Fine secolo - 16 marzo 1985

,r ' ·Poesie di Massimo· Lippi Appena- quel brontolio notturno il fiabesco timone governa dietro di lui un chiarore si estende rinforza fa traina del vaporoso contingente e matasse e creste d'acqua il cielo .scotona. Laggiù nel fr,égolio d'alberi -ne la curva sinuosa del fiume balugina il cocchio de la-sposa - l'onda dei ciliegi in fiore protesi làttanti a la poccia mungono le festose parabole dell'età maggiore. Speriamo balti cavaliere e castelluccio nel trògolo dei forti nell'intreccio di canzone amorosa mentre dal cenno di un'ombra lievemente sale il corso de le marina antenne di vulcani eruttivi protende briglie cadenti del ~ole detriti voraci e milizia di cirri scaglia contro di noi il Cristo dal buio irresistibile de la terra.· Nell'abbandono del Padre scioglie'l'ispida origine e la fuga la capretta che bèla e il languore de le mani. Il Merlo con Bragiòla pareva matto al primo giro un fiasco intonarono laudi . e di squincio canzoni profane. Il --vitellopocciava al bufo dopo cena col fresco a quel modo ognuno ayeva il suo angelo in· fronte e la giubba ciondoloni. Delaide fece Anna nel pqnto dove dice: «e son figlia del b~l mar.» Se i morti ancora non possono tornare significa che l'Imprendibile Cantante il Meraviglioso ha fiato nella sacca e lo tramoggia nei Crudigussi e Famelicani a piacimento altro che àngoscia pel dio finto adirato lo spauracchio del nucleare. - Fantasmi che avete sembianze· umane torbide chimere della prima gioventù a voi parlo di un uomo uguale ad altri che é:\Veva in bocca il pane del mistero fra 'l pigolio dei giorni lo strazio e il vivido sentore~ ORA CHE IL VENTO LASCIA DI MARTORIATI FIORI PAGINE APERTE NEL SOLE RICOMINCIA GRANDE IL SOGNO DE LA PACE COME FOSSE UN ALTRO TUMULTO ,. Fotografia di Ruggero Savinio Si varano da una sponda sola -le medie figure a pettine il disegno mai compiuto a la prima piglia corpo e natura di spada ora che il maestro lo tocca nei tribunali del mattino a trascio il figlio conduce la madre donna scallaiata eppure a' suoi tempi uria cima _ -e èol pensiero ci ganzavano in molti mira come invoca i passanti perché da quel genio malato qualcuno la salvi · il carretto è cerchiato di ferro la bambina è la morte e la morte è nei petali rossi. .,. · _Dal viso al corpo trema ·il primo lottatore l'astro sguaina la contromossa di notte ispida patria e cieca indenne , brezza dei cantori a la rovina Giacobbe l'angelo trac~nna e si spaventa il popolo a sentire che fruscolo di rosa contende mani e calci forti sburiana è fiata spume ansando quel divino si posa infine e riga l'incipiente panna di lume sarai chiamato fiero d'Israele . - giudice santo gemma dell'oro non lieve insidia.

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