Fiera Letteraria - Anno X - n. 37 - 11 settembre 1955

Domenica 11 Scucmbrc 1955 LA flERA LETTERARIA Pag. 3 _*_G_A_IL_IL_E___:___..=R=--=-==--I A~~l[J)::..___::JE:::::::....:JI::::..______:::IF:::..........::]:::...:.::::[ JL:: ::..... :0::::::::....___§~0 IF I __ l ][ _A _ILI A N I ~ UNA DE 'SA E OPEROSA BIOGRAFIA * Il polemista il pensatore .*. cli AUGUSTO GUZZO Michele Pcdcrico Sciacca ha quaronta&ette anni: nacque rn. provincia di Catania, a Giarre, il 12 lu• glio 1908. Q1mndo arrivò a Napoli, alla scuola di Antonio Aliotta, nel 1927, aveva oid frequentato per "" anno la Facoltà di Lettere di Catania: e in Skilia aoo1X1 fotto G1nno&io e Liceo, a GiarTe l'11no ad Acireale l'altro; ma dai dicci ai diciotto anni 1uo 1 padre gli era ,toto, pi{, di ogni altro, maestro di humanae Jltterae. Aliotta lo ml.8e a lat:orare &u Ton una.so Reid: e la monografia rcidkuea, che oli oot.se la laurea in Filo– ,oft<J 11el 1930, reata ,mo dei . s11 oilaL-ori più .solidi. Da allora, recensioni, artil'ol1, &tudi anche ampi, .saggi piccoli e grandi, grandinarono cori fitti, che qualche anno dopo, r«ccoglicndoli e coordinandoli, Sciacca mi.se inaiemo due uolumi di Studi dl filosofia anllca e di f ilosofia m<?dlocvale e moderna, che, ccl Reld, gli valaero la libera docenza in Storia della /i· loao/ia nel 1935. Tanta aUiuità ai auolgeva massimamente in e Lo– goa >, la riuiata intcrna~ionale di filosofia che Aliow, gli aveva averta, e nella e Biblioteca di Fìloaofia >, dove Altottn 1mbblicavc1, con le proprie, le OJ)Cre dei 3110i migliori 8COlari: centro cditoric1le la Caaa Perrol– la, prc11to clivcntata 1rna sOCWUIper a-2:ioni. Sciacca che, come 1,ro/caaore di liceo, d-Opo alcuno pcrogrina:ioni abru::cai o t,,cane, era ritornato a Na– poli e nel '36 c,0000 otte~wto l'incarico di Storia della fitoao/ia antico, aa,11nao tria 'Via in e Logoa » e prcsao la Co3a Pcrrclla 11/fil'i sempre più coapic11i. Segreta– rio di redazione di < Logoa > fino al '38, entrò in rap– porti corteai con q11anti, groaai e piccini, in Italia acri– tJevano di /iloao/ia. lnta11to lavoraca aOllo, mauimamcntc intorno u d1u1argomenti: nell"antichità, Platone; nel mondo mo– derno, Roamini. E i libri di tal oggetto, scritti e pub– blicati con ,ma rapiditik ttoncertante, ma preparati l'On unn 3erettltt\ o 11n'ampic.:.:a altrettanto ,concer– tanti in tanta rapidità, fnatarono a Sciacca, a trc11- t'mrni, nel '38, la cattedra univeraitaria di Stona dell-0 filosofia. Jt '3R /f,, al aa, il primo anno in cui l'astro italiano •i velò e /11, commesaa,. con l'errore della politica filo– na..1,ta, la colpa delle leggi razziali. Adolfo Levi, cll6 da circa tJeneanni inaeunava a Pavia, dovd lasciare la cattedra: propoao liti alcuo ,per proprio siwceuo– rc, Michele Federico Sciacca. Cosl il cataneae che la– vorava eia dicci anni a Napoli, diventò nordico, e ta• le i) rima&to. Titttavia il legame con < Logoa > e con Perrella dii• rò ancora a hmoo: anzi, di < Logoa > Sciacca '" con– direttoro, do! 1 39 al '43,· o presso Perrella fondò una vropria < Biblioteca IWliona di Filoaofia >, una pro• pria colleziono di < L<ltture /ilo.soficho >, e pubblicò tma prima Storia della lllosofla per i licei. Era lo &chcma d'attivil<l con111no"' 1riù operosi profeaaoJ"i uniooraitari itolioni di filoaofia: riWta; collezione ecienti/ica,· tcati filo10/ici,· manuali 3eola.stici. Intanto SMacca, amcaaa la C'OSO di Napoli, mette• tia radk-i n11ot·t al Nord, e dalla ril"cndirozìone del– l'originnlittl tutta itatihna del vcnaicro del Rosmini arri11<1vaol 1,rogetro d'una Storia della fiJ,oao/ia ita– liana fpf'('31o Bocca), e animoaamente ne acriceL-o, oltro al t'Ohtmctto-pro9ramma, l'11ltimo ool1one, il piìi impegnativo e ard110 e acabro1to, Il Secolo )(X, in dc.o tomi e complcssit.'C pagine pii, Che mille. C'era, nello atat1do di quella Storia. che ogni volH– me dovease cuere ril'Cduto, oltre che dal proprio au– tore, anche da altri atudioai: cd era bella conauetu– dinc già adottata dalla Collezione B"df1. Ma l'ardoro ak-iliano di Sciacca a-i la..,ciat.'Omoderare aolo modcrn– ti83imamtnte da altri, che di sang1tc siciliano non ai:c– oo che un, p1tr viooci.ssimo, quarto. Bcnecolo agli amici e < a' nhnici crudo>, Sciacca diventò noto corno polemislll," e in un paese come il nostro, part.Colar– ,ncnte diapoato ad apprc;;:.:arc i tolpi, belli e bmtti, che altri si dlt, il polemista fu cono,ciuto e rammen– tato pi1ì l'he lo studioao di Reid, di Platone, di Roamini. Ma, oltre che l'ardoro 7>olemico, ai fissò, nella -va– lutazione com,rn<', 11n altro tratto della figura di Sci<1cca: il suo vrognrnuna di uno spirit11aliamo cri– ati<1no, elle dal Ro&mhti movcs&e a cercare le proprie fonti più lontano: iH Pasool o, aoprattutto, 111 Agoati– no. CodC'ato apirituoliamo volcoo casere una meta/i• sica, di iapira.:ione o d'andamento patristici piU cho acolastlci, e tuttavia in diac11aaiono,non in polemil'a, con la Scolastica vecchia o n1ùwa, dato il carattere cristiano di qi,eata non meno th<' dell'indagine di tipo, per intenderci, aooatiaiano. A.Uri OIJCl'O. scg1dto 11na 1-ia che potet'<i <1ppariro aimile, e tlfttavia non tra, pcrcht Ol'COO mCHO capo a 11n idealismo dit'CT,O dal– lo atoriC'i.Jmo noatrnno: a un idealismo che ,ntcndctJti essere e rimanere rigoro&amento tale, e intendel'tl l'iti• 11crorio spirituale agostiniano come 11n'e3pcricnza clie dot'Cssi, rcstaro e.spcritn.:a o Non trascriverai in una mcta/i.riro. oggcrtil'tshro, sotto p,e,10 non aolo di ano• ti,mrsi, ma di perdere il proprio .signi/KXlto o wrlore. Sciacca t.>ido, int.'«e, tra q11cll'idcaliamo di tipo dit'<'r• ao dal no&trano, e il proprio spirit1tall31110, un'a/finirà che lo ind1'-'1a a parlare nel Secolo >..-X. e no La fl. losofla oggi. l'ho nel '45 ne allargò lo schema ,enza 11111tarne la tcai di uno specie di scuola italiana di spiritualiam~ c-ri~hano. 911elfini:iath10 interpretato– ria o clau1/K'Otoria di Setacea.ebbe tanta fortuna, che il auo modo di roggn,ppare i filosofi italiani è entrato nelle tcate, come sa chi int..'Ono ha c-crroto di sottrar.,i a quella claui/iro~ne che non gli si attaglia . . La tristissima rottura dcll'ltaHa in d110 peu-1, acb• bene durata meno di due anni, provocò nondimeno 11n 111oui111e1tto 7-,er il q11alo i meridionali t.'Ìt-cnti nel Nord vi 8' radiNirot10 <111cor pi1ì, t'Ìsto che non potovano più manttncre col Sud I ravporti editoriali che con esso acctX1no fin. allora conscn:ati. Sciacca. pubblicò da Mondadori La fllosofln o~gl, e preparò in _un fer– vido centro lombardo. Brcacta, t11tta 1m'attiVttil che, tra la Morcellilrna e < La Scuola >, ebbe uno alancio 111agni/tc0, appeno finita la 91terra. G1it Il problema dl Dio e della rellglon<' nella !llosofla attuale. le t.c:,– ter dalla campagna (19451 e l'Itinerario a Cristo 1nd1- cxwano 1,1ta pro/cuionc di /tdc posàlil'<Z cattolica: ora Sciacca Janc.ol'CI, con programma dcterminatament" cattolil'(!, presso. la Morcelliona, una gra"de c. Collc– .:i<>11e d1 Fdoso/1 >, e t:i pubbl~i-a ttn pnmo t-oltonr. ,u S. Agostino ( 1949) e wa'opera di molto impegno, Filosofia e meta!islca r 19501 ,· e presso < L.,a Se-i.ola>, oltre alle e Gmde di c-uU11ra •, tre colle.:ioni, pur di f'('– epiro men ampio, , Il pens1l'ro c-ri~tiano •• le < G11wle di c-ultwra •• le c. Opere di_ iU. Blondel >. Sctacro nma.~ a Put-.o not·c <1nn1:dal '47 t a Ge– not'CI, e ha attehe llu, ,""Ometanta altri_ pro/ctsori da• liani abbandonato la sua rottcdra ong1nar1a d1 Sto– ria della /il~ofia, -per ,1ucll-a, ptM dir'('ttamcnte i_mpc• gnatim, di Filo110/ia tcorct1Ca: con c. ,nconclu, _d• Mo– rale d"Estetica, e ancora di Storia della filosofia. Mo, com~ gid Pat·ia, ro31 ora Gcnot'CI i:!, pii, che_ la sedo ferma, il tcntro drnamk"'O della 31ta attn"ltà, d1t'Cnttlta acmprc 1nù 1ntet1Sae, rn q1wlc-he penodo. add1ntt11r,_, paroa&i.,tica. Fa lezione a Gcnot'O, 111<1 1 na 1torta _d'11b1- q11ittl lo fu easl'r present<',_e-onspostamtnti ~p,dissi• tni, non meno th_ca Brcii:r,a, dot·e ha le _c-ollc.:1on, gKl dette e dot'C' dtn!I<' la tc:,one < Ftlo,ofui e SC"1cn.:a• di e Jlumanita., , a Milano, dot·'i' prcWcntc della Cla88e di Filotto/io dtl Collegi_o Ambro.,&ano; e_non meno che a F,ren::c, doH• asst.~te co, suoi cons,gt~ 1 francc1tc-oni di Santa CTO<"e,a T~nno, dot·c s1;olgc I O· pera per cm_ 0991 ,._ pii.I conoacwto: la d1re.::1one del e Giornale dt Mcta/1s1c,1 >. . Gi4 nd '37 Sci1Jl'f"011l"Ct'CI at·uto part_e _non piccola nel lanciar(' qu<'l e Pro9rommo. mctnf•~ico che fu. l'insegna della e nuot·a se-ne di Logott 193i -19U. AlGL"STO Gl' l.ZO MICHELE FEDERICO SCIACCA * Lo .,erità inte9••ale dell'uo,no integrale * »J: CORNEL1CO FA.BRO i\JICIIELE FEDERICO SCIACCA una caratteristica del pen- fisico acquistano significato e sltro contemporaneo è Il • rl• • movimento 1, blolo!IICO(ml tomo alla metafisica• e quln- pare che l'espressione renda di al problema dell'Assoluto: bene Il pcn1tlerodello $.) sol• una filosofia che non cerca tanto quando entrano e vlvo– J'Assoluto. manca del suo ln• no della liltUtk:ionespirituale ~~ò 0 ~=~~~no~1: 0 : l~t~~~ ~~\,~:::·d!:,.~1~:e~~ Jfb1~ clpallt• che le compete nella è I e.s.senz.lalmente antropolo– cosclen:r.a umana e decade a glco e 5010 subordinatamente mere. strumentalità a servizio cosmologico• (p. 143), vale a e In dipendenza diretta della dire che • l'esperienza lmme– scienu. dell'a.zlone, della su- dlata che l'Uomo'ha di se stu– perstlr.lone e può corromper- so, come ente Intelligente, fa si fino a giustificare la com• che sia ph) diretta. emcace e pleta abiezione dell'\lomo. n sicuri\ la via dall'Uomo a Dio. problema di Dio è perciò es- mentre l'altra dalle cose... è 11-----------------------------1 se.MJale, si vuol dire •costi• Indiretta e si considera In un tutlvo •· della ricerca filoso- secondo tempo• (p. 141). Lo fica: la filosofia cerca l'esse- S. quindi mantiene che Il me– re In quanto essere, ma nes- todo di salire a Dio è a pcute– sun ente è se non c'è Iddlo, riori, dalle constatazioni di cogl che per Il filosofo nessun una realtà che rivelandosi In ente ~ adeguatamente cono- ~ lnsuttlclcnte, perciò atte– sclblle, se non è riferito a Dio. sta la sua dipendenza dall'As– se non si fa capo all'esistenza soluto, da cui direttamente dtr dl Dio, principio e termine di rlva:~questa realtt\, punto di tutto. Enunciata In forma po- pa-rtenza della prova, è la slUvA,l'eslttenzAdice: ogni ve- 1 verità• com'essn. si trova rltà che l'Uomo conosce del nella coscienza umana. Le I co– flnlto, nel mondo e nella pro- sldette prove trndlzlonnll • a pria ~lenza, rimanda alla posteriori (per es.• le cinque verità tnrinlta (cioè a Dio), da vie di S. Tommaso) non i;ono cui discende ogni verità nel affatto respinte, mu fommno mondo e nella coscienza •del• · lo • stadio preparatorio•• con• l'\lomp. _ vera:ono per produrre lll pro. Unmagistero pergli spagnoli I * 1 lettori spagnoli che non co11osco110 i suoi libri si sorprendera11110del ritmo filosofi.co che acquistano le frasi di quest'autore, che scrive con eleganza 11011 affettata, e pensa con la profondità di un teologo medievale Sciacca ~ arrivato alla piena consape– vole?.Za di sC nttr:iverso un Itinerario di medita1.!one e di profondità. E' agosti• niano dopo aver meditato con S. Tom• maso; lo c-ntuslasma Rosmlnl, pc-r quello che apprc7.7a In lui di pc-rennltà crlstia– n~attollca; evita l manuali neoscolasti– ci per quello che hanno di an~te1leo per la vita mentnlc, che non è dofore ma gioia: un gaudio di fecondità e non di c-pltnfflo. I lettori spagnoli che non conoscono I suol libri si sorprenderanno del ritmo filosofico che acquistano le !rasi di quest"autorc. che scrive con ele– ganza non 11ffettata. e 1>ensncon In pro– fondità di un teologo medievale. Qualche cosa si perde nella versione: le Idee fa. ~~::~:: d~~~~l:l~~i1n!rev~a~~~tM: con cui autori di dubbia lnterprehtzlone o di astmsa lntelllglbl1ltà sono stati gra– !icamente risolti nella esp~slone di Sciacca. Quattro sono I tcstl di storia della Fi– losofia che \-ànno pt'r le mani del nostri studenH spagnoli. Due sono \erslonl. una dal frances<' di BrehlC'r, ed una dai latf- ~~Ìl~~~1~e~e~.1~~~g~0~~ ~r:: 1:rtp,t antica, e quclla di Marias, l'ultima. Quel– la di Sciatta si aggruppa con questi S<"rlttorl che si dividono Il magistero de– gli spagnoli. Ed In rapporto con I testi :~n~~f~~I ~~~~e;;i ~~~3I~~ S~i°~~ P. Domlnguez e di Kl\mkr sono libri ob– bedienti ad una tt.'<'1lic:iscolasticamente rigorosa. di stile arido. di successione cronologica d<'I f)('nsatort plunosto che 1 del sistemi. Le amplla1.loni di Fiori e di Roig Clronclla hanno Aumentato U va• * lore dell"opcra di Kllmkc senza però al• 1erare Il suo metodo orientativo. Anche ~eou!~:f ~r!7~~l~;t s ~r ;~n~~~~r~!~: senza però alternrc li s(lpore di testo ~~s~~~~ i~r:~u~!~ s~\~fa;~~ qiJe~~~ to riflette Brehler, Il prologo di Ortega è altamente significativo, e chissà - è proprio l'avvcrten7.a di Or1ega a sco– prire n pericolo dlsorlentatorc dell'opera. Meritoria nell'erudl:done solida e nella presentazione di pensatori di 'secondo rango, non lo è altrettanto nell'ortodos• sia del pensiero e nella sercnllà del giu– dizi. Forse è l'opera di Marlas quella che ha ottenuto più lettori: l'autore fu for– tunato nelta scelta dell'anno e dell'am– biente. Crazle ad essa le lezioni di Zu– blrl. cosi magistrali. e le suggestioni di Ortega hanno suscitato auenzlone e cri– tica. Però l'opera pecca di facilità. Da una frase di Zublrt e da una 11:lea di Ortcga ad una pagina di Marlas sl dàn– no distanze di profondità che non com– pensano la ehlareu..a del lettore che si Inizia. n~ il tempo Impiegato. L'opera di Sciacca non approfondisce le ultime produzioni spagnole e si mo– stra parca nell'esposizione del n06trl au– tori scolastici. del sec. XVI, come di fl. gure che da sole dànno nome a una epoca, Se-neca Vlves. e tra I nostri degll ultimi tempi. Zublrl. Abbiamo rimediato alle lacune del testo riadattandolo. Del resto non è svaluta,tone quellR di Sclac• ca poiché la storia della filosofia ha &e· gulto un ritmo che non sNn1)rc si adaua alle eccellenze né al merli! Intrinseci di alcuni pensatori. ANTONIO MUNOZ ALONSO E' questa la sostanza della va e~n1:lale: la dlpenden:.a, posizione assunta in un forte la contln(ilrnza, la f\nlllltt\... Saglflo da M. F. Sciacca de- possono ~n usere asl)t"ltl o dlcato ali'• e1l1tenza di Dlo • sltunzlonl dtlle realtà esterlo– ln cui egli ha ratto Il bilancio ri, ma non acquistano quella più so,tanz.loso della sua ma- • ur~enta metafisica li dell'A~ tura attività di splritualllita soluto che In funzlonr di qurl– crisllano. Questo centinalo di l'lntelll•lbUttà radicale del pagine costituisce, a mio pa- reale. c.h'è richiesta unlcamen– rere, una notevole conquista te dalla vita splritualr d,1- nel pensiero Italiano contem- l'Uomo Cclr. p. 142). Allora poraneo: per Il loro procedere blsoana ammf'ttere che per la serrato, per la comp1utR pro- rifleulone metafisica • 11 sen– blematlca e la chlareua sua. so assoluto del reale, che IO slva dell'eloquio, queste pagl- et:rco dl 6COJ)rire,non pub e&– ne s'avvicinano a quel discor- ~re Immanente alla steua so ~oziale eh'~ proprio del realtà finita• (p. 145). 11 pro– tllosofare autentico e che a blema che si pone, quindi, è pochi ~ concesso. La 505tanz.a quello della oerftd « nel sen– del lavoro è nella ripr esa d el• 10 u.soluto della ve.rltà del– la prova HO'-'ltinlana d e.ll'esl- la mia vita e di quella di ogni stenza di Dio, approfondila e ente finito•• e degli e.ntl fl– amblentata nel clima della nltl: In tanto l'uomo può por– cultura contemporanea: una re Il problt'ma della ve.rttlLIn volta ch'essa sia rettamente quanto è assillato dal proble– lntesa. si ha che l'atebmo li ma della vf'rltà del suo essere. teoricamente Impossibile. che 2. Querlt: vtritd ouvero I la stessR lotta fra I fautori principi del gludUlo 11011 ,ono delle dlmo.<itrazlonlo priori e •posti,. dolla ragion,:, nl In– o posteriori dell'esistenza di dotti dall'e1perlenzo. Tali prin- ~l0 u~~ c:~~n;h:e~l~~~f: 1 : ~t~,r~ 0 ~aN::~ren~~~ta~~~~: giustifica le rispeltlve eslgén• l'esperienzll è In sè mutevole u leglttlme, resplnp:endo a un ed è la ragione che giudica tempo la unllater.lltà che le dell'esperienza. Neppure sono Ol)pone. Va respinta. Infatti, un prodotto de.Ila ragione, 11\a la pretesa di una Intuizione perchè es.,a li suppane come glo~~o:c~~:m 1 :'1~~l~\• p:~ :~~::~~r~oe dr:::~r:. 1 ep:1~ neanche accettare che basti perché e ersendo la ra~tone l'osservazione del mondo ester- mutevole e finita, sareb~ro no per formulare li problema anch'essi mutevoli e finiti li: di Dio, della Sua eslstenua. • la ra11lone scrive con encr– se.nz.a che \'I sia Implicita la irta lo S. non è madre, ma e situazione• di colui che cer- tlglla della verità e, perchè ca. ch'è ar,punto Il ~etto fi11:llade.Ila verità, madre a fri~ei~:· s~:r:;~~~ia ~;,i: n!!'nci': 1 ~~10~~ v:~::1· ~rtn~~Jl? rituale (etica e rellglou so- Essi non sono opera dclla ra– prattuttol e S. parla precisa- gione. ma appartengono In mente di una e logica dell'io- proprio all'lnle.UIJenr.a, che Il tegrazlone • (p. t34l. Il slgnl. conosce •direttamente• e Poi flcato di questa prova è nel sono ap plicat i dalla taR:lone mor;trare l'lnsus.ststenu teore- Cp. ts:Jl. E.ul quindi non sono tlca sia del nu.lonallsmo asso- nè a priori (In senso 110net– luto Clllumlnl .sta. emplrl.sta, tlvol, nè o poitt:riorf. non sap. Idealista. dell' eslstenzlalls.mo plamo che 110no• preSfntl • di sinistra). come del fideismo all'lntelllgenza di una presen- dFv~11:a edr~~~~i•1~ri:r~lou~~~ :a.e~i~ 1~~·.Ct:ft~lt1c.e~~'ì1~ tep:rale. loro assoluta verità. E' questa I. tsutenza della veritd 11el,. la solw:lone dell'Idealismo tra. l'uomo. Si tratta del principi scendente, cioè plRtonlco-aqo– dt"I giudizio che rendono pos- sllnlano: se quest'Idealismo slblle Il discorso umano. SI come l'ldenllsmo tra,cenden– parte quindi dall'Uomo e non te afferma l'apriorllà dt'I propriamente dal mondo fl- primi principi, esso .tuttavia I'-------------------------------'' slco: gli upettl del mondo non fa della verità una crea- zlone della raslone umana; 1Lffem1a,In vece. che e lo ln– telllgentla è Il fondamento della raUo• e che l'intelligen• r.a conosce queste prime ve– rità ln quanto le •vede• a sè presenti, ma I la presenza della ueritd ollo mente, op. punto perchl l11terioritd, esclu– de l'immanenza dello verUd alta mente ,te110 ed Importa ta trascendenza di e,sa • (pa– gine 153, corsivo dello S.>. E' tn questo punto il nerbo della prova per )"esistenza di Dio: vorrei quasi dire che per lo S. l'esistenza della trascen– dtmza. è data nen·aurora stes– sa della vita dello spirito, In ~~~~ nC:tt~u~':~acft~m~=~ llva, sotto forma di un'ecce– denza logica e ontologica a un tempo, che Il qgetto cono– scente è obbligato a riconosce– re come luce e fondamento del suo conoscere. Ora abbiamo tutti gli ele– menti per la e prova • richie– sta. Per arrermame però 11 senso autentico. occorre ricor– d1Lreche Dio qui VI\ preso nel senso ontologico pieno: • l'Es- 1tere Intelligente e trnscenden• te, creatore, provvldente, l'Es– sere che è da sè • e non quin– di un vago A.s.soluto,una vita. un'Intelligenza universale, ti TUtto, ecc., perchè la trascen• denu - nel processo dell'lnte– rlorltà 8ROStinlana non è una conclusione posteriore ma è Insita alla presenu stesa della verità alla nostra men– te. coesseni.lale alla medesima. 3. La prova consiste., quin- di. nell'a\•vertenza che fa l'uo– mo della verità assoluta. che egli Intuisce pre5Cnte al ~ noa cere e di cui sa tuttavia di non use.re la causa, perchè essa è Incondizionata, neces- 311,rlae Immutabile. trascen– dente. creatrice di glud\d ve- ~O~t;c:r~~l:i~ o:e~1~e d~ ~~~ to c•~ nella mente e nelle co– se, 110uetto primo del pensie– ro.... Ed e<'CO la formulazione tecnica della prova: e L'ente Intelligente l11tul..ce ueritd ne– ceuortt, immutabili, assolute; l',:nte Intelligente. contingente e finito, non pui> creare nt rl- ~ee~ er;en~f''1c~ c~!~urr ~:1~1: c.ht: lntulsct:; dunque, eibte la V erltd. 111 d neceuarfo. Im– mutabile. a.noluta cht: è Dio•· Oppure nella forma più pro– priRmente agostiniana: 11: Nul• la vi 4! nell'uomo ,: nel mondo di 1uperlore alla mente: mo la mente Intuisce ti.elle verHd Im– mutabili ed assolute, che sono od eua 1uperlorl; dunque. ed– ite la veritd immutabil e, o ,. 1oluta ,: trascendente c.he i Dio• Cp. 164 s.; corsivo del- ~t" ?n \an:"!11~~cr'!:,\~fu1~~~~ e rinesslone, d'Immediatezza e di discorso: la sua caratte– r1,uca è nella e continuità • ~e~nfl~iJ•llo u~ra• ~~aeg,t~~ per modo di dire e sarebbe for– se più esatto chiamarlo e pr<> Ces.ìO di espllclta,;ione. di ehl"-" riflcazlone, di presa di coscien– za li Co slmlllIl di quel ch'è presente fin da principio. Il rapporto di trascendenza la epostulazione di Dio 1, per dir cosi è presente fin dall'Ini– zio e se non cl fosse veramen– te, quel passanlo o processo di esplicitazione non avrebbe senso alcuno: lo S. perciò di– chiara con energia che tale processo non è dall'Immanen– za allll trascendenza• (pagl- ~~ ~~~•\Ca~~èo DJ~ ~ r: La filosofia italiana vista da un italiano * vari~ tradu:donl trancesl di Parlandoci del suol coevi e prova U se.oso che si tratti di no og-gello di \'&lutazioni 5e- Qutst_omovimento l!on! 11più storia. Benchl!, 50pra un altro vane opere di F. M. ScJacca ml cornpatrlottl, Sciacca cl porta una comuntcu:lone da uomo a vere. vivo m Italia. EMo raggruppa plano della i;;piralestorica. noi dispensano dalla. sua presenta• più che un'esposizione sistema uomo più ehe di uno scambio Non che Sciacca si complac- ftlosof1 degni di stima per ope- viviamo una di quclle età am– ztone. Me ne e~lmo dopo quel- tlca. ma bensl un'esperienza. di Idee come si dice In Franela, eia tn poslz.lonl negative. Tut.- ra e r~putazlone e che 10no blgue In cui ciò che nJLSCe ciò le che LoulS La\•elle ha fatto Ha vissuto persof:lalme.nteI mo- supponendo con Il raz.lonallsmo t"altro. Anzi lui si Impegna ad consci dl riunire e lnorare a che muore resta oscuramente pre«df're all'E.rutence de D1e11 vlmentl di cui nfertsce la sto- Impenitente che abbiamo nel afferare e sottoltnea.re gli e.le-loro volta nel Stnso della sto- amalgamato, In cui l'Uomo di ~e;~:~~ ::~I h;,:z~=~~ ~~: ~~d~~~;~~~nz1~t~~t~~ ~~n~~ec~~gffel 1 t~~I s:,.~6-~bla• ~~ 1 1a-::l~~~l~~bf~~ ~! ~f:~~~ '\t~a d::b~::: uc~:d~j& :,~: ~o~~n~oft~~ ~"!f 1 :1~~~eve~:~ !,1:~~:. !~n~R~~::l~1ii~ !~::n; nt:u: ~~7e~~n 5 ~ sJ.e:~ò un:.rm~a~~:11~t1a~:1~~ ~~:v~~~ ~~:i~~e~~~~~lt~ ~ 1 11m~rf~t~:. t::! 11 ~:1ri::~~:: ~~ò 1!~~a~ !~ 1 r1~; c?: e~: ci,~~ to· Il ~nso dt un altro ,· olume, del volume. Quando Sc!acca cl tlva sollecita solo di esporre spirituale e lavorante a deft. più: pura. tribul~e a fondare Il futuro e La Phtlosophle ltalltn.ne con- parla di Gentile e Croce, di delle dottrine senza Intervenire nlre una nuova metafisica 11uJ. Noi vorremmo un'evoluzione ciò che cospira col senso dcl– tempora1ne. Qucsto lavoro mira Allotta e Carabellese. etc. ci nel dibattito e relecandosl In le dimissioni della !ilosof1a. rettilinea e che niente vrnga a Ja morie. ed Il pensiero abbia ad un massimo di obbtetttvllà parla tuttavia di sè con quel una comoda neutnlltà n suo ~ntlle crede Sciacca avrà me,.sviare le nostre speranze e le II se.nso di trovarsi davanti ad che si può d~slderare In questo senso del vw:ulo e dell'attuale pen5tero ~ per essenza nlmtan. ritato Ptù di altri di tl"stare un nostre previsioni nè a turbare un'evitabile 5Ulta fra umane– ambito. La storia df'II~ dottri- che itll consente di districare te. Ha prno posizione con una gran nome nell'epoca attuale, Il nostro ottimismo. Ma la sto- simo radicalmente umano e Il ne ~ vrro, sempre una storia un mo orientatore, un incrocio rude lealtà che ammirano quel- per Il suo storzo di restaurare ria non si c.h\arlflca che quan- cristianesim o solo capace di rl– d'interpretazloni; ma Sciacca di Influenze. In cui lo storico u che lo conoscono. La filoso. Il senso metafisico della filoso- do e compiuta e per compren- sponde.re alle Interrogazioni che I poteva affrontare questo Ja,·oro straniero non può che smarrir- fio. In Jta!la. per lui, attraver• fla profondamente estraneo, !n- derla, come Heideuer scrive, bi- pone l'esistenza nella realtà con– con una competenza e meu.l che si. Inoltre, la parte cosi Impor. SR uno .!tato di crtsl. Questo vece, al Croce. Rovinoso nel suo sogna attendere che sia conclu- creta e con un urgenza fin oggi riducano a poco 11ma"'lne del· tante che SC1accaha esercitato tema ritorna. come un motivo contesto letterale e agendo co- sa. Ma sappiamo e forse bi- lrrauluntR, e perciò di consen- ~•!~it:s~il~}r:r~!:st':rtn e~~j ~rfa~a~~!n:!~~:t~~ t:t1:6 ~ ~l~~i:s~C.~~llsT°~a d~~;j°1~!jl~ =I ~;gin a!lm:~f~~~a:~l~ :,~: ~~r ~::eer~~co~~e&;~c::: ~l:~I~1i1;~~tiiie. di realizzarsi In paese forme ed accenti che. so. noscere personalmente. Intima• metafisica, la tll050fia che 11 no paradoss~mente guaritori rilà. ti bene e la &lustlz.lahan. I filosofi Italiani d'oggi cl no plenamtnte acces.~lblhsolo a mente. I pensatori che Il suo autorinne(l:a a vantagp:io di di• per un organbmo Infermo, l'at- no In loro favore Infinitamente danno Il bell'esemplo di una i quelli che parlano la linlf\1!1 <'ht libro analizza. Niente vale tan- sclpllne di carattere pseudo- tuall.smo ha &enerato nuove cor- più forza che te forze contrarie.. tede Intrepida nell'avvento del- ~l~\\t:11~i~p~ai1~r!· Ye~ .: :!:rq~~;i~d 1~a~n:~t~:~~.a~~ ~:=n~i~lli:~!~e':~~1~ 3 fil~so~~ ~~tlv~ 1u~r~::;:o~~:rl!~:i~:~~ ~ttr:;:o~ ~~~~le ~~rr:! 1 t~ ~rc~%o~n: 1!1 1 ~::r,: 1::~ ~ ~~:d!t~~:on::e~~ f~n~~/~' ~ra~~àiufred~51:j~~ ~i.i:~~: :~:nt~ :~~~~m~~e Jr;!v'ro~r :e lasa~~r:.neE~i ,~n~;!~e~~ ~~~!1: :11fr:f~~~n~rl:r: c.~~ttra atten~lone per rigore e rie: ~~ti 1 ~t~ltf « 1 hfcin~<;i!oa~!~ n.s.wluto•• ch'è principio ed esemplare della verità creata. :!r1~:0:Jfa \t:u:zr:n~n1~~m: va: « L'ente pensante, contln- ~!!Wà ~hf~n!~~I. èco~~1g::~ie 1 : ~~~~an~~ s:~ .. ~.~q~""~dr t!r~ verità, che è ln interiore ho. mine, non è la verità In aè, 11 Primo Vero a.uoluto . e perclb non può non esse.re dal Primo vero assoluto o Dio Cp. 1691. Questo passalU(IO, « dalla verità creata In me alla Veri– tà creant·e In se•· è un pro– cesso di causalllà nel senso più: rigoroso del termine: una applicazione schietta del prin– cipio di causa. Nessun peri- ~olg( ~~t~1s~:,"1~~~~f. tlca all'Immanentismo moder– no, spec. p. 186 s.s.; all'ontolo– a:lsmo.p. 196 ss.). 4. 11 « stgntrlcnto • propno del procedimento dello S. è nell'approtondlmento metafi– sico dell'lnteriorltO: si vuol dire che Ali estremi sono Il mondo e Dio, mn. noi e Dio. l'Intuizione della verità In noi e Il Principio Primo della me– desima, la presenza della ve– rità In noi e Il Principio Prl• mo dclii\ medesima, In pre– senza. dellll verità In una. men– te tlnlta come la nostri\ e Il 11: presentimento li della Veri• tà Infinita, un prcM'ntlmento che la riflessione può espllcl– tare nel modo anzidetto. Il momf'nto es.senilale, quindi, spetta all'lnte lllgen zn; la ra– gione non ha. c.he un compito strumentale e dipendente. che :~n~z.l:!.~a:~~~~llt~::~S:10~: a cui ricorre lo 8. è molto densa: e Se mancuslmo com– pletamente della nozione di una realtà non contln&ente e non mutevole. &e non fO&Se In noi una presenza oscura ed operante dl quel che cerchia– mo, se non fossimo In qualche modo nell'essere, cioè se non 1>arteclpasslmo anologlcamen– te dell'essere •• mal sorgerebbe Il problema di Dio Cp. 148}. La causalità, quindi, va espressa– mente Intesa come partecipa. .::Ionee non come meri\ pro– duzione fl1tlcll ed estrinseca. l:~!Tafe 0 ~ej 11~~~~~n1n,af~p~I~ vi è uno. verità prlmale 11re- 1ente all'lntelllgenzn. umanA e se è eua che fonda la ve.ridi· ~\~àslt~lfrc~dc~1e f,~l~~!"fco~:: to con la verità e per la veri– tà. dove Il e con• Indica una partecipazione lnlilale Clo ao- no dalla verità) e Il « per li , sl~lflca per cercar,: la verità ~v i!r t~~f:a~~ 11~elvrri~:le~ 1~ ta eterna del pensiero stes– so> li e quindi la eohlZlone de– tlnltlva del problema dell'esse– re Cp. 182). L'elaborai.Ione del concetto :!: t~rtec~~~:i~r:~au~a~'"re~~~ studioso di Platone avvia Il problema dell'esistenza di Dio alle &uepiù essenziali lm- f1~~~z\~!ia1~ ~ fl1:a1:a~1: 1 c:: rltà o all'Essere, fa che l'ente creato non ala la Verità o l'Essere. ma dalla e per Ja Ve– rità o t'E5sere, fa anche che l'ente creato non sia estraneo alla Verità o all'Essere. nè l'Essere a lui, ma si avverte nella Verità o nell'Essere•· ma cosi che evi è Incommen– surabilità e solo analogia di natura tra l'ente partecipan– te dell'Esse.re, o dtlla Verità e l'Essere, o la Verità In sè •· Il concetto di partecipazione ~. perciò, In &rado di esprime– re la doppia corrente Inten– zionale dell'ente finito In quanto esso è da e p,:r l'Esse– re ed Insieme non t l'E.ssere. !fone\1fd;ri~~• ~un~~:.r~lfi~ zlone e diversità do ciò di cui ~-P~e::~~~~ fi~1:~ g6~,v~er':; da Dio, è perch~ ~ da Dio. L'abisso che divide l'ente crea– to da Dio è contemparRne"-" mente Il ponte che lo unisce a Lui •· Egli ammonisce per• e.Il>Che Il problema dell'esl- 5tenza di Dio • non ~ tanto quello di conoscere se Dio etl– lte, quanto di ,opere che ,1 l, 11 edite e .rl cono,ct: p,:rchl Dio esiste e solo percM ubte Dio• Cp. 183).Od anche, non si tratta di sapere •se•· ma :~c~~Jit~ereec~~';:pe:~ve.~~ :: una. dipendenza Iniziale e fi– nale, di una partecipazione lnleriòre, pe.r cui si è In Dio (p. 18-0. Pertanto In questo procedlmtnto l'affermazione dell'esistenza di Dio procede di pari paMOcon In.conquista della piena consapevolezza di sè e del proprio essere: tale consapevoleu.n. di Il! è cono- ;~~~f lg~ ~br:~n:•i:::::\ dr~ potrà e.'ipnm~me lo !'lllle dOt·ltt.'i"ta colpito del carattere me- na di tutti I valori spirituali su cui si fondano le speranz.c di I nostri errori e I nostri fatll- chena, cl commuove ancor plu trinarlo eh~ 1th è connaturale no accademico e Impersonale della civiltà crls\lana. Sciacca e quello dello splritua- mrntl, In estrema anall!II, ser. per la sua 50llecltudine costan- (Contlnua a pag. 4) 1con le !lue sfumature e le sue di quello che vige fra noi e Da tait' punto di vlJta le In• ILsmo cristiano, parallelo alla vono CMI steul ~ nonostante te di umanesimo crtsllano '------------------~·compl~ullà. d~lle dl.5CU.5.'ilonl, più familiare nucnz" di Gentile e Croce so- «nostra fll~f1a dello spirito 1. noi I plani che 10,,emano la R. JOLIVET formufa pittoresca e achlelta• mente aqostinlona. che l'uo– mo • legpendosl, lt:gge Dio• Cp. 184 ). DI QU Il'Impossibilità tN>retlca de.ll' llel!lmo. Ma la nntlnru• di partl'c\oa. COllNEL.IO FABHO Biblioteca :> Bianco

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