Fiera Letteraria - Anno X - n. 37 - 11 settembre 1955

B1 _D_o_m_c_n_ic_•_l_l_S_e1_1_cn_1_b_rc:.....:..l9~5~5----------------------~L~,:\_.:F~·~l~E~R'.:..'.A:..._~LETTERARIA Pag. 5 LA « CO~DIEDIA • RESTITUITA ALLASUAU~ITA' * Il commentario dantesco di EdoardoSoprano * di GIANCARLO VIGORELLI Chi ha orecchie, avverte che commenti, che cosa sono se Dante rltoma: tnche se filo- non uno sfoggio di note a pie loa:t, d'altronde bt.nemerltl per- di pagina? Note sent'altro eru– alno d i itudl danteschi, vorrei> dite, zeppe di riferimenti, tolte bt.ro sbarrarjll Ja strada, ti• di richiami. Oppure didascalie ii~ ~t!ui~t!:1~ f ~;::Q l'!~ :I 1f1 1 ':~~~~t~n~~ 1::~f poslrtone, Anche se ,tavolla 1I vezzo del croc!anettl che han. ammanta di pretesti nU0\'I, ar- no rldotto la D1oina Comme– s:omentando che In D1mte e•~ dio a un mazzetto di belle 11- ~0: p~~i= ~uert~:,r!~~c•i c,c~ir:t~~o~:r!~~ltà tan- plù 11 padre della nostra Un- Mentre e su questa unità, gua, ma se m&J Il nonno o Il che ha puntato esemplarmen– btsnonno; ed ti Petran:a, lm·e- te Il Soprano. E al lettore, ce, sarebbe Poeta di es trulone consente ed offre li meno per monoHngulltlea, se.ma ptù con. rendersi conto di tale unità, tamlnu.lonl vo1 1ar i e dlaletta• cominciando a metterlo In con. li. Che J)C)lttbbe ma1art eutre dlz.lone di decifrare non già la una ouerva1tone esatta, ma è tal terz.Jna il tsl verso Il tal comico volerne dedurre che II puso. ma 0 1'intero cof"POdi un secondo è maggior poeta del canto, la compiuta stesul'9. di e~=- p~ 10 c ru::è o ~t~~~: ~::,n~pl=~~:la~ 1 s.u~lo:n~~~::: tale. Ma è qui, appunto, che I nando copiosamente e coordl– J'llologl, da dl1lnteressatl che natamente quella che è la uni. sembrano, al ranno al contra• tà «pratica• del testo, ha rlo Interessatissimi; tanto è ve- aperto concretamente la via a ro che a1 proustlsslmo filologo percepire l'alta unità i Ideale• s'è associato, con minori ferri (cioè poetica e morale> della del mestiere, un anziano critl• poesia di Dante. co, strenuo difensore della Quel suo modo, quindi, di • letteratura pure•· Il quale, stendere a piede di pagina un essendo anche professore In commento che non si Umlta al cattedra, pare non voglia più solo pa.sso oscuro ma che In• Intrattenere I suol alunni su veste verso per ~erso l'Intero Dante, contlderandolo un poe. canto, ed anzi Il commento va ta da retrocedere alla Poesia lungo un filo che Insegue Il t&– pre-petran:hcsca ..., e di compe- sto svoleendone senza lnterru– tenia quindi del suo collega di tfone 11 contesto non è soltan- 1tudj neolatini I to un espedient~ didattico, cc> Che 1nvenlonl, che sadismi, me Potrebbe sembrare a prima c he tchl zofre.nle, d!etro tanta vlsla, ma è un preciso a.ssun– • pure.tu• · Ma luclamo corre- to estetico. Sotto alla parola r e.. V aleva la pena, però, di dJ Dante. U nostro commenta.– toccare con mano che la 1lm• tore vuole cioè dipanare tn patia per Petrarca, anche se tutto Il suo pieno e comp! es.so mottvab con ra1tonl J'Uolos1•valore Il discorso di Dante: che, tradiva Invece ori1lnl me- questa è Ja grande novità, la no dotte, e arut 1velava che In utiHtà l'eUicacta del commen– ornl uomo dotto e·~ sempre to di 'Edoardo Soprano. una deboleu.a, una civetteria: Una lettura annotata anche Infatti l'lpentotto Contini e II quando è tndi.spensab'lle, In noi"!Indotto De Robtrtls f per rondo annoia. disturba. Non » del1catene di 1upentitl com. lo, ma n più deJle volte l'an• placenze ermetiche, che 11 but- notatore, stogglazlidopiù del bi· tano al Petren:a e al petrar- soi,i:no, toglie al testo il suo chlsmo, come se Invece non valore esseru:latmente poetico :u=~ ~~~~o~t~ 0 ~~:~i :f~m~t\~i!f Q~I t~~f~n:~i nl stanno tutti confortandosi contrarlo La "nota s'è detto sull'alto Insegnamento dantesco. non è 1S01ata: fa Parte quasi P:ai:nbo'i~:<=~r~a~r~mC:1 11 f~ ~~~:•de~t~f! 1 ~n r~~z~~e gi1~ I un discorso, non Inattuale tut- co tra l'espos!~tone, l'lnterpr&– tavla, sull!l converslo a Dante w.ztone u commentario 1e di– dell'autentica poesln moderna. gress!ollt n giudizio cOsl che Qui, più modestamente, si vuo- 11 dlscol'SO è contlnU.o, e cioè te M>losegnalare, a prova an- prosegue ampliandolo e chlo– che normale di un • ritorno a sandolo 'su quello del poeta D•nte 1, che sono comparsi In La not&, In tal modo, non ~ vetrina, a poca dlltaru.a, due più una saputerla del commen- ~~ee,f~ol~:m~~~~ d(~~~sc~~ ~:·dlc~~u~ nindl s~b:ttf~ Nuova Italia) e quello del So- re ma davvero· di dare tutte pn.no (ed. VallecchD. 1e' ra&1onl. I mezzi, gli aiuti Due commenti acola,tlcl, 11 per lenere unitariamente Il dirà; ed li primo, torse più poema ed Il poeta più unitario del secondo. Ma è la riprova, della nostra lingua e della n()- ~u~lto,:n ~~a:~ni: ~= st ~1!et~~;a~on è esagera. se tate 1ptrlto 1ta 11' JUlld&·clone questo commento in ,ul· f1~:n8:n:: ~~g!•~l:~~ :i u:; :1:!i n:~!=it~•ns\° p~~t~ 0 !~ ,tuptdo esercizio di memorta, rettlva.me.nte còme un !•rio a un sinistro t!roclnto di eru- dettagliato consumato sautO dlz:1one,a una caccia al nomi, dantesco: 'un saggio. questo ~ a tutto, lmomma. tn.nne che li miracolo critico, che è tutto a una lettura cona,apevole, ef• fondato e articolato di verso ficace, J'ormatlva. In verso sul canti di Dante. Rimandando ad alt,ra occa.. Ed è anche questa una bella stone l'esame del commento del lez.tone dl u'mmA dRta dal So– Sapegno, vediamo di mettere prano che pure avendo una in luce le particolari qualità con05Cf!ru:asterminata del pn> di questo del soprano, Lo DI- bleml danteschi e persino delle vino Commedia: Inferno, (ed. quisquilie del dantisti flnlsce Vallec0hl, 1955; seguiranno J'ra sempre nel suo coplOs!Mlmo, breve l due volumi sulle altre acuto, misurato, commento a du~ac;~i~c~eJ;eoecupazlone del g:~:. 0J~~~~~tar~" /~~~a a! SOpn.no, è at.ata proprio la praUare è una rara quautà di ~~~t~~!cc~lrd~~n~;,re•~le~oD;~: lettore é di critico. ma di tutto. Jntatf1 1 soliti GIANCARW VIGORELLI UNA POESIA DI UENZO LA URANO * IL CONO GELATO * Un poco di Venezia e di Palermo (<Gelateria Veneziana> e Celati alla. Palermitana>) scopro, e come se dalle Madonle refrigerato Palermo e come se da un 1uo In dolòmle di Mamoiada a ghiado e la relna d'Adria» e a un suo J'reschegglarne alla laiUna, sé ammannissero, o patrie del eelato. Ma alla lingua che lam~, e a cono aeuzzo euarda, a pane di zucchero. 11 romantico di Pierrot copricapo In fragilissima ostia croccante galletllna-wa.fcr, poi che !u capovolto, a cornucopia trabocca creme per rln!resco. A spatola, Il calmo aelatlerc, In tuta bianca ben mascherato (è svelto come lepre delle nevi. ma eontlo come un orso bianco che non ,paventa 1 raeazzetti che gll !an siepe lntorn0), pare plum! un principio di &tatua, e, del sorbetto che ti porge avvolgendolo di seuardl esperti. è l'artigiano. Sono quesU sorbetti aloco per lui: quul abbozzi di < figurine belle! > che un lucchese, rifinite, rtglrt su una sola mano, di controluce. Il dolce mastro fa quel che può, toccato da una musa umile, e ti accontenta. Nel creato, ha la vena leccarda: arte che tutti più o meno ne gustano: un pochino se ne Intendono tutti. Il sorbettiere !a buoni JmpasU colorati, e: - Un poco di panna, di cloccolatte? Ho 11 lampone. Verde? E' 11 pistacchio ... -. E di Arlecchino sbuca, un poco del burlone bergamasco, da Plerotto, dal cono, a rovesciata da Arlecchino, e piroetta (e 1 mantecati tonde e !a a spicchi lesto, e aggrazia, ha li garbo), rialzata, Improvvisa, una a loaanghe lodcreua, dal cono ... oh arlecchinate! n la, e come, e a un tlUllo a un tuo palato, tu lo vuol (lascia, vuol luL.. utrapeggla), strambo e dolce 11 conokle. Era u sorbetto scheege e grumoli a alzata, e a tinte quanti l'arcobaleno ha cromi. E dal solfilcchero &hlotto torno un raeazzo (o In vecchierello scar10, lneordo, &là apparvl?). E or sueeo or lecco e a me riadduco, e a buon mercato, sensi umani. o un che dlmesao, un naturale che ha l'uomo della strada: un senso perso nelle letterature ... E' ch'io ml salvo. RENZO LAURANO STUDI DI LETTERATURA ITALIANA. * Il nostro Ottoeento ll secolo scorso visto dal Marcarzzan . Alberto Chiari e il codice decameroniano di Berlino . ~ludi tassiani 10eca · 1no 1anco CLIMA E PREMESSE DEGLI STUDI SULLA «VOCE» * UNA POESIA Esercitazioni pascoliane 01 GJUll~ CAPRINI di Arturo Onofri INSEGUIME * 01: LUIGI DE Sl.l\11.0NE ARTURO ONOFRI LUNGO ILLAGO * Non pub euere dfltante qud gtot>Ont,1Mll0, qua,I, con un Po' di barba, vn raocuo, che andavo di lXUIO n:dto nii quals di Lvoano, albe ,ati of:ttl!"e d'lppocastani: e, 1en.ra/ermor, 1, ouardov11 }ro 0 ~~e 0 z!~df~~klniu~~~~~:en•;~:ar:n1colori. (QuaEluezt a, lind a pc.s:toro, ho cope.rlouno t:tcchJa cittadino o be.su arcate lombarde, co'f ,uot blonchl !>Vflf-palaus. unl/orml comodi 01tellt a greggi d'ogni tidlo e macchine d'ogni 10gomo e targo). Non pub e,senna qud giovane df pc110 repente pauato tanto o.vanti, In ntmmeno un minuto.· cfnquanto.rtl secondi. O furono anni1 Pochi glor11I cht [ll4ffl0 1borcati do un battello tno.nco.Frattanto i battellt hanno perduto le ruote o pole e ltt Ciminiere - mo, bianchi, 11 chiamano ,empre Elutia, Cereslo, (Gottardo. Non cl /o ca.so Il giovane, che vo di buon pauo 1ul qual, nt al moto,co/t che lncrociono II paradl10 lo.cu1tre; /orse uno ,guardo d'invidia alle coppie che Imbarca Clttro., ~~f c!~a~~ Jt~ii,;6~~n°1, ~!'::i:•r: r ~!'~°n:!~t E' ,compar,o /ra fsallcf sempre più piangenti 1uU'orlodel lago, Nt Il ,uo compagno maggiore: un tubercolotico ,corno, tutto cranio e dottrina - è già lettore a Str1Ubur90 - che oli ouol bene e gli Insegna.· mo lo ,era lo lascia per •n boto.<lan di canzonettute 1oualote, - ,uda Il gron cranio, hutrano al tiJico 9/1occhi-. Non b1Uto 01 minore euere In t.'Oconzoa Lugo.no1 Con poc.hf/roncht, o /ottca racimolati· ma ti 10116, mob ile cielo d'acqu e, f do,n prtctp1h a quinte, e U più bdlO che è dietro ogni quinta, al di lo d'ogni odio, oltre ogni coso p{U. bello, non coitono 1udlo, ptr/lM l'omore al gtoi:one non coito clu omore. Percht di eolpo s't allontanato di pa.sso Juggta,co1 Lo ho perduto di vflta, ed era qui accanto, con me, con Il mio pas,o, Il mio volto, Il suo cuore on,foso, non /a ancora un minuto: cfnquanttUel 1econdl. Ma turon cfnquantc,d anni, No. Nullo t oltrhncntl. Lo 1teua dolce stagione, Il giorno In /uga, l'oro batt,nte, le ,reue ombre tremanti me1te 1ul lago beato. E Il giovinetto, che mi veniva ln1feme, IMI quals di Lugano, alberati a pergole d'lppocastanl, m•t sparito. Dentro I platani di villa Ciani, dietro lo punta, pe'f grotll di Gandrla, ol di lA della quinta al confine, in Vol1olda.Del ricco Cerulo 1ul ramo povero, poveri grfgl villaggi, :.~n::r: 1'::t~o~df I ~: °:t~dfe:~r:~~h~ifo 1 ,fJ. dan,o /loco 1ononte di voci e d( cam pane 1ommer1e. ~::i:;::: ~~~ é.il :':::~ ~~ :a~J:/u.Va1;~brci. Sparito. E non pUol u, ere lont ano ch'io non ti l'OggiVllVG In pochi altn ttcondl. Annl1 NuUa. La brentio so//llJ tlio tt tempo, le onde Jugglte tornano o nva, 1, ilgnore dbcfnte hon rlpre10 veletta , ombrellini. Tu le hai IOICiate, ptJ.r chl1, che chlamatJG Mo:lombr~. Non tt pUò pii/. f,ue9uire, raggiungere Il tuo .tanca /ratt"Uo - o vecchio padre, o pUt vecchio nipote -. Non cl 1el phi. Andando in sogno, U pos,o di1trotto ti t mancato, 1ei 1Citi0latonel logo, e non c'ero n111uno. DaU'orndo di /rontl, tra I prhml dell'alta ca.tcoto, dogli antri, per te, t rtsallto la glauco .treno, clu non canta, ma chi ta 1ogno i Incantato d'amort. Fluide membra di medusa, in i:elido •poto, occhi di morta ptù tenert che occhi di ulPO, Io /ldanuita che chioma a noue cU sogno e di carnt, lo ptù bella annegato del tago, o annegato, due In uno carne e In. un ,ogno, onneoou con. Dio. Lugano, 6 !urlio 195.5 <- 1899) GIULIO CAPIIIN UNA •·coNTROFIR~A •• VALLECCHI * Te-010: la nostol9io * Vittorio Tamburini rivela alla sua prima prova uno stile nervoso, non privo di efficacia, anche se talvolta disuguale

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