Fine secolo - 30 marzo 1985

isole Andamane gli aveva(...) insegnato una cosa: inter– porre tra sé e i suoi killer tante intercapedini che la poli– zia non potesse mai più risalire fino a lui e accusarlo» (Lapierre-Collins ). / Secondo incontro Nel- marzo 1927 (un anno in cui percorre, predicando, tutta l'India), Gandhi va a parlare a Ratnagiri. Dice di essere onorato e commosso di parlare nella città in cui è nato un grande leader (Tilak), e in cui un altro grande leader si trova costretto all'inattività. Afferma di ritenersi il più fedele continuatore dell'insegnamento del Loka– manya Tilak, ma che la sua visita vuole anche esprimere il suo rispetto per Savarkar, un uomo che ama la verità e rinuncerebbe alla propria vita per essa: «Noi abbiamo avuto delle differenze d'opinione un tempo, e ne abbiamo ancora oggi, ma esse non hanno turbato la nostra amici– zia. Le differenze d'opinione non devono comportare ostilità». Savarkar non è presente al meeting, perchè indisposto. Gandhi va a fargli visita dopo aver parlato in pubblico, e J~ ~~ , )ft~1,i,, ~ '-(V,..-~.,~~ ~~..t;·t-~ r~~Ji,.J-M4 ~rw'-~~ p..,,;.. k...,.,..,,.-~,.,,, k--'\"°4 ~h--1~ . . . 'f~k,-f,, Jv-,, Nella pagina accanto, in alto: Un mangiatore di spade in una foto del•1871. · , In questa pagina, a sinistra: Gandhi fra Charlie Chaplin e la poe– tessa Sarojim Naidu durante un viaggio in Europa, nel 1931. Sotto: Una lettera manoscritta di Gandhi Savarkar si affretta a sottolieare che Gandhi è lì non come leader poÌitièo, ma in veste amichevole. I due ricor– dano gli anni londinesi, ma hanno poi modo, anc.ora una volta, di polemizzare. Savarkar interroga Gandhi, provo– catoriamente, sull'intoccabilità e, soprattutto, sulla shud– di. Gandhi, sèrive un suo .biografo, chiarisce alcune errate interpretazioni del suo pensiero. ~huddi era detto dagli indù (tahlight dai musulmani) il rispettivo diritto di ope– rare conversioni. Non sappiamo cosa Gandhi abbia detto a Savarkar, ma la sua posizione di allora, su questo pun– to, era nota, e molto semplice. Tutte le religioni -egli so– steneva- procedono dallo stesso Dio, e sono tutte più o meno vere e più o meno imperfette: «E quindi io dico che non abbiamo bisogno di fare del proselitismo e _difare shuddi o tahlight attraverso i nostri discorsi o scritti. Possiamo solo farlo concretamente at– traverso le nostre vite. Facciamo in modo che esse siano per tutti libri aperti da studiare». Gandhi aggiunse che gli sarebbe piaciuto approfondire ì punti su cui non erano d'accordo: Savarkar avrebbe po– tuto scrivergli, oppure lui, Gandhi, sarebbe tornato a tro– varlo per qualche giorno per discutere di .ciòche li divide– va. Ma Savarkar lasciò cadere la proposta. Gandhi disse: «E' evidente che noi siamo in disaccordo su alcuni.punti, ma spero che non avrete obiezioni a che io faccia delle e:;p~rienze». Savarkar replicò: «Voi conoscete la favola dei ragazzi e delle rane. Voi farete le vostre esperienze a spese della nazione». <<Il valoroso» Qualche tempo dopo, Savarkar attaccò Gandhi su un giornale, e lo fece nuovamente, con violenza sempre mag– giore, negli anni successivi. Considerava la non violenza una filosofia da codardi, accusava Gandhi di ave~ usur– pato e pervertito l'insegnamento di Tilak e contestava al Congresso il diritto di parlare a nome degli indù. Accusa– va l'interpretazione gandhiana della BhagavadGita di es– sere irrazionale e non scientifica perché considerava un'allegoria della lotta tra Bene e Male che si svolge sem– pre nei cuori degli uomini quella che invece era per Sa– varkar (erede in questo, per la verità, di una tradizione interpretativa antica e maggioritaria) una battaglia reale, tra due eserciti armati. Nel 1937, Savarkar ottenne la piena libertà e si trasferì a Poona, la città ancçstrale dei bramini chitpavan ( dove Gandhi era sfuggito a un attentato tre anni prima). N·e– hru, Bose e Roy ne -salutarono con messaggi augurali il ritorno alla vita politica. I suoi seguaci lo acclamarono con l'appellativo di Vir («il valoroso»). L'Hindu Mahasa– bha, un partito induista integralista e reazionario (fonda– to nel 1919) lo elesse suo presidente, carica che Savarkar conservò per sette anni, rinunciandovi poi per motivi di salute. L'Hindu Mahasabha era dotato di un braccio mi– litare, lo RSS, con un'organizzazione centralizzata, una disciplina di ferro, uno stile fascista. Al suo interno, nel 1942, Savarkar fondò un'associazione segreta ancora più elitaria, l'Hindu Rashtra Dal, «Setta della nazione indù». Lo stesso Savarkar ne era «il dittatore», oggetto di uha sottomissione totale e ci~ca da parte dei suoi membri, tutti bramini chitpavan. L'ultimo appuntamento Negli anni in cui l'India si avvia all'indipendenza, e si ac– centua lo scontro fra indù e musulmani, sempre più fre– quenti e più violenti si fanno gli attacchi di Savarkar e dei suoi seguaci a Gandhi, accusato soprattutto di eccessiva condiscendenza nei confronti dei musulmani. Mentre Gandhi conduceva la sua ultima, disperata lotta non vio– lenta per evitare la tragedia della partizione, e poi per at– tenuarne gli orrori, Savarkar era (nelle parole del suo agiografo D. Keer) «preparato, come Lincoln, ad affron– tare una guerra civile». _ · Gandhi-viene ucciso il 30 gennaio 1948. I suoi assassini, presto arrestati, sono quasi tutti bramini chitpavan, mem– bri della setta fondata da Savarkar, _suoistretti collabora- FINE SECOLO* SABATO 30 MARZO tori e fanatici seguaci. Al processo. un «pentito» porta te.. stimonianze di una 'implicazione diretta di Savarkar (un fatto del quale, peraltro, sono in molti ad essere convin– ti). Ma Savarkar· si difende a lungo, con ostinazione e abilità, isolando~ogni testimonianza dal suo contesto, at– tirando il dubbio su ogni inq.izio.Viene assolto per insuf– ficienza di prove. Morirà nel suo letto, a novantatrè anni, nel 1966 (1). I Quando Savarkar morì, ricevette dall'Hindu Mahasa– bha (ma anche da esponenti di altre organizzazioni e par– titi) onoranze imponenti. D. Keer dedica più di dieci pé:– gine a descrivere i suoi funerali e a riportare dichiarazioni rilasciate allora su di lui. Può essere interessante ricorda– re qui quelle del Primo ministro Indira Gandhi («scom– pare una grande figura dell'India contemporanea») e di S.A. Dange, presidente del Partito comunista dell'India («La morte .di Vir-Savarkar toglie dalla scena della storia indiana uno dei grandi rivoluzionari antimperialisti»). * Per questo, come per ogni articoloin ·"Finesecolo", titoli, · sottotitoli e_ presentazionesono esclusivamenteredazionali.

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