Fine secolo - 2 marzo 1985

• n-ero .. 1 ' . a .cava - r· ~:- :~" . •.... _"; ~ In~~,~ cavallo 1 Gerdoo Moro; m !ieCCìitC10 JIW!O~ a cavallo, Cosimo aeiMedki. ,'"~,.•'-·• '-~-- ~ ... :~!: ~ ... "'(.'~:,;1·: >;)l () .; __, ,. o f di Adriano SOf:RI t. Lò scalp'ore:é enorme. Là storia dell'arte. ha offerto -di·. rado sorprese così spettaco– lari. Le·carte ·sono tutte rimescolate. L'a– mico americano, che si é agitato intorno al ponte dei lavori con gli altri e più auto– rizzati studiosi senesi, e a ogni centimetro recuperato ha avanzato nuove e più o meno. temerarie ipotesi, deve aver provato una invidiabile euforia. E' vero che i lavo– ri si sarebbero comunque,, prima o poi, ,. fatti. E' vero che a finanziarli sono stati dei mecenati tedeschi, con la mediazione dell'Istituto Germanico fiorentino, e del prof. Seidel, dell'Università di Heidelberg, il quale--ha tutt'altre opinioni' da Moran. Ma é anche vero che sono state le sue ap– passionate convinzioni a mettere in motò l'affare, Moran ha alcuni syantaggi: non é un professore di università, e i suoi titoli non sono imponenti; qualcuno gli rinfac– cerà di aver lavorato in banca, o in borsa (bisogna pur prendere qualche rivi~cita alle mortificazioni del carodollaro ). In– som~a, passa un po' per un "dilettante". - E' anche un americano, mite ma testardo. e irruento: e un am~ricano nel Palazzo Pubblico di Siena rischia di essere più fo– restiero che alla Corte di re Artù. La città · ha inscritto su una sua antica porta d'ac– cesso: "Siena ti spalanca un-cuore ancora più grande di questa porta/', ma poi spes– so é matrigna. Moran deve aver voglia, · come tutti quando arrivano a Siena, di di– ventar senese, per foga amorosa e bene– merenze scientifiche, e nonostante il .suo pazzesco accento yankee. Sua moglie, an– che lei addetta a lavori d'arte, é di Monte– pulciano, e di famiglia viticultrice. Come vedremo fra poco, i vigneti giocano una parte capitale in_questa storia. Dev'esserci .una predestinazione, perché Moran, che non ha_accesso facile alle riviste speciali– stiche, conduce la sua bàttagìia dalle pagi– ne del periodico del Chianti -un "classi- · co", dunque- "Il Gallo Nero" ..Non sarà il Burlington Magazine, e fa sorridere gli avversari: ma é già qualcosa. Del resto, il cavalier Guidoriccio da Fogliano campeg– gia su molte etichette di vino rosso. E lo stesso Moran non mancherà di ricordare ogni tanto che anche l'Ente per il Turismo senese ha tutto da guadagnare dalle "sco– perte del secolo" in Palazzo Pubblico. UNA BREVE INTRUSIONE A CASA . . - DELL'AMICO AMERICANO Si parla molto di Moran, magari a scapito dei tanti e notevoli studi che altri condu– cono, e che vengono bruscamente ingoiati nella macchina polemica che ha Moran per campione, positivo o negativo. Fatto sta che il giallo del Guidoriccio si é presto sdoppiato, e all'enigma dell'attribuzione del vecchio~e del nuovo affresco si é in– trecciato l'enigma meno entusiasmante ma non poco influente e rivelatore di una polemica strenua è incarognita. Torniamo a Moran, dunque; a casa sua, cioé in una cucina ospitale e ingombra che fa anche da salottò e da studio, nel bel centro di Fi– renze. C'é una· deliziosa bambina che si chiama Laura -forse come l'amata da Pe– trarca, cui Simone Martini fece·un ritratto perduto? Gli anni dovrebbero. corrispon– dere ... Sulle pareti sono affissi fra l'altro: un poster dell'EPT senese effigiante Gui- FINE SECOLO O SABATO 2 MARZ0°1985 25 .e - - doriccio; etichette commerciali col Guido:. riccio; una cartolina postale ritoccàta, in cui Guidoriccio ha la barba e il cappuccio di Santa Claus, e il cavallo ha un palco di corna da renna. ERA VAMO, DUNQUE, NEL 1980 Man mano che si succedevano le .rivela– zioni del lavoro di restauro, si accavalla– vano le tesi nuove o aggiornate. Quando appare, del nuovo affresco, la sola parte col castello, l'opinione prevalente é che si tratti di un.nuovo Simone ~1artini, e'che il castello sia quello di-Arcidosso. · Si sa infatti che i castelli dipinti nella. sala .,devono essere almeno sette, e probabil- - mente di più (poco meno di venti, perrsa ora Moran). Raffigurare i castelli via via che venivano espugnati o acquisiti a Siena era un modo di celebrare la potenza citta– dina, ma anche una forma di documenta– .zione ufficiale del nuovo titolo di possesso politico. Una specie di grande registro murale. (Bellosi sottolinea questa- funzio– ne precaria, e solo complementarmente estetica, pe, dar conto della relativa tré\– scuratezza del "Guidoriccio": la celebra– zione della forza e della bellezza senese era di fronte, nella "Maestà"). Ricevute di pagamenti, atti di commissioni, altri do– cumenti, fanno menzione dei castelli di– pinti. Risultano pagamenti a Simone Martini per dipingere Montemassi e Sas– soforte (16 lire) nel 1330; e, nel 1331, Arci– dosso e Casteldelpiano (22 lire e 8 soldi). C'é una commissione per la pittura del ca– stello di Giuncarico nel 1314.. "Altri ca– stelli" vengono genericamente nominati" già a quella data. Il nuovo ritrovamento sembra ragionevol– mente promettere che altri "castelli", di mano dei più grandi· pittori' senesi -di Duccio, di cui non resta nessun affresco, dei Lorenzetti, di Simone- siano custoditi dagli intonaci della sala. Sembrerebbe che l'entusiasmo dovesse avere la meglio sui dissensi. In effetti unanime é il riconosci– mento della qualità eccezionale delnuovo affresco; pressoché altrettanto unanime - con più o meno compiacimento, con più o meno rammarico- é l'ammissione di una maggior debolezza e sciattezza del vecchio "Guidoriccio". Lo stesso affezionatissimo Bellosi ammette che paesaggio e cielo sono-su ·un intonaco assai imperfettamen– te lisciato, e granuloso- anche se tutto si riscatta nella parte del cavaliere, dove l'in– tonaco é levigato, e minuziosa l'esecuzio– ne del profilo, che gli sembra bellissimo. Lo stesso soprintendente Torriti dubita pesantement~, e s'impegna generosamente a far venire fuori gli altri capolavori na– scosti nelle pareti. Ma i dissensi tornano presto a prevalere. ,Il !}UOVO affresco é più antico del primo, com.'é· documentato materialmente dal fatto che gli si insinua sotto, e come é del resto evidente per ragioni di-stile. Ma se é così, la tesi che raffiguri Arcidosso (presa ·nel 1331) é acçettabile solo al costo di ri– minziare definitivamente alla paternità· di Simone e alla data. tr~dizionale. del "Gui– doriccio". Qualcuno per convinzione. qualcuno forse per opportunità, la gran maggioranza degli esperti si attesta sulla data e il soggetto ·più antichi p~r il nuovo

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