la Fiera Letteraria - XII - n. 24 - 16 giugno 1957

Domenica 16 giugno 1957 CRONACHE UEL PIACEHE * Il parabolano * Ricordiamoci la sua carta d'identità: è un uomo. nacque quando sua madre lo fece. e il suo paese è in questo mondo * <li -;,iFUNSO GATTO Sarebbe telev:sibilt. il •Bertoldo• che Giulio Ce– s.1n. Croce trasse dal « Dialogo dt Salomone e di Marcolfo • del cui lat:nc. già esisteva traduzione nel 1·,02 e certamente sp1fferj di sentito dire per tutte le « sentenze notabili » che il re e il « parabolano mali– :doso e astuto ,, si rimandano? Bene o male s'incomincia con i qui.?. Il primo ra– g.onamento a botta e risposta vale un telematch. Il rustico Bertoldo è insieme il braccio e la mente. Ri– cordate, fra le altr-e battute? - Come faresti a portarmi dell'acqua in un cri– vello, e non la spandere ? - Aspetterei il tempo del ghiaccio e poi la por• terei. Bertoldo non è poi cosi estemporaneo come sem• bra. Ha tanta buona memoria quanta n'ebbe Il suo popà di San Giovanni in Persiceto che tolse di peso dal dlaloghetto medioevale tutto il buono che gl'lm– portava trovar di gusto per l'opera sua. Sempre, chi hf la battuta pronta, ha dovuto molto faticar da se stesso a sbrogliarsi, come un balbuziente che di là dalla parola. azzeccata alflne. itrova il fiume della facondia e se ne lascia portare. Per buona memoria, dunque, davanti alle tele• Célmere, Bertoldo fingerebbe di pensare per la prima volta quello che già sa. E' un ipotetico esaminatore, a incalzarlo, non lo perderebbe, se lo vedrebbe ancora davanti per una seconda e per una terza volta, sino ella laurea. Perché, confessiamolo, dalla sua, Bertoldo ha an– che li suo e podice>, un vocabolo a torto dimenticato e dato per morto nei dizionari, se all'uso poi non serve la chiara parola che abbiamo ridotto a una sola •e» con tanti puntini o, peggio ancora, l'infinito di un verbo che non ci fa stare più in piedi. E l'em!liano • tutto d'a ridere» di Bertoldo, le sue astuzie ingegnose, non sarebbero da televedere ? 11 Bertoldo che aizza cotltro il Re le donne per mandarlo in collera: il Bertoldo che punta evangelicamente sul avevano. come sì suol dire. qualche straccio in bu– avevano, come si suol dire, qualche straccio in bu• cato ») per fermar loro il braccio e scampare al sem:– cupìo e alle legnate: il Bertoldo che torna dal Re in– volto ìn una rete per non esser • né nudo né vestito» come gli era stato imposto: il Bertoldo che porta un secchio di latte nella stanza del Re che al buio vi inciampa per impar,are a sue spese che • il giorno è più bianco e più chiaro del latte e della neve»: Il Bertoldo che con uccelletto in gabbia mette a dura prova la curiosità c'elle donne, per dirle incapaci di serbare un segreto da nulla con tutta la loro pretesa di partecipare con gli uomini al governo della città: il Bertoldo mascherato col crivello che lo lascia ve~ dere e non vedere: infine il Bertoldo della scena madre che, messo in un sacco, in1pania lo sbirro di guardia, facendolo entrare al suo posto. Tutte scene. quali più quali meno, da e arrivano I nostri». E l'ultima trovata del parabolano che per grazia Ticevula ha da sce– gliere lui e l'arbore che gli piaccia per forca • e non lo trova mai? Ce n'è d'avanzo come vedete. per uno spettacolo di gusto da metter tu per I grandi con la scusa d. divertire i bamblni. Uno spettacolo breve, intenso. una specie di morra parlata com'è il libretto nei lim1t1 della sua popolare impertinenza. Tolto quel podice, che sarebbe comodo rimettere in lingua, con tanti pro– \-Crbi che si tiran l'un l'altro come le ciliege, convenite. Bertoldo può educare anche i ragazzi d'un collegio. educarli almeno a trarsi d'impaccio con le proprie mattane Ben gli venga, allora. questo ricordino nostro. Ma, se un g!orno si penserà di dargli un volto, sarà stolto Httenersi strettamente alle - fattezze• prescrittegli dal Croce sulla traccia del dialoghetto medioevale e farlo propr!o il e rovescio dl Narciso». Ricordiamoci la 3u;. carta d'identità: è un uomo, nacque quando sua madre lo fece, e il suo paese è In questo mondo. Oggi i politici cne direbbero di lui in termini d1 , recupero» ? Ostinato anarchico, reazionario. nano f. ondista nella manica del Padrone. ciompo allegro che sa trovare Il suo giorno di gloria 1 se non propr:.> un l!bertario ? Chissà. Le maschere vestono sempr~ con abbondanza perché a destra o a sinistra, alle spalle o dì fronte, tutti possono tirarle per il proprio verso. A noi basta Ja ultimo ricordare che., per mo• strare affetto al suo re. Bertoldo gli lasciò morendo. tra gli a!trl. questi coJ:1sigli:• Far vedere minutamente , processi innanzi eh~ si venga all'atto d: condannare• e .. farsi benevoli i ;,opali ». ALFO!<SO GA'ITO LA FIEllA LETTERARIA Due.opere di Roberto )lelll (• Ritraito 1918-19» e «Intcroo 1935») esposti alla )lastra. curata dall'Ente Premi Roma. PUBBLICATO IN VE EZIA IL ~1APPAJ\10NDO DI FRA' MAURO * DIUNA STUPENDA- GEOGRAFIA IMNIAGINARIA n ì\Iappamondo che fra Mauro dei Camaldolesi formava il 1448 nel Con– vento di San !I.Iìchele a ì\Iurano con la collabora· zione di Francesco da Cherso e di Andrea Bian· co. prima forse dell'altro mandato il 1459 al re di Portogallo: compiuto un anno dopo la sua morte cioè nel 1460 rimase in quell'isola. nel convento o nella chiesa. nel coro o nella biblioteca. e solo il 1811. uscito integro dal saccheggio della bibliole· cn stessa. e mancando or– mai J'opposizione dei mo· naci e ogni impedimento giuridico, ru portato a Venezia in salvo e in glo· '" ria: cd ora è alla Marcia– na. E' senza dubbio il più illustre monumento della cartografia italiana tra ì\ledioevo e Rinascita: im– portante per gli storici della geografia. ma an– che. a parer mio. per gli studiosi della cultura in quel secolo di trapasso che fu il Quattrocento. e ve· drcmo perchè. Bellissimo: la mappa nella varietà degli fotensi o delicati co– lori e nella luminosità de· ~li ori che ravvivano il disegno può essere ammi– rata come opera pittorica: 11 frate del resto ha popo· lato ogni paese di templi con torri e torrette. cu– pole e cupoletle di Canta· stica cd esotica architetto· ra: e di castelli fortezze palazzi d'ogni ~pecie im· maginabile. disegnati con levità di segno e colorito m rosso \·erde azzurro e oro a tocchi e a toni de– licatissimi tra il denso az· zurro. a onde rigate di bianco. degli oceani dei mari e dei laghi: tali nel– l'insieme che mi richia· mano alla memoria la fan- * Il frate ha popolato ogni pae e cli templi rette. cupole e eupolette cli fantastica cd con torri e tor- esotica arcbitel- tura; e di castelli fortezze palazzi d'ogni specie immaginabile. disegnati con levità cli segno, a tocchi e toni delicati imi ... * di GOl◄'l<'HEUO UF.1,1,0~CI tastica incantevole \·alle dei trulli acl Alberobello. Il Mappamondo è incluso in una cornice quadrata; e tra il contorno circolare dellà mappa e questa cor– nice restano quattro larghi spazi riempiti da rappre– sentazioni di luoghi mito– logici e· da figure cosmo– grariche e da scritti dot– trinali in chiari fitti ca– ratteri sul numero dei cieli. sul sito del Paradiso Terrestre. su le maree. sull'equilibrio degli ele– menti e su altrettali temi o scientifici o mitologici o teologici. E per tutto so– no. oltre i nomi delle ter– re dei paesi delle cìtt:.\. cartigli con notizie su i popoli che \'i abitano e sui loro costumi. sugli anima– li bizzarri e le pietre pre– ziose che vi si trovano: al– cune di queste leggende furono scritte (dopo la morte di fra ~lauro?) in strìscie di pergamena in· coliate sulla mappa co· prendo magari un certo spazio di mare o di terra o addirittura qualche iso– la. Tutti. leggende e nomi. ha trascritto con paziente intelligenza paleografa la bibliotecaria della l\Iarcia– na dottoressa Tullia Ga– sparrini Leporace. I maldolese. opera forse di Andrea Bianco e senza dubbio sirnilissima ancha nelle didascalie ad una vasta parte del tl\fappa· mondo sia stata fatta pri– ma o dopo. Fonti dunque diverse e diversamente at– tendibili: e quando ~11 mancano fra Mauro resta fedele alla tradizione me– dievale. alla geografia im• maginaria mitologica fa– volosa. L'Ahnagià osserva che in questo :Mappamondo orientato dal nord (in basso) al sud (in nito) con il Levante a sinistra e il Ponente a destra :i ma• no a mano che si sale il disegno delle coste e delle terre e le notizie dei car– tigli sono sempre più im· .precisi e che in generale fra Mauro non è riuscito a dare unità cartografica ai dati delle vecchie carte e a quelli nuovi dei viag– ~iatori e navigatori con– temporanoi. Si potrebbe forse dire che il tentati– vo di fondere insieme le carte ~eografiche tradizio· nali e le sempre nuo\·e carte nautiche era me,rlio riuscito al cartografo del· l'atlante catalano. il 1375. perchè allora la dh·ersità d_ella geoerafia immagina– na e della ,reo~rafia. vor– rei dire. scientifica era meno palese. Allora le nuove conoscenze si inse– rivano in una raopresen– tazione del mondo. sem– pre più complessa ma in· somma le,ggendaria e teo· logica: ora i particolari osservali e se,znati in carte dai via~giatori. sem· pre più numerO!ò:i. mutn– vano l'aspetto della terra. contrapponendo notizie precise. geograCiche etno· grafiche storiche naturali– stiche. a quelle o leggen– darie o imprecise che ser– vivano a fare del mondo un soggetto di :ipologo morale e della terra un ~~ti~pt~lm&b~t~~rH:~ reford la socra scena di Dio che divide gli eletti dai dannati nel giudizio finale domina e integra la rappresentazione della no– stra terra. I viaggiatori cercarono poi i paesi e gli esseri leggendari nei luo– ghi dove erano stati rap· presentati dai cartografi medievali. e non li tra· \·arano· Giovanni da Mon• te Corvino. Odorico da Pordenone. Guglielmo di Rubruk confessano di non avere trovato il Paradiso Terrestre e di aver sapu· to del Prete Gianni noti· zie del tutto diverse dalJe tradizionali. L'esempio più meraviglioso di questo contrasto tra il vecchio e il nuovo è quello di Cri~ stoforo Colombo. nel qua– le sopran·ive\.·ano le cre– denze geografiche medie– vali sebbene egli fosse or· mai uomo del Rinasci– mento con una cosi stre· nua fede nella sci,mza da rispondere a chi giudica· va rischioso e temerario mettersi per l'oceano vie– tato dalle colonne d'Erco– le. che tutti i mari sono navigahili da chi conosca l'arte \.'!ella navigazione. E.d egl.; che nel terzo viag– gio. giunto alle foci del· l' Orenoco nell'America (questa volta) continenta– le. additando l'alto monte dal quale discendono quel– le acque voluminose an· nunciò d'essere in vista del Paradiso Terrestre: e che sin dal primo viaggio cer· cò nelle isole quell'oro e quegli edifici interamente d'oro che )Iarco Polo. ri· ferendo le voci udite in Cina. mette nel favoloso Cipango cioè in Giappo– ne: e che insomma avrà for~e creduto alle immagi· nane notizie dell'Atlanti· de. del Craken. della ~Ia– no nera. delle isole con i cinocefali o i monocoli: egli insomma per ogni nuovo e pauroso aspetto dell'oceano della terra e del cielo, corrèndo per primo le acque inviolate. cercava e trovava una ra– gione scientifica: spiegava ai suoi marinari che co– sa fos~e il mare dei Sar– gassi e percnè la stella polare apparisse deviata. dava alla scienza le teorie. per esempio. della decli– nazione dell'ago magneti• co e deJle correnti equa– toriali. potranno meravigliarsi che ìl cartografo ignorasse la conquista turca di Co· stnntinopoli) ma noi in– vece In sopravvivenza dei miti delle leggende delle favole. La geografia im– maginaria non scompare dalle carte: cacciata dalle terre nuovamente esplora– te, si distende più in là. in quelle non ancora viaggiate, sino al margine. Nella tàvola terza. dell'e· stremo mezzogiorno. un cartiglio ci avverte: e Que· stc do· isole sono lrnbitate per cristiani. in una delle quali. cioè nella nobile habita le done e ne' l'nl• tra habita i lor huominl i quali solamente tre mesi dc l'ano stan con le do· ne :»; e in una delle ul ti· mc leggete che e l'isola Anglia> antjc,meotie era abitata dai giganti e vi giunsero poi, ruggendo dalle rovine di Troia. i troiani con un loro prin· cipe Bruto da cui il nome di Britannln, e di poi i sassoni e i germani con una regina chiamata An– gela onde il nuovo nome di Anglia. I leggendari Gag e l\lagog, che nessun viaggiatore ha trovato do· \'e si diceva fossero, sono respinti all'estremità del· la terra tra greco e tra· montana e chiusi da al– tissimi monti dai quali dovranno uscire, ma non, dice. per aiutare, come si credeva, l'anticristo. Ed è testimoniata la pc'rsisten– za e l 1 ampliamenlo della leggenda di Alessandro. per esempio nella scritta su Seylan (Ceylon) • iso· la di tremila miglia> ric– chissima d'oro. d'argento e di rubini così grandi che H re ne ha uno lungo una spanna e grosso un brac– cio, e con un monte Ada· mo dove non piove mai e non tira vento e dove è rimasta. segnata dai rubi· ni. la forma del piede del primo uomo: monte al quale si ascende per sei catene di ferro messe là (ci siamo) da Alessandro Magno. E non parlo del– l'uccello crocho così gran– de e forte da poter solle· vare un elefante; o del lago di miele che sarebbe in Abissinia o dell'isola dei Dragoni. o delle mon· tagne ardenti. o dei serpi con sette teste. o delle formiche grosse come cani che si cibano di carne umana. o di quella beata terra dove sono soprattut· to noci moscate e pappa• galli. Nei secoli seguenti la scienza geografica cacce· rà dalle carte e dai map· pamondi le creature e le cose leggendarie. Cantasti• che, .quando avremo cono– sciuta a passo a passo tutta la terra e scoperto che e tutta terrena. E al– lora purtroppo verrà il desiderio di cancellare co· me fastidiosamente tradi– zionali e fantastici i di• versi costumi e le diverse forme delle ca.,;e dei tem· pi_dei p~lazzi: tutti eguali e 1mmagmate quale marti– rio ~offrirebbe, finalmen· te l'ebreo errante, se an• cor camminasse non po– tc~do più essere svagato e illuso dalla varietà dei costumi e delle arti. Non sarebbe meglio partecipa· re. si, tutti di una stessa vita mondiale ma con la propria originalità spiri· tuale e fantastica? &obecto ì\Ielli: « ComposiziollJ: 1938 » Questo stupendo map· pamondo è stato ora pub· blicato dal Poligrafico del– lo Stato. per volontà del Comune di \"enezia. con l'aiuto finanziario del con– te Cini e a cura della Ga· sparrini. in unn mirabile riproduzione: tale dunque quale è nell'originale. ma divi5o necessariamente in quarantasei tavole. E in– troduce allo studio di que– ste tavole un dotto e si– curo saggio del professore Almagià che ci parla. non solo di fra Ì\lauro e della sua fama dì ~eografo e cartografo in Italia e di là dei confini (fu nella commissione per la deri– vazione delle acque dalla Brenta. ed ebbe dal re del Portogallo la richiesta di un mappamondo) ma an– che delle sue possibili e probabili fonti. le carte nautiche - i cosi detti portolani - delle coste mediterranee. le testimo– nianze di viaggiatori in Asia quali Marco Polo e :'.'J'icolò dei Conti e forse degli altri mandati del re portoghese nell'oceano a· tlantico e a far nuove car· te del na\·igare > (ma po– tè saper nulla delle sco– perte di uno di questi. il Cadamosto. ritornato a \"e· nezia solo il 1463?) e fi· nalmente le notizie. come egli dice. di religiosi etio– pici venuti a Murano. se non proprio dall'Etiopia. da Gerusal.~mme. Più dif• ficile sembra stabiltre se la carta geografica dello biblioteca ,..·aticana ch6 l'Amalgià afferma uscita dallo stesso monastero ca· Se confrontate il :i.tap· pamondo di fra ~lauro con quello conservato in Inghilterra. a Hereford e compiuto tra il 1276 e il 1283 quando il cartografo pote\·a aver avuto notiÌìe più precise dell'Asia solo d~lle relazioni dei viaggi d1 fra Guglielmo di Ru· bruk e di Giovanni di Pian del Carpine (inserita questa nello Speculum di Vincenzo di Beauvais) ve– drete il mutan1ento. non solo delle cono!'-cenze. ma proprio della cultura e dello spirito dei carto• grafi. Kel Duec~nto la geografia e persino apolo· getica: spesso le carte so· no orientate da oriente ad occidente (ex oriente lux> su un asse che dal Para– diso terrestre nell'estremo levante attraversando Ge– rusalemme giunge alle co· lonne d'Ercole. ;'Via nel Trecento e nel Quattro– cento come ci mostra l'Olschki nel suo bel li– bro e Storia letteraria del– l_escoperte geografiche> i navigatori e i viaggiatori sono sempre in maggior numero. i soli che parli– no con il linguaggio rea· listico di chi ha veduto e osservato paesi e popoli, Kel ~Iappamondo di fra Mauro ora accessibile a tutti in questa stupenda riproduzione. i geografi cercheranno e studieranno quale era la loro scienza fra il 1448 e il 1460 (e GOFFREDO BELLONCI Paµ 3 POESIE D I, "B.\GrTT.I 01 1 ER.I Pllnl:I,, * Memoria di Vialb11 * di E:.\RICO LA STEU,.\. Alto viale. Con quattro foglie è partito l'autunno (i malati senza gesti come carabinieri a coppie misurano la \'ita sul selciato) Alto viale. L'inverno ha corroso le scorze ha fatto galoppi di ne,·e (dietro i \•etri. solo come Caino. ognuno ascoltava la propria tosse). Oh viale che sai, tu e i brividi che ti porti, tu e la luna. tu e la morte. do\·e sarò a primavera? Xel cuore della notte. sudato. stretto alle ossa come un innamorato ascolto quel passo di corsa quelle voci e l"ala nera del prete di quando si muore nel cuore della notte. ~ella stanza 38 II è morto un compagno forse ha veduto dal soffitto scendere il ragno, era poca la luce dormiva anche la notte nella stanza 38. l\Ta già viene l'alba che batte i denti nei vetri, ascolto quei passi le \•0ci ascolto quel tempo trascorso allora quand'ero ragazzo allora quand'ero soldato pareva e pare nel vento di udire il latrato dì Cristo che sale la croce. Il[ Spring: primavera molla sorgente questo sole bonario tocca persino la grammatica d'inglese. Lo sanno ì due colombi che nei pioppi del viale hanno fermato la corsa primavera le foglie che danno il cambio a noi malati, molla quest'ansietà di vivere previlegio di chi si è consumato, sorgente dello sguardo un cielo azzurro e il vento · e questo sfinimento che tocca il polso dell'anima e rmno\·a la beata dolcezza dell'infanzia. IV Congedo ~on tremare amore se ti dico buonanotte. Ora vado e pare quasi un l(ioco facile. voglio ancora col sorriso timido che avevo guardare il desolato fumo delle ciminiere come a un vapore che partisse. Ora che è tardi voglio ancora amore dirti grazie, i due bambini son belli cr~sceranno. chissà ... hanno avuto un padre senza medaglie. Anna ride coi fiori, Gianluca assorbe nel suo sguardo Ja notte e tu. va là, ti hanno fatta forte. chi è quadrato di spalle sempre paga. ).1a ,.sorridi. ti chiedo, io non salgo . la croce. io non discendo ... Solo, vado. ENRICO LA STELLA Roberto Mclii: « Creola. 1917:, (part..)

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