Fine secolo - 23 marzo 1985

Lo 2ten e l'arte ~i maneggiare i robot 200.000 ROBOT, E 8 MILIONI DI. SPIRITI Come le automobili e gli utensili di cucina, anche computer e robot hanno un 'anima, che il culto shintoista ha cura di benedire. Compare a Tsukubà una nuova forma di quell'intreccio fra futurismo é animismo,fra meccanicismo e occultismo, che ha,già attraversato duefini · di secolo. . ~ "La macchina è parte·dell'uomo, non si può ridurre la vita alla materia . '' ,, organica . Intanto, i robolsi ridislocano lungo distinzioni.di classe - dagli operai al - genio musicale - di nazionalità, di città, di sesso ..·. di Patrick SABA llER Il prete ha i pantaloni e 'la giacca bianchi, il berretto nero e avanza a passi lenti verso l'au– tomobile. La capotte è alzata, le porte sono aperte, il bagagliaio spalancato. Agita una spe– cie di piumino fatto di striscie di carta sopra·il motore e mormora parole sacre per parlare con lo spirito che vi abita. Prima davanti alle porte, poi davanti al bagagliaio, sempre lo stesso rito. Automobilista e famiglia ringrazia– no con un rispettoso salamelecco e l'officiante passa alla vettura seguente. Alla fine della fila,· t0rnn ver<;o il tempio dove battono i tamburi giganti che accompagnano, ritmici, le cerimo– nie del culto shintoista. È una domenica come tutte le altre per questa chiesa che domina, dai 600 metri del monte Tsukuba, la piana omoni– ma. E ogni weekend, il rito di ipvocazione dello spirito protettore delle automobili. si ripete in tutti i templi importanti del Giappone. E non sòlo per le automobili. Anche àll'aeroport9 di Haneda c'è stata la stessa cerimonia, quando FINE SECOLO .e SABATO 23 MARZO ,:,,: 23 _.;:::❖ La bambolina cinese di porcellana che riproduce la donna ha una . funzione pratica prima che estetica. Sulla spa superficie la donna indica al me~ico i sintomi delle malattie, senza mostrargli il proprio corpo. ~olla statuina si compie anche l'apprendistato anatomico-sessuale dei coniugi. Vi ricordate il primo trapianto cardiaco, ptr mano di un chirurgo sudafricano, Barnard, che trasferì il c~ore di un nero su un paziente bianco? I santi Cosimo e Damiano, patroni della medicina, si segnalarono molti secoli prima (qui l'episodio in uo dipinto senese quattrocentesco) innestando la gamba di un negro morto sul corpo di un amputato bianco. La mano di un'automa musicante, una mano artificiale di uso chirurgico, e una mano di reliquiario. La loro somiglianza non é casuale. Il culto delle reliquie assicura con ossessiva minuzia anatomica la conservazione dei corpi e .la moltiplicai;ione delle loro funzioni separate. Col trapianto, la reliquia diventerà la banca degli organi, e la protesi ·interamente artificiale diventerà "naturale". / Con Pinocchio, l'automa é il burattino snodato ché si anima e finalmente diventa un autentico essere umano. Meglio di altre incarnazioni precedenti, l'homunculus in forma di marionetta rivela un'invidia della maternità, il sogno di e.ssere padri senza passare - attraverso la donna. Geppetto é padre di Pinocchio nel senso in cui si _dicedi un ingeg!]ere che é padre dei suoi robot e dei suoi marchingegni. Frankenstein, qùanto a lui, ha sorprendentemente una madre, Mary Shelley, 1802. Il "Maurizio" della Torre di Orvieto (1345) é considerato il più antico fra i battitori automatici di orologi meccanici, gli "J acquemarts"; come il corteo dei re Magi che girava inchinandosi alla Madonna nella cattedrale di Strasburgo, o i "pupazzi" della Frauenkirche di Norimberga. L'orologeria e l'ingegneria degli automi sono peculiarmente affini: significativamente il senso comune paragona il Creatore a un sommo orologiaio. Già 500 anni prima di Cristo esisteva·in Siria un orologio monumentale i cui congegni muovevano-una sfilata di personaggi animati. , · In Svizzera, a Neuchatel, un museo é dedicato agli automi dei Jaquet-Droz. Che.i giapponesi siano gli orologiai svizzeri dei nostri giorni? . Ancora qui accanto, un'incisione che illustra la presentazione degli · automi dei Jaquet-Dr~z alla corte di Luigi XVI. Sotto, un feticcio del Benin (foto di Holger Trulzsch). . . rito del robot a stringere la mano agli umani con i quàli dovrà ,lavorare ...» continua Kenij. Ekuan. E Masamori Mortiani, ricercatore al Nomura Research Institute, autore di saggi sulla tecnologia giapponese, aggiunge: «il sa– murai· trovava la propria '.'.nima nella la scia~ boia, i ricchi meFc.anti di Sakai, nel l 5esimo se– colo, attribuivano ad oggetti come le tazze da tè Moritani un senso estetico superiore. Il si- la Nippon Airways ha ricevuto i suoi tre nuovi Airbus. E lo stesso rito lo si compie ugualmen- - te·per la posa della prima pietra in tutte le case giapponesi;. e si rivolge allo spirito anche la massaia, che alla fine dell'anno offre sake e riso agli spiriti degli utensili che l'hanno servita per tutto l'anno. Quanto poi alle sarte, butta– no gli aghi ormai inutilizzabili in un patè di soja, perchè possano gustare la dolcezza prima -· sterna di valori giapponese, che mescola mate– riale e spirituale, è ancora una forza dinamica e vivente». · -di essere sepolti' con riti funerari apppropriati. «Sono 400 anni che i giapponesi vedono tutto ciò che li circonda come manif estazroni degli spiriti. Si dice in genere che il Giappone conti 8 milioni di «kami» (divinità), perchè ogni albe– ro, ogni pietra, ogni ~ggetto può ospitare uno di questi «kami», spiega Kenji Ekuan, presi– dente della più grande società di design giap– ponese, la GK. «Questo animismo è stato es- . senziale per la sopravvivenza dei giapponesi, davanti ad una natura ostile. I robot e i com– puters non sono altro che nuovi spiriti, che conviene trattare come tali ...» Nessuna meraviglia quindi che tutti gli stand dell'esposizione scientifica e ---tecnologica di Tsukuba, i robot e i computer che li popolano, siano gi4 stati oggetto di riti simili nelle setti-·. mane che hanno preceduto l'apertura ufficiale. «Alcuni giudicano queste pratiche contraddit– torie con i principi di una esposizione scientifi– cà», spiega uno dei responsabili della mostra «ma la tradizione ha vinto». E la stessa cosa succede quando un nuoyo ro– bot entra in una azienda: «è un invito allo spi- Sembra questa la chiave dell'accettazione, da parte degli operai giapponesi, dell'introduzio– ne dei robot nelle officine, se si sta alle parole di Moritani. Alla Nissan, per esempio, si parla dei robot di officina come di esseri umani, gli si dà il nome di un cantante celebre o di un'at– trice famosa. II professor - o meglio «sensei», maestro - Ma– sahiro Mori, un uomo affabile che traspira al– legria e ottimismo, sorride dietro gli occhiali spessi quando degli ingenui yivitatori gli pon– ·gono questo tipo di que 1 ito. Mi riceve nel suo ufficio all'Istituto di Tecnologia di Tokio e mi dice che è difficile spiegare allo straniero «ga– jiin», la «via dei robot». E dire che lui è stato uno dei primi a concepirli, negli anni '60. È grazie a loro, mi spiega, che ha riscoperto il va- lore del buddismo zen. «I robot possono essere dei compagni di lavoro., nia anche dei mae– stri», sorride «Budda è dentro il robot, come è - denti:o gli uomini. La via dell'Illuminazione

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