la Fiera Letteraria - XI - n. 29 - 15 luglio 1956

Pag. -l. lllllLIOTEC.\ * Ql \TrnoESE~IPl di verisnio NO~ liE'l'TEHi\HIO * di JJ. \'.hCCHI Una larg:i schiera di gio\·anl · effaccia giorno per giorno eHa ribalta letterarfa ma pur– troppo gli autori veramente .. nuovi)\ sono rari. A mio giu– dizio la giovane generazione di scrittori porta in sé un diretto negativamente determinante: gli scritti sono troppo spesso cosi passivamente aderenti ai faei che difficilmente riescono a svincolarsi dalla cronaca pe: diventare storia. Seguire la corrente naturali– sta. realista, verista è troppo faciìe quando si resta in super– ficie. q_uando la realtà. non fil– trata attraverso l'ispirazione poetica. rimane rozza esposi– zione. La critica sociale. politica ~ d('l costume è sempre stata alla lxlsc della narrativa; ma è anche compito dej politicanti, dei gior– nalisti i più deteriori, degli estremisti. Vn romanzo per essere tale deve raggiungere il felice equilibrio tra contenuto vivo e vitale, sofferto. jntimamente f.~ necessariamente s1•ntito. ed t'Spressione funzionale. I nuovi scrittori sono indub– biamente aggressivi . ....c oraggiosì. ;iffrontano problemi ditricili. spesso pericolosi. ma non basta raccontare le cose, bi!;ogna. far– ne opero poetica. E non c'è bi– sogno di urlare per farsi ca– pire. LA FIERA LETTERARIA Il.\SSEGi'\~\. DI ~TOBT.\. A. OUH~\. DI GIORGIO DI GI0\ 1 Ai'\1'1 * CAVOUR e la .Venezia Giulia * l l problema che Cavour così abilmente aveva 1m– postato, si affaccerà dopo il I88o e costituirà il perno della politica esfera italiana di altri trenta anni Giuseppe Stef.anl. insieme col sulle << Assicurazioni Generali>), né doveva I.asciare il movimen– Qua.rantotti (Cfr. Trieste e di cui lo Ste!ani è attualmente to giuliano in be.lìa di sé, ma L'lst.rta nell'età napoleonica: Le direttore. Non si. tratta, perciò, plasmarlo e accomunarselo nel• Monnier. Firenze, 1955) è di dj nulla di diletta:1tesco, come la medesima passione di italia– quei triestini che, per !'ingrati- erroneamente potrebbe far so- nità. tudine degli ultimi avvenimen- speHa.re la marginalità di co- Cominciano. allora. i m-a.neg– ti, ha sfogato la su9. passione desta attività scientifica, dati gi di Cavour e i suoi rapporti :li italianità. confortandosi ne- appunto i precedenti dello stu- con i patrioti della Venezia gli studi del Risorgimento. cui dioso e quell'impulso interiore Giulia. Una galleria di perso– è connesso il destino di Trìe- a. sentire l'argomento. naggi sfila nel libro dello Ste– ste e della Venezia Giulia. Ne Finora. salvo forse agli spe- fani: i padri della patrie di è nato, pubblicato nella Colle- cialisti dell'opera cavourriana, quella regione. E' la parte mi– zione diretta dallo Spellanzon era sconosciuto un interessa- gliore del libro, il s110 epicen– e dal Val-eri, questo Cavour e mento dello statista piemontese 1ro, soprattutto per il tentativo La Venezia GiuUa (Le Monnier, per la Venezia Giulia. E' certo felice e completo di ricostru– Firenze, 1955). ch'è un racconto come Cavour, al momento che zione, anche sulla base dei ri– appassionato, ma non per tanto il problema italiano passa dal- sultatì di altri scrJttori, del scientificamente eccepibile, del- l'impostazione subalpina a quel- movimento indipet1dentistico la passione italiana dei giu- la unitaria. non trascurasse le giuliano. Soltanto qualche sior– liani durante il Risorgimento. inquietudini nazionali di nes- zature si avverte qua e là. al• L'unica nota prammatice:. cer- suna provincia geograficamen- lorché l'A.. per amor di tesi. tamente inspirata dalla conse- te, nonché etnicamente italiana; vuol ricondurre, anche quando guenza d'una politica estera, po- donde un riversarsi della sua non è il ce.so . le azioni dei pa– co tenera dell-a sensibilità dei attenzione e.nche sui problemi trioti agli impulsi e!•terni del triestini. è un'intonazione anti- nord-orientali della penisola. Cavour. Don M. Mankievicz è l"autore di "<C Trial ». (« Processo ai giu. dici ►•, editore Rizzoli) storia di un giovane professore di diritto penale che, costretto a far pra• tica d.a esigenze scolastiche. vie– ne accettato come socio da un avvocato d'una certa notorietà. che subito gli affida la difesa d'un ragazzo messicano accusa– to di violenze carnale con con– seguente morte della giovanetfa bianca. D professore si batte per l'assoluzfone poiché tiolen– z:1 non ce ne è stata e la morte è S'teta causata da una grave malattia della ragazza. ma il giovane viene . condannato e messo a morte. Solo alla fine il penalist:1 praticante si accorge che le manovre dell'avvocato suo socio erano sin dal primo istante-intese a far sl che il co– mune cliente venl;se condan– nato per farne un martire p'J– Jitico. ANTONIN PELC: « Ulustrazione per l'lsofa. dei pinguini• - (Biennale di Vene~ia) britannica che l'A. vorrebbe La quale non si tramutò in po- Comunque i contatti tra Ca• tradizional--e per presunte av- litica risolutoria, ma rimase al- vour e i patrioti ci furo,10 e versioni inglesi alla questione lo st~to dell'impost.azione .esca- sostanziali. Moltissimi eli esuli giuliana in senso unitario ita• tolog1ca: « Tocchera e. un altra giuliani riparati in Piemonte Liano. Ma è un peccato veniale generazione». dirà ~avol!r sul Antonio Gazzoletti, Prospero che non pregiudica l'insieme. letto di morte. Ma 11 disegno Antonini. Leone Pincherle, Sal· Dello Stefani già conosciamo del «tessitore» aveva ~ma com- vatore BonfigUo, Emilio Treves, altri lavori meritorii e data la piut.ezz-a se non altro ideale: la Giuseppe Revere ... che prose– scarsa letteratura Jn Predicato storia volle che l'ultimo punto guirono, accanto al Cavour, la (a causa sin a non molto tempo dell'ordito fosse quello della azione per l'italianità della Ve– addjetro del segreto degli ar- Venezia Giulia. •Pot_remmo coi:- nezia Giulia, con l'esempio. la chivi austriaci) fondamentali siderare trascurabile. nel bi- parola e l'inclt..amento rivolto sulla Venezia 'Giulia:- come lancio delle realizzazioni della da giornali che si rifacevano quelli su Trieste e l'Austria politica di Cavour. e materia al Risorgimento come all'arche• dopo la Restaurazione. ulla ~òltanto di curjosità ~t'?rica, lo ~~~~siU\\a p~oc:r!?no~~ch: l~i storia del Lloyd triestino e ~~J~SS:~:~t~r1~t~1~11f!r0Gf~= Giulia: une. fitta schiero di -----------------·----------- lia; ma le lungimiranze del Ca- agenti informatori del Cavour Il libro è uno dei tanti in cui s'agitano il problema della discriminazione razziale e del– le attività antiamericane, chè di quest'ultimo crimine il pro– fessore è alla fine accusato ri• :-chiando di fare da capro espia– torio a tutta la banda che ha tramato dietro clì lui e a sua insaputa. C'è anche un pizzico di anticomunismo, una buccia di quel saldo buon s-enso del vecchio americano democratico, e l'odore d'una formale sen– SL1alità. Il tutto mescolato e steso in una forma e moderna ». spiccia e g:ioviale; ma senza eflet-Uva pé'rtccipazione. senza calore. Una r.ovità è il libro di Evan Hunter • Blackbord Jungle • ( e li seme d~lJa violenza », E– ditori Riuniti) dal quale è sta- 1o tratto lo ~cenario per il film omonimo che procurò al festi– val veneziano deJlo scorso :;inno un certo trambusto; tanto da conferire al romanzo una eco• superio1·e ai suoi meriti. L'au– tore affronta il problema della scuola e precisamente della scuola professionale americana, ricettacolo delfa feccia degli studenti e degli insegnanti. I ragazzi sono dei veri deli.l1• qucnti capaci di assa!ire in un vicolo buio e picchJart: a san• _!{ue i professori e all'occorren– za pronti ad impugnare un col-· tello. Gli insegnanti sono in– capaci. falliti e delusi. tranne il protagonista che con la su3 fr:-mczza. iJ co:.·aggio e la pa– zirnza ,•inccrà la partitn. La trama è origin:1le e inte– rcssé:.ntc e condotta con una certa- te,nsione: ma la povertà del linguaitgio e !o schemati• smo ci<:ipenonaggi rivelano la superficialità delle intenzioni. Orson Welles ha pubblicato prcssq l'editore Garzan,ti e Il siITTlor Arkadm • LA SAGGISTICA NEL MONDO Pagine nuove di Lukàcs "La coSi ,.!ctf~!ledetJ~l eh,;r!::i~~~v 0 o; nellp sue varie specificazioni storiche, ma soprattutto ne– gli assunti teoretici a volte grossolanamente enunciati· nel dibattito corre-nte, è quello di volere at.fermare, contro un malinteso soggettivismo e con– tro un peggio inteso forma– lismo estetico una pretesa << og. 'tettività » della creazione arti• stica. Volere storicizzata, in sede critica. l'opera de?ll'arti• sta è un'istanza legittima e diremo anzi une conquista del• la critica contemporanea. Sol– ]ecitare l'artista ad una più larga apertura etica e ad un Hngueggio dj più comunicru1- te suasività, riposa su une. ra– .gJone morale r pratica cost :nobile e premente che riesce difficile non ricoscerle una ·dl· .gnità e addirittura una prio– rità sulle ragioni puramente estetiche. Si deve aggiungere che ques.ta rinnovata reazione «realistica». tralasciando 1 noti 1nove-nti di natura ideo– logico-politica, in li.nea contil1- .gente e storica muove in molti, per una naturale evoluzione del .gusto, da ,un'intima insod– disfazione e. sazietà determi– nante dalle estreme esaspero– zioni solipsistiche formalisti• che arca-nistiche di quell'arte definita per antonomasia « esi• liata >> dei decennj precedenti. In questo una sua Mgiono di necessità. Ma in certi critici e pseu– docritici che dimostrano scar– sa o troppo rif.lessa esperien– za di quella che è la concreta .genesi e le oenomenolo.gia del– l'arte, l'insistente postulazione del cosiddetto engageament * mia prospettiva * estetica,, del Fuhini o dei fenomeni JetteraI'ì )► non Ja che formulare semplice· mente un nuovo punto di vi– sta, un particolare ed equivoco punto di vista, sulJe. lettere.– tura d'un'epoca e d'un paese, nè può presumere, come vice· versa presume, d'aver Jndivì– duato l'unico vero punto di vi– sta della storiografia lettera– ria. Non neghiamo che vi sia correlazione e int~rdtpenden· za tra i :fenomeni letterari e ogni altra maniicstazione del– la vita d'un paese è d'un'età. a patto prima di tutto di non incasellare artiticiosamente ar· Usti ed opere entro tendenze correnti movimenti che, come si sa, sono solo comodi sche• ml di catalogazione. .anche quando :fenomeni storicamen• te determinati. me a cul le sin.gole individualità poetiche e letterarie, -per q~R.nto deMtrici alla tradjzione e al proprio tempo, in .gran parte sfuggo– no aUen;nru1do la propt-ia li– bertà creativa e la propria au· tonomia novatrice; a patto inoltre di non intendere quella accermata interrelazione come un rigido condizionamento. co– me una m,eccanic-a de1ermi– nazione d'cifetti. J,letenniniso1Ò economico • politico • ideolo– gico. che il Lukà•!r. non elude minime.mente, ed anzi :(ornisce l'esathl ml.sure di quanto uni– laterale e a volte detòrmatrice sia in concreto la sua interpre• tazione della storia letteraria tedesca degli ultimi secoli. sin dalle origini muove dal tica espresse, è non solo !red– pr6pos1to non già solo di per-1 da definizione di valori. ma suadere quanto di re:1<ler conto anche e forse più calda e ap– a noi stessi dell'imprf'ssione a I pas ionata e-splicitazl01ne e:. di– noi lasciata da un'opera di ciamo pure la parola, « ricrea– poesia. A suo avviso, jnfatti, il I zione ►~ di quei valori. carattere proprio del gludlzio Ognuno dei saggi, del resto critico è quello di un punto ,già noti, meriterebbe un'atten· <li vista acquisito di volta in ta disamina che il nostro mo· volta su un'opera d'arte. Que• desto impegno non ci consen– sta definizione. se guardiamo t~. Ci limiteremo ad accenno– alle nostra concreta esperien- re olle interessanti co:isidera– za, risulta indubbiamente :!on- zloni espresse nel saggio inti– da\a, ma insieme crediamo tolato «La mia Prospettiva este– troppa limitativa. Comprendia- tica )>. 11 Fu•bini osserva, tra mo io scrupolo e ih certo sen• l'altro, e con ragione, che tan– so l'« umtltà •• dell'autore. che to il «formalismo>► quanto il l'esercizio critico sente come .,.contenutismo)), intesi o male un nobile mestiere, ma me- intesi con unilaterale esclusi– sliere comWlque. -Sappiamo ò~ vità, sono entrambi depreca• ne guanto poco di definitivo bili. perchè tanto la forma che vi sia nel campo critico e il contenuto sono entrambi og. quru1to invero la critica. anche g_etti propri della disan:iJna_cr!– quando pretende aJl'assolutez- 1 t,_ca. Nota, anche che 11 _.gmd,- za. si ri_sol~a in un perso~a~e : 10 d~u~b~~erda diu~o~s~~c~t~~ pw1to di vista. per ~ttend1b1- pree.sl.stente della bellezze e 1~ e largamente _cond~viso che che conseguentemente l'estetica s1a. Ma si. r~sc~1G d1 negare più raffinata e scaltrita not1 quella Jeg, tumtà e validità giova di 'J)Cr sè a farci inten– de~la cnhca c~e sta _a cuore dere ropera che ci sta dinanzi. ali autore. se s1 nega il carat- Osservazione ai:i-eh-cquesta ec· tere d,i du~e':'~1:,zza. an~he se cesSivamet\te limitative. perchè nou d1 dehn1hv1tà_ ~ di a~so- un'estetica. se non va intesa lutezz-a. del giud_izio criuc_o: come un rigido schema d'inter• durey~l~zzn che si traduce rn pretazione, è però una guida atqut~1z1?~e R volte u~anime ncll'eserci.zid critico e può an– d~ .gmd1z10 ste~: Ma moltrc che tradursi in « metodo cri– c1; sembra che 1 lllUSire stu• ti o)\, metodo che si forma d1oso tra.scur_i un aspetto. e1on nel Yivo d~ll'esperienze cri li• -!neno essenziale della critica. ca ma insieme alla luce della 11 carattere a su.a. volte ~- a riflessione teoretica sui concet• suo mod? ,ç crea_h:vo» dell 1;11- ti dell'arte e del bello, sul· te_rpretaZJone cnti~a. ~appia- l'ufficio e sulla natura -della mo bene qu~~to sta rischiosa critica. e via dice::1do. Come questa deftn121o~e, ma _st~ di il Fubini stesso nella sua a- fatto che la critica migliore, I ,.. . v 11ei limiti circoscritti del te• sta e c~mpless~ at~1v1ta duna– .sto, se è «sentimento» della stre. chiaramen~e. P,Oesia, di quella realtà poe- GIANNI GRANA vour e il piano di svolgimento e Trieste. Lo Ste!ani cc ne dell'unità italiana non sono fornisce un ,.:,lenco. incompleto leggende, né appartengono al per sfortuna, chè di quella schic- poema o alla mitologia. Perché ra "mancano del tutto le trac– Cavour sentì in còncreto ìl pro- cc scritte e le testimonianze do– blema giuliano e gettò i po- cumentarie ». Altri agenti ar– stlùnti per poterlo una volta I ruolaveno, poi, per le campegne risolvere. Lo studio dello SlP- del '59, '60. '61, volontari alla fani nou si perde in fumisterie causa it-aliana. Un fermento. e immaginazioni: è tutto do• insomma, che lievitava pauro– cumcntato. vagliato allo luce samente. Voci rovinose di scon– delle fonti edite. E' probabile fitte dell'Austria su tult( i fronti che il titolo dell'opera promet- correvano da un punto all'altro ta troppo ·e che l'attività del della Venezia Giulia. Un'aspet– Chvour per Ja Venezia Giulia !azione di palingenesi; sussurri sia più modesta di quanto non che si tramutavano in gridi, si pensi. Ma, anche così, l'in- timidezze che esplodevano in teresse dello statista per quello protervie. E inquisizioni, arre– regione non è meno importante. sti, martirii. Oltre che. la guer- C.avour era maestro dell'arte ra aperta col Piemonte, l'Au• del possibile. e di possibile al• stria si trovava di fronte, nella lora. per la Venezia Giulie, non Venezia Giulia. un pericolo non v'era che il caso limite della meno concreto, ma sfumato, impostazione irredenta: c'era fluttuante. Sospetti sempre più innanzi tutto de intrecciare ìn radicati che quell'opposizione un movimento collettivo le fosse fornentGta dall'esterno: il aspirazioni individuali di ita. panico che Cavour c'entrasse Henità e convogliarlo aUa cen- in qualche modo e avesse i suoi trale dell'unitarismo cht' era piani ben calcolati. Alla .fine, Torino. per il decreto di Ancona dell'8 Cavour ebbe, durante la sua oLto?re_ 1860, l'Austria, sollevo vita un solo ed unico incontro un ,ncidente diplomatico. Con con' Trieste: allorché nel 1836 q~cl ~ecreto il Valerio, com• vi segnò una teppa, per pochi 1~ 1 ssnno p~r. le Ma1_-c~ e.co~ : giorni, nel suo più lungo viag- : alida tutti 1 ?enef1c1 di cw gio a Vienna. dove si rccav.a 11 Lloyd di. Trieste oveva go– :td acquistar merinos per la te- duto sotto 11 cessato goven~o nula di Leri. Era anche il mo- P 0 ! 1tlflcio. perché « la clttà m mento della formazione econo- cui esso ha ~ede. ha. de.to l?rove mico-agrlcola del gentiluomo e non dubbie, d1. r1tencrs1 ap– piemontesc. Niente di strano, partencnte ,all Itaho, anziché al– perclò, che Cavour, nell'empo- la Germa~ta, a cui forzatamen. rio absburgico, esaminasse con te fu ~scritta dai ~i:ett.ati n. Lo occhlo dlslnoantato la realtà S t elal1, opina che 1 imprudenza mercantile e politica della cit- del Valerlo fu ~peciooo e che tà. Qualche testimonianza- dei Cavou~ st esso ghela deve aver suoi ricordi la ritroviamo nel suggerita. Diario e, successivamente, nel . QueS t e mene del Cavour non 1846, più concretamente, in un SI e~aurlvano solta_nt_onei r~p– articolo nella Ret. 1 ue Nottvelle porti con gli uomini. Egll m1• a proposito de'll'opportunltà dl POSt ave anche un~ politica pe,– raccordare la ferrovia piemon- cui 1 .a Clltà dl Trieste stringe– tese a quellQ costruend'l Trie- va v_mcoli di va~ia natura eco– st:e-Vienllll. on dJveva essere nomtca con Tonno. Er_a come ~uggHa, .al Cavour, l'importan- gettare ~ma palancola 111 atte• za. nonché economica, politica sa di unne le due zone con ~n della città col suo immenso pon~e di cemento. Cavour, 111• hinterland della media Europa, fa t tJ, concesse elle ~ Asslcu(·•– cui l'Italia. in un domani, zt_oni Generali)> ! a_lla •• RtU: avrebbe potuto allacciarsi. mene A~rklt~ca dt Sicurtà H dt La visione unitaria dell'Italia operar': in P1emo_nte, co,ntr? lo era, quindi, completa. I con- st esso mtere~se dt quest ultuno, fini naturali. tracciati già idea!- s~avalcando m Lal modo le leg– mente. si sarebbero compiuti, g1 protezlonlst1che in vigore alla tin~. con la guerra 1915- sin allora .. Il che, data la na: 1918. Ma inNtnto conveniva se- tura emp1r1ce del Cavour. e gnare il solco di codesta evolu- da credere. <TIOn fo;se una mi– zlone, gettare il seme della fio· sura gratuite. ritura, raccogliere le forze ed GIORGIO DI GIOVANNI indirizzarle verso un program– ma cosciente cli lavoro cwnune. L'italianità. da atteggiamento individuale ed. isoJato, aveva d·a tramutarsl in atteggiamento d'i collettivo. in opinione pubb1i– Sommario delnumero diMaggio-Giugno • « Civiltà delleMacchine » ca. Il Piemonte, ch'1?ra la fuci– na dell'unitarismo. non poteva, E' uscito il numero 3 di «Ci– viltà delle Macchine• notevol- E' la storia complkala. far~ ragino~a.. fumosa di un mondo pif-no di grandi b~mditi inter– nazionali che mentre danno una ricchissima ff'sta sulla Costa Azzurra compiono. attra– "erso ramificate organizza– zioni. ruberie e losche specu– lazioni nel reE-to dei continenti. to,gliendo di mezzo ogni osta– colo senza ~crupoli. Ln vicen– da è risolta con tale sciatte– ria e facilità che tutto il mi– stero ora tenebroso ora pateti– co. che dovrebbe nelle inten– zioni c!.ell•autore avYincerc e commuovere, rirulta fiacco e ri~puto ed ha H sapore d'un trìt'l fumettone. dell'artista è per forza di cose estremamente .generica perchè astratta. Cosa significa preci– samente. per l'artista. l'asseri• ta e postwata apertura della coscienza alla vita del mondo, alla società e alla storia, e si.mili? Cosa sono in definiti– va il (~mondo», la «società~>, la «storia», cosi assolutizzati nel, corrente dibattito. se non ipostasi d'une realtà estrema– mente comp11essa e sfuggente e cioè astrazioni? E {orse an• che voJute ed equivocanti astrazioni, se quando dalla teoresi si scende al concreto si finisce per assumere e sus· sumere anche l'arte ai pretici fioi di attività e interessi im– mediati che invano si tenta di nobilitare, mascherandoli sub specie morale o etico·sociale; e se ad esempio 1a cosiddettn tipicità dell'arte si r!,·ela di evidente natura ideologica, au– zichè !antastita e morale co– me si conviene all'arte. Precisiamo che il Ji.bro. in sè e ne.i suoi limiti. è ~Ingoiare e a·estre-mo interesse. come storia politico-sociale della Gerrnallia nen·epoca bisecola– re, COl.lsiderata nei slloi rifle5.$i diretti e indiretti nella lette, ratura del paese. Stori,1 poli– tico•sociale. non letteraria dunque. ________________________________ _:_______ lmente accresciuto di pagine un'altra novità Garzanti è .. Picture - A story about Hollywood • di Lillian Ross, t· adotto con il titolo • Processo a Hollywood •· E' indubbia– mente il llbro più valido di questo gruppo e il più coerente. Vuol essere soltanto il rac– conto delle ,,arie !asi di prepa– razione, realizzazione e ptesen– kzione d'un film • The Reè Badge of CouraJ!e • - tratto dal romanzo di Stephen Crane e che venne proiettato in Italia come e La prova del fuoco » - il cui regista fu John Huston Li1lian Ross è una giorna!.i– ~ta di buona fama e questo suo hbro è un vero e proprio ser– ,·izio sulla na~ita e sulla mor– te d'un film che, destinato sul– la carta alla migliore riuscita. dopo ~li entusiasmi ed i con– sensi iniziali viene. per esi– ~erize di C"8SSPita, pian piano ri– \'edulo, modificato, tagliato e , ariato fino al definitivo insuc– cesso. La descrizione fedele d'ogni vicenda rivela tutto il mecca– nimno se,ireto a·una or~aniz– zazione "inematografica in i– zinne e lo stile r:obrio e ade– rente raggiunge un'efficacia ed un rilievo tali da imporre que– sto reoortae:e C"lIT,e un'<mera completa. vivace, mteressantis- sin1a. • i\IASSIJ\1O VECCRl Quando crltici teorici e sto– riografi di prc-fessione marxi– sta, come Lukàcs, consid'erano Ja letteratura « una parte, un fattore un'espressione t un ri· flesso del destino., del po– polo che l'ha generata, a!!er– mano qualcosa che a tutta ori– ma appare innegabile. essendo realmente la letteratura un a– spetto emine'!lte della civiltà d'un popolo e d'un'età, ed es– sendo non solo espressione del gusto o Jnanifestazione di «tecnica>) letterarie., ma an– che espressione d'w1 costume, nelle sue chiare manifesta• zioni so~iali. Ma quando Lu– kàcs neila Breve Storia deJ– la letteratura tedesca da! Set– tecento ad oggi (Einaudi) ri– cerca nell'economia e nella po– litica « la base sociale e la cau– sa eUiciente (!) delle tendenze Vna prospetti,·a critica assai diversa nell'ambito di qut?l ge– nere di lettura poetica che i critici marxisti amano chia– mare.« tecnice .~,ci foniisce uno dei più colti e autorevoli rap– preseutanti della nostra .critica «accade.mica->►, Mario Fu.bini. in w1 volume . or ora uscito (Critica e Poesia. Laterza) cbe raccoglie scritti composti k:1 tempi diversi e per diversi fi– ni, ma che nel loro insieme rispecchiano il processo di pen– sieri dell'autore ne41li ultimi anni. sulle questioni più as– sillanti e ,·itali della critica letteraria. Sono saggi di di– versa ampiezza e bre,·i J,ote. lunghe recensioni (veri e pro– pri saggi anch'esse). una sin– tesi stor!C8 dei generi lette– rari. ui1a commemorazione del :11:omi.glianoe un ricordo del Croce, entram-bi anch'essi veri sa,gg_i critici sull'opern e la personalità dei due studiosi. La prospettiva critica del– l'autore è la completa 11ntite– si d'ogni schematismo apriori– stico e d'ogni dogmatismo. Si deve anzi dire che il F-ubini, fermo lo sguardo alla- con– creta esperienza critica . .è in– dine a una sorta di relath·i– smo. che nou è però scettici– smo nè pessimismo. ma sem· pliceme,:ite senso ·del concre– io. Considerando l'ufficip del– la critica, egli cerca di I re;;– dersi ragione dell'insoddisfa- , zione che ogni critico ·degno I di questo nome prova, giunto al termine del suo lavoro, e ritiene: sia dovuta alla natura stessa dell"esercizio critico, che MUNIKATA SHlKO: « Le principesse• - (Biennale di Ven ezia) • . questa volta. Il numero con– tiene un racconto per le va– canze di 34 capitoli, scritto da Giuseppe Vaccarino, che s'in– . titola ans Soucl. Questo no- 1 me designa una città dove gli uomini fanno lavorare gli au– tomi, che si chiamano « cibe– l'i •, e i ciberi fanno andare le macchine, che forniscono tutto gratuitamente. A Sans Souci una caramella di e Lie– tobil » può far felice un uomo e una « macchina del caso» può risolvere qualunque pro– blema. Li l'educazione è tutta fondala sulle discipline del– l'ingegneria ed il pericolo di sbagliare è stato previsto e calcolato m modo che vi si può porre statisticamente ri– medio. E i cibi, il denaro? Com'è la politica di una so– cietà in mano agli automi? A questa e ad altre domande vuol rispondere il racconto scritto da un libero docente in filosofia della. scienza e no_ lo esperto di problemi di ci– bernetica qual1è il Vaccarino, Nello stesso numero si leg– gono un articolo sull 1 Isotopo Cl4, usato in Italia per deter– minare radioattivamente l'età degli oggetti rinvenuti dagli archeologi, una memoria sul- 1'Adamo li, il frammento di cervello meccanico esposto dalla Finmeccanica alla Mo– stra dell'Automatismo, una rie– vocazione dei « Cinquantanni della, targa Florlo •, un saggio su A·vogadro, il chimico tori– nese precursore della teoria atomica, un panorama dell~A– merica aeronautica. un lungo preambolo alla storia dell'uo– mo ne I bestionj e g·H eroi. Domenica I.) luglio I?.~, Umberto Marvardt POESIE cli UMBERTO !HARVARDI Fuma, la terra franta, azzurro al vesjJro e dalle immote querce, ultime spoglie dell'annata, cadono spente foglie. Dicembre, e non la neve· ancora, e dolce colore dell'attesa. Un arco il ponte sulle lontananza del fiume a specchio getta, e questo colle, Umbria quieta, tra dorate agonie d'erbe e di fronde, chiama cipressi e pini aguzzi d'altri silenzi e stesa azzurra d'a\tre voci. Batteva, allora, il colle oHremarina furia d'ombre; sfioriva sulla grassa terra la fioca luce delle foglie stanche e il giardino. a mezzo giù dell'erta, freddo esalava un calicanto; abeti tesi al poco lume dei tersi astri e prati d'aperta vista cingeva il silenzioso incanto. O pace, pace terrestre, o dolcemente suono d'Ave a notte prima, dentro il cuore assente al trepido cammino del ritorno! Ad ora ed ora, ed oggi, quelle voci del silenzio, quel grido del silenzio, voglia assetate del pus ato, sperde l'immota lontananza: una presente luce alla soglia della morte, attesa terra nativa, patria d'oltre questa terra morente, apparsa alla sospesa brama d'al trove. Perugia 1938 .\Yvcnto A Maria, Fummo deti'onda azzurra che sui freschi prati rovesciano superne costellazioni, e l'urlo del tonenle il tuo singulto dolcissimo travolse, acque lontana. Poi, beali, un profondo sonno di m1ovi cieli c'invaghì, tentando l'estasi d'un tempo immemorabile. Ed ora la tua mano sle11diml o cara e stringi, dolente, il caldo cuore: che al ghiaccio inverno il frutto divino palpita, mentre ancora l'eterna corrente incanta, dai prati riarsi, gl'immoti occhi saziali. Gubbio 1946 Fine dell'invemo Forse la mano stenderò all'azzurra arie e cipressi del Clivo publiclo, vecchio, caduto sulle rossa terra, ai cinguettii di questo marzo incerto: fame e ghiaccio di vento. E gi'immoti pini sull'Aventino, nere croci contro il cielo pungente, in visione d'altra luce la vita addolciranno, spenta nell'irrevocabile sogno. Roma 19~7 Tempi di marzo E que,ta pioggia così calma, dolce, , un cielo basso che si scioglie a pena. La nebbia rada agli alberi del colle immoti. I passeri sul tetto · gridano già in amore. L'ortolano, il rosso della terra nuda, zappa, ore. tra il verde della cappuccina, schiantando i sassi, a volte. E la neve, una furia alta sull'orlo e tra gli olivi invetriati denfro il gelo fronda a fronda, ieri, quasi: l'immenso peso d'un candore morto. II Gli alberi a giorno del crinale verde levano la collina al basso cielo, nubi in fuga si stracciano d'un molle candore a immoti mandorli stecchiti· per la diffusa luce che non scoppia ' ' tra la nebbia addensata, tutta in s~le vaga un palpito opaco dentro l'aria ' che ancora non s'inverde nei germogli. Ili Ancora, della neve, incerta traccia il biancospino, neve della nera ' terra, rifiorita, profondamente. tra il ranuncolo e l'ortica. Un riflesso del cielo opaco e· freddo che l'aria immensa agghiaccia, e trema già di petali la sera per la tenebra pungente. dell'attesa. Me. luce che ravviva la fatica Tivoli 1956 UMBERTO l\lARVAROI

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