Fine secolo - 8-9 giugno 1985

~ FINE SECOLO* SABATO 8 / DOMENICA 9 GIUGNO --.I VITAMORTE / E COIJ DI VECCHIE PI ANTE E NUOVI AN I MAT,T L'Australia, con la brusca cesura dell'arrivo degli europei, offte come un laboratorio sperimeniale, o come la scena di un teatro tragico, la rappresentazi,one puntuale di quella vicenda di rapportifra piante animali e umani che altrove costitlllsce un groviglio difficilmente districabile. Ecco un capitolo di questa storia di amicizi,e e rivalitàfra piante inilig_l}ne e piante d'invasione, di coni.gliche si moltip_7icano come conigli, di incendinecessari e di incendifatali. . Traduzione di Letizia SABATELLO BATTISTONI S i sa ormai che gli aborigeni sono vissuti in Australia per almeno 40.000 anni, nel corso dei quali hanno influito sulla vegetazione con l'uso del fuoco, e anche con la coltivazione di piante per l'alimentazione. I cambiamenti introdotti dalla colonizzazione europea nel 1788 sono stati ben più vasti e drammatici. Il 30% della vegetazione di_ due secoli fa Il dipartimento degli affari ambientali ha sti– mato che solo il 30% della vegetazione austra– liana presente nel 1788 resti invariato. Le aree più sconvolte sono nella metà orientale del continente e nell'angolo sud-occidentale del- 1' Australia Occidentale. Grosso modo la distri– buzione delle piante in pericolo, o presunte estinte, corrisponde a queste aree. La tavola elenca le minacce che sono state le probabili responsabili del declino e della perdit~ delle specie che si presumono estinte. Molte di que– ste specie non sono state prese in esame in que– sto secolo, e i fattori del loro declino non sa– ranno mai conosciuti con certezza. Per 15 delle 76 specie che si presumono estinte, la minaccia è ignota. Si distinguono qui le minacce "passa– te", "presenti" e "future". In alcuni casi la mi– naccia del passato può essere cessata ma ne è sorta una nuova: Per esempio, l'agricoltura era la principale minaccia ìnizrate- clre"portò-aU'eli– minazione della Hakea acull!(l,ta e della Grevi/– Lea dryandroides ( Phalarrx Grevillea) da una larga parte del loro àmbito. Esse sono state re– legate ai bordi delle strade e le minacce presen- ti e future .sono-i- lavori-stradalie la~ti- - zione con specie di piante-introdotte. Alle11ame1tto- e agricolfiirt - - / Una- vamtaziene-gevemati-va-mostrava-ehe+a– gricoltura e l'allevamento erano praticati ( 1980) sul 65, I% del paese. Indubbiamente gli effetti più profondi per la vegetazione origina– ria sono-sorti direttamente e indirettamente da queste attività, che hanno influito su 55 (il 72%) delle specie presunte estinte, e 172 (1'85%) delle specie in pericolo. In alcune parti dell'Australia l'uso della terra è cominciato con il pascolo hòero di vegetazione naturale, seguito da tagli di arbusti e alberi per aumeatare la quota-cle~specre- arpa-8€010--oA--- ginario Ct sono- poi stati u-1-tenofHl.ìsbescamentfe-eel- .. tivazioni con specie di pascolo introdotto e con l'aggiunta di fertilizzanti. In altre aree, come nell' Australia-Ocèìaerifiife;– dìsboscamento, fertilizzazione e introduzione di- nttove=speeie-sono--avvenuti-nel=~tiQdo-rela- - tivamente breve-di- eirea Q:/5=-anm. La vegetazione australiana precedente- rinse– diamento ooropeo--si-è-eveluta in assenza- di Qualche mese fa, a cura del World Wildlife Fund austra– liano, è stato pubblicato a Melbourne un grosso volume dal titolo "Extinct and Endangered Plants of Australia" (Piante estinte o minacciate di estinzione in Allstralia), redatto da J.Lei'gh, R.Boden e J.Briggs. Il libro •è uno stu– dio accurato e sistematico della storia della flora austra– liana prima e dopo l'avvento dei colonizzatori europei, e un censimento sistematico dello stato di salute delle varie specie di piante indigene. Le pagine che seguono sono tratte, con abbreviazioni e sottotitoli nostri, dal capitolo sui fattori di _estinzione minacciata o compiuta. Il caso australiano è di straordinario interesse, per la cesur~ rap– presentata dall'arrivo, alla fine del 1700, degli europe~. Fenomeni che altrove è arduo, e spesso impossibile, di– stricare dal groviglio di storia naturale e storia .umana-, qui si offrono in modo documentato e puntuale,· quasi come ui un laboratorio sperimentale, all'osservazione. animàli da pascolo come conigli, cavalli, buoi, La foto è tratta dal libro, l'albero è un Eucalyptus Morrisbyi. . ' Comparsa e scomparsa di specie vegetali e animali, coesi– stenza e rivalità di piante e piante, di piante e animali, di piante.animali e·umani, si presentano in una vicenda con– centrata nel tempo e drammaticamente ricostruibile - i primi cinque conigli, l'introduzione e l'espansione inarre– stabile del fico d'India, avanzate e ritirate degli eucalipti, incendi che rigenerano alcune specie e ne cancellano al- - tre. Si vorrebbe leggere un libro analògo per l'Italia, sia pure col ritmo più lento e continuo - ma non meno conci– tato e francamente "tragico" - che ha avuto fra noi la convivenza fra flora e fauna animale e umana. Aggiungiamo il verso di Robert Browning - un altro fio– rentino, in fondo - che fa da epigrafe al v_olumeaustralia– no: "Suddenly, as rare things will,it vanished". (Svanì d'improvviso, come fanno le cose rare). , . pe~ore e capre. L'introduzione di questi ani– mali e il loro successo come specie domestiche e selvatiche hanno avuto un forte impatto sulle specie originarie di piante. I primi cinque conigli... 5 conigli furono portati con la Prima Flotta nel 1788 ma non sopravvissero. Seguirono al– tre introduzioni di conigli a fini alimentari, ma nessuna riuscì bene, probabilmente perchè ve– nivano da stock domestici. La prima introdu– zione di successo fu opera di un fattore inglese, Thomas Austin, che importò lepri, pernici e conigli nelle sue proprietà di Geelong nel 1859. I conigli erano stati catturati allo stato selvati– co ed erano in grado di sopravvivere lì dove gli– animali domestici erano periti. Nel 1862 i 13 conigli che Austin aveva liberato lungo il fiu– me Barwon erano diventati migliaia, e entro 20 anni erano comuni in_ tutta la Victoria. Furono visti attraversare il confine nel Queensland riel 1886 e nel 1907 avevano raggiunto Geraldton sulla costa occidentale dell'Australia Occiden– tale. Infine i conigli hanno impiantato colonie in circa due terzi del continente, in tutti i tipi di habitat~ dal deserto ai paesi nevosi. I conigli mangiano le piante più vicino al suolo di quan– to non facciano le pecore o i canguri, e oltre al– i'erba e altre piante mangiano i ·germogli di al– beri e arbusti, foglie, radici, e perfino cortecce. È ragionevole presumere che i conigli siano stati un fattore principale di contribuzione al declino di alcune specie di piante, come Lepi– dium. Le capre selvatiche, i cammelli, gli asini e i ca– valli selvatici hanno anche danneggiato la ve– getazione originaria in un vasto raggio di am– bienti; i bufali e i maiali sono stati responsabili di gravi danni a molti ambienti acquatici nel nord dell'Australia. "Basta bruciare" Un esempio vistoso della combinazione di ca- · pre, maiali e conigli è nell'Isola Philip vicino alle Isole Norfolk nel Pacifico del Sud. L'isola prese il nome nel 1788 dal tenente Philip Gi– dley King che scrisse sul suo- diario: "La: mag– gior parte delle colline sono coperte da uno spesso groviglio di canne che richiedono solo di essere bruciate per liberare cento acri di ter– reno, che formerebbero un'ottima terra da fru– mento, forse troppo arida". La mancanza di acqua permanerile vi evitò l'insediamento, ma i maiali furono liberati, seguiti da capre e in se– guito da corugli._La vegetazione fu quasi com– pfetamente 'denudata e l'erosione causò una drammatica perdita di terreno. Sebbene i ·maiali e le capre siano--ofmai start portati-via, i èonigli continuanoa~causare danni. P.Coyne, sovrintendente delle Isole Norfolk, ha recentemente mestrato che la recinzione per escludere i conigli ha portato a un notevole mi-

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