la Fiera Letteraria - XI - n. 32 - 5 agosto 1956

Domenìra 5 ago to 19-6 LA FIERA tETTER. RIA Pag. 3 DALLA COLLEZIONE UTET A QUELLA DI RICCIARDI DOV.EROSO INlTITO AI NOSTRI (JLASSI(JI * E' motivo di soddisfazione il constatare, nei volumi migliori per fondatezza filolo- gica e per finezza estetica che non a torto si è fatto fiducioso ricorso alla nuova critica. E le ristampe e riletture dei Classici continueranno a rammodernarsi, purchè vengano sottratte alle ricercatezze pedantesche e agli sfoggi eruditi Quanto la sola vista di un catalogo letterario, di Antichi e Moderni, sia ca– pace di a.trarre l attenzione e quanto la sua lettura possa riuscire sollecitante. è risaputo da un pezzo. é da oggi, per noi, la presenza di un autore in un buon cata– logo di Moderni sembra una specie di pas– sagg,o. di o tacolo, di traguardo da supe– rare obbligatoriàmente affinché quell'auto– re possa domani entrare e piazzarsi in un catalogo di Antichi. Visto dal di fuori, ma senza trascu– rarne l'intima ambascia. parrebbe che il problema della riuscita di un Contempo– raneo fosse da considerare risolto, a se– conda della certezza o no ohe il suo no– me trapassi ossia resista dall'Un catalogo all'altro. Ma una tale certezza è cosi ardua che, per assicurarsela, occor.re anche sotto– porsi - meriti a parte - ad asprezze è rinunzie d'ogni sorta? Nello sfogliare il catalogo-programma della nuova collezione di Classici italiani, ;deata nel '49 da Ferdinando Neri (quasi in sostituzione di quella, omonima, iniziata nell'l 1 da Gustavo Balsamo-Crivelli e con inuata fino al CXX volume) e in cor– so di attuazione (ma alla sua morte, riel '54, sotto la guida di Ma~io Fubirri) coi tipi della Utet. s1 è rafforzata in noi l'idea che l'agognata vittoria di passare dalla condizione di «contemporaneo» a quella di «classico» dovrebbe lasciar tranquilli. perché già l'hanno quasi conseguita, molti che invece ancora si arrapìnano'. 'on staremo a disquisire né sulla tem– pestività né sulla originalità della colle– zione, rispetto ad altre. é ci attarderemo a trarne fiduciosi auspicii. circondati co– me siamo da « fumetti » e « condensati ». 'el serrato giro di cento numeri (al– cuni dei quali comprenderanno due o tre volumi), essa « si propone di offrire tutte le opere più SJgnificative della nostra Let– teratura». alcune integralmente, altre an– tologicamente, o autore per autore, o gruppo per gruppo, o genere per genere. E il giro s'inizia con i poeti lirici del Due– cénto per chiudersi col Carducci, secondo un'esattezza e una finezza di disegno in etti fa piacere riscOntrare -che s"è tenuto conto anche del buon lavoro svolto, du– ;rante l'ultimo cinquantennio, nel campo storico e oritico ed estetico, non meno da– gli. Antiaccademici che dagli Accademici, non meno dagli Indipendenti che dagli Universitan. Ma d'all'informazione e dal– l'esperienza del eri non c'era da aspet– tarsi nulla di diverso. Piuttosto auguria– moci che non ne demeriti J.a realizzazione, affidata spesso a studiosi disparati e con– trastanti: l'organicità del piano potrebbe qua e là risultarne attenuata. La collana va dalle Origini all'Otto– cento. e li si arresta. Forse perché risul– terebbe arbitrario e prematuro mettere qualcuno degli autori successivi sotto J"in– sel!na dei Classici? Se badiamo a1 volumi accordati a certi gruppi e movjmenti ed autori, soprattutto del secondo Ottocento, non c1 sembra pro– fezia azzardata il ritenere C'he taluni scrit– tori del Nonicento han già saputo assi– ourarsi un posticino nelle collezioni di Classici cui qualcuno donà pron-edere nel Duemila. Alla stregua delle molte inclusioni ri– scontrabili nell'eldorado o nella rocca:forte di analoghe collane odierne, taluni Con– temporanei non sono già dei Clas ici? O è fo;,e errato credere ali esistenza, pur in questo scombinato Nov-ecento, di scrjttori in grado di proseguir la serie dei Classici? « Classici minori»: così osammo in addie– tro definirne i migliori. E da allora. pres– so i gaglioffi.. passiamo per i oaladini dei Neoclassici. ::\Iinimi o ma i.mi , ai fini dell'ammi - sione in un futuro catalogo di Classici, tutt'è ra~iungere un dato grado di con– sistenza "etica ed artistica. La promo– zione a « classico » è, in certo senso, una faccenda di tempo: sempre che il tempo, trascorrendo, non porti tutta via con sé. Il 'eri nel '49 la accordò al Carducci (1835-1907). Dopo toccherà al d'Annunzio, al Pascoli. al Gozzano e a qualche altro. Tutti classici? * di E~lllCO F ALQLI grazie al mecenatesco patrocinio di Raf– faele '.\,Ialtioli, unitosi nella direzione con Pietro Pancrazi e Alfredo Schiaffini. ,·aie a dire con un critico militante e con un professore universitario - raccoglierà in 83 volumi il fiore della Letteratura ita– liana dalle Origini all'Ottocento e anzl' al Primo NoYecento. Suddivisa in sezioni, la collana ha in programma di spingersi, con 7 volumi di torie e 75 di testi, •fino ad autori nostri contemporanei. così da non negare, bensì confermare, il Javoro di ,·alutazione e di sistemazione che intorno ad essi è già stato svolto e comincia ad essere regi– strato anche nelle storie letterarie scola– stiche. Ciascuna delle sette sezioni è affidata alla cura di un ordinatore, che provve– derà del pari a tracciare, in un volume di 200-250 pagine, « un rapido ma com– piuto disegno dei caratteri del periodo e un'organica illustrazione dell"opera dei singoli autori». Anemo così una storia delle Origini e del Duecento a firma di Schiaffini, un Trecento di Sapegno. un Quattrocento di $pongano, un Cinquecen– to di Flora, un Seicento di Getto. un Set– tecento di Fubini. un Ottocento e un pri– mo I o,·ecento di Momigliano e Pancrazi. (Disgraziatamente dec-eduti nel 1952.J E sarà interessante controllare come gli ot– to critici supereranno le differenze di va– rio• 11;enere, anche politico, che se. in se– parata sede, ne rendono variato 1·a r– timento, qui, dove la sede è unica ed unico presumibilmente ,uol essere anche l'indirizzo. potrebbero ostacolarne l'alli– neamento. . . . Uei 75 volumi di testi, 3 sono dedicati al periodo delle Origini e al Duecento, 9 al Trecento. 6 al Quattrocento, 14 al Cinquecento. 8 al Seicento, 10 al ette– cento, 25 all'Ottocento e al Primo . ove– ~ento: non senza un certo quilibrio, dun– que: come del resto suole spesso verificarsi, anche in panorami d'impianto storico– critico, a mano a mano che, nel passag– gio dall'antico al moderno, ci si <1,ccosta àgli autori più recenti e la storia cede alla cronaca ... Ciò non toglie che ad autori del– la specie di Pascoli e soprattutto di d"An– nunzio ia stato a segnato µn unico ,·o– lume. come a Fo'gazzaro e De l\Iarchi; e che P.tnzini Pirandello Deledda Svevo si trovino. tutt'e quattro insieme, talmente trelli da invidiare un , iern e un Verga, spondenti autori. Di conse~uenza vien fatto di osservare che, per taluni secoli e gruppi ed autori, non sarebbe lato dif– ficL!e gio\·arsi di competenze più peri– mentate e assodate; evitando altresi di accumulare troppi incarichi sopra una stessa persona e diminuendo il rischio di dover rinunziare alla garanzia d'un su– dato tecnicismo per accontenta.-rsi d"una sorte di estetismo spe ,·olte dilettan– tesco. i cui eventuali pregi di amabilità non possono certo compensare i difetti di erudizione e di critica. Perchè nascondere. ad esempio (e qual– che esempio si rende indispensabile), che si resta un po' sorpresi nel trovare affi– dati la Divina Commedia, il Decameron e, in parte, le pro e e le poesie latine del Petrarca all'Enrico Bianchi dei Classici Salani? Intorno a simili autori, in una simile occasione, ci saremmo aspettati di veder com·ocati ed impegnati esperti di maggiore rinomanza. E non c'è caso che anche con talum gic,– \·ani si ia forse -un tantino so\'rabbon– dato negli incarichi. a o·olte non badando troppo neppure agli autori e ai periodi \'erso i quali, fino ad oggi, hanno indi– rizzato di 'preferenza i loro studi? Cia– scuno d'essi si .farà un dovere e un vanto di assolvere ottimamente al compito asse– gnatogli. ,\Ila è certo che gli innegabili rischi di certe assegnazioni i sarebbero evitati ricorrendo a un maggiore stuolo di studiosi specializzali , pertanto, speri– mentati. A meno di voler im ,parti.re alla • racco!ta un carattere antiscientifico, an– tiaccadernico, indipendente. Ma in tal ca– so bisognava essere in grado di farlo dal primo all'ultimo volume. Il che non era nelle possibilità e nemmeno nelle idea– lità dei direttori. Fatto sta che ora si pas· sa dal tecnkismo scientifico di certi cura– tori al dilettantismo ès etico di certi altri ... D'altronde, va tenuto pre ente che in definith·a si tratta di raccogliere, riassu– mere e ripre·entare i risultati di indagjni e di \'alutazioni recanti già ben chiara la fiirma di chi le promo e ed e presse per primo. E non per nulla storie e sti reche– rarmo 1'integrazione di « una bibliografia essenziale sul per:iodo, su particolari cor– renti o questioni letterarie e ui sin~oli autori». Inoltre è anche. vero che in jm– pre.se del genere. bisognose di Yasta col– laborazione, occorre empre lasciare un marg,ne di accomodamento per quando dall"ideazione si passa all'attuazione. E Di eg110 di Alfredo !\lezio, eseguito quasi per burla. In punta di penna quando ancora era in auge la terza sa.letta deU'onnal scom– parso « Caffè Aragno ». In esso sono colti tre celebri personaggi di quel tempo e di quel sito: precisamente Italo Tavolalo. Ameri,-o Bartoli e Vincenzo Cardarelli nel mentre giocano, per l'ennesima volta, a scoprir i le carie po Tra Carducci e D'Annunzio, nel! anto– logia dei Poeti de! Secondo Ottocento? Ad esam.inare la ripartizione della ma– ieria e il ra~ruppamento e l'esemplifi– cazione degli autori nell'ultima sezione (quella più polemica), s'andrebbe per le hmghe, com'è facile immaginare. Pur con man~anze come quella, ad esempio, del– l'Albertazzi in una scelta di Narratori de! Secondo Ottoient6 (e del Primo No– ,·ecento) dove fi.,"tlrano Collodi De Amicis Neera Calandra Oriani Fucini Capuana Cantoni De Roberto Sacchetti Dossi Pan– zacchi Pratesi Faldella Zena Giacosa Scar– foglio Serao Di Giacomo; pur con pre– ·enze come quella, ad esempio, della Vi– Yanti in una scelta di Memorialisti, dove non figurano, che so, Yorick Thouar Ver– dinois Barboni, c·è da notare che la lar– ghezza accordata all'ultima sezione mal · s'accorda e contrasta con la ristrettezza o. servata, in confronto, nelle sezioni pre– cedenti. Parrebbe quasi che da ultimo il criterio di scelta non fo e più o non soltanto quello critico-letterario fatto va– lere fino al XVIII secolo. (A convalida delle nostre osser,azioni, si consultino anc-he quelle avanzate da: E. Cecchi (Europeo, 1° novembre 1951), G. De Robertis (Tempo illustrato, 3 no– ,·embre 1951), L. Gigli (Gazzetta de! po– polo, 9 novembre 1951), A. Va!oi,i (Mes– saggero, IO novembre 1951), F. Fortini (Avanti!, 23 novembre 1951), R. Longbi (Paragone, settembre 1952).J Tutta\'ia non vorremmo che nascesse equ1 ·oco circa lo spirito dal quale sono animate le nostre o n·azioni. E ,·o– cosi breve tempo, la collana, accelerando di ,più in più il ritmo di produzione, sia già pervenuta al XXV ,·olume. Cifra mag· giormente encomiabile se si considera che, dal lato editoriale, per l"austera eleganza della loro impaginazione e stampa e rile– gatura. i Yolumi har:no superato ogni promessa ed ogni aspettativa, contribuen– do cosi, in maniera tangibile, a rafforzare l'ottima fama della Casa Ricciardi. Perché daYvero questi volumi reggono bene jj confronto con quelli delle più Tinomate collane analoghe straniere e anzi lo vin– cono. E il merito di tanta armonio a niti– dezza tipografica spetta al :\1ardersteig e al uo stabilimento di Valdonega. !on è facile far diventare classico il moderno, senza in,\"ecchiarlo e senza appesanti:-lo, e conferendogli anzi una prestezza a tutto vantaggio del suo più appropriato decoro. Seconda ragione di rallegramento è da riscontrarsi nella buona acco~lienza otte– nuta presso il pubblico, contrariamente a quanto ci sarebbe stato da temere di d'ron– te al quotidiano crescente ripetersi di cer– te manifestazioni di grossolanità e di tra– .curaggine. L"esito favorevole di una col· lana di Olassjci, quando si estende oltre la ristretta cerchia degli specialisti, - che per solito, po;, son quelli che li ricevono a casa in omaggio. - è un motivo di sod– òi.sfazione e di fiducia che non occorre illustrare nei suoi minuti significali e valori. Una collana di Classici è dunque, ancora e sempre, -un titolo di nobiltà, per la famiglia o per la persona che la pos– siede e che la tiene in mostra. :i\Iolii si accontentano di allinearli nello scaffale? :Meglio, comunque, comprare libri c,he « fu– metti » e « parole incrociate ». Qualcuno che li sfogli e forse li legga. finirà sempre per capitare. Terzo moti\'O di compiacimento è nel– l'accertare il buon conto in cui sono state tenute, ogni qualvolta se ne è presentata l'occasione, alcune tra e ossen·azioni avanzate da più parti all'a,pparire del pro– gramma. E se altrettanto continuerà a verificarsi in appresso, non sarà senza sicuro vantaggio per la migliore riuscita di una cosi ponderosa ed ardua imp;esa. Nella spartizione e nel Tag,gruppamento della materia, ch'è quanto dire nel pia– no dell'opera, sono stati apportati alcu– ni cambiamenti. I due ,·olumi del Boc– caccio ono stati destinati~ il prjmo al Decameron e al Filocolo, all'Ameto e al– ia Fiammetta; il secondo alle composi– zioni in verso e agli scritti umanistici. Ai prosatori minori del Trecento è sta– to accordato w1 secondo volume: e co– sì, dopo quello del De Luca sui religio– si, avremo l'altro del Canova·Aquilec· chia-Sapegno sui cronisti e sui moraleg– gianti. Ugualmente sono stati raddoppiati i \'Olumi dei Lirici volgari del Quattro– cento. di Galileo e degli Scienziati del Seicento, deg i Storici e Politici e :\lora– hsti del Seicento. dei Critici e Storici e cienziati del Settecento. degli Illumini ti settentrionali. Ma queste sono mende che certamente verranno eliminate nel corso della lavora– zione, allorché fuliranno col trovare ri– parazione nel momento stesso in CUi po· trebbero essere invece con,·alidate. Se– nonchè diversamente dev·essere andata col Monti. che all ·atto pratico ha occu– pato da solo e per intero il volume che, secondo il programma, avrebbe don1to dividere col Giordani. In tal modo non aun1entano anche gli squilibri tra secolo e seco o, e l"Ottocento non diiventa più che mal sopraffacente? i\!a qualche altro cambiamento ,·a :ce– gist:cat.o anche nella scelta degli autoti per la cura dei volumi. Provveduto alla forzosa sostituzione dei compianti Pan– crazi e ::\lornigUano con Bacchelli, il :-.ran– zon.i già affidato al Baldini è stato tea– messo appunto al Bacchelli; e la mi- scellanea di Panzini Pirandello Deledda S,·evo, aumentata d"eJ Tozzi, pesa adesso non più sul Pancrazi bensì 5Ulle giovani spalle del Cbiappelli. Nel Settecento, il florilegio critico-stonco-scien ·fico recherà la firma, oltre che di S. Romagnoli, anche di E. Bigi e di G. Falco; mentre il florilegio metastasiano, e teso ali ·opera in musica, si avvarrà, solo dl quella del Ronga. Nel Sekento, Francesco Flora ha ceduto il passo a Ferdinando per far gli onori ru casa, col Tuntiati, agli Scienziati. el Cinquecento. la cura delle opere minori dell'Ariosto è passata dal Baldini a Se– gre. Nel Quattrocen;o, per il Morgante ci si è valsi, anzi che dello Spongano, dell'edizione critica approntata dalla Age– no. Nel Tre::ento, per il Boccaccio e pe:– i Prosatori minori ci si è Tivolti anche al Sapegno e per i Poeti minori si è ri.: nunziato all'Apicella: mentre per la Di– vina, Commedia si è rafforzato il Bian– chi col ardi, e per le prose del Petrarca si son chi.amati il Carrara e il Ricci in aggiunta al :\factellotti e al Bianchi. Si tratta di assestamenti e di preci.sa – zioni il cui numero subirà certo qualche ulteriore aumento, in ,-iS!P()ndenza alle va– rie opportunità che si presentera.nno. In– ian o un·occhiata riassunti\·a al secondo catalogo dà C'h.iaramente a ,-edere che non si è esitato a far fiducioso ricorso alla nuo,·a critica. E fortunatamente i Yolumi han potuto dimosb!-a.--e - sa'.Yo rara ecce– zione - la propria fondatezza filolog.ica ed estetica. Giunti al XXV coi Prosato:i rnlgari del Quattrocento, scelti e commen– tati dal Varese, tra testi e storie ne man– cano ancora una sessantina al compimen– to dell'intero pia:10: ma non è da dubi– tare che tanto più continueranno a per– fezionarsi quanto meno si avrà timor~ o incertezza nel sottrarli ar.e « ricerca– tezze pedantesche » e agli « sfoggi e~ diti», con severa scienza e ,·ivo gusto. Valga l'augurio. (1955) E~RICO FALQCT Nel secolo XVIII, l'imperatore e sc:-it– tore manciù K'ien Lung diede ordine a un concilio di dotti di approntar~li l'elenco dei capola,·ori della letteratura nazionale. E quelli gli elencarono centosessantamila opere. A quc t'altro più recente gu toso •scarabocchio». dovuto a un moto d"impazienza dello stesso Alfredo Mézio, si addice il titolo: ;\la - all'e,;dente copo di rendere più compiute ed esaurienti alcune scel– te, evitando che risultassero troppo suc– cinte ed ammucchiate e che di conse– guenza non gioYassero alla conoscenza e alla valutazione ài autori meritevoli di largo florilegio - i maggiori ampliamenti sono stati pred.i..."!X>Sti tra gli Storici e i Politici dell'Ottocen o, che disporranno di quattro anzi che di due rnlumi; e a bene– ficiarne saranno in particolare Romagnosi Cattaneo Ferrari con ::\1azzini e Cavour, nonché il volume sulla Filosofia dell'Ot– tocento e del primo No,·ecento, che così non più dal Romagnosi anà inizio, bensì dal Galluppi, fermo restandone il termine al Gentile. II nostro No,·ecento ri ulterà cosi la– bile non meritare neppure quel po' di florileo-io ottenuto dai minori autori del secondo Ottocento? Perché preoccuparsi tanto della cronaca, sentirsi tanto in peri– colo. difendersi con tanto furore, anche da parte di autori che ben potrebbero considerarsi piuttosto ai sicuro? ••• Ad ogni modo, per ricordare che cos•è davvero un Classico sopra una scala di bolo del riassumersi e del tramandar i della civiltà europea, andiamo a rileggerci (nel VI quaderno di Poesia: marzo 194~) il saggio scritto da Eliot in onore e_gloria di Virgilio mentre più atroce mfunava la fo.lia bellica sul cielo di Londra. (Pet essere precisi: la conierenza fu tenuta alla Società virgiliana londinese il 16 o - tobre 1944 e nel '45 venne s ampata.) L'orizzonte si slarga oltre i confini dellf Nazioni là dove una raggiante cupola s'alza a' raccolta dei Classici dell"Umanità (1949) II A poco più di due an~i dall'inizio de• Cla6sici italiani della Utet. l'editore Ric– ciardi di apoJi, con la distmzione sua propria, ha pubblicato ii catalog? di una nuovissima collezione di Class1c1, che - 'l eia cuno dei quali è stato invece accor– dato di endersi lungo un intero volume. ;\la c'è chl sta anche più ,comodo: e certo brontoleranno fra loro I sedici autori co– stretti nel florilegio su La filosofi.a da Ro– magnosi a Gentile, rimirando dall'aito dei cieli le 1245 pagine del solenne ,·olume riser!:>ato a Benedetto Croce affinché da sé ,·i trascegliesse e ordinasse la summula delle proprie teorie con la giunta dei mi– gliori esempi delle loro applicazioni alla storia, alla critica letteraria è alla realtà politica. Tanto pi ì che con questo impo– nente volume ha coronamento tutta La letteratura italiana. E Croce è uno dei tre soli -autori dventi (gli altri due sono: Gae– tano De Sanctis tra gli Storie: e Luigi Einaudi ra gli Economi ti) inclu i nel piano della raccolta. Scopo dichiarato della quale - inte– o-rando i testi (riportati per intero o per brani, a seconda dell'importanza) con le s orie - vuol esser qu lo di « trarre le ;omme del Nasto movimento di studi e ~accogliere in un corpus organico i ri ul– lati particolari, gli sparsi acqui ti di un cinquantennio di lavoro» e-be. superando diffico'tà d'ogni specie. è riuscito a rinno– \-are la conoscenza e l'apprezzamento tan– to dei diversi periodi quanto dei corri- "Che periodo precato!" qualche ulte-riore miglioramento arà pu: sempre possibile durante l'attuazione stes– sa: sia nei curatori e sia nei curati; non– ché facendo in modo che alcuni volumi s1 moltiplichino in più tomi per sottrarsi ai rigori e agli arbitrii di un'antologiciz– zazione troppo minuta. La quale già co– strin!!e a do,·er rincorrere taluni autori da u-n \·olume all'altro, quando la loro attività fu meritevole in diversi campi: Cattaneo. per esempio, Gioberti, Mazzini. , encioni, Pier Jacopo l\lartello. Po!:zia– no, ecc .. ecc. Con tutto ciò v-ogliamo augu– rarci che i troverà un po· di pazio pe1 Alfredo Gargiulo (il cui Gabriele D'An– nunzio :isale al 1·912). vicino a Renato Serra, nell'antologia dei Critici dell'Otto– cento e del Primo O\·ecento. La tri le condizione di defunto dovrebbe almeno ·ervirgli da lasciapassare, dal momento che quella di viventi too-lie, per esempio, a grecisti e a latinisti quali Valgimigli e ;\larchesi, Pasquali e B1gnone (in egu1· to ambedue purtroppo defunti) d'esser presenti nel volume antologico dedicalo a Lo studio dell'antichità nell'Ottocento e nel Primo Novecento. dove nel settore della Filologia estetizzante pur figurano il Pascoli e il Romagnoli. E quel po,·ero Dino Campana, cacciato in fondo al grup- gliono essiere la riproYa dell'interessa– mento suscitato in noi dalla difficoltosa e meritoria intrapresa di « unire come in un"opera sola tutto ,quanto ha di vivo la no tra letteratura, e agevolarne il pieno godimento con un minimo indispensabi e di sussidi storico-criiici e bibliografici ». Impresa vieppiù lodevole oggi ohe guerre e rivoluzioni. ro\·ine e miserie, « insidie e paure », se per un verso minacciano di distaccarci dal!"« antico patrimonio s.piri– uale " dei nostri Classici, per I altro ver– .o ci fanno sentire come sia necessario « riunirsi a loro in assidua comunione, per ritrovarsi e vivere in quella tradizio– ne umanistica che è la nostra tradizione di libertà,,. Oggi più che mai ogni nuo,·a collezione di Classici costituisce per no un motivo di orgoglio e di fiducia. (1951) III Tanto più giustizia esige che. dopo quattro anni, si debba aggiungere qual– -·he postilla, alle precedenti osservaziom ·uggeriteci dall'esame del semplice pro– gramma di Ln lPlternrura italiana - Storia e testi. Innanzi tutto c'è da r.allegrarsi che, in Infine è stato aggiunto Federigo Tozzi a completamento del vo urne che, distac– candosi dal secondo Ottocento, porta avan– ti la Narrati\·a fin al primo )l"o,·ecento: Panzini. Piranòello, Deledda. &-evo. :i\la qui si resta col dubbio se forse non sareb– be stato più equo, anche riguardo alle ragioni cronologiche dedicare il quinto po o ad un Albertazzi. Con Tozzi non si Yien troppo avanti nel Novecento? Oltrepassata la Voce e rag– giunta la Ronda, siamo quasi a So!arin: non soltanto, s'intende, in forza delle sem– plici date, ma perché le da e, nel caso di Tozzi, stanno a te timonianza di un effet- ivo a,·anzamen o nel secondo :'.'lo,·ecento. Se con la Narrati,·a ci si spinge fino al Tozzi. è da ritenere che non diversa– mente verrà fatto con la Poesia e con la Critica? Il pareggio s'impone per ragioni dt equità critica. on meno. del resto. di quanto sia augurabile che. cammin facendo, continui a ,·erificarsi anche per altri autori, tra i quali primeggia d'f.n· nunzio. che deve di\•idere il proprio vo– .tL'lle a metà col Pascoli, come un Fo– gazi:aro e un De :\!archi. mentre ievo ne ha uno tutto per sé. Luigi Bartolini: " Figura."

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