Fine secolo - 2 marzo 1985

FINE SECOLO O SABATO 2 MARZO 1985 30 La salute qalle piante al computer, _ dall'anticodigiuno alle·nuove diete ,_ _____ di Vincenzo BUGLIANI ------- LA SCORZA DEL SALICE, CIOE' L'ASPIRINA JEAN-MARIE PELT, La medicina con le piante, Feltri– nelli, 1985 Il libro non dà quello che ci si potrebbe attendere dal ti– tolo e dalla collana in cui è ospitato («Manuali di medici– na pratica»); non è l'ennesima e ormai inutile guida alle piante medicinali. In compenso è molto di più._ E' innanzi tutto la storia, spesso gustosa, della farmaco– logia vegetale ·e del suo trasformarsi' in farmacologia chi– mica: dalla pianta o parti della pianta, all'estrazione del1a droga mediante tisane e infusi, all'isolamento .dell'essen– za, alla.sua trasformazione in laboratorio, alla sua ripro– duzione parziale o totale per sintesi. all'invenzione di mo– lecole nuove non esistenti in natura, a partire d,1 molecole vegetali o indipendentemente da esse. E'quindi anche un capitolo di storia della chimica. In questa indagine il guaritore del Dahomey e del1a Lore– na ~tanno insieme al chimico dei laboratori B~y~r, non solo per pietas verso il passato o altre culture, ina perchè nella scienza empirica (nonostante o grazie alle teorie che la guidano) anche l'indagine chimica più raffinata trova ancora utili orientamenti. Per esempio, nella ricerca di nuove sostanze medicamentose vegetali. si può procede– re, con scarsi risultati. all'esplorazione a tappeto e casua– le, oppure seguire le indicazioni offerte dalle farmacopee mmon. « N0nostante gli insuccessi. gli errori e le cadute inevitabi– li, l'esplorazione delle farmacopee tradizionali e dei se– greti empirici rappresenta una ricca fonte d'informazione e apre un campo di scoperta es~remamente feconda. Si sa che la prospezione sistematica degli effetti terapeutici del– le molecole nuove. lo screening o «passaggio al vaglio» dei loro effetti. ottiene un rendimento estremamente bas– so. Una molecola su 6.000. persino su 10.000 secondo certi studiosi. avrehhc alla fine la possibilità di°divenire Nel numero di febbraio Il mercato mondiale degli spiriti • Careme PÒlenta • Quaresima e Carnevale • Fast food Geografia della Gola (Valdinièvole) • Moda Inquinamento • Pubblicità Secondo inserto: Berealto (vino, cocktail;, distillato, spumante) 40 pagine a colori Lire 4.000 In edicola dal 10 febbraio : , .~dizioni Cqo~raiiva Intrapresa . . . Via Caposile 2, 20137''Milano, telefono .. l02). 5457_267 __. un farmaco. L'indagine sulla scienza dei guaritori per– mette di sperare in una resa migliore. poichè essa non av– viene più accidentalmente. Naturalmente si può ritenere questa scienza completamente fallace, e si può pensare · che le possibilità di scoprire una nuova pianta attiva non siano più elevate per questa via che ricorrendo al puro caso: ipotesi evidentemente insostenibile, anche se alcuni spiriti illustri hanno creduto di doverla difendere con vee– menza. Un certo atteggiamento scientista ha, nel passato, gettato il discredito su ogni ricerca di questo tipo, come se tutta la scienza accumulata, nel corso dei millenni e nel mondo intero, dalle culture tradizionali, dovesse e~sere considerata come nulla e mai esistita. Il mondo, per loro, cominciava nel XIX seco1o». · Una rievocazione non preconcetta e non lineare del cam– mino della scienza e della medicina non può non mettere in crisi la certezza centrale della chimica e della farmaco– logia dominanti e aprirsi alla rispettosa considerazione anche delle eresie più sconvolgenti. «Infine, e poichè bisogna ben avventurarsi· fin qui, ci si può e ci si deve porre la domanda se i principi attivi siano davvero i supporti esclusivi di ogni effetto terapeutico. Si conoscono infatti i risultati ottenuti con le alte diluizioni omeopatiche, a proposito delle quali è facile dimostrare, con calcoli derivati dalla chimica più elementare, che non contengono più nessuna molecola, se non il solvente di– luito e dinamizzato; eppure, le sperimentazioni farmaco– logiche condotte su tali diluizioni, con tutte le precauzio– ni di rigore onde eliminare l'ipotesi di un semplice effetto placebo, attestano la· loro attività fisiologica!... Le ricer– che della Luu O Vinth, che studia, con spettrografia Ra– man-Laser, le modificazioni prodotte dalla dinamizzazio– ne (agitazione ritmica delle diluizione durante un tempo esattamente determinato) sulle soluzioni omeopatiche, sono del Il}ass1mo interesse, poichè sembrano indicare che il solvente subisce un'alterazione di struttura a con– tatto con le sostanze attive, divenendo esso stesso il sup– porto di un'azione terapeutica! Si comprende meglio, al– lora, come, ad esempio, le diluizioni 15CH (quindicesimo centesimale hahnemanniano) di licopodio, che non con– tengono più nessuna traccia di principio attivo, poichè esso sparisce al 10° o 11 ° CH, possano scatenare fortissi- · me reazioni sul fegato o il rene! Inoltre, le raffinate speri– mentazioni del professor Netien, che mettono in rilievo l' azione positiva delle alte diluizioni omeopatiche sulla cre– scita dei vegetali, permettono di oggettivare, al di fuori di ogni effetto di tipo «psicologico»,_gli effetti evidenti di tali prodotti». Dall'interno della scienza più ufficiale (l'autore è profes– sore di biologia vegetale a Metz e presfdente del Cow,i– glio di Amministrazione dell'Istituto europeo di ecologia) una riflessione libera, intelligente, senza paura, fa proprie le critiche, lo spirito di ricerca, le prospettive che da più · parti convergono alla necessità d'un ripensamento gene– rale della nostra civiltà. L'ASPIRINA «Un salice che aveva i piedi bagnati» L'esempio più significativo a questo riguardo è senza dubbio quello della scoperta dell'aspiri,na, che può rap– presentare simbolicamente tutte le grandi tappe della sto– ria della farmacia. Anche qui, all'origine, si ritrova la fa– mosa teoria delle segnature, secondo cui i saHci, che cr~sçono ·~nche nei luoghi paludosi •infestati dalla mah!_- ria, dovevano possedere la capacità di guarire questa ma– lattia e la febbre che ne deriva. -Vivendo «coi piedi nell' acqua» senza soffrirne, devono necessariamente essere ef– ficaci contro le malattie dovute ai «piedi bagnati». Tale era, secondo E.Stone, la «segnatura» della loro azio– ne terapeutica; partendo da questa ipotesi l'autore pre– sentò, il 2 giugno 1763, alla Royal Society di Londra, una comunicazione intitolata Rendiconto di successi della scorza di salice nel trattamento della/ebbre. Stone appog– giava inoltre le proprie osservazioni cliniche sul fatto che la scorza ha un gusto amaro, paragonabile a quello di una scorza di origine. peruviana già nota all'epoca come il rimedio sovrano contro la malaria: la china. Il decotto di scorza di salice divenne così un medicamento specifico della febbre e, ciò che è più contestabile, della malaria: a quell'epoca non si faceva alcuna distinzione tra febbre e febbre. Un'altra applicazione della teoria delle segnature voleva che la tisana di scorza di salice curasse le articola– zioni anchilosate e i dolori reumatici, poichè il salice è un albero elastico e flessibile, i cui rami si lasciano facilmen– te piegare ... Nel 1829, un farmacista francese, Leroux, isolò, partendo da un estratto di scorza di salice, un com– ponente che chiamò salicilina. Quasi contemporanea– mente, un farmacista svizzero; Pagenstecher, ottenne per distillazione dai fiori di regine dei prati (Spiraea ulmaria), l'aldeide salicilica, ulteriormente ossidata in acido salicili– co dal tedesco Lowig. Si vide ben presto che la salicilina e l'aldeide sa1ici1icaavevano la stessa struttura cii hase. Nel 1853-,Gerhardt, di Strasburgo, acetilò per la prima volta l'acido salicilico, di cui Guerland realizzò la sintesi poco tempo dopo. Nel 1876, Riess e Stricker misero in eviden– za l'azione dell'acido salicilico nel trattamento delle feb– bri reumatiche. Infine, nel 1893, Hofman, chimico della Bayer, intraprese la sintesi dell'acido acetilsalicilico su scala industriale. Da questa data, il consumo mondiale dell'Aspirina ha continuato a crescere. La denominazio– ne «aspirina» rappresenta uno dei primissimi esempi di nome volgare usato nell'industria farmaceutica: il prefis– so «a» ricorda la presenza del radicale acetile e «spir» de– signa la spirea, partendo dalla quale fu inizialmente otte– nuta l'aldeide salicilica. L'aspirina viene impiegata soprattutto per la sua azione· antireumatica, analgesica e febbrifuga. Nessuna molecola nuova è riuscita finora a in~accarn.ela supremazia. Tutta– via, nonostante l'ampiezza delle sue applicazioni terapeu– tiche, la sua modalità d'azione resta ancora scarsamente conosciuta e la sua utilizzazione puramente empirica. Tutt'al più si sa che essa viene parzialmente trasformata, nell'organismo, in acido salicilico. Anzi, come osservava di recente uno specialista, se l'aspirina venisse scoperta oggi, non diventerebbe probabilmente mai un farmaco, visti i suoi effetti teratogeni nella sperimentazione su cer– te specie animali, -Je emorragie gastriche benigne consta– tate in _clinicae, infine, la quasi impossibilità di dimostra– re la sua attività teràpeutica ... Meriti dell'empirismo e rischi della scienza ...».

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