superasse con facilità la soglia dei novant'an– ni. Più esattamente, si trattava di una monarchia costitu– zionale della durata di sette anni, prorogabili peraltro o abbreviabili, com'era accaduto nel ~so del predecessore di Pertini, che viceversa aveva figli. L'elezione di Per:tinisi era svolta secondo un cerimoniale bizzarro, tipico delle società levantine di quell'epoca di mezzo. Egli aveva dichiarato solennemente di ritirare ia sua candidatura - ciò che significava che era venuto 'il momento di votarlo sul serio. Gli elettori riversarono su lui una maggioranza di voti schiacciante - -ciò91,le signifi– cava che si aspettavano di schiacciarlo faci1A'tente, e che 2 AL TEMPO DI· p_ INI di Adriano SOFRI ed Enrico DEAGLIO coniata l'immagine poetica del Palazzo. In verità, nel vol– gere di pochi anni, la situazione era cambiata. C'erano ancora alcuni che premevano dalla piazza contro un por– tone inaccessibile, per abbatterlo ed espugnarlo; e dall'al– tra parte c'erano alcuni assediati che facevano-resistema · con tutte le loro forze: ma tolto il portone stesso, e i sem– pre meno numerosi contendenti, non c'era più niente. La generalità delle persone si faceva i fatti suoi altrove. Nel– lo stesso palazzo assegnato a Pertini venne fatta entrare una gtan quantità di persone normali e di scolaresche, di cui veniva tenuta una contabilità a parte. A molti visita– tori, Pertini rivolgeva la formula di saluto originaria di tutte le civiltà: "Hai mangiato? Hai fame?": e poi faceva portare davvero dei panini. I congiurati rientrati Nei primi anni, a parecchi direttori di giornali e politici non faceva piacere che Pertini scavalcasse così allegra– mente quella barriera. Pertini invece, un po' perchè a lui piaceva, un po' per farla ai direttori di giornali e ai politi– ci, non perdeva occasione di cercare la gente. La gente a sua volta ne era entusiasta, e anche lei godeva la sua par– te di dispiacere un po' ai politici. Così a un certo punto Pertini si era assicurato un notevole indice di popolarità, e gli scontenti si chiesero seriamente che cosa fare. Era circa il 1979.Qualcuno suggeriva di aprire una campagna di denigrazione (informazione, dicevano) che approdasse alle dimissioni di Pertini, prima che fosse troppo tardi. Beninteso, dicevano che era per il bene dell'Italia, che con quel modo di fare di Pertini avrebbe fatto brutta fi– gura con gli stranieri. Fu tentato qualche assaggio, ma alcuni congiurati esitarono, e insomma non se ne fece più niente. Anzi, da allora direttori di giornali e politici fece– ro a gara a mostrarsi attaccati a Pertini, e quelli che ave– vano avuto paura che ci facesse fare brutta figura all'e– stero sopravanzarono _ tutti nella gara. Pertini, che a modo suo era furbo, non mancò lo stesso di alludere ogni tanto ai molti che lo invidiavano, e ·non vedevano l'ora di cavargli I~ poltrona di so,tto il sedere, cosicchè il patto_di

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