Fine secolo - 23 marzo 1985

FINE SECOLO e SABATO 23 MARZO . . 36 ~::: .:···· ~:ìr.fJ:zil\.,.,❖,❖ : >7mi:ZÒ% t<èé ;'.(V)fa\ f: i,+ .. ... 'v,,, '.(\,(.:f >(y_§,<i1:::~ht;hithé 2 rb{J:jbf'ù··{trA'(,.' •.• . ' ... ....... ··:? àij;/''.i.:i.;\è>6rr:Ji.i:Si:ùw;s4::iùùf.::siiii,·x ?::~· .... · ;··· .. .. Poesie -di John ~shbery traduzione di Ginevra JJompiani / GRAZIE DI NON COLLABORARE Giù in strada ci sono gelaterie dove andare e la pavimentazione è di un bel grigio-ardesia. La gente ride. Da qui vedi le stelle. Due amanti cantano separatamente, dal medesimo tetto: "Non prendere il resto. Lascia i vestiti e vai. È venuto il momento. Era sempre il momento, ma adesso è venuto. Non ti sarai mai goduto tanfo i temporali, _ come in queste serate calde appiccicose più degne dell'Agosto che di Settembre. Resta.· È un falso vento che ti dice di andare e là fuori sul fiume burrascoso guardare gli autobus che vanno nel Connecticut, e traffici d'alberi, e quello che pensiamo quando abbiamo smesso di pensare. II tempo è perfetto, la stagione incerta. Piangi perché te ne vai, ma aspettati di vedermi' in un futuro vicino, quando rivelerò altre nuove avventure, e tu mi continuerai a pensare," Il vento.cadde,' e gli amanti non cantarono più, comunkando l'un l'altro nel tedio dell'auioespressione, e la riva s'increspò e divenne liquida · e così cominciò il celebrato lamento. E come potremo noi, non avvezzi gli uni agli altri e alle nostre faccende, spiegarlo alla riva se mai ci sia dato di circolarvi "in un futuro vicino", il perché della nostra venuta e perché non vi fummo mai prima? Le controproposte dell'ospite straniero ci ostacolano nel costruire noi stessi come persone-oggetti, quelli che sapevamo sarebbero arrivati in qualche· modd qui, ma riusciamo a ricordarci come del giorno natale, delle larve incontrate per strada e di come sanguinava il giorno e così pure la notte a sentirci, sebbene dicessimo le nostre. idee puerili e mai apbiamo cercato di impressionare nessuno, nemmeno se un poco più vecchio. I Foto -d_iGiorgio Lotti. NON CERCARE MAI D_IDIRE IL TUO AM,ORE Molti colori· ti condurranno a sé :, ma ora voglio q1.,1alcuno che mi dica come andare a casa. La via del ritorno è striata e punteggiata, un luogo ombroso, Appartiené alla sua destinazione. Non a dove si trova. I fiori non parlano a Ida adesso. Padano solo la lingua dei fiori, dicendo cose come: ho provato a esserci con tutte le mie forze. Forse vuol. dire che non ci sono ancora. Ma tu, - · sembri così formàle, così sério. 'Non riesci a leggere poesia, e · non nel modo che ci insegnarono a scuola. Tornare al punto era sempre l'essenziale, allora. Ce ne siamo mai allontanati? Non credo. Era la nostra stella polarè. Siamo rimasti là per anni nascosti ed affamati, e' ora, come insetti abbagliati che schiumano le brezze, sei di nuovo per strada, sulla via che-conduce vigorosamente in salita, attraverso spazi intelligenti e chiari. Non si fanno più rocce come noi. E afferrandosi al filo, sottile come una tela di ragno, ma incredibilmente forte, ciascuno di noi avanza nel suo proprio labirinto. Il dono dell'invìsibilità è stato· concesso a tutti fuorché agli dèi, perciò diciamo cose come que– ste, gremendo la strada di colori, di facce, di teneri discorsi~ finché ci nutrono alla verità. SEMPLICEMENTE TI AGGIRI Come ti posso chiamare? Certo non c'è un nome per te , nel senso in cui le stelle hanno nomi che in qualche modo gli si addicono. Semplicemente ti aggiri, un oggetto di curiosità p~ ·àlcuni, ma troppo inquieto \ della segreta sbavatura in fondo all'anima per dire molto, e così vagabondi, sorridendo -agli altri e a te stesso. Si finisce col sentirsi un po' soli, ma anche sconcèrtati, controprodut~ivi, accorgend_osi ancora una volta che la strada più lunga è la più efficace, quella che ha descritto un cerchio fra le isole, e tu hai sempre dato l'impressione di viaggiare in tondo. Ora che la destinazione è vicina I segmenti del viaggio si aprono come un'arancia. C'è luce là dentro, e mistero e c_ibo. Vieni a vedere. Non venire per me ma per questo. Ma se ci sarò ancora, concedi che ci vediamo.

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