la Fiera Letteraria - XV - n. 52 - 25 dicembre 1960

Pag. 2 TRA UNA LETTURA E L'ALTRA * Poeti d'ogni età * di ELIO F. ACCRQCCA Terminata la st.."lgione dei premi (mn la parentesi non sarà lunga), che ha pur da– to vita ad una interessan– te inchiesta sulla Gauetta del Popolo, avviata da un articolo di G.B. Vicari e con– dotta da Lorenzo Gi(lli tra moltissimi interventi di spe– cialisti, torniamo alle nostre nbituali letture domestiche, al nostro tavolo su cui re– gna, austera e \'ariopinta, la pila dei volumi. Libri recenti attendono, cd alcuni anche editi da me– si, molti dei quali invoc– chiati scnzn possibilità di recupero, e pace all'anima degli autori che continue– remo ad ignorare anche a lettura inoltrata o ultimata. Chi danneggeremo? Qualche \'anitoso e troppo interes– sato versificatore tornato rc- ~%~~c:.icp~a ~=~~ 0 a~~/~à ~~i~e cr:;~Kfc 01:u:e ~!nr:r 0; in pace requiescat anche la anima di costui. Col Natale alle porte, an– che le polemiche, come gli sfratti, subiscono una sosta. Gli editori pensano alle strenne e agli almanacchi, i lettori acqu irenti { o pre– sunti tali) affolla.no le li– brerie alla r icerca di un vo– lu me che facc ia al loro ca– so particola.re ; molto affol– lat i sono pur e i negozi di dischi letterari, sempre più di moda, tanto che il nume– ro delle case discografiche aumenta (l'ultima, e già fio– rente, è l'Istituto Interna– zionale del Disco nella cui • Collana Culturale a diret- ~!n~a a~fg;f c 0 t~nisidr~~ missima scelta): noi lea:gia– mo poeti d'ogni età conti– nuando a lasciarci sugge– stionare dai valori di sem– pre, immutevoli nel tempo e nell~ spaz~o pen:hè sol– tanto m essi s1 nconosce la sapienza dell'uomo. Il re– sto appartiene all'effimero giuoco delle Tre Carte, • questa vince. questa per– de_. a, cioè all'intrigo o al– la moda di correnu stagio– nali. che poca presa hanno sulla poesia. Gioco a nascondere è la parte aggiunta al volume di Canti barocc}ll di Lucio Pic– colo (Mondadori, lo • Spec– chio•). e scoperto•• come si ricorderà, da Montale nel '54 • in occasione di un incontro fra letterati svoltosi a San Pellegrino. Un gruppo di scrif'u1i avrebbe dovuto prcln, ·are degli autori gio– ,1ani, autori nuovi. Montale, che poco prima aveva rice– vuto il fascicoletto di 9 liri– che pubblicato cb Lucio Pic– colo in una modesta tipo– grafia d i proviné ia, pensò bene di presenta.re il nuo,-o poeta c li Capo d 'Orl:mdo (Messina). E Lucio Piccolo fu. li suo nome e la sua poesia ebbero rilievo e for– tuna non soltanto in quel com-egno, ma anche succes– sivamente. Due anni dopo, ~ir~ti~ffan~s~Ùo a~~~~ con prefazione dello stesso Montale. Nuo,·o senz'altro e fors'anche giovane a cin– quant'anni suonati, il Piccolo appan•e subito un poeta ri– cercato, .:i.nnonioso, esoterico. li suo Gioco a nascondere conferma l'aulicità dei Can– ti barocchi, con la tendenza a miticizzare la natura este– riore e l'intimo sentimento in una sorta di realtà adi– mensionale la CW opulenZ3 (dannunziana e non di Cam– pan.i) coinvolge verso e rit– mo in un imp.isto musicale di lucida tessitura. Montale in inglese e in sve– dese. Sono due recenti tra– duzioni, due volumi: il pri– mo pubblicato dalle Edizioni della Lanterna di Bologna (Robert Lowell, Poesie di Montale, con un saggio di Alfredo Rizzardi e un acque– rello di Giorgio Morandi) e il secondo apparso nella Bi– blioteca di cultura diretta da Giacomo Orealfa per la Editrice e ftalica• di Stoc– colma {Eugenio Montale, Poe.sie, tradotte in s,,edese da Gosta Andcrsson, con una interessante Premessa del poe1a italiano). Due ampie scelle che testimoniano il continuo interesse verso la poesia di Montale nelle zo– ne nevra1giche della lettera– tura internazionale. Presso la stessa Casa Edi– trice « Italica• di Stoccolma è uscita una raccolta di Poesie di Artur Lundkvist nell3 versione del nostro Ore– glia, attento e scrupoloso di– vulgatore della letteratura ilaliana in terra di S,·czia, nonché di quella svedese nel– la nostra lingua. Voce au– tore"-ole quella di Lund– k\tist, scrittore autodidatta, nato nel 1906 da una fami– glia di agricoltori, viaggia– tore, traduttore e narratore di qualità. Voce dall'accesa fantasia, ricca di fiducia nel– l'universale perfezione, come è documentabile nei versi di • Vita senza dolore a: Ca,•al– cammo ,·eloci come il ven– to, - parlammo alte le no– stre teste - sotto il sote, sot– to le nubi - In dimore ospi– tali - flui tutta la notte il vino, - f/ul tutta la notte il sangue - da ferite amorose. - Con candidi denti mor– demmo - il legno della pipa, - carne di bue - e i lombi delle donne. - E in allo nel– lo spazio - cantarono i rio– stri cuo,i. Una antologia della Poesia ungherese del '900 ci giunge da Schwarz nella traduzione di Mario De Michcli e Eva Rossi: trentacinque poeti, da Endre Ady a Gyori Imre, di ,·aria tendenza. civili e li– bertari, decadenti, crepusco– lari, mistici, che danno perb la visione complcssh•a di tutta l'ispirazione tradizio- nale della terra magiara. Da SeKOalare, sempre del De Micheli che ne ba curato la scelta e li ha tradotti con L Pampuri: Z/ paeti bulga– ri fucilati (Collana Omnibus dell'Editrice Il Gallo, Mila– no). Una piccola antologia che ha però un grande ~i– gnificato. • L'assassinio di un poeta - è scritto nella pre– fazione - riempie il mondo di orrore... Ventun poeti! Quasi tutti morti nella pie– nezza delle loro forze crea– tive, fra i venti e i trenta– cinque anni. .. •· La presente antologia vuol essere la te– stimonianza della loro idea– le e umana eredità. La. critica e i poeti. E' un tornare in patria con i due volumi di Piero Bigongiari (Poe.sia italiana del Nove– cento, Fratelli Fabbri Edito– ri) e di Giorgio Bàrberi Squarotti ( Astraiione e real– tà, Rusconi e Paolazzi Edi– tori, Milano, Collana « Qua– derni del Verri• diretta da Luciano Anccschi), Due stu- • diosi ben noti, equilibrati, chiarificatori della ingarbu– gliata situazione poetica ita– liana. Il Bilrberi Squarotri, nell'intento di studiare la cri– si e del rapporto fra parola e rea llà nella poesia ila– lia.nn fra ottocento e nove– cento• • accentra la sua in– dagine metodologica e stili– stica sul Carducci, Pascoli, Gozzano, Saba, Ungaretti, Boine, Rebora, Sbarbaro e Pavese, soffermandosi sulla lingua, l3 sintassi, la tecni– ca, lo stile, il linguaggio e la esperienza poetica dei suoi autori, sino a r:iggiungerc la convinzione che la sorte del– la nostra poesia contempo– ranea è segnata dalla distru– zione della ragione, cioè dal tramutarsi del reale nel pu– ro fantasma della parola, del simbolo, dell'astrazione. Bigongiari raccoglie nel ,·olume ::i.lcuni suoi saggi su Campana, Rcbora, Carda– relli, Sbarbaro, Ungaretti, Montale, C::i.proni, Luzi, che segnano i puntibasc, ma non i soli punti dell'arco, di un No,·eccnto nel suo farsi, nel compiersi continuo della sua storia interna, quasi a voler cogliere il respiro stesso di questi decenni attraverso il respirare incessante delle opere. linn storia cioè di t~ stimonianze rese alla poesia e con la poesia. Senza ri– correre ad altri mezzi che son sempre estranei alla vi.la e alle ragioni della p oesia stessa. E con tali premesse non ci si può sb:lgliare sui risultati: scoprire e cogliere la nascila e il formarsi delle lince essenziali e costanti che formano il tessuto d.i un'esperienza lirica che du– ra ormai da più di mezzo secolo. Infatti non dimostra, la pocsi3 novecentesca, gli anni che le si danno. SIJLLA BIE/1'11 1 ALE DI v::-NEZl.1 * P. Bittarelli Scusandoci con P. BittarcJU per Il ritardo con cui appare questo suo intervento, annunciato già da tre numeri. E J Da AGOSTO clte resisto a de.scri– vere le più personali impre.sswni sulla XXX bierwa/e di Venezia, che resisto ad allineare le mie alle in/inite altre che giornalisti e cri1ici, letterati e uomini della strada hanno a/fastellato m una ridda sconcertante. In quei giorni di agosto a me successe come a quel sagre– stano che al Prcfatio cantalo dal cele– bratile faceva seguire w1 e Sanctus•··· di dfrerso tono ( !): per cacciar.:. dal padi– glione degli orecchi ogni nota scampa– nellata a tutta distesa. Dopo la visita di tutti gli stand e di tutto l'astratlismo mondiale, io mi ritro– vai, ww mattina, nella Galleria dell'Ac– cademia a rivedere i Veneziani: Tmtoretto, Verone.se, Crivelli, Tiziano, Tiepolo, Bas– sano ... m.somma a rivedere, a rifarmi gli occhi e 11011 solo gli occhi. Però confesso che la pigrizia (o la pru– deriza?) avrebbe a,icora vi.mo. sul _de:5ide– rio di dire qualche cosa se gl i ulwm nu– meri di Fiera Letteraria 11011 avressero riacceso le diatribe. Non occorrerà nep– pure dire eh.e l'effet to la sciato da mille soggetti astratlisti è me.no riposante della varietà dell'arte fig urativa , né dire clic pochi quadri invitano a rifle!tere_pro_fon– damente, molti stancano. Cosrcche arnvato fresco alla Biennale mi stancai più che nelle scalate delle vette alpine, che _avevo_ lasciate, giunto starico alla Gallena rr_u riposai spiritualmente uella serena e vana contemplazione. Non occorre dirlo, perché rischia di m– trodurre dei preconcetti: l'opera che non ti avvince non è arte. Mentre a volte quella che più fa pensare meglio traduce l'anima dell'artista: Dante e Giotto so110 mer10 nposanti del Ghirlandaio e del Sac– chetti pur esprimendo ben puì profonda ispirazione. . A parte i tanti manieristi . che st so11~ ::tr~~~l= ~:~~~!:ò, c~~1eu,~'~i~~{ioM~ 1 ~i~ timo, prima di tutto una autenttca dzffi– coUà interpretativa, perchi quelle opere .sono sca.turite da una visione dell'essere e dell'uomo, da una concezione del mon– do da una cosmogonia, come diceva M.ox Poi Foucl1et, da una metafisica cor_ ne di– ciamo noi: • escludi dal tuo canto t_lreale perchi è ,•ile••. e il_ nu~la. è 1~. ventà •, 1 versi sono e mmro!z dt mamra sonora •• aveva detto Mallarmé. In altre parole l'artista 110n potrà più riprodurre .!e c_os.e, ma il twlla, e l'arte non sarà p1u figl,(!– della natura e nepote di Dio, come scn– veva Dante, ma rappresentazion~ de!l'idea e nepote del mi.stero. Il nulla, 11 n!tstero, l'ignoto non hanno figura, però vibrano, in suoni in colori in parole, diventano ninnoli di inanità sonora. Occorre ancora citare Mallarmé: e I.A meraviglia di trasporre wi fatto naturale nel suo quasi scomparire vibratorio, se– condo il gioco delle parole serve a far scaturire la nozione pura. lo dico: un fiore•.. e musicalmente s'in– nalza, idea siessa e soave, l'assente da ogni mazzo. Poe.sia come parola, pittura come colori. Nelle e Oeuvre.s complète.s • (Bibliotè– que dc la Pléiade, /945) del Mallarmé, il teorico del simbolismo, scrive proprio queste autentiche parole: « Il poeta l~cia l'iniziativa al colore. Cioè la sconcret1ua– zione è il presupposto della poesia pura e della pittura astratta; il verso e il di– pi1110 non vogliono più dire nulla, solo cantare, incantare, solo in forme impos– sibili esprimere un mondo impossibile•· Non solo mille quadri astratli st011Cano, ma drammatiuano l'atmosfera, disuma– niuano il cuore.. Per ore e ore si gira per i padiglioni italiani, sviwri, tede.scl1i, americani, greci, spagnoli ... senza incon– trare più w1 viso che rida o pianga, w1 testo autobiografico. Bisogna per forza ricordare la risposta del salilo teorico del simbolismo a clii gti chiedeva: • non piongele mai nei vostri versi?• • Nepp,_,re mi soffio il naso•· Non c'è nulla da dire, l'interprete maggiore è Ortega y Gassel, scrittore del famoso saggio: Deslmma11i– zacid11 del arte (1925). Quando l'arte diventa una fenomenolo– gia, tu senti il bisogno di tornare, una mattina almeno, alla Galleria dell'Acca– mia. Mellarmi, teon·co del simbolismo, si kr:-::::,~. ~~1;:~or:"d:ft.m1~ 11 'r~~at:::gn;:: ritore dell'altro. Per esempio la lirica MARINA di.strugge i limiti tra terra c. mare con una tecnica cara alla pittura modenta: I carri d'argenlo e di rame Le prue d'acciaio e d'argento Bauono la schiuma Sollevano i cespiti dei roveti. Si tratta di due immagini sovrapposte: i carri del primo sollevano i roveti del quarto, le navi del secondo percorrono le onde del terzo. A Venezia i pittori meno arditi erano ancora allo studio della so– vrapposizione delle immagini, gli altri (Vedova e Fautrier compresi), i più_ arditi avevano dato l'iniziativa solo at colori. e Dobbiamo strappare alla pittura la sua antica abitudirle di copiare, per renderla sovrana. Invece di riprodurre gli oggetti, e.ssa _deve _provocp.re _eccita:.ion~ mediante le linee, t colon e i contorni ricordati dal mondo e.sterno, ma sempli– ficati e frenati: una ,•era magia•· Prop rio qu~ta frase del Rimbaud, in: sie.me a quella del fiore assenrc da ogni ma110, riportò PicaHo nel catalogo dl'lla_ personale parigina del 1955. linee e colon e forme al posto degli oggetti. E' ~a– gerato evocare il Barocco? Con la difle– ren:.a clte quello antico aveva il vuoto interiore e non lo sapeva sufficientemente, quello attuale è cosciente, translucido. cri– tico e pertanto drammatico. disumauo, ag– gressivo, cupo, oscuro, delibe,cto, smar- [tr~O, 5 fi~;~~;e1 !oforoi~:drfn::::,:ir'/:/i:; sue grida squarciano il cuore proprio per– ché non erompono dal cuore, ma sono imperative, magiche, caoticlie, LA FIERA LETTERARIA Realismo e antirealismo (contlnua ~pnglnn 1) mentre si aspetta e si prepara la nuova. Quando la conven- ~~ti~e a~ce 1 t\~fi1?tin~~~; epoca non sono più sufficienti a esprimere le intenzioni del– l'epoca successiva; quando la ~t~c~r~~re~~e ~i~~t~iù d~1 meccanismo espressivo e al– lusivo inventato dall'epoca precedente, rinnscono i forti e disperati impegni del rea– lismo, e l'illusione che l'ana– lisi accurata possa bastarc al– l'opera d'arte. E' invece un la\·oro di filologia, che non lascerà traccia di sé, se non per i filologi, perché finirà trasfigurato nelropera dei ::lj·d~1fua~1: 0 defro~n:~n:, o ne son aià fuori nel mo– mento stesso in- cui fissano I?, loro prima intuizione poc– hca. Come ognuno ,·ede, il di– scorso può essere applicato a tutte le arti: ciò prova che ~~~~ rd :,l~cn~l~n!~~iched~i linguaggio. Siamo con esso al– l'essenza dell'espressione, e poco importa se le arti figu– rative e la musica, prime ad esercitare l':malisi sembrano ormai le più lontane dalla sintesi (ciò Potrebbe signifi– care che inerisce alla loro na– tura il compiacimento della notomizzazione che, di fatto, produce effc11i degni di un più lungo studio, e più suscet– tivi di compiacimento). traverso i metodi tradizio– nali: libro, cinema, teatro, ma potrebbe anche avvenire per mezzo di una televisione impegnata, aperta a~li scritto– ri autentici, i quah, ben sa– pendo che l'invenzione e il linguaggio sul teleschermo hanno confini invalicabiH, non lesinassero impe~o ncll'ap- f,rofi~~i a~~b~to~~lt~eci~o~ guadagnare, se un più vasto pubblico fosse educato a in– tenderlo; e una televisione in– tesa come propedeutica alla lettura, al teatro, alle arti fi– gurative, alla musica, alla vita politica e sociale, non sarebbe quel mostro divoratore o quell'agente di corruzione, che taluno l'accusa di essere. g~,?d èdi:Cllidei1~c~~- C~~ ne stupisce o cerca fuori del teatro le cause del tracollo, è secondo noi fuori strada. I canoni della verità e della realtà hanno danneggiato so– prattutto iJ dramma e la commedia {la tragedia ri– sponde ad altre necessità del– lo spirito), i quali parevano prestarsi meglio alle esperien– ze veristiche. Anche senza os· servare le unità aristoteliche, il teatro può illudersi di ri· produrre con la massima fe– deltà una tranche de vie. Sup– posti determinati preccdenli, si può credere che una ca– tastrofe stia per svolgersi sot– to i nostri occhi, realmente, nelle due o tre ore dello spct- tacolo. Ma il linguagKio della realtà è sbavatura, diluizione, approssimazione: si veda il tradimento inflitto all'opera teatrale, da chi volle ridurla a cronaca rea-istrala. Ho fatto personale esperienza dello sgomento provato da eccel– lenti attori nell'affrontare bat– tu1c concepite come sintesi di caratteri e situazioni, insolite, certamente difficili. Ad esse, in buona fede e con sincero spirito di collnbor:izione, co– desti anori opponevano una resistenza mite nei modi ma inesorabile nel contenuto, os– servando: • Chi direbbe cosl, ne.Ila vita?•· Sanno o credo– no di sapere che il teatro de– v'essere, appunto, la vita. So- n~ ~bbf~a~aer/. ~~r:er fa vita a: non distinguono più fra la person::i. reale e il per– sonaggio. confondono il paeta con il cronista o il detective, preferiscono il musco Grevin alle gallerie d'arte. Tra l'altro, il linguaggio tea– trale, ben di\'ersamentc da quello della realtà. deve po· ter consentire che un fatto si 3scolti più volle, anche per il puro gusto della parola che lo esprime. Concluderemo dunque affermando che il tea– tro è in crisi anche perché si ostina a concedere al rea– lismo, specialmente in fatto di linguaggio, quei diritti che sulle scene non sono mai stati riconosciuti alla cronaca. VLADIMIRO CAJOLI Domenica 25 dicembre 1960 PICCOLA BIBLIOTECA STRA !ERA * Omaggi natalizi Riservandoci di trattarne a parte più in a,npio, dia~rto intanto schematiche rrotrz.ie de.i volumi elle, a nost ro pa– rere, costituiscono il meglio per la costiwz,ionc di una bi– blioteca straniera, scelti tra una e.norme tna$Sa di ultimi e 8i{''!ii:;/ dfB~iiI. Lawrcn- ce non dimentichino Tutte le poesie, due poderosi volumi rilegati editi da Mondadori per la cura, lunga, atreuuosa. unica, di Piero Nardi, lo stu– dioso vicentino di cui Neri Pozza ha recentemente stam– pato un libriccino di nosl.:ll– gie intitolato AIIri tempi. Nei due ,·olumi sono raccolte e annotale tutte le composizio– ni poetiche dell'autore de • 11 serpente piumato•, buone e meoo buone, splendide e re– toriche: è un mare di pagine dentro le quali stanno perle di primo splendore. Un'opera indispensabile. Altrettanto vale per gli amici di Apollinaire, dt cui è uscita con Guanda Tutta l'opera poetica. con tradu;:.io– ne di Mario Pasi e lunga e acuta prefazione di Sergio .... Solmi. Siamo ancora nel me1.– zo delle opere ir1di.spe11.sablii, vere strenne in questo stesso tempo ne/ quale si tende a trasformare il libro m ogget– to - di - lu.sso, mag11ificamente. inutile. Bello il ,·olume, non sem– pre bella e buona la tradu– zione delle Poe.sie di Fran~ çois Villon, trasposte da Nel– la De Paoli e Roberto Vecchi e illustrate da Ranchetti (Feltrioelli). ComW'!que, chi decifra l'antico fr:incese, 1ro– verà nel testo a fronte una miniera inesauribile di poesia. Le traduzioni, si diceva, non sono spesso fedeli e neppure utilmente infedeli. Ma lode– volissima la /~t~ca. E:ra Pound t ripresentato co11 1m ,,eccliio ma sempre atluale saggio di Eliot, nella traduzione sempre esatta e pregnante di Alfredo Rizzar– di, ripreseritato ormai come w1 classico e stranamente e classico italiano• nello e Specchio• d1 Mo11dadori.Si tratta delle Poesie scelte, po– che, es.sen:.iali,che quasi di– menticano, stranamente,. il Poimd folle dei Cantos per puritare sul primo, giot•ane, leggibile Pot~t~- • specialmente la poesia spa– gnola, l'opera aucnde e me– rita lettori. E' un rapido ma esauriente e c.,:cur3us • tra i capolavori, tra le personalità di massimo rilievo d 0 una cul– tura di prima gr_and~- M~ ci sono anche mmon, 1gnou, e scoperte, riscoper1e, che fermcn1ano nel grosso ,·o– lume. Sempre per la Nuova Ac– cademia, si contigliano Pla– tero v yo di Jimmez. e Poesie di Maìakovskij. Per questo ultimo si rimanda però il lettore attento ai quattro vo– lwnoni, magnificam~nte pre– sentati, curati dagli Editori Rizmiii nel /959. Allri volumi. Di F. Scott Fitza:erald è uscit::t col Sag– giatore L'età del Jazz a cura di Elcmire Zo113 e per la 1rnduzionc di Domenico Ta– rizzo. Bellissimo ,·olume con inediti o rari u1ili per la ri– costruzione e forse la sco– perta biografica dcll'au1orc di e Tenera ~ la notte •· Il sag– p:io di Edmund Wilson sul– l'amico scomparso è tene– rissimo. La poesia in versi non si è mai concessa troppi indugi né indulgenze, tn tal senso, anche perché la com·enzione ~a~is5:i~.a:r Q~~~~ <li~~:ip~~ Il cucu E siamo all'appena uscito, ancora nello • Specchio a di Mo ndadori, ,·olume dei Li– rici france.si di Diego Valeri, che segue i Lirici te.deschi a distanza di pochi mesi. Solo Valcri pote,-a darci un simi– le canzoniere d'amore, del suo amore per le belle e ric– che poesie d'oltralpe. Inutile aggiungerlo, restiamo tra le opere indispensabili, cui le belle ,·esti e i bassi costi di copertina accrescono va– lore. Per il tramite di Valeri le due ricche poesie europee calano in I1alia restando pae– sia e dh-cnendo misteriosa– mente poesia italiana. Do\·e si dimostra che solo i poeti possono e debbono tradurre i poeti: la filologia è lettera morta; il calore um: lno, il consenso sentimenta.le sono indispensab i~. • • Di Edmund Wilson ricor– diamo. proprio ora riapparsa con l'Editoriale Opere Nuer ,·e, Biografia d'un'idea, ro– manzo del pensiero moder– no tra,·erso i suoi J;!randi e i suoi martiri, da Michclet a Taine a Man: cd Engels, fino a Lenin. Un libro che non si può ianor;r;·. pria natura, l'avrebbe degra– data a prosa: insomma, ha hc{uJ~J~~'j ~~1:~.~d~n~di una contraddizione che non le consentiva di frantumarsi in analisi. La narr.itiva: ci pare che proprio per uggia del reali– smo stia clamorosamente ri– trovando la propria regola in– teriore, se non già l'espressio– ne finita dell'ufficio che le compete. B:lsterebbe iJ caso di Cassala, i cui inlerventi teo- ~~ r:ass;,a~°a:O~i dH::g;t~~ ha raggiunto tulli gli obiettivi che Cassala si proponeva, o g~~ta~Pi~~mj~~~3 ~h~ifA~ cile, e che un solo romanzo non poteva bastare alla dimo– strazione di tutti gli assunti, essendo d'altronde più facile esprimersi secondo regole che non secondo esempi. Ma si può esser certi che Cassola e coloro che hanno capito la sua lez.ion~. nOn lasceranno più la strada maestra. Altri esempi potremmo addurre se dovessimo fare il punto, e ci– teremmo almeno il gruppo napoletano, che non avendo mai perduto l'orientamento, ~~a~i~~~,~~e dng)t!1t~~ i1~ poiché abbiamo cominciato queste pagine riferendoci al teatro, ad esso ,·ogliamo tor– nare, convinti che l'espressio– ne massima della crisi sia stata raggiunta proprio sulle scene, e in quelle.atti\tità, che in parte autonome, hanno in comune con il teatro certi fini e de1ermina1i mezzi espressivi. come il cinema e la tele,,isione. Lo scadente lh·ello di que– sta e l'ondata di ri\'olta sca– tenatasi contro quello, dicono insieme due cose. La prima, riguardante il cinema: che il realismo, toccato il fondo del– la propria cspcricnz.a, non po– trà tardare a ritrovarsi in una ricerca, in cui la sintesi funzionerà da velatino od oscuramento, mentre il par– ticolare. ormai facilmente sottinteso, entrerà 3 far parte (non più fine a se s1csso) di un tutto ben allrimcnti signi• ficante. La seconda osscrva- (continua da pagina 1) cere. Diceva: e Caro Lord Tullock, stamattina, du– rante le ricerche che sto curando al British Mu– seum, ho scoperto un fat– to curioso che è evidente– mente collegato alla stra– na storia che m'avete rac– contato quando ebbi il piacere di passare da voi un week-end. Sfogliando per le mie ricerche dei vecchi giornali della vo– stra contea, ho letto che, il 24 dicembre 1820, a cir– ca mezzo chilometro da Tullock CasUe, Sir J ohn Lady, gentiluomo cattoli– co che si recava tutto solo alla messa di mezzanotte, venne aggredito da bandi– ti da strada. Quei malvi– venti s'erano nascosti die– tro la siepe che, a quei tempi, formava uno spiaz– zo ad angolo rientrante. Fu in quel posto che na– scosero il corpo della loro vittima, dopo averla spo– gliata d'ogni valore. A causa di quel fatto. il ~ rd o~{;:gof~!~p:re~~= ne dell'angolo. D"allora Ja siepe fiancheggia diritta tutta la strada>. - Avrei voluto farvi vedere la gioia di Edward quando mi lesse quella lettera - disse Lady TuJ– lock. - E' comprensibilissi– mo, fece gravemente il generale. - Si, disse Mrs. Bram– ble con simpatia, lo cre– do bene. Io guardai tutti un po' stupito. - Perché? - chiesi. Credete che il morto fos– se ritornato in occasione del centenario del suo as– sassinio? le storie degli animali parlanti e le cene dei fan– tasmi, erano ritenute au– tentiche da quelle anime credulone. M'alzai e chie– si il permesso di ritirar– mi nelJa mia camera. Nella stanza ardeva un gran fuoco d'abete. L'aria era piena d'un leggero fumo trasparente. S'indo– vinava, fuori delle fine– stre, lo strato morbido della neve sul davanzale. Quando spensi la candela, il riverbero delle fiamme animò una nebbiolina in– dolente e luminosa. A ve– vo tanto caldo che non potevo dormire: ripensai a quelle strane storie. All'improvviso, nella stan– za accanto, un cucù suonò la mezzanotte. Ero stan– co. un po' nervoso, ma mi sembrava ugualmente che l'insonnia fosse cosa pia– cevole: era un po' come se una presenza misterio– sa, impalpabile. avesse portato nella mia camera un'aria di intimità e di tenerezza. Intesi il cueù suonare tutte le ore. fino all'alba, quando finalmen– te mi addormentai. L'indomani scesi per la colazione un po' in ritar– do e Mrs. Bramble mi chiese come avessi passa– to la notte. - Per dire la verità, ho dormito poco. Ma non è stato sgradevole: il cucù m'ha tenuto compagnia. - Come? - disse bru– scamente il generale - avete sentito un cucù? Hai sentito Edit.h? chiese con insolita energia alla moglie. - Ma si - risposi io un poco sorpreso dal to– no col quale aveva pro– nunciato quella frase. la più lunga ch"io gli abbia mai sentito pronunciare da che lo conosco. M'ac– corsi allora che ~I rs. Bramble mi guardava con un'attenzione commossa, gli occhi colmi di lagrime. - Debbo spiegarvi... - disse Mrs. Bramble. Effet– tivamente nella camera vicino alla vostra c·è un cucù. Mia figlia, che l'ave– va avuto in dono quando era piccolina gli era aHe– zionata e lo ricaricava ogni sera. prima di cori– carsi. DoPo la morte della nostra cara, nessuno ha più toccato il suo cucù e nessuno lo toccherà mai più.. Lo credevamo eter– namente silenzioso ormai. Ma in'\ sera, avete visto caro Signore, ieri sera era la notte di Natale ... ANDM MAUROJS Uria novitd piena di iute.– resse: cori umi/e mae.stria lo .scrittore Tommaso l.Andolfi lta tradotto per Vallecchi, (clre ne lza fatto un volume elegantissimo della collarra • Cederna •J Racconti russi di grandi a11tori, da Puskin a Gogol, da Turglrenev a Do– stoevskij, a Tolstoi, a Cecov, a Buniu. Per alcuni. potrebbe dfrenire l'occasione di risco– prire la Russia: per il sot– toscritto, è stata l'occasione imprevista per riscoprire Tol– stoi, modernissimo, più gran– de clze mai. insieme a Do– stoevskij. Di Umdolfi pas– __________ , sono di.spiacere talvolta, non Premio « Lerici - Pea » L'Azienda Autonoma di Soggiorno di Lerici con la collaborazione dell'EPT di La Spezia. promuove il Premio Letterario ·•Lerici-Pea,. 1961. per una poesia inedita. AU autore della poesla che la Comml$sione gmd1catrìce, a ,uo insindacabile giudi– zio. riterrà migliore. sard as– seQnato il Premio "Lerici– Pea.. dell'importo dt L. 300 mila. Il premio è indivisibile. di rado an:.i, le pagine i11 proprio: ma in queste tradu– zioni ci dà risultati forse im– paragonabili del suo valore di traduttore. Anche i rac– conti letti.ssimi di,ientano nuovi. A cura di Ugo Gallo e An– tonio Gasparelli. La uova Accademia pubblica U più belle pagine della letteratura spagnola, dal Sette.cento ai nostri giorni. Sempre di mo– d3 com'è, la letteratura e l + L~ settima~a in f erza t I Di Elemire Zolla è la pre– fa:.ione a Confessioni e im– magini di Frani. Kafka (,\.fon– dadori), raccolta di diari, quaderni, note, poesiole, tut- 10 • il segreto• d'un au~ore segretissimo. L'introduz,,one dell'amico Zolla, si è partiti di là, mi pare un·ece mal centrata, e.sageratame11te in– lt!lliieute e mul.lterale. U origmi di Kafka nella Cab· baia sono da mettere in luce ma 11011 fino a non vedervi al– tro clre Cabbala. Un volume, per il resto, come al solito in questo nostro elenclietto d1 capola,·ori, !"~~pensabile. Non dimentichiamo di Or– tega Y Gassct il Lomo secon• do dello Spettatore (Bom– piani). Da dh·orare lenta– mente. Appe,ia arrivalo, e per ora bello solo di copertina, il ,•o/ume di Garzami degli Umoristi dell'01tocento, che teuta il grande SUCC't!SSO de· gli e Umoristi del Novecen– to• uscito nel Nalale del '59 a cura di G. 8. Vicari, diret– tore de « Il Caffè•, da qual– che tempo particolarn,eute arrabbiato con la nuova « Fiera Lel/eraria • perché Ira dimesso l'abilo comicamente serio e ufficiale degli ultimi armi e si è ,·e.stila da gior– nale seriamente, molto seria– mente ironico. Ciò dispiace al direttore del • Caffè•• la rivista che vuole l'esclzt.,çfra del sorrisetto, clre vuol fare dell'humour il po..sto unico della l euerawr a di crisi, di estrema cri.si, di impa1e11za creativa , quell a te..;timoniata da Vicari con la sua dispe– rata caccia al comico, con la sua comica serietd nell'esclu– dere. quel clte 11ort sia comi– co, escludendo ili tal modo la vita, e nel pretendere la serietà degli allri. Ma auguri anche a lui, vecchio amico del sot~oscritto in sigla, cui Vi– cqn ..,,_,olsempre bene, lo gmrere,. P. C. ------ ì!0TeV, ~~d~i : 1 s 1 ~~~ ~; bfic,mi!!!frac';~~~o ~i!nJ'o°~t - Perché, voi non Io credete? - mi domandò stupito Lord Tullock. a cura di GIUSEPPE TEDESCHI MARTEDI': 13 Jame Joyce autori più respons~ili avran– no rieducato il pubblico al linguaggio dell'arte, che non è quello della real tà. La rie– ducazione potrà a ,rveni.re at- Il genera I e e Mrs. Gli editori sono i protago- Bramble mi rivolsero uno nisti della settimana. La loro sguardo di riprovazione e fu~~)~\e~: P~~:~m~ttti mi tacqui. Pensai allora i giornali. a grande o a pic– che, senza dubbio, anche col.a tiratura, del ord o del -------- ----- ------1 Sud. Nel rotocalco, nltret– Le dicole d lla "Fiera,, tanto. C'è da essere contenti, non si era mai visto un get– tito di pubblicità editoriale cosl imponente: non soltan– to per i libri-strenna che, si sa, sono quelli che assicura– no i più cospicui guadagni a un editore, ma anche per i libri di poesia e cli saggi– stica che, viceversa, non ga– rantiscono spesso neanche le spese di carta e di composi- Edicola * FERRAR.A ARLO'ITI LUCIANI AIERIGm GUERESI - Piazz a Teatini - C.so Martiri della bertà - Port ici Camerini - e.so Maniri della ben/ i - Salita Castello - Via Mazzin.i - Corso Porta. Reno - Viale Cavour Li- ~~nU:t~~i~mt~~~ dadori, Feltrinclli, Einaudi, Sansoni, Lerici, Parenti, La– Li- terza sono state le sigle più lette. Un formidabile slogan ha tirato fuori Bompiani, inter– calandolo tra i titoli dei li– bri reclamizzati. Eccolo: cUn LUCIANI TURBIANI PELEGRINl SANDALI SAt-frINl - Portici Teatro Comu- 't:,';:'cb~ ~~e e"'a~~:'u~~ nale PADOVA per le strade e, semmai, in– tegrato cosl: •Un uomo che legge è due uomini civili•· La diffusione del libro dC\'e essere aiutata con ogni mez– zo, il libro dovrebbe diven– tare un prodouo di consu– mo quotidiano, come è per le brillantine, i saponi, i den– tifrici. Come di\fentano fa– mosi gli slogans per questi prodotti. do\trebbe diventa– re famoso anche • un uomo elle legge ne vale due . Edicola CAVALLINI BUSO CEU.m DEL CARATORE DE ZORDI FACCIO FIORETTO AtADRUZZA ì\tARANGONl MARTINELLO ì\tlNCHIO MORO NALESSO PALLO n NICOLE' PERTILE QUAGLIA RE.M.ONATO RESCIDGLIAN RIGHETTO ROSSI RUBINI SAITTATO SATO SCORZON STEFANI TRENTO VANETIO VARAGNOLO VENZI ZULIAN - Piazzetta Garzeria - Via S. Francesco - Via Altinate - Via Verdi - Piazza Duomo - Arcella - Prato della Valle - Piazza. delle Erbe - Piazzale Stazione - Piazzale Pontecon•<. - Piazzetta Pedrocchi - Piazza delal Frutta - Ponte Tadi - Ponte oMlino - Prato della Valle - Piazza Garibaldi - Piazza delle Erbe - Piazza del Santo - Corso del Popolo - Piazza Mazzini - Via C. Battisti - Municipio - Via Roma - Stanga - Piazza Eremitani - Piazza della Frutta - Piazza dei Signori - Via E. Filiberto - Via XX Settembre - Prato della Valle - Piazza Cavour Sab3to e domenica: 10-11 dicembre. Queste le notizie generali su quasi tutte le terze: 1) Io scriltorc americano Mailer, autore del best-seller. « Il rmdo e il morto•• è stato rimesso in libertà provviso– ria. Fu a"e.stato per aver accoltellato la moglie. Z) Te– stori ha rivisto • L'Arialda • e la censura ha concesso che vada in scena fra pochi giorni. 3) E' imminente la pubblicat.ione di un episto– lario di G.B. Shaw indiri1.– zato a una giovanissima at– trice di cui egli era inna– morato. In America l'attesa è viva riegli ambienti leuerari per il fatto elle Sl zaw e bbe sempre nei rapporli e.on l'al– tro sesso idee div ertent i e parado.ssall. Un inedito di Lorenzo Mon• tano compare sul Corriere d'Infonnaz.ionc nella mbri– ca e Piccola Fiera Uuera– ria •· Sono versi di uria ama– rezza insospettata in uno scrittore cosl e saggio a e metodico quale fu Aforitano. Sullo stesso Corriere d'Infor– mazione Dino Buuati si dà alla interpreta:.ione del si– gnor Glriringllelli, sovrinten– dente alla Scala. Buuati va· le più come scrittore clte co– me giornalista, non gli si ad– dice il tono frivolo e questo articolo ne è la riprova. Stroncatura di Falqui alla cNoia~di Moravia sul Tempo. Cro11acadella sera: la pri– ma al Quirino di Roma de • Il sindaco del Rione Sar1i– tà • di Eduardo de Filippo. Servizi di Ferdinando Virdia su La Voce Repubblicana, di Mario Raimondo su La Giu– stizia, di Cirrmaghi su li Po– polo, tra i più serii e docu– mentati. Sul Popolo, • elze– viro• di Angelo Narducci su i • Vincenziani a congresso•· Narducci ci ricorda l'essenza della nostra presenza cristia– na con queste parole: •L'azio– ne delle "conferenze" di San Vincenzo de' Paoli si svolge nel silenzio più dimesso e austero senza manifesti, trombe e tamburi: ma essa costituisce una più elle per– suasiva risposta agli i11quie– ta,11i interrogativi cui si è accennato all'inizio. Una ri– sposta e una indicazione per quanti vogliono, con tutte le vroprie forze clic 110n siano dirette alle proprie coscienze le agghiaccianti parole rivol– te all'Angelo della Chiesa di l.Aodicea: « Mi so,10 note le tue opere e clte non sei nè caldo nè freddo. Oh, tu fos– si o freddo o caldo! Ala per– ché sei tiepido, nè freddo 11~ caldo, comincerò a vomilarti dalla mia bocca ". Proprio perché è caritd, Dio vomita I tit:pidi». Giuseppe Gironda sul Mes– saggero, con e l'apertura• Un Bibliotecario, manifesta la sua vena di cronista- na"a– tore nena maniera più felice LUNEDI' 12: Solo pochi giornali stam– pano la « terza•· Oggi è gior– no di notizie sportive, di avventure aali stadi. H:~-/~ 0 re~;~i::a ·:~a':::~ di W. Y. Tindall i cormmisti romeni si con- Questo libro, ormai anno- vinsero che lo scrittore era ,·erato tra i classici della cri– irrecuperabile alla loro causa, tica joycian3, rappresenta Il passarono cosl all'Humanìté valido esempio di un metodo l'incartamento clre lo riguar- critico molto in voga oltre da\'a. Sono parole di Lorenzo oceano seppure inconsueto al Bacchi sul Corriere della pubblico italiano. La critica Sera. di Tindall, intesa a cercare Elio Filippo Accrocca fa nel linguagçio e nelle strut– wi servi1.iocome inviato spc- ture narra11ve non tanto le ciale della Giustizia da Me- cadenze stilistkhc quanto le tanopoli, la città che l'ENT manif cst117Joni di allusioni ci– ha creato nei pressi di Mi- fra.te , di rimandi simbolici, !ano. Il tema ~ la premia- Ma i contenuti di cui il z.ione di pittori dipe11der1ti critico va alla scoperta sono dall'Ente. quelli port:Hi alla luce dn una Giuliano Gramigna prende lettura nutrita dalla psicolo– /a rubrica di critica lettera- g_i3 analitica di Jung, dalle ria su e l'illustrazio,re italia- nccrche antropologiche di ua •· Perché Pietro Citati l'ha Frazcr o di Kércnvi. sono in lasciata? una parol:i Quei miti arche- MERCOLEDI: 14 ~tf~e :i~o~~oa ~~~~~~ Moravia, Ernesto de Mar- me l'oggeuo di una cost.ru– tirio, G.C. Vigorelli, G.8. An- zionc cosciente, sia c he emer– gioletti, Alberto Carocci, Ra- gano come manifestazione di phael Mafai ri.spodono alle una forza originaria che af– domande dell'Unità sull'indi- fonda le sue radici nella me– penden:a algerina. Tutti ri- moria inconscia dell'umanità. spendono: • basta con i mor- T!ndall accetta l'affermazione ti•· Ci associamo alla af- d1 Valérv per cui non vi è fermaz.ione. mai ~i un testo poetico una Aricora Joyce. E' Walter sola !ntcrprctazione possibi– Mauro che su Il Paese 11eam- ~e: smo a un certo limite plifica il •magistero• e ne il le!tore può fare, del mes- ta l'antefatto. saggio che ha davanti agli GJOVEDI': 15 ~hi, l'uso che la sua fanta- Prezzolini insiste suJ Tem- sia _e la sua cultura gli sug- ~~;af~à~rcindi ~~~b~~it~h: r:~~~;~·ti~~lt:~s1bììf. tutte voglia diventare anche egli plf~a':1o~toc~om~ P:i-Pnd~iìsof~ 3 f~ unDi~~Bi.:a~r d=l~hi~n- allre sue opere, a tutta la s:helli, torna a un tema vero. letteratura contemporanea io Dice (sul Corriere, nalural- blocco, Pone seri interroga- mente): sotto Natale le te- ~~~:a~ri~~ ~: ffro~fezi~~: ~~~fsn~d~i g,\i~a~~~e udn~ l'opera di Joyce. il quale vo- ventata di autorità. lutamente fece del lin~aggio Pietro Cimatti descri,·e sul ri~~ ~iru~b:~i~rs~b;itoca; ~= / il male della gio- tutl<; le polivalenze di signi- Valerio Volpini su La Gaz.- ~~ 1 • ea ~~gT1~d~h ~i i~!i:; z.e.tta del Popolo esamina la risulta veramente una vicen– c presenza di Bernanos •· dn apJ?assionan1e, capace di bri~ol~ p~\!lti~sci~e~a!! ~-~~arei uo mondo ricchissi- ~~~~ese~tiVf~~~o TB~ 1,----------- nicclli. GIORNALE ARTISTICO - VE EROI': 16 LETTERARIO cerca nuovi Inizia lo sciopero dei gior- ~~rl. ~~~~~si, n;,~~lc~ nalisti. I giornali del pome- lnhorndonc e valorlna7IO- riggio non usciranno. Ci man- ne meritevoli. Scrivere: che.rà perciò la chiusa set- • Approdo del Sud », Lun- ~~" ::~;ftri -edJ:'':t:id,,;r:ad!: ~U.Teatro Nuovo 29 _ Na- rerà fino a dome,iica sera.

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