la Fiera Letteraria - XII - n. 2 - 13 gennaio 1957

Domenica 13 gennaio 1957 T I\ F T FRA f F'TTPR '\ TTT <\ Pag 7 GALLERIA DEGLI ARTISTI ITALIANI LE'ITERA D'ARTE DA BASSANO * li:iorgio Dc Vi.ncenzi: "Composizione ' 1 I * GiorgioDe Vin • cenz1 * IJn11 cole 11oetic,.1 st,, bilità di clinii, di figure, di pic– cose, (01 9 111,ò il suo b,1ga,,tio di imniagini * di AN'l'ONIO ~I El"US(jHI Un mondo sconvolto dal grigio, sfatto e incorporeo come un ammalato sotto una campane di cristallo, vive e cresce nelle pagine dei poeti o nei quadri dei pittori «crepuscolari• : « l'ombra è luce• - grida Rodembach, e le parole e le pennellate sembrano na– scoste diebro a un velo funebre. « Il silenzio rende gli uomin; di pietra • - sussurra Maeterlinck, e le voci e i coiori si smoroano in una fredda lamenta– zione, si spengono nell'arco di un tramonto che piange tristezza. Une poetica stabilità di climi, di figure quasi evanescenti, dl piccole cose inutili, formò il pittorico bagaglio di immagini sulle tele, nei versi e nelle pro– se; e l'ispirazione si ancorò saldamente nelle città dove l'antica quiete si muta in un « paiLido sole». e la pioggia fa da lume alla sconsolata noie del tempo. Da queste rigide e singhiozzanti atmosfere s'alzò l'ir– rompente grido di Govoni con l'• Inaugurazione della primavera», e i suoni, gli odori, i sapori, e i colori si rifecero vivi : une perenne sorgente di festa, col verde chiaro dei campi in cui il sole è il sole, e la luna è la luna, e una fresca gioie di cantare. Da queste lontane origini nasce la pittura di Gior-· E LE gio De Vincenzi, e dalle sua tavolozza scoppiarono squlllantl colori e a!1egre luminarie di gialli, di rossi, di viola, una raggiante processione di lucidi grigi, di verdi di rosa trasparenti; e Ferrara, città del silenzio, sommersa da,]Je nebbia di una letteraria convale– scenza, apparve nuova, sconosciuta, ingigantita de una luce sconfinata. Gli angoli, i vicoli, i viali, gl! alberi, i sagrati, i muri che grondano anelli di fiori rampicanti nelle stradette fuori mano, e la larga, di– stesa, bassa pianura dove i1 cielo è altissimo, formano rn tessuto creativo dell'opera di Giorgio De Vincenzi, una illuminante catena di immagini che dicono la sua storia di uomo e di artista. Una coraggiosa storia di fedeltà e d'amore, vissuta nell'umiltà, patita con fede. E nel duro cammino, nell'orgoglio di una pura cre– denza, egli racconta con ariose pennellate: alza il canto trionfale della vita, che è nei fiori. nei campi, nei boschi, sulle prode del fossi, nel respiro d'argento dei ruscelli, in viuzze annegate di sole, dove il silen– zio non è morte ma punt1mle impegno e preciso com– pimento di poesia. ANTONIO MELUSCHJ ORE * di GIJIDO Pl1,,BOCCO Bassano è rimasta fedele La tradizione culturale di ben cinquecento fotografie ed ad una tradl;,;ione culturale Bassano è stata ripresa re- uno schedario critico delle ed artistica che ha origine centemente attraverso una opere dei Marinali. nel Seicento e nel Settecen- serie di Mostre: la prima nel Sono aspetti dell'arte vene– to. Le belle ceramicbe, le 1952 dedicata alle opere di la che Integrano con una par– perfette incisioni e le statue Jacopo Bassano e della sua teclpazione •corale• quelli che si legano alle morbide scuola che si trovano in città più noti di Venezia- La leg– llnee della architettura delle e provincia; la seconda nel genda di una Venezia malata ville e del paesaggio, sono na- 1953 cbe ha presentato una di solitudine, tra l'acqua, la te quasi naturalmente a Bas- vasta mostra di ceramiche palude e i venti d'autunno, è sano, nella grazia antica del- antiche dalla seconda metà una trasfigurazione di quel le casee colorate, disposte nel del Seicento alia metà <lei- tardo romanticismo di per se dolce declivio delle prime l'Ottocento; una terza nel 1954 stesso malato che cercava un pendici del Grappa, in una dedicata ella caratteristi,:a clima di febbrili ed Intense terra che offre spontanea- arte incisoria fiorita a Ba~- malinconie. mente la gamma cromatica. sano. A Bassano, un luogo • in Il rosso, anzi, di Ezzellno da Ha avuto luogo recentemen- villa •, tra chiare acque, pro– Romano, un paesetto sopra te un'altra Mostra che ha fili di colli e di monti che un colle tra Bassano ed Aso- presentato un aspetto origi- deve essere piaciuto partico– larmente aJ Vivaldi delle • Stagioni •, le statUe dei Ma– rinali, si Inseriscono natural– mente nel paesagg10. Alla Mostra figuravano alcuni boz_ zetti in terracotta del Museo di Bassano, di quello di Vi– cenza e della collezione Col– bacchlni, mentre i disegni ap– partenevano ali'• Album dei Marinali •, dei Musei di Bas– sano e di Vicenza_ Accanto alle opere originali de gli ar– tisti sono state esposte nume– rose fotografie eseguite su carta sottile, chiuse in teatri– ni ed illuminate dal retro per conferire ad esse un caratte– re di verità e di evidenza prospettica. Nonconformismo dell'u mo conternporanml Le sculture vere e proprie sono rimaste nel luogo d'ori– gine: alcune in alto, sopra i portali della chiesa della Sa– lute, tra i grandi tortiglioni e la cupola, altre presso gli al tar maggiori o sul sag;a to ~ delle chiese, altre allineate nei parchi presso i grandi a I– beri, alcune in girotondo at– torno ai laghetti dei giardi- .~ ni, altre ancora sui portali presso i cancelli in ferro bat– tuto: virtù, speranze, angeli, divinità, dell'Olimpo, ninfe, tritoni, nereidi, concepite in un clima d'Arcadia. in una classicità di fantasia, che ci richiama da un lato il Tie- * l~'artista ,Voggi, in, quanto ·riflette o 11·iiittosto assonnna la nost1 9 a ti11ica ba'l•bat•ie non può avei•e predilezit1ne pe1· l'a,·te classica? polo e dall'altro il teatro del melodramma. * J Più che dell'artista singo- lo si parla di una famiglia; io stesso dovrà dirsi per le ceramiche, le stampe e per– fino, ad un certo momento, della pittura di Bassano: • un fenomeno di bottega illustre. dice Gino Barioli, che spiega l'enorme produzione ispirata da Orazio Marinali, l'artista più autentico della famiglia, che impose non soli i suoi consigli ma anche le sue in– giunzioni•. Nei temi sacri le opere sono più vicine al mae– stro della scultura barocca a Venezia, Giusto Le Court, che lavorò con il Longhena nella Chiesa della Salute. Nella scultura profana, le opere cbe apparivano nelle ville, nei giardini e nei portali, l'inven– zione dell'artista ha più am- di FOR'l 1 UNATO B11:LLO~ZI L'étemo dramma della li– bertà e della vita morale il quale sempre esisterà fln– chè sarà l'uomo,· ma che og– gi appare, come in altre epocbe della sto, ia apparve. per esempio al Q.isfacimen– to della società romana, particolarmente acuito dalla incapacità di aprire un nuo– vo dialogo tra la patria ce· leste della quale l'uomo non può [are a meno di consi– derare cittadino il proprio io e la patria terrena cui lo tiene avvinto la ruota dell'esistenza. Ii nonconfor– mismo fatale dell'uomo ap– pare non soltanto più spic– cato nell'evo contempora– neo. ma anche considerato sotto nuova luce, chiarito a se stesso (e per la prima volta con indagine da psi– cologo) ed estimato addi– rittura come qualcosa di prezioso da doversi custo– di~e e difendere: sicchè la lotta tra l'uomo e l'ambien– te. la ribellione del singolo al !"autorità costituita. sia essa la società, la fam;glia o la cultura u!flciale. fini– sce con l'assumere gli aspet– ti romantici della tipica ri– vo] ta giovanile tanto appariscente esteriormente quanto povera interiormen– te di contenuti protratta per atto di volontà ben ol– tre l'età anagrafica della giovinezza. Il nonconformismo che è proprio dei. giovani di ogni epoca al momento del loro inserimento nella vita so– ciale. diventa nel nostro tempo il nonconformismo dell'adulto che prolunga ar– tificiosamente nell'età ma– tura la mentalità di adole– scente in quanto è ritenuta rtsprva di personalità e di genialità « àge du génie ». Taluni aspetti clamorosa– men·te esteriori di opposizio– ne degli artisti contempo– ranei alla cultura ufficiale. l'ostentato disprezzo per· il consentimento àei più. la volontà di • épa,ter la bour– geois .. con invenzioni ine– dite sconcertanti sostenute da una programmatica su– perficiale e goliardicamen– te rumorosa (come ad esem– pio nei futuristi). la costitu– zione di società ristrette di proseliti e di simpatizzanti. a certe forme di vita asso– ciativa giovanile con UIJ qualcosa appunto di analogo proprio gergo ed una pro– pria segretezza. ne sem1lra– no infatti una cbiara con– ferma; aveva attestato il suo genio (e dum plus mon– stravi. plus hostica damna proba vi»); neppure serve dividere il male a met"à e sognare che possanoJ su un terreno di compromesso. in– tendersi oggi l'artista e la collettività (questa terra di nessuno la si cerca spesso quando trattasi di opere pubbHche: nelle C~iese, ad esempio, sperando 1n buona fede che l'autorità religiosa allargando le maniche. cioè aggiomandosi un poco. e gli artisti piegando il dèmone autonomo alle esigenze del– la liturgia e del culto. si giunga ad opere che soddi– sfino insieme Parte e la pietà). - Il dissidio tra l'arte e la società esiste e le sue radici affondano nel terreno della storia; arriveremmo a dire c_he esso p0trebbe sem– brarci addirittura inesplica– bile quando ·1•arte sia veri– tà. razionalità. cbiarezza e totale umanità. Come infatti è possibile che il suo inten– dimento sia privilegio di di tale quintessenza d'uma– nità trasparirà parzialmen– te, confusamente almeno, arl. uomini comuni quali noi siamo. a assetati di be]ezza e bramosi di sapere? Dav– vero rarte. forma di cono– scenza di noi stessi e del mondo a noi circostante, ci sarà preclusa per il fatto di non possederne. con Pade– guata iniziazione specifica. la chiave? Non sentiremo mai qualcosa di noi. della nostra limitata umanità nel– le tele e nelle statue degli artisti nostri che tuttavia amiamo? Non arriveremo nemmeno a gustare le bri– ciole di quel pane degli an– geli che pur cl illudiamo di gustare guardanrlo le opere d'arte del passato? Ma al– lora che sarà mai la fun– zione degli artisti. il loro contributo alla civiltà con– temporanea anzi il punto spiritualmente più elevato e pieno di quella civiltà me– desima. se forse l'uno su mille di noi mostrerà d'in– tenderla? Si badi bene che noi non abbiamo intenzione veruna di rimproverare all'arte contemporanea la sua stra– da nuovissima. l'abbandono progressivo ael rapporto con la realtà esistenziale. le sue ambizioni a cogliere la essenza delle cose. a sco– prirne il ritmo eterno sotto !'effimere apparenze, a tro– vare la dimensione tempo– spazio e a svolgere, con la tensione ad un abbraccio di molteplici interessi conosci– tivi. un compito eccedente, come sembra. i limiti me– desimi della poesia. Il no– stro lettore si accorgerà che noi indaghiamo unicamente il percbè, anzi i perché del– l'inconsueto volto delle ar– ti belle attuali; o piuttosto cerchiamo di allineare del– le constatazioni e di porre a noi stessi degli interroga– Uvi, non nuovi e, temiamo. senza una risposta appieno soddisfacente. ... Una certa aggressività giovanile, quale par di scwr– gere nelle avanguardie ar– t i s t i c h e contemporanee, rientra dunque assai per– suasivamente nel quad1 o della nostra barbarie la quale nasce per eccesso di cultura. di raffinatezza per gigantismo di scienza e di tecnica. per maggiorato squilibrio tra l'uomo e lo ambiente come anche di so– pra abbiamo accennato, per scarto tra età anagrafica ed età mentale. Una barbarie che porta. con la prevalen– za dell'irrazionale (e pertan– to con una dilatazione p(lu– rosa delle infinite forme della superstizione, che van– no dai miti razziali alle forche ài Norimberga, dal– le cortine di ferro alla mac– carthiana caccia alle stre– ghe) l'irrequieta fisonomia di molti orientamenti arti– stici del nostro témpo. ge– neralmente e diremmo na– turalmente aperti ad Inte– ressi molteplici, di politica e di costume ad esempio. nessuno dei quali per al– tro così totalmente e inti– mamente sentito che riesca a signoregginre la folla de– gli altri (vedansi le premu– re populiste del cubismo di Gleizes e di l'/letzinger che rispettando la « loi de la surface • - Infine altro non era se non evitare l'ingan- no prospettico! intende– vano andat·e incontro al po– polo e guadagnarsene il consenso) e •ambizio~amente tesi ad abbracciare la tota– lità delle cogniz.ioni e delle intuizioni quasi si direbbe in un bisogno di rivincita sulla imperante specializza– zione. Parrebbe infatti cbe l'artista si proponga talora di ricomporr~ l'unità del sapere con la sua azione. cercando di dominare dal- 1 'alto di un misticismo ne– buloso le membra disperse . e irriducibili dell'universo; in effetti egli tenta. con la aspirazione ad abbracciare in un medesimo atto ed istante il maggior numero possibile di Interessi cono– scitivi, di sorvolare come Faust sul mantello del Dia– volo le prospettive del mondo nel quale non riesce ad inserirsi e a giustificar- . si• Tale pluralità di interessi lo conduce inoltre a mutare spesso e rapidamente indi– rizzo estetico. sospinto con– tinuamente verso esperienze nuove da una caccia feb– brile della verità, la quale gli si pre$enta da ultimo con la disperata assolutezza del non assoluto; pronto al– l'assorbimento delle più di– sparate fonti e perfino di– sposto a considerare come una conquista dello spirito creatore, come opera d'ar– te, l'accostamento fortuito di più oggetti con l'ingenua fiducia di chi contempli un pezzo di natura e lo ritenga un quadro cui manchi uni– camente la cornice. Perfino un grande artista come Pi– casso. che in tal caso appfi– ca alla rovescia la sua ce– lebre affermazione: • .,ie ne cherche pas, je trouve >. si è lasciato sedurre dalle « trouvailles • e queste han– no cospicua va rte. come è noto. nella nostra pittura metafisica il cui potere ma– gico, evocativo, risiedereb– be, stando a Cocteau. ap– punto nell'inconsueta rela– zione di due o più cose di!– flcilmente pensabili come accomunate nell'unità di un tema: cosi la testa del– l'Apollo dei Belvedere e un guanto di gomma (è qui la ragione della fortuna mon– diale della pittura di De Cbirlco che ha cosi vasta– mente influenzato il surrea– lismo internazionale, men– tre è chiaro che il valore d'arte della pittura meta– fisica risiede nella dram– matica espressione della amara solitudine dell'uomo contemporaneo: quelle pro– spettive deserte e ferme. quei cieli immoti. senza aria, quelle torri di Bebele inutilmente elevate all'infi– nito, quel sentimento tra patetico e itonico di una perduta. irrepetibile armo– nia tra I'uomo e le cose. quella nostalgia di un idea– le ellenico di sublime pu– rezza e di perfetta mode– stia che oggi non può par– lare la retorica neo.classica del Winckelman. ma unica– mente riproPQrre alla me– moria gli eroi d'Omero sot– to le spoglie grottesche dei manichini all'ombra del– l'officina ferrarese; nt\ conta come e perchè sia nata. in quegli anni. la pittura me– tafisica. nella quale è da vedere uno d•ei documenli più impressionanti e co– struttivi del nostro noncon– formismo). FORTUNATO BELLONZJ O. Marinali: "Angelo 1712 ,, pio respiro, tale da riscatta– re Orazio e i seguaci dal giu– lo, diventerà caratteristico nale della tradizione artistica dizio sommario che sinora di delle ceramiche di Nove nel bassanese: la rassegna del essi è stato fatto. Opere che Settecento. bozzetti e disegni di Orazio sbocciano dalla linfa più Uro- All'artigianato familiare ap- Marinali e della sua bottega. pida del Settecento, dotate partenevano anche i più an- La famiglia dei Marinali, di una plasticità e di una gra– tichi maestri, circondati' da originari di Bassano, stabili- zia interna che superano ogni quel sentimento caldo ed af- tasi a Vicenza, anima una forzatura barocca e danno fettuoso di casa che la cero- «bottega• cui è concesso alla una intonazione musicale al– mica, la stampa o la scultura fine dei Seicento e alla pri- l'architettura e al verde che per giardino sempre conser- ma metà· del Settecento, il le accompagnano. vano. Sapore di casa, d'uso JJrivilegio di popolare chiese, Ed ecco le statue del giar– qu<?tidiano, nell'ori_gine di un oalazzi_, vili~ e gia:dini di in- dino Bolasco di Castelfranco artigianato concepito secondo numen schiere di stat1,!e. I Veneto delle ville Griman· a le leggi estetiche d~} Se~te- tre fratelli Marin_eli (Orazio, Montegalda e di quella ba cento e sul metro pm qllleto Bassano 1643 - Vicenza 1720; Schio a· Costozza Oper ·n degli i?te_r1;0 <_ii Pietro Longhi. Francesco, Ba~sano 1647 - Vi- marmo che si legano, ae dJ_ Le incisioni passano dalla cenza 1720 c1rca e Angelo, ~tanza di tempo con quelle certa alla superficie vitrea Bassano 1654 - Verona 1702) ellenistiche, s~o in pietra qelle p~rcell~e e c1 danno l~vorarono nel ~:filo e nella tenera, grigia O dorata, talo- 1 unmagme. d un mon~o di pietra _tE:n~r:i d1_Vice~ san- ra avvolte da una sensualità i~ della città wneta d1 ~o- ti e diVlrutà J:?-ltologiche, al- aperta e cordiale, oppure da vmc1a, con le c~_ozze luc1d~ tari _ed allegorie per una _va- un • pathos • sognante, sta– e _nere,. sui pr~fili domestici st1ssrma ed avveduta clien- tue che stanno alla soglia del d~1 colli asolaru, sta~pe ~he tela ~ello Stato veneto:. da mondo veneto del Settece t . ci appaiono come ultime im- Venezia a Bassano ad Udine, n ° maglni di una cultura che Verona, Padova, Vicenza e L'iniziativa del Comune di era già tramontata nelle ca- Brescia. Bassano ha trovato degno co- pitale della RepubbHca vene- La rassegna è stata allesti- ronamento nel succ~so dell~ ta nell'Ottocento e si conser- ta da Gino Barioli, direttore Mo~a e nel contributo d1 vava intatta, come estremo del Museo di Bassano che si studi che essa promuove nel privilegio, in questa terra così è reso particolarment~ bene- campo_ della scultu_ra veneta tiepida e luminosa nelle gior- merito per aver iniziato una del Seicento e del ,'>ettecento. nate d'autunno. precisa documentazione con GUIDO PEROCCO FIDl!CIA POETICA DI LILIAN CAHAIAJ\1 Lill&n Ca.rala.n; " Paesaggio con lago " Guido Tallone * Giulio Toreato * Sem di LUCIA.NO BIJDl~NA Egidio Bonfante l.,a produzione pittorica di deUe facoltà tecniclie e de!- preme e ragioni• della rima. Li!ian Caraian ha ormai dubbio, avente in sé una se- propostosi da Bonfante, e di Li.!ian Caraian è di fresca La ricerca di un esatto rap- [,'impegno morale della pit- a! suo attivo numerose per- rena malinconia•· cui l'attuale mostra ci offre data: non sono trascorsi an- porto fra il proprio mondo trice è dunque tutto rivolto sonati in Italia e all'estero A!!a ga!!eria de! Gratta- le prime, persuasive resul– cora tre anni da quando !o poetico ed una personale di- a una sempre più esatta de- (assai importante quella or- cielo una e personale• di tanze. Evidentemente, !a na– scultore Marcello Mascheri- mensione stilistica, può es- finizione de! e punto di par- dinata !o scorso anno alla Giulio Turcato. Sem, cioè la tura di un pittore non si ni, avendo avuto occasione sere considerato davvero tenza • verso l'opera d'arte, romana galleria de!!'Obe!i- pittrice Semeghini, a l la muta con il mutare della di vedere !e sue prime 1?ro- esemplare per fervore e fi- La sua attenzione inte!!et- sco) e la partecipazione a Montenapo!eone 61a: circhi, sua impostazione, deUe sue ve grafiche, la incorarmiò a duciosa intelligenza. A que- tu.aie è esclusivamente pro- tutte !e e colletti1 1 e • d1 que- ucce!ti di fuoco, pinocchiet- ipotesi di 1.avoro, e La natu– intraprendere !a strada del- sto proposito viene oppor- tesa a cogliere gli avverti- sti ultimi anni (dalla Qua. ti, fiere, organini che sotto- ra di Bonfante rimane co– la pittura trasferendo in tuna la citazione di una fra- menti e i sintomi di una re- driennale al « Mlchetti »); !ineano L'atmosfera infanti!- loristica, tattile, fe!icemen– questa specifica direzione !a se di Uone!!o Venturi det- lazione sempre più pura e tuttavia, con la sua attuale mente festosa di queste set- te figurativa: anche se e,.,li sua vasta e risentita espe- tata in occasione di una re- feconda. mostra alla galleria Apolli- timane. si convertisse all'astrattismo rienza artistiça maturata nel ce71-temostr_a di que~ta pit- Da q_uesti brevi appunti naire, è !a prima vo_!ta c~e Cliiudiamo questa nota questa sua natura finirebbe can:i,po musicale e lette- trice: . e l.,_iltan Caratan _harisu.Uera tuttavia evidente i! si presenta a! pubblico mi- con !a segnalazione dt una per esprimersi al di là da rari?. . . . . . uno stil~ tn arte; le sue ptt- rifiuto di ogni scliematismo ianese. mostra propriamente nonlogni ~chema. Ma, dai primi Pian:ista dt not?neta_ in;- tu.re mi lia71-no_ inter_essato formale, l'inevitabile oppo- • • • milanese, ma che in certo tentativi di "scomposizio- ternazion(!le, a7:1-tnce dt un mqLto perche V\ ho ,:icon<?-sizione - proprio una con- Alla galleria di SteJanu qual modo rientra nella ne". qui documentati. rico– volume di versi_ avallato da sciuto una viva mtellt- ditio sine qua non - di Cairota, Guido Taltone espo- nostra 9iurisdizione: L'im- nosetbi!i subito da una trop– Umbro Apo!!onio e. seg~a- aenza •· ogni aprioristico inquadra- ne una felice serie di vedute portante· rassegna di dipin- po metodica e scolastica lat_o m modo ~~sat l~sin- Ulian arriva all'espressio- mento in una qualsiasi del- veneziane. Virgilio Guidi ti e disegni di Egidio Bon- campitura del colore, alle g_hier_odalla critica,. Lt!ian n.e attraverso una totale fì- le e tendenze> nelle quali così !o presenta nel cata!o- fante ai" Centro Culturale prove più recenti, ove !e Ca_rawn f!On . ha fesitato a ducia nella propria sensibi- s'articola l'arte conJ,empo- go: e Certo è che il pittore, Olivetti a Ivrea. Di Bonfan- forme si spezzano varia– chtudere il piano orte e a lità poetica, o meglio nella ranea: tentare di ridurre o per Veneiia, o per te sue te abbiamo già avuto octa- mente sino a compenetrarsi deporre. !a penna per_,se9ui- superiore veritd, nella au- queste pittura alla discipli- proprie facoltà, è riuscito a sione di parlare lo scorso nel ;,_rof ondo con la luce che t~ totaltter questa pi~ pre- tonoma, irriducibile forza na di un ismo, o anche so!- concludersi n determinarsi, anno per una sua beli.a \e distingue per annullarle, cisa e adeguata manife.sta- insita nell'irrazionale mo- tanto sforzarsi di riconosce- giustificando ancora una e personale • alla galleria e facile capire il senso. o Zt<?n~ d_ella sua vocnzwne mento che prelude all'atto re in essa acquisizioni o echi possibile conrlozionP riatu dell'Ariete: qui riesideriamo a/meno ricostruire l'itinera– onr,inana. . creativo; il suo modo cii fa- di una specifica lezione, si- ralistica. F:d P mnlto questo riportare u.11brnnn dell'acu- no di questa nuova ricerca Il lavoro. il_ buon l,a!)OTO, re pittura ri~ord_aun nspe_t- çrnifi,~a_non ave:rne c?mpre- U11 11at11rnlismn. f'.Slemrorn lo saagio dedicnt•>qli da Ge- in cui Bo-rifante si P aenero– fatto m questi tre anni nel to della poesia di Mallarmee, so l intima rar;iion d essere, neo e no, esemplificato e no, no Pampaloni: ._ Disegnare samente impegnato•· senso di un affidamento quel!~ più affidato al!e su- La profonda sostanza. vivo e discreto ma, senza con il colore: ecco il tema LUCIANO BUDIGNA

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