la Fiera Letteraria - XV - n. 47 - 20 novembre 1960

Domenica 20 novembre 1960 A FIERA LETTERARI~ Pae. 3 APERTI 1 CORS[ PER ANALFABETI ALLA TV * I ì\IEDAGLIO 'I ALL'ITALIANA DI FRANCESCO GRISI * "Non è maitroppo tardi" Napoli che non muore: La notizia che il mini– stro Bosco e la RAI-TV son giunti a un accordo di collaborazione per usare i teleschenili nella lotta con– tro l'analfabetismo, ha su– scitato il più vivo interessa– mento e parecchi consensi di principio, ma anche le prime critiche. della cui fon– datezza sarà lecito dubita– re, sia perché precorrono il fatto televisivo, sia per– cilé sembrano dipendere da informaz!Oni difettose, se non anche da cattiva volontà d"intendere. Cominciamo dall'impiego del mezzo specifico, la te– levisione. che può lasciar perplessi quanti conoscono la serietà del problema oggi affrontato. Ogni dub– bio sarebbe lecito. se il Ministero della Pubblica Istruzione e la RAI-TV avessero cor.cepìto l'illu– sione di spiantare l'analfa– betismo con quest"ultimo e novissimo strumento, proponendosi di sostituir– lo a quelli che già esisto– no. o rinunciando a escogi– tare mezzi sempre più. 8P– propriati, nell'ordine pe– dagogico e didattico tradi– zio!13le. Poiché questo ti– more non ha ragion d'esse– re. in quanto il ministro Bo5".o ha ben fatto inten– dere che il lavoro normale continua. e che l'esperi– mento d-?lla televisione sa– rà soprattutto un sondag– gio di metodi. di mezzi e di psicologie. dobbiamo ral– legrarci se gli organi dello Stato. comunemente rite– nuti sordi e retrivi. si di– mostrano invece prontissi– mi a studiare e a sfruttare le novità, quando il loro impiego non comporti spe– se insosteJ1ibili. Quanto costa un analfabeta Quel grande uomo di scuola che fu Giovanni Gentile. per temperare i nostri ardori riformistici. un giorno ci dimostrò con il lapis alla mano. che ogni minimo cambiamen– to. per non dire migliora– mento, apportato alla pub– blica istruzione. costa mi– liardi di lire; e noi tutti che sappiamo quanto poco denaro la novella demo– crazia ha destinato fino ad oggi alla scuola. non ci domanderemo perché la scuola sia ancora ferma ai vecchi programmi e ai me– todi antichi. Tuttavia l'opi– nione pubblica ingiusta– mente addebita ad essa e ai ministri che l'hanno per cosi dire amministrata. l'in– dubitabile invecchiamen– to; ma. in coscienza. si può chiamare amministraz:one, la tutela di un istituto one– rosissimo. privo d! bilan– cio adeguato? Il pubblico non sa. che dentro la scuo– la e fuori di essa. ai mar– gini attivi della pedagogia e della didattica. vivono uomini di primissimo or– dine, ricchi di dottrina. d"idee. d'audacia. che son costretti a disputarsi le cicche del bilancio, per at– tuare la milionesima parte delle provvidenze necessa– rie. senza poter tenta re al– cun rinnovamento, di quel tipo sperimentale. a cui le aziende deàicano somme ingentissime. hla a questo discorso che ci condurrebbe lontani dal tema odierno, sarà da- * Nel proporre un discorso critico per il e Medaglione» su Domenic.o Rea non pos– siamo prescindere dal suo saggio e Le due Napoli » de– dicato a Giuseppe Laprcta e contenuto nel libro Quel cht: vide Ctumneo edito da Mon,– dadori nel 19.55. Un saggio - c.ome dice il sottotitolo - D0111enico cli 111,ADJJIIRQ CAJOLI ta una risposta dal piano Fanfani, e noi confidiamo che il ministro riformato– re, al momento del biso– gno, non possa dolersi che la scuola italiana sia priva di uomini capaci di rifor– marla secondo le esigenze di una moderna deme– crazia. Il più ridotto, e pur gra– vissimo problema dell'anal– fabetismo basta a dare un'idea dell'impegno che si rich.iede alla nazione. perché la scuola sia rinno– vata. Il ricupero di un analfabeta costa allo Stato circa 20 mila lire. E si tratta di analfabeti che e vengono a noi>. Nessuno ha fatto il calcolo di quan– to possa costare l'analla– beta resistente. che bise– gna scoprire. stanare, in– durre o costringere alla resa: per il suo bene, d"ac– cordo, ma con quanto suo danno immediato? A qual prezzo pagato da lui, l'anal– fabeta. che deve consuma– re tempo. forze. suola di scarpe e fondo di calzani, per conquistarsi l'anal!a– beto? Vinta che fosse la resistenza (il cui costo. ri– petiamo. ci e ignoto), avremmo bi.;ogno di alme– no quaranta miliardi per distruggere l' analfabeti– smo. Questa è la spesa che Io Stato dovrà sostenere, con o senza la televisione, perché le provvidenze nor– mali abbiano l'esito spera– to; ma nessun miracolo è possibile, finché i bilanci resLino lontani di parec– chie decine di miliardi dai quaranta necessari. L'esperimente televisivo si è offerto all'intuizione degli organi responsabili. con questo di buono: che pare idoneo a trasformare gli analfabeti resistenti in uomini desic!erosi d'istru– zione. costando poco o nul– la: nulla. diciamo. che di– stragga dal normale im– piego, le magre dotazioni di bilancio. Alla stessa RAI -TV, che si fa un titolo d'onore, i Corsi per analfabeti costeranno quanto qualsiasi altro pro– gramma da trasmettere nel medesimo tempo. D Ministero della Pub– blica Istruzione comincia con l'istituire duemila po– sti d'ascolto, che debbono esser dotati di un televi– sore. Ma la scuola man– ca di lavagne e di gessetti!, hanno già obiettato i ma– levoli. Infatti non sanno che i duemila televisori sono stati offerti gratuita– mente da privati e da enti, che altri enti e privati imi– teranno. quando sarà me– glio intesa l'importanza del tentativo. In ogni posto d'ascolto. vigilerà prima. e poi as– sisterà gli analfabeti che intendano esercitarsi sul quaderno, un maestro scel– to e nominato dallo Stato attra'\·erso i suoi organi, ma ciò significa semplice– mente, che i dodicimila centri già esistenti per l'insegnamento ordinario. si arricchiscono di duemila aule, dotate di quella spe– cialissima lavagna che è il video, la cui efficacia di– dattica potrebbe rivelarsi non inferiore alla sua for– za di suggestione. ormai ben nota. Non è detto che la TV giunga sùbito a le– zioni modello, ma quale impazienza può prenderci dinanzi a una tara sece– lare e alla novità del mezzo? Le montagne e Maometto Qu3lcuno ha espresso il dubbio che l'immagine te– levisiva non permetta al– i' analfabeta di rendersi conto del segno e del suo significato, tanto essa è la– bile rispetto ali' inerzia mentale di spettatori anal– fabeti e, per di più, adulti. Ma appunto perciò i Corsi si svolgeranno in presen– za di assistenti: normali maestri, che cominceranno a insegnare al termine del– la lezione televisiva. Sa– rebbe dunque inutile il mezzo nuovo se. spento il televisore, sì dovrà ricor– rere al metodo tradiziona– le? Pare a noi che, intan– to, quel duro e inerte ter– reno sarà stato dissodato; e siamo certi che le imma– gini, certamente più ricche e più. varie che nei libri. non andranno disperse. se la regia della lezione sarà a sua volta ispirata da una buona didattica. D'altron– de. resteranno i libri. gra– tuitamente distribuiti ai frequentatori dei Corsi. lnoltre, sappiamo che la televisione appare al po– polo un miracolo non sol– tanto affascinante, ma ca– pace di altri miracoli a ca– tena, Se riesce a mutare la sorte di attori, uomini po– litici e perfino di pastorel– li dotati di buona memo– ria. Perché non dovrebbe esser creduta capace di spianare le difficoltà che ciascunn ingigantisce nel– l'immaginazione, se riguar– dano lui. proprio lui, il singolo che dovrebbe mi– gliorarsi? Dunque, confi– diamo che la TV riesca a spingere le montagne ver– so ~laometto, se Maometto non ha potuto raggiungere tutte le montagne. · Taluno dubita che l'anal– fabeta solitario, messo dal– la generosità altrui dinan– zi a un televisore. possa trarne tutto il beneficio che si vorrebbe. Ma que– sto è un aspetto dell'im– presa televisiva, che ri– guarda i privfl.ti e la loro carità. più che il Ministero della Pubblica Istruzione. Una persona istruita che abbia senso di umanità, può farsi maestro, solo che osservi quello autentico che agisce sul video, e si serva dei libri forniti aP– punto perché la lezione possa seguitare anche con il video spento. Una pa– drona di casa può aiutare la propria domestica. e il ragazzo che frequenta la quinta classe elementare, è in condizione di reggere la mano deU'adulto analfabe– ta, come si faceva nelle scuole mu.tue ai tempi del Risorgimento. Stabilito un primo con– tatto con la penna. l'anal– fabeta si renderà conto che nella sua dura '\~ita ha superato difficoltà ben più gravi, e non vorrà arren– dersi a questa, che ormai gli si presenta come un di– ritto a cui non si può ri– nunciare per scarso senti– mento del dovere. Se ri– nuncerà per sé, nOn rinun– cerà per i figli. Se le le– zioni televisive non gli ba– steranno. qualcuno, dal vi– deo medesimo. gli dirà che esistono in Italia dodicimi– la aule, ove un maestro è pronto a dedicarglisi tutto. Apprender-a che i maestri itineranti possono rag– giungerlo nella casa trop– po lontana da tutte le scuole. Si convincerà. ce– me dice il motto scelto dalla TV. che e non è mai tropPQ tardi • e, soprattut– to. sarà certo che la so– cietà non lo lascia solo; non potrà più incupire e inasprirsi nella convinzio– ne di essere abbandonato senza colpa., perché il caso l'ha fatto nascere in una determinata condizione e l'ha costretto a vivere in una sorta d'esilio. Quanto al resto, augu– riamoci che i Corsi televi– sivi siano, se non perfetti, almeno perfettibili. "t e suJ carattere dei napoleta– ni• nel quale Rea, paneodo dal dubbio e cl:e tra Napoli cantata, narrata, rappres~ua– ta e ,•oluta dai suoi medW– mi abitanti e la vera vi corra una notevolt: difft:rmza », approfondisce proprio il con– trasto t.ra letteratura e vita napoletana, facendo richia– mi culturali (Di Giacomo, Boccaccio, De Filippo, l'ano– nima canzone di Zeza del 1700, Stendhal. Sera o, Majer) e portando l'attenzione sulle insufficienze della letteratura di fronte al cosiddetto pro– blema di Napoli. E' proprio da questo con– trasto e insufficienza che dob– biamo iniziare I'indagine sul mondo di Rea, in quanto lo scrittore cerca di colmare la lacuna creando un tipo di narrath·a capace di essere la genuina espressione di qu~ sto popolo napoletano e di « quel sentimento tragico del– la vita spogliato t: nudo, che qui regna su tutto, quell'.2. ,,iolen:.a di vfrere almeno ur.a volta ... •· Il suo unico romanzo Una vampata di rossore e i suoi lunghi o bre\ti racconti sono tutti ambientati a Napoli o nei paesi vicini (Nofi. Cava, Scafati, s~rno), in una eco– mune terra •• nella quale il popolo vh·e non la spensie– ratezza cantata dalla moda letteraria nostrana o stranie– Domenlco Rea sembro più ra, ma la miseria dei «bassi-, lungo d1 quanto è in realtà la disperazicne della disoccu- SIJ IJN LA l'OHO DI CARLA SCHICK * Il linguaggio, contagio universale * di RENATO IIIJCCI pazionc, 13 promiscuità dcl– J'aJloggio, la pol--ertà del ve– stire, la scarsezz.3 del cibo e la sporcizia del cortile (e la più efficace rappresenta– zione, a questo propo'iito, la troviamo nel racconto lungo Q11d che vide Cummeo). L'ambiente - si può dirlo senza tema di essere smen– tili - è il primo mezzo per superare il contrasto aco..~– nato e Rt-.a ci dice, spesso polemicamente, che è inutile sventolar-- la poesia degli stracci appesi al sole, dei vicoli e degli scugnizzi per– ché. appunto questo am– biente, è l'inconfessabile tra– giro segreto del popolo na– poletano. Da questo ambiente nascosto e non conosciuto il nostro Rea porta fuori diret– tamente i suoi numerosi per– sonai,.gi. Personaggi che si trascinano la disperazione. i c.ontrasti, gli assurdi, le ci– ,·etterie, le ,'lolenze, le lussu– rie infamanti e gli slanci spi– rituali più puri, gli amori dolcissimi e i furori esplosi– ,·i dei vicoli e della provincia. trascorrendo la ,,ita con que– sti sentimenti av\tampati e scatenati al massimo, senza mt"ZZ.i termini. E' l'ambiente, infatti, che lega Cummeo, nell!!: sue rea– zioni, all'accorata attesa di vita nuo,o.: è l'ambiente che m..:trisa: silenziosamente i oerronaggi incantati, come le favole antiche della cspe– dirior.e •; è l'ambiente che fascia la buffonesca e triste ,'lct-nda del « bocciuolo •; è l'ambiente che fa na.s.:::cre quella strana storia del con– trabbando do,·e in fondo si IDuslifica rond:mnando: è l'ambiente, infine, che matt1- ra ne Una ,•ampata di ros– sore la storia - o meglio le storie - che si agitano in– torno a Rila, la mo,z,Ue di Assuero Rigo. ln conclusione l'ambiente non è solo archi– teuur.i. o impa1caturn esterna e preparatona ma è l'elemen– to essenziale e indispensa– bile attr.werso il quale, forse, è possibile intendere il ten– tativo di sintesi fra lelleratu– ra e vita napoletana presente nella narrativa di Rea. La rappresentazione am– bientaJe che Rea ci propone se da un lato si accosta a certa narrativa meridionale (Rea malgrado ogni suo ten– tatfro di sganciamento rima– ne lej!ato a certi temi meri- Non sarebbe facile trovare, capolavori letterari non et pre- stimonlanz.a-. Ne discende che dionali) o,·e il gusto del co– nella ricca letteratura che sta sentano quasi cristallizzati ad anche la llngulstiea è una disc!- !ore e della collocazione qua– rifl.orendo, dopo l'era. crociana, opera di una. esperienza. lndlvi- plina storica «Che può e deve si conta quanto gli stessi dalla meditazione sul concetto duale 1 motivi predominanti valersi di dati raccolti anallti• personagJ:i, dall'altro lato ta– dl linguoggio, un qualche lavoro nella civiltà del periodo storico ca.mente e ordinati in una orga. le rappresentazione ambieii– attinente alla linguistica tale da al quale appartengono? 11 poe- nizzazione sistematica, nella tale risponde a criteri più essere alla portata degli studen- ma dantesco non è sintesi gl- quale ogni elemento è varia- ampi (si ~ parlato non del ti e delle persone c6lte ma non gantesca di tutti gli eleme.nti mente collegato con gli altri, ma tutto a sproposito di B:isile, specializzate in questa scienza culturalJ confluiti nel medio non può interpretarli adeguata- di Gongora, di Kafka e di umana per eccellenza. evo, dominati e ri!usi da una mente se non in una visione Mìller) in quanto ambiente Lo ba eseguito una donna, elaborazione sapiente e consa- unitaria del linguaggio e della per il nostro scrittore non Carla Schiek. già allieva di pevole?-. civiltà che esso esprime•· A significa questo O quel vicolo, Benvenuto Terracinl e Ubera Conclusione della seconda questa conclusione teorica segue questa o quella casa, questo docente presso l'Università di parte è che le norme hanno un infine un quadro del llDguaggio o quel paese, questo O quel Torino, e lo ha pubblicato Giu- valore soltanto re1ativo 1.n nella sua realtà storica. volto, ma invece significa\fa lio Einaudi nella sua nuova Pie- quanto muta.no col variar~ del Ci sembra di aver datO uno tutto, dai minuti episodi agli cola .Biblioteca Ei_naudiche co~- sentimento individuale, delle sc~ema sufficiente . per ~nvo- spaziosi palpiti naturalisti. ta gtà al suo attivo quattro t1- esigenze ambientali, dello svol- gl1are alla lettura d1 quest ope- Tutto in una fantasia di co– tali. compreso quello di cui gimento cWturale, in un rap• ra. che vuol essere. ed è, una Jori, alla Walt Oisney, nel– diamo con.t~_. porto proporzionale. nel senso esauriente int~w.lone ~ 11a l'alba che e aveva intaccato il La partmone della materia. che le norme tanto più saranno se.lenza Unguishca. concep1ta e cielo e la vena andava al- ~c!~~~~~~~~/ J:iJi~= •~a~~~u~~~~v~~~rr~:~ ~~:~a ct~c~~~o /e:~~~gli~~=~ ~~~g:,~ed~~~ !':;u;:,~ei:~~= 11one sintetica che J Autrice dà golo, atto che diverrà norma 8 tazio?e di tal materia m Italia si» (Una \'ampata di rossore) del bnguagglo. «lespress1one- sua volta E poiché le norme e all_Estero.. ~me ne. f~n fede e nella tristezza soffusa an– verbale d~ una ~ntulzu~ne, orte- rappresentano il codice di prin- la ~ogllosi~ma b1bh~grafl~ che nella tope>grafia della nuta mediante l atto di un sog- clpl impllciti nella creazione esse_nztal~ posta al term1~e. d1 cirtà cl..,e Jtrandi arterie come g~tto. c~e. rielabora ~a mate- medesima, ...la pià alta capacità ogn! capitolo, e le note a pte di I Foria, il Rettifilo hanno alle ria tradizionale, a ~~ pe~enu: creati\ta coincide con il pià p~gma. E non dimen_tie~eremo spalle ima massa indecente ta qu_al~prodotto ~1 1nfi.mtiatti completo domini( della nonna. d1 men_zlonare un « 10~1ce del di bassi: onde la conviven~a creativi precedenti. ~ da ren- sentita non più come imposizio- concetti... i~dlspens~bile. pe: sfacciata del povero e del derla capace di mani!~ta.r~ un ne, ma come intima legge della cono~c~re i ~1gni.ftc.atidei van ricco; dell'uomo che si repu– rnomento della sua spintualità,... stessa libertà dell'atto creativo,. termm~ usah nel corpo della 1erebbe. fortunato d'aver sol- lin~a~~t1:n!fi~~~?l~~\!li eti è ~~~iuscho::nt~:o!ti~J:11! ~iil°::c::~:01a~m~~ui;;te[~: :i':I° il _b~~~ ~r ci~i~ 1! siderati sulla base d1 questa de- condizione e l'essenza della VÌ· dic 1 e che precede, alla fi1;1edel ,more st serve per andare a ::o~T cs~~~lin~1~di;{J~J~~ !: !~n:~e~~ta~~o.~~~ ~~e~e~ut:~~o trad!ZJonale ;~~~g~~ t~~::,7!rf,/~,;:t~= norma fissata dalla trad1z1one e servano una loro a.rmonia come . La struttura d~ lavoro. dian- sto soctale; t: da qui nt:lla svolgimento storico, cioè mo• avviene tra gli elemr~ti di z1 accennata. nvela a nostro plebe il bisogno di relìgiont:, men.to soggettivo. mom':-°to o~- qualsiasi altro organismo, ed avviso dfedelmen~e la forma ,. .~~ì santi avn~ati difenso– gettiv~ .. 7:llO ~en.to .S'l?!tco. di- hanno a supremo moderatore men~s ella Auir::ce. un.a men- n , per pot_ersi.cosl vmdi– stingmbih e md1vis1bi11. colui che parla e che appOne te di ~ttUe ed abile r~giona~- cart: dell'mgius[izia terraia.. . La trattazi~ne .è perci~ dlvi.sa sulla esprl:'.ssi~ne il suggello del :0.edia ~~~e.!!~~ 1 :{1ti-atta~ (le due Napoh). :rb~.~.~~~u~~ng1oa~ie ~;~ e~r:~~°eJ:1~~~0°"t~~- ,!!::~:- ~~i~o:: s~i~\~;~.,dl~tot~! 1 ~:J~ Un linguaggio ma e il lmguagg10 come stona. ., il lm.guaggio non può essere libertà. l'antitesi della norma e laCo:a=~nelit~pre:~~s~! ~:i~~!i:.~:~ t o ~~~g~; ~~~~~sl : 0 'r1adf!~;;t~tà rer ~~: Vernacolo ~f~~c'!en c~~a laps~iJ~l_r:;~~!~~; :t~~:r~co i."~ c~~ ~~~!~ t~~f! 0 lJ~.!o ~ ;J~ò~ « ~~~ pe~et~~;t~.ea ~bi~~~ ~~~ la Schick infatti si chiede: .. I che frutto. preziosa e diretta te- sto contagio universale..,_ tinuità oggettiva alla storia dei singoli personaggi, legan– LA 1'1:'\.ACCHINA DELLA VERITÀ * perché .ii esprimono in na– poletano ma perché pensa– no, am3no, agiscono, soffro– no, si consumano e sbricio– lano alla maniera napoletana. ln cU[?a vampata di rossore. Chele è « una siringaia, la monaca di casa del piano sottostantt: cht: vi\•eva di preghiere e di inie::.ioni a gi.orn.ata •, Rita è la m3m– mana che e al paradiM, ci credeva dav,-cro: come ad "" grandt: albergo, con bellt: verande lanciate sui prati e oriz::.onti di mart:, con bar– chette bianche dalle vele gon– fit: naviganti per diporto•· e Assuero e quando non gli do– lel-'a la " caviglia " era il mi– gliure uomo del mondo »: personaggi che si svolgono con gli affetti, le ,'lolt:nze, le ansie e le speranze della gente napt>letana senz;l pro– nunciare quasi mai una pa– rola in ciialetto. PersonagJ!i senza nome E i mille personaggi delle sue s!orie (raccolte in ..spac– canapoli" 1947, in cGcsù fat: luce» 1950, in e Ritratto di maggio» 1953, in e Quel che ,;de Cummeo 1955) sono dello stesso stampo e par• lano nello stesso tono armo– nioso e gesticolante, pirotec– nico e burattinesco pieno di barocchismo e carico di wl– canismo. Piededifico che "a nel com·ento delle monache pe-r rubare e e per un quin– tale di mera! doveva afft:ttare una mtt:ra intera gìonr.ata ~, il maresciallo e la nipote c!t:i cominciò a dirt: di no, lui di sl. sl no, sl no, sì no, finché san sopra .. (Lutto figlia lut– to), la "ccchia e con la faccia seminata di ru~lre, mtUra, spenta e istupidita• (La si– ,mora s,:ende a Pompei), Zamprollc che tornando da ·apoli nella sua terra si sen– te a casa sua e alla prima ap– parizione su una stradina di un uomo in nt:ro, col cap– pello e il mantello eonfiato dal ,·t:nto. con la ma:.::a rn mano, dietro un branco di pecort: faneOsl!, intorno a cui il treno girtJ mostrt",idoglit:l"' da ogni punto» (Gli oggetti d'oro): sono anche questi alcuni protagonisti che ban– no, a proposito del linguag– gio, la caratteristica di esso– re napoletani più nei pensieri. nei gesti, nclle mo\''Cnz.e che nelle parole. E infine non solo con l'am– biente e non solo con il lin– guaggio Rea cerca di supe– rare il contrasto tra lettera– tura e vita napoletana ma anche con la creazione di personaggi e tipi», convinto che e.on e i campioni unh-cr– sali • è ~ibile mettere me,:, fai 0 in N~~it 0 f&~~f ~~ m•ggi, infatti, non hanno un nome e un co20ome, non hanno una individualità e rispondono a criteri assoluti di cate~ria e di specie. Essi, come nelle commedie del– l'arte, entTano nclla sceoa e rapp~tano la parte già ~~~::;;~n~era~f~~ tando, ron garbo, la battuta destinata al personaggio del de..c.credato, dcli' abbandon;:1to della fortuna, del debosciato e del mangiapane a tradi– mento, del figlio di papà e del parassita, della donn~ lussuriosa pronta, con tutta l'anima, all'amore e all'odio. Entrano in scena queste ma– sc.here e con il loro simboli– smo carico di polemica me– ridionale di rivolta mora.le. di stanchezza annoiata, di ironia ricercata cercano la verità sintetica tra letteratu– ra e vita nell'illusione di far nascere una ch'lltà dal popo– lo napoletano. L'ironia carica di beffa (esempio: Scenata napoleta– na), la tragedi:\ sempre pre– sente ma mai tremei,damente onnipresente (esempio: Una vampata di rossore), l'arte di arrangiarsi e di accettare tutti i rompromcssi (esem– pio: Breve storia del con– trabbando), l'amore dolcis– simo e furiosamente incon– trollato (esempio: Estro fu– rioso), il ricordo velato di tristezza per le cose passate che non torneranno più (esempio: la cocchiercria), la Rea superbia immorale s~3- mente inutile (esempio: I pesci del padrone), la mise– ria pe.,;ante riscattata da ~na luce di purezza (esemp10: Quel che ,ide Cummeo), la lussuria nasoosta e moltipli– cata sempre però pronta a di\'ampare (esempio: Chele in e Una , .unpa.ta di rosso– t"t' • l, il gusto della scena e del colore (esempio: Alcuni episodi - come la pas-.eggia– ta e la morte di Rita - in una e Vampata di rossore•) ,.-o~:lionoessere i segni pro– prio cU questo destino ano– nimo che guida i personaggi. Un destino che ha assegnato una parte da recitare a cia– scuno: una parte non falsa o superficiaJe. come può es– sere la finzione letteraria, ma reale e vera come la vita dei napoletani. Come conclusione una do– manda: riesce Rea a riso)• ,-ere il contrasto tra lette– ratura e ,ita? Certamente no, in senso assoluto perch~ troppo pre– po1en1e e ricca è la vita na– pole1an:1 per poter es.sere contenuta nelle sue pagine che, per quan10 studiate nel– l'ambiente, nel linguaggio e nei pe1sona1<"ginon raggiun– ~ono la finitezza orchestrale del Basile e della Sera.o. Certamente s\, im-ece, in senso relativo specialmente quo:.ndo Rea, dimenticando scuole e preziosità linguisti– che, ci dona, con immedia– tezza, il ritmo di questo po– pelo napoletano. Quando ci~ Rea, sulle orme del Boccac– cio, con il passo del raoccn– to lun~ - e ha ragione Leone Pìccioni quando dice che per Rea la migliore mi– sura è appunto il racconto lungo - ci parla della bra– ma di vh-ere, della sobrietà. del silenzio interiore, d:,lla della speranza di amore di questo e popolo panteista t: superstfa.ioso • che « ~ con– vinto d1e il cielo sia ù re– spiro stesso di Dio; e anzi che Dio, il Padre, non pen– si ad altro che a lm; ed avrebM tanta comprettsirme del suo p«cato origrnalt:, la nu.seria, da comprmdere - che è. più di pi!rt,011art: -– ogttt sua "'alefatta. » (e Le due Napoli •). Riviste italiane di ottobre Le, ragioni narrative una delle più serie e impegnate e giovani rtviste • italiane. rontiene nel n. 5 saggi di Cas– sala, Sciascta, Diego Valeri, Mario Pomilio. Tempo di Utteratura present3 poeti polacchi e Poeti tedesclu, re– censioni e rassegne. Il Polttt: presenta scritti di politica o di e varia umanità~ di: Fer– ruccio Parri, Renato Treves, Adriano Bellotto, ArnaJdo Cherubini, Mario Rigoni Stcm (racconto); recensioni e rubriche. Huma11itas, in un \'Olume monografico sul Concilio Ecumenico, allinea scritti di Cornelio Fabro, pa– dre Raimondo Spiazzi, Pao– lo Brezzi, l.·lario Bendiscioli. Narrativa pubblica racconti di Gino Raya, Polemiche di Gino Raya, Critiche di Gino Raya. Il Caffé insiste sui propositi internazionali ton e Les incongruitts monumen– tales • di André Pieyre de Mandiargues. Poi poesie, pez– zi. saggi di Michele Prisco, Luciano Erba, Pier France– sco Paolini, Edward Hyàms, Gian Ca.rio Artoni, Martino ~~~ 0 B~i~ci~. 2ìicca~= tino di Ornella Sobrcro e lo sfiatatoio polemico del Direttore. 1--''arte del fisch,io non s' i1n.p,1ra doli tra di loro alla ,'lta comune di tutti i giorni, vie– ne fuori un linguaggio-verna– colo alleato nel lessico e nel– la grammatica e ai modi della tradizione c.lassica» (co– me dice Flora) e allo cst:re- ,-------------------– nuo amore napoletano per le parole». (Una vampata di rossore). Un linguaggio però Da un giornale della California: e Ethel * Scherzi a parte. non ci sembra che certi 1r~~fe~t~ taemn! 0 i1eGia~ Irvine, maestra di fischio artistico. Il segreti possano diventare di pubblico de- mo insegnano) o con la ca- fischiare è considerato oggi uno dei più d• ELIO TA.LARJCO minio, essere svelali dal primo che passa. denza e lo stretto "-ocabola- nobili esercizi. Il semplice fischio si può I anche se pieno di buone intenzioni: il ~~Ii'aa~le\j~,e~ :!es~} sviluppare fino a trarne numeri da con- mestiere, la tecnica non rappresentano perché il linguaggio che usa certo e da radio. Un coro di signorine colleghi, sono vivi e probabili se li con- con le donne. come conquistare un Posto proprio un bel nulla se ctti li applica non il nostro Rea è legato, inve- fischiatrici è attualmente organizzato da sideriamo come personaggi; ma. come nel mondo, come diventar ricchi. come ha le opportune attitudini: può capitare ce, più a1 gesto, aU'esprcssio- 1\Jiss Irvine: specialmente richiesti sono uomini. diventano ridicoli. vincere la superstizione: nessuno si do- che dall'Accademia di BeUe Arti o da ne, alla caricatura sghignaz- i fischi bassi. Audizione libera. Si for- Diventate investigatori, dh:entate scrit.,. manda chi sono gli autori. cosi ottimisti, quella di Arte Drammatica escano al- zante, alla beffa esplosiva, niscono numeri di a solo e di coro per :~rist~~dl~b1 ra~:;!~s~i:v~;fio':i~mao~~s~ ~J~e~ ~~~n~t"J~~a 0r;.:~m~~ts~he~d~ ~~~J~~isfnt::;:!ti~t~~ tf~~~ri're~es~t ~~iat~~~n:en~la ~ c~~c~~~n:~;e ~i~g:~~~~ cd:~rs:~~!n~~ anni di esperienza, di faticoso tirocinio, La verità è che gli unici libri di testo ma lo sarebbero certo diventati anche :?rezion e dell e immagini: un ~ss Myrene Smilh, igienista mentale: di estenuante lavoro; ma, nel secondo possibili, gli unici manuali di cui è lecito all'infuori di ogni e qualsiasi insegna- t~~~ 2.ii~ ~ c;~ t~tadr~;; parlerà sulla Psiconumerologia costrut- caso. come la mettiamo? Genere dete- fidarsi, sono le opere compiute. Da Sha- mento ufficiale: come fanno carriera tutti rostume, storia, scoperta di tiva. Miss Smith eseguirà inoltre pezzi riore quanto si voglia - e, di proposito. kespeare a Ibsen, da Pirandello a O'Neill, quelli che non hanno mai letto gli innu- civiltà remote e presenti nel- scelti per fischio>. qui si lascia da parte l'antesignano dei da C.ecov a Eliot. i loro drammi, le loro meri manuali e per aver successo nella 1.!!.~,",'l'o"'codnel,.poqpoualloc: 0 unuall inh•· Che cosa sia la psiconumerologia ce- gialli. Edgar Allan Poe - anche la nar- commedie sono una vera miniera di in- vita • e come fanno strage di cuori !em- ;;lta Rea ri~ a risolvere strutti,,a potrebbe dircelo. forse, qualun- rativa poliziesca richiede delle attitudini segnamenti: tutto il resto è vana lusinga. minili tutti quelli che ignorano la tee- f~Jicemente il famoso con- que allievo di uno dei tanti corsi per precise che non si possono certo imparare pokere negli occhi, ricorda stranamente nica e per aver fortuna con le donne>, trasto tra letteratura e vita. investigatore O per scrittore di libri gial- leggendo e compulsando un mucchio di l\Iiss Irvine. Come si svolgeranno questi Ammettiamo senz'altro che sarebbe n lingua51:gionon è voluta- li: in America. infatti, e adesso anche dispense tirate al ciclostile. Sì. d'accordo, corsi per diventare scrittori polizieschi? comodo, dopo aver fatto la propria scelta, mente precipitato nel dialetto da noi. esistono delle scuole del genere: ci sono dei manuali che insegnano (o Con ogni probabihtà sono divisi in due sgobbare S\L dei libri per essere sicuri perché Rea pensa di rappre- ~;~~~~~·za~i all~ssg~~ :tgi~rdi~~t~ ~ort~ :i;;:f~~ 1 ~:~:~> c~:e I~ ~~;:zi~~~ ii~~~i,au~aa~arJf ~~~~~~a~i:1i~ ~:~~i:;~: ~~e~~~.b~ec:,,~ ~=n s!~:ea scf~:~: 1 : F~di J'1~i~:~r~~a~ diploma: di detective O di romanziere. drammatiche. tragiche o comiche, non infatti. che la mania dei quiz da qualche un modesto artigiano, come un grande l~~~ui ~!Ìc n~;,Jet~;°~: Insomma. costoro. di una figura astratta, superino. in fondo. il numero di trenta- tempo in qua dilaga da per tutto. quindi artista. come un grande scienziato. non zn Je limitazioni che la for- quella del poliziotto (dilettante o pro- cinque-quaranta: per cui diventa facile perfino nella scuola. e A bordo di una dovranno mai nulla a nessuno, tranne ma dialettale necessariamente fessionista non importa) vogliono fare catalogarle e suddividerle secondo un cri- nave da trasporto è stato ucciso un ricco che a se stessi. Insomma, qualunque impone. Rea cerca di assor- un individuo concreto, reale, corporeo: terio logico, ootloporle al giudiz.io dei futu- passeggero della classe di lusso: la nave attività - specie se intellettuale - na- bire nella lingua iraliana, ri- quando è noto che un simile tiPo non ri drammaturghi. Ma ve l'immaginate una r:~v;!"!~~!,. ~~;k,11:ttroèvadi{:t~e~~ sce dal sacrificio, della propria esperienza, ~~~f~i ?gni /:olore, ogn! esiste, non è mai esi~tito, r-é. mai esi- opera vitale che tragga ocigine da tali inse- Atlantico, marcia diciotto nodi l'ora: se i ~!n u~ug;ande spirid~d'oss_~rvat~ne;MD?a, com~~~:e si ~t.ft '1J~• ~ ~\~~ge 1 ~{a~i~~;ir~~~;;a ~z:~~ee~aS~~~= gnamenti? Siamo nel campo delle di- componenti dell'equipaggio fossero tre- Inine, n~~ ~.~c~aest:o ~e ~~! i~: ~~~~tà 0 cTI li~!:~: st::_ lock Holmes, Pbilo Vance, l\!a.igret, p 01 • mostrazioni per assurdo: come avere sue- cento. e i passeggeri mille, sa dirmi l'età gnarct l'arte del fischio. Fischiatori si I ria del cosnune e delle tradi- rot e tutti gH innumerevoli eminenti loro cesso nella \oita, come avere successo del secondo nostromo?' nasce, al pari di come si nasce poeti. zioni popolari. L-----------------------------------------------------------......1 e 1 ~:~~na~I:~ ~~~ o o che cosaleggere? comeleggere? Derché leggere? QJ Paolo Milano . S Il lettore ~ di professione e ◄ Q.) una voce aperta e nuovà ~ nella mtica letteraria italiana

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