Fiera Letteraria - Anno VII - n. 40 - 5 ottobre 1952

L:\ ,l'H\ lLI tl:,ll\{t• DOMENICA 5 OTTOBRE ------------------------------ * Ora che la • Con/trtnta lnlerntuionale deglf ArtttU • ha corn:huo f svoi looori, ri :, p:r~ci':,~0 ~u:'~fi!:cl:,~u:zt c:~n~~a. ;! rante le rhmfonf ddla scorso settimana: d coni-tvno df Vent:.tfo è ,talo importante so. pratturro fn quando ha permeuo che o.rtùti d'ogni paue ,t fncontru.s ero. trai:ersol'arte. que,to dolore 11niunale'. L·appa.ulonatoapptllo pronunctato alcrmt giorni dopo, tn ,cd1 df comitato, dallo icrft• tore coreano Oh Yunv Jln (Il quale ho mo• t!r:o di nte;1t:re che non /oue a cono,cen:o ~11r~f 1 'u:f: 1 u 8 j;::::! :e rl :'n~"fft:.i~:e'a,:,1; 1 coNVEGN0° iNTERNAZ Le q11utlonf df.tcw.se , f rapporti ,otto-– Poltl dal dfutr,f comitat i. le ri,olv. tfoni a . dotiate daU'oucmblec plenarie, per ìm.pc, r– lantf che J)O.tcanoeuere atoU e per quant o utili alla .soluzione di problemi inlereuo,itl la condizione dell'arte e deolf a.rtf.tH, dt Jronte al valore dell'Incontro, ml appaiono 1olamente come la trama df uno telo 1ulla quale ,Umo pof ,tau ricamati con /Ili lu– ce11tf dlieonl pre.tfo1l.ulmf. A mlo modo di vedere, nei chio1trldell'an– tico mona,tcro bened,tttno d1ll'I1<1la di San r~~I~ J\::fi:' 0 t~n1:~een:,p~rt: ~!f,~ft~~~! praltutto all'af/ermcufonedellapersonauma• no, anche ,e, volendo [ennor,f alla lettera, d dovrebbe dire che plu df una volto i pro– nundamenU di alcuni ddeoaU ed ouervatort ::,~:7:: r:1n::::~1~ 1 :uf{a': hn.prudemo. Ma, alla lettero, pochi io pen.,o che, i,a 1ah etreo,tanu, d .rfano /ermatf. I ba:nc.lilolli– rw:oUnelle ,alt del mana.sterocon fl con– ~to ordJl'le de1 convegni fnt.,T1ot10n1Uf, quuta oolta erano 'occupati 4a artLstf: cfc. legaU, ouervatorl, orponltzatorl, o n>etta• =e i::,eal:'J!rre, f: crià':!'d;~::,~':~ 1:1a:a,::• ::,::::e~;.::;onre~!• d:::.r:ti!:; deU'artllto, magari o 1ua frt.apt1to, realtà ben dhicr,e da quelle apparenti. (Udendo certe alltuionf alla Urannta esercftota dol!o Chfuo ntl campo d.ell'ort.,, per uemplo, mi accodna: rp,c,uo df pen,ore o Sfmone Weil, ~ir~nJ:,";'e;r,,ol~m:oz/o"n,.r!~~:én~ e!~ urulalmente cattolico}. Un atteggiamento df compren,1011ee c.. fiducia nrf rfouardf dell'artl.Jta d'oggi fu, :;~~~:/f:::1 tfeo/::l:, ;,c:g~11~:~~tfg~~:: nedeHo Moroello ,, In occa,fone della eoln• cldente Conferenza degli ortf,U Italiani, ri11- n1t1,1o Venezia per Il • Conuevno nazionale d'Arte Flg,uraUua e di Mu,lca •· Irn:ontro 1mlnentemente umano, la Con/e• re,uo di So" Giorgio ~ ,iato Improntato dal sentimento all'uomo pfù pr01)rto: U dolore. Al dolore f1ce "" primo rf/erfm1nto Ale.r- 1andro Blo.,etu ntlt'uJ)OSto fntroduttloo ,ul cinema, la cui elaboratloneoli ero ,tota in prectdenzo. aJJldota. ParlaMOdtl neoreall– .tmo UalCano, fl BkuetU t!OJle dare partico– larmente rlrtnio Gd ur,a ,uo acuta ouert74• lfone: che Il cinema ftoltano dccc il ,uo ,uc~ ceuo nel d()J)OO'lltrra non ol ,uol muti e,prc:3- :r:/j;; :C::,,'~ r;,:r;,:~~:1:' :,~J:,~'ii,. di o,abfenU e per,onoggl tolti ctolloDita• - ben,! ad un mondo morale: Il tnondo morale ctd doJJOguerrocon 1uttf f ,uol fnttrTogatim intorno al Jut11rodell'umonlt4. Gli ltolial'lf, trop-6coffl1nte/aoorlU doUo m09giore ,ven– turo. cit:endo ntl Iuoohl ctouc Il dUCl.ltro si ;{lrl::.:ta~~~;:;;;~:oo:on!,Lfor;:du:~~=::c::~ realtà delle condftlonl dt.ll 'uomo,ulla terra. Le prouvutendali auou stle e le ml.strie do cui il suo pc,polo t travagliato ha per,nu,o a ,zuuto ,crittore o noi ,cono,cfuto, orientale e buddido, di u,ere uno delle t.ocf plu t:lt.·e che ,, afono levate ntl oor,o dtllo conferen– :a df Vene...'"ia. Poi Il dolore del chfo1trl ancorauna oolta violati da ta11te llOci e,tranee, tante lingue Inusitate,tanti conven1vo/fvani. E' dal tem– po 111 cui Napoleone aopprtue /'antico mo– na..,tero che qut,to dolore c0111umaquet chio1trl e l'anoo,cla t facile ae11tlr/o anche oggi che eul, per la genero.,114dei conte Cinl, aono dati e,terformente rutlluUI allo. loro primitiva belleua: ba.rro trattC111er,I fra quel• ~~,;~~[g 14c~ot~;,i;g::: l~~~a !g::::,'r~ dd~ qualche parte, la campana della chleaa che bette le ore, un monaco btntdtttlno fimo ,olol), meuo monaco, me::o cwtode, che recita U auo u.f/lcfo notturno. Jl mondo con le ,11e parole e le ,ue conte,e i di nuot:o ~,;~f"Sé:Z':ni~u~'ao,~~,,jro ';~~e~ ~~~~ trcolori. col~a~ ,:;v~ 0 1~~~ 11 r;! !.'e1~ 11 ~ ,!4 c~~'"j: ranllco reJe(torlo, f cont:enutl no11 riwccro– no o comprendere una parola di cfb che p-U orctOrl1toDano dicendo benchl, lungo le po. teti, fossero 1tatf hutallotl un buon 11umero !11 altoparlontL Mentre doll'o.uembl1a ,1 le– tl4tl4no nmo,tranze, prote,te e con,lvll, un delegato p-iappont..1e,orrfdendo ad Unp-arettl cM glf ,edevo acconto mormoro: e I muri ~~e~:f~1 1 ::dlta ~: /:a;, c~ie~~!":';~:'t~ cuno ae lcucfc)perple,10, un pa' a dbaulo per la ,ren.,ozfone di trooord all'lmprovvbo ospite d'un padrone df ca,a sconosciuto e rf• gfdlsalmo. Il che puc) accaderea,chl non CO· d~f: :rie'~: ~~a~!" '.:!fl~ 10 :~ 1 : cd!e 5 ~~ci:nr~ 4.1,emo del 111.ol fig li. Come dlv er,i ora tori ebbero occo,10,1edi ~:~ti:r;ti~ , ;~~ te::~,:~:;;:,:' a~ 11 t"nd~f!': 1 f.~~: ven.i:odegll ort11t1 di tuuo U mondo di rfu– nfril per alfermore con lo loro pre,1enza fn una cHht ci11Ul.J1frno I diritti s I doveri /on– domentolf dell'arte, che ,ono poi qutlll d1lld per,ona umana inteso nella .sua inteorlt4: te- ~~::~!~,!re::=:zie!o'::!o~,c1r~J1!~if~'I coreani ed I tede.1chl,rfwcfrono ad uprlrnere IJ~:"Jfo;:'~uen:1 luogo fil adotto per c»pitare quutf arUdi dt un chfo,cro edificato ~roprloper lenire n dolore ddlo con.:ftrlone umano, ond per vclorluorlo1 Fora, un olo.~• no in qv.e,U chfo,trf non d dflcuter4 pm, .rf tornerà a. parlare porcamente uno ,ora hll,(Juodella cultura; nel rtfettorlo ri,1,1011erà la roce di un .rolo lettore che turtl, ,enu tdtopa.rlantl, rtwcfronno. chùs4 pt:rclll, od vdire: le lmmao1nl torfteranno a rispandere oi concdU. Soni un giorno noto dal dolore ddl'orte e dal dolore del chlo,trt:,dal no,tro dolore di uomini d'oggi, M, R. CI~lNAGHI UN rot'1'A DIFRO~TE ALLA tllSSIONE DW/Al\'fE La libert.à è indivisibilr Supporre di poterla togliere all'arte, sarebbe ne– gare l'autonomia della po,rsona umana, saro,bbe · negare l'aspiraziohe millenaria dell'uomo 'I- di GIVSEPPE V,\'GAHETl'I C&rto noi tappiamo che U llnaua1110 medtante Il qu,ie l'uomo t.ent& di atrerrare 1• poesia dandole una qualche forma,~. come del resto il no• atro 'PMPHIO 8Ulla t.erra, In M precario, da lat.ante ad 1st.antemutabile, sem.pre trop– l>O ma.terlate, opaco, peaante. sempre con troppo mlaura dcflntto per es.sere atto Id •· dcrlre olenamente all'lntlntto della PoMla. Ma Il miracolo non , nel Unaua8(1lo, , nella temlono che noblltU\ U Un· ~:r 11 e 1 c;;1:!1tt1 1 ~uf:J'~ ~ ff~: cantevoll, e ae qutat& tensione, per dannata 1.potul, apartace di.l cuore e dal penalerl del• l'uomo, l'uomo al dMilt.ulrtb. be dalla. aua. dtrnttà, si fa• rebbe almtle al bruto non 6CO• prendo piO, nel1'1rmonla del crea\O la 1percm:o <ttltaltt.i• za, come diceva Dante, lo ,pavento della btUeua, come diceva Il LeopardL Olà dallo 1.nizl&le aWabare dell'uomo della J,tlva. lo 1eopo dell'arte non t t.anto nello ICOnJluro contro l'insklla e l'lCnoto del· la morte, nt tanto nell'im.lta• re Il ,profilo o la ,·oee delle be1tle J)tr oh\ racilmen~ cat.– t.urarle usa.odo anche l'lnaan– no. quanto. tot.e.o 1&11 espe• dlentl e gplnte utllltar1, Ucer• . Thornton Wlldu con Jule. Romalns care di at.abUlre un rapporto dlbatlttl occuparsene, dlra• Il potere dovendo, arralican• col &ell"Cto lnvtolablle della mandOII da quel torbido I pro• dosi ad uslcurarc tnnqulltl• divinità creatrice. La necta• blemi che. con formula credo t.l economica a \.ut.U.propor. sltA di 1ludlcare dell'art. e tuo. un po' sbrigativa, al usano si di non menomue ma di rl del termini della , :irat.ea chiamare del divorzio del pub• estendere ll\ UbcrtA spirituale utlllt.à, è nozion e oh e nella bUco dall'arte. di cla,cuna persona. Nessuno mente umana 1'è tat.te di con· S'lo. In questa Venez.la che è In 11·ndo di n11pere quali llnuo a>lùohlan, Il una . nozto. cl 0$Plla, volgo ili occhi In strade 11eaulrà l'art.e per ma. ne di libertà che la. polemlcP. ;Jro, vedo che, dtlle passio· nlfe,tare la POCtlP.di un da– promoaa dal Romant'cllmo nl. della volonl.à di potenza, to momento, e nesiuno puO h& perfezJonato all'eetremo. della 11lorlache per tunahl se- Indovinare ehi 51\rà ehlnmat.o E, come ae -poteue esaurirai Il coli fecero di E$58 uno del a compiere un'opera che I PD· rlnnovanl continuo dell'arwi, principali centri del la pol iti· steri rlt.e.rranno c11emplare.Z e l'a.ttivlt.1 dell'art.e pote!ae ca europea, clOche r !ma.ne vi. dunque auat a quella lene mal ('Qt.re aostl\.ulta dall'at- vo. clO che la fa tut tora u n& che pret<.ndesse confinare In tlvltà lortc,, vorremmo. oon città 1nuruaallablle sono ml espressione oPPOr\.unJsta Jen. 11paradouo che Dio t mort.o, pare, architetture. statue e tlmento e fllnta.sla. Non ne e con le I niquità a cui un al- un a p tu.ura torse la manto• rim:irrebbe estinto lo aolrlto mlle pe.r &dos.so potrebbe in- re t.ra. quante danno all'uma• d'lnvtn.z.lone della parola J>OC· durre & t ndulaer e, abollre la ntt à d iritto d'oriosìlo. ~ lm- tlca. perché citi non dlPtnde libertà oon man1ore splendo• prest i>raUche, qUJlntunque dall'uo mo; ma quando l'~ra re &!fermata dal JeCOloXIX tos.sero audaci e ma;niflche, d'arte vtnls.se In luee nono• e dal!.&orlma metà del XX? non hanr.o lasclato altra t..-ac. atant.e freni l m90$tl di\ mo– La Ubertà t tndl'tisiblle: ma cl& .st: non quell& o.'le t nei tlvi cst.rantl al ftnl dtlla P<>C· supporre di potttla t.orllere 1eanl dell'art.e: ad a:.teitare sia. dovrebb~ per drtttuar•l all'arte, sarebbe .. urdamtD· oh'esse furono precarie. e che contoroera1 In menzo;ne che te nepre 1,.utonomta della di esse non dura a lunao .se la detur,>!rcbbero avvtlendo pereona umana. u..rebbe neaa. non quell'anellt.o um,u10 che, l'uomo, Anche nel turore la re l'uplru.ione mlllena.rta per a!fermars!, ha da &Ottrar· poesia puo trovare I suol 1r1. dell'uomo, aarebbe neaare 11ad esse e racooghtral nella di. denunztare l'lntolleranz.a. l'Uomo 50Utudlne, nella meraviilla. polcht essa animando la di• SI parla. di precarietà, ~ nella mechtulone. nel canto sl)('rata sett di beller..z.1. di ch1 t1u,to parla.me , t uno de,11 d'una singola persona. la brama non perder/\ mal 111. eleme nti del np porto pu cui DI qui st scorge qude sia la occasione d'lnsegnart' all'uo– t umanamente percepibile Il re.,ponaabllii.à del Pubblici mo di dubitare dcll: sue ror• ao!llo della ooesta: beUezm e Pot.eri verso le arti. Essi han• ze r n proclamare che si hn morte, o Jn!lnlto e effimero ~ no Il dovere di tutelarne lo Il diritto di sbaJllare e che ra.pporto che però, da quando !iVUuppo, come Jncombe loro tn un,\ società fatta D"ne, non fu, a, speochJo dell'anaoscla di di fare per le selenz~; ma ~lù t un crimine non ebserc tutt, noi moderni. Uluatrat.o da BI•• che per le scienze, -polchè 1o. t sempre del medcs,mo pare· ke. da. LeOP&rdl o da Baude• pera d'arte,, pure essendo do- re. La sorteren2a urnnna va lalre, non ha bl.soeno, credo, no a Lut.tol universo umano. e espre.ua , e eh!, intorno p. sè <' alt si dedichi aoverehle altre anche, nel .suo spirito, emble. In sè, no n la .1Jentl$s:,non sa• parole. Sul carattere che 0118 1ma d i quel concreto retaillo. rtbbe atto a percepir .. poesia; il sentimento di precarietà ret.ac; to del sanaue, Me ltga m:i la pou!a hP. 8 ,mprt Indi. denota, tuuavla alcune osser• ml & ee-OltU susseguirsi, sot • calo da se dov'era ,•ernmente va:r:lonl dovremmo fare. Da to U ~edes!mo cielo, dtlle ge- la sotrtrenu, e 1uunlt.o da eYO OHI corao a una &pec! e nerwonl duna med~lma na. ~ t modi dell'arte Ptr svtlar. di fLMazlone che t.utto lnt.or• i.Ione.. E' do\'ere che rlchle• ne l'orrore. b!da nell'Inquietudine de& ll de nell e&Stre ademplut.o oan.t uomlnJ, e dovr&nnO 1 nostri t.atto, eh.Ie.sercit.s.rettamente GIUSEPPE USGAHEffl Biblioteca Gino Bianco DEGLI ARTISTI A VENEZIA Il fflestiere dello scrittore ,u~~ .::ì.~qu~~u:·c:.~ on bisogna certo chiud~rsi io P&CK che noi sctalt&mo, qua• b. 1 :~~ 11:=:~e1.~.:: un super·ho isolam~n•o. ma gior parte del t.t.mpo6Cr1ttorl ~•::: 1 ~~~;rit~t=· sogna saper manteuere una crrt11 ~ •• ~ ~ .. .:.;;:. •."~~\-~,~distanzu trii sé ~ tutto ciò ehe i.Ione e l'obbll.i'O In cui si tro• ~n!1.~uO:':nt 1 :r1v::St!e~ oon è ettera,u,.a, peo-.iero e arte Non bisogna gtuocare sulle pa• role, 0011tume oggi un po· trop. ~a~~ 11 1 ~i~~ 1 P~~~~rf~~: di ~',111,1 HV~SEli\l centl retori: non andiamo 11 confondere Il mestiere e la vo– eaz.lone.la professione e l'apo. $telato, le f unzioni e la m~lo· ne. la carica e l'esigenza lntc rlore, l'lncarlto e il dono, un ufficio e un Imperativo <>e cuore o dello spirito. Uno &crlt• tore degno di questo nome non scrive per avere del de• naro. farai una fortuna e ot• tenere del benL Non ha. evldent.emente. nl• cun atrio motivo di rifiut.aral se 11presentan o, m a essi not !ODO ln alcun ca.so Il suo ACO po. E per quan to po co egli stl ml che la le:t!.Craturao rane. aono di CllCnz& eminentemen– te splr1tuale e che l'uomo dJ lettue deve esstte Wla specie di santo. di asceta per lo me• no, eglJ rlftute.rà pe.rflno che al valor e tnetrabl le delle sue or>ere poua mai oorrilpondere un valore materiale qualun– que. Lo stesso vale per altri :=r~: l~m~~in:ot~t~à un lucro. Un au~tJoo awo– eato non decide di difendere una causa perchè li cliente gll Promette molto denaro, Quest"aft'are del uecondo mestiere. ml sembra dunque mal posto. Non è t.anto. In t'f. !etti, Il problema di un «RI· tro• mest.lere, quanto sempll• ccmente d'un mestiere. E ciò torna a algnlftcare: lo &erltt.o– re. l'artlata posaono aver un mestiere {perchè, -è ancora EOI· tRnto $Ul plano della poMlbl· liti\ che bisogna, per Il mo• mento, porre 11 problema e non au quello dtl diritti e '1e, do,·erO. oppure: essi rl.sch!ano, ad a,•eme uno. di oomprome;,. tere la lettentura e l'anc'I Ora. se si esa. m.Ina attenta– mente Il ca.so peraonale di tnoltl scritt ori e artisti di tut– ti I tcmpi e d.1 tutti I paesl d fa pr uto ad accor@'ers!che qua.si tl·-~.l,per non dire tutti acn.u e.coedone. hanno av-.110 un me.stie.re.e liJ>CU0 ben po– co in rapporto colla letterat U• ra e l'arte. S!cq,ramente esa. oon vi ndC\'&no la pl\l plocola caduta e neppure: una ra;ione di pl\l per andarne orgoa:UoaL Arlltotele era precettore di A le&&&.ndro. Plinio Il aX>vane un alto funzionario dell'Impt'• ro romano. Bacone un uomo di stato del ~ano di Gran Bretaana. Chateaubrland un Ambasciatore di Francia, poi un minbtro, Mallarmé un pro. !e6$0re, Olraudoux un diplo• mat.lco ... Quant.l scrittori fu• rono monaci, ma1istratl. mc, dici! Talvolta furono perfino soldati come Cernntea e A· ertppa d'Aublgné,- 01 qul. non converrA dun• que rovesciare la proposizione e di enunciare: puo uno 1erlt• trre co;nentarsl di non C1,Sere che uno aerittore'I Un artl,ta ha Il diritto d.1 non C5,8Ctt; cht un ai&oore che ta1Ua Il mar• mo o che mette del oolott su una tela '1 Non si assiste qui a qualche fenomeno proprio de, X.."< Steo!O, o esiste realmente l'uomo di lettere propr1a men• te detto, che non !a altro c.he ~%''·~ c~~n~~~~! nella città e un trattamento prlvl1e;1ato da parte della » cletÀ'I Coli S)06to.U problema dlvlen tutto d.lffercnte. l'-on aoltanto Il prete!O • secondo mestiere» non e un male m una trlstt. neces.s.lt -à,ma sl rl• ,·eia oorn e un bene e una be· nedlzkme del cielo: C precisa• mente c:loche permette all'au, tore o all'artista di cotuervare Intera la sua libertà e di pre sczvare IAsua lndlpendcnn d !iplrlto E III contrarlo. la verr al.sgrazla per lo Scrittore SII• reboe di non poter contare che sul .suo la\'oro letterario pe1 vivere, perch~. tale C la natu, ra lntransljente del1'11,rte non accetterA mal dl aver Al tro ftnc che se steMO.E3.lgen dal pensiero ohe esso dlvcna-e rncu.o di nutrirt clo che le. medita e lo formula e i.,mpll ocmente nea:a rlo Certo. ac ca de. ed e tanto mea:llo.che u.r: buon libro sia letto G.ovu nque c unanimemente apprezzato, .»tleche può avvenire che por ti al suo aut.ore.qualche loddl• ,!adone materiale. ed anche molto denaro, •~ Ji vende bene ed e tradotto In un certo nu mero di lingue. Come 110n i.a rebbe JiU&toctiticaC'C la lor '.una di un abile chirurs;o. 0Nl ,on si può discutere , ,.e:111,ci :a procurata ad And1é Oldt Jall'uni\'eraale diffusione oel!.a aua opera grandiou Ma bi ~a ~zvare che non e col ,a, se oso d.Jrlo.dì qu~t'ultl mo se una delle sut opere In cootra il !8\"0re di un 5;1ar ,>ubblico.Non si puo che tal, !qrarsl e felicitarsi <t1rnndo & tro,•a che uno scrltt,c,re d! •·a ore ottiene J'udlen.1anlln qLa e ha diritto e troHl tmtural mente del lettori colti e ctcgn. j! lui. Per conscgueru.n.non ( l>eneche uno scrittore scrh•a lcr ,•enderc un la\'Ol'o.rht!;e Jll rtnde slmlle ad uaa m~rce ! pt:- ottenere il salarlo Cltllr ,ua pcna; resta una grundc .:c:cez.tone Il f atto c he Qt.1'11' crlttore arriva t.al \'Olta a. rarsl comprare I su ol lib ri e .l 5=La dagnare un po' di danaro ptn::hè ha .scritto. E &e 11CHO dc.Ile clrcostaru.e 6!a,-o~;oH una cattivo pu'Jbllclt1, che eo lo'I arrestano o rallento,no la vendlt,.. delle sue produzlo• nl, tant.o meglio o t.anto peg. ato: e(lll hn pensato, 111e C• spreuo, h11. da1.0 !I metilo di te st.esi,c.,, Non può nellR auR Ani– ma e co.sclenzn,che rnmmnrl– ca"r.slcne altri non ne laccia plò a lungo II proprio prontto. Tutto avviene come ,e !OI• skno 41 1ront.e a tre cui ben d6flnitL O lo acrlttore <e lo intendo che può ben trattari.I d'Wl artllta o d'un llloeofo>.e rtcco. o ha un mestiere; o non ha che la sua penna E-tldcn• temente. è più place,·ole J)f"r l'uomo di lettere di non uer alcuna prtOCCupa&lo ne di or • dine materiale. per pote.ni comacrare interament e allo aia atJ)lra.r1one, per quanto, lo &I ~ 5J>e&90 ouervato. certe preoccupiuJonl pratiche, Juna:1 dal pi&rallu&rt li luoro delln aplrtto. lo stimolano - ma 6&• rebbe meschino di a\lirUl'&te t di mantt:nere dlfflcoltAdi q:.ie• ato genere -: lo &erlttore ;là airtsto ha tutte le posalblllta\di edtncare un'ope.l'fl lnttreunn– te; u non lo Ja atlatto, ha tut• tl I t.ortl e a:uuta dtllbarata• mente I suot plOpretloal colpi di fortuna, quanto Il oolul che ovlta Il !ulldlo dellll vita cor• rcnLe,1cè Il turclmanno di ni– tri, c'è da scommettere che non ~!10°~:at~ 1 : 0 c~~ 0 ~bdrc!c?~ 3~~ 0 t:1~ r!i"an~u~el1~d~~=~o o del mecenate. Al contr&rlo colui che 1I as.slcura 11ra t'~l– stenza onorevole e degn'\ me dlante l 'eserol.zk > di un me,11e• re, qual unque sh, , ~ ,, 11c•ao più trequc.ntt.. puo e t!eve Il.re qualche 004& di valido nel campo dtl pe.ns.tero Ne abbiamo •,·amu e.$erupL li !Atto en corrt :ntt ntl secoll passati, è qua.si una l~ge c.11• tci~ ~t:~ . '~1:~t:~ ~~: tore ali'Agem.la Kana Ptnal. mente oolul che non ha for• tuna pcraonale, eh-e non ,pe. ra nn.1un11. eredità miraoolOi&. ~ e~: i: ~t':, 1 !'o,~~~~,~: que del auot limUl .atto Il pre• tcato, lptS!O lnSAMtVO]e.che non sa fare altro che scrl.,.t'rC e che qualunque altra occ:u, p11.1Jone lo dlatogllerebbe d11.l ir:.~~e tt:~:m~~~ 1 i8 p:i:.n: fon.cmente d'essere quel pa. naslta lnutlle e <tan.n0&0di una toeletl\. tl\Jllo più perloo, lceo In quanto contrlbuiace kl• IRcontusione del valori, lntro• duce del rais! problemi e com• promette generalmente Il buon nome della letteratura Pcrcht, se ,,1 si rUleUc un poco, questo fatn050 secondo mestiere. che C In ultlma ana.– llsl Il cprlmo mcstleru st non la ,prlma preoccupazione. n'"'n offre del vantaggi OONldere\O• :~ e.a:~~ E~~ir::n:ti!~: st.razionJ 'più neee.uarie ad o– gni uomo di pensiero. Un In tellettuale. per quanto &lapre• 80 dalla letteratura. un n:t!– ata tutto prcJO d1e Il& dall• plll&lonedelle forme e del OO• Jorl un mu.slclata. per qUAnto ,1 trovi 11.nnegat.ond ritmi, provano necessariamente 11 bi• ,ogno di aUontanarsl di t•n• to In tanto dall'opera Jntra- presa al 11.ndi lasciarla ripe.• ,are e mat.urare, e per 11,·cn: ~~C~h~\~~~~nJ? grue:r::~~ clOche si e cominc iato e do– ve si va. Sappmmo t.ut.tl che dopo un rln\'lo pi ù o m eno lungo. un abbll-ndono dlfflcllt a determinare, C1e più facUe di riprendere l"opera 1n corto. Il pittore non fa altro qulUldo 11 leva ad CHJruna re Il ,uo quadro ad una certa dls14n.za oome per giudicarne reffet.to. Coa1 questo mestiere. e tcrEe ia occ:aaioneper IOsplrlto di WU1. es perienza feconda e rinnO\'I· ta ae.nu $01it&. IDoltre questo me stiere p rocura au·uomo di lettere del contatti diretti e.o!• la Tlta che è, In fin del conu, l~tto !ltellSO o 11 qgetto 00$lante delle aue r1neu1ont e del 100 cammino 1plrltuale. La celebre cton-e d·u-011011 non e m ceni c&Sibuona che per la vec:chlala.e ancora: non .i può comlnclart la propria \'li a Intellettuale pretendendo lliO• Jaral dal mondo e dagli uomi– ni; più t.ntdl disgustati e a.ret.• tic!, potremo socoombere alla tentazione, per un mo mento &educ.ente, della s olitudi ne ft.sl • ca e morflle, Ma olt.re li fat.to che è se mpre po .satbll et entlr• 111 &010 In me1.ZO al propri fra, Lelll,ncn credo, co me aft'erina Paaenl, che tutta la 51:IRgura dell'uomo venaa dal latt.o che 001,1, sa reua.r solo nella 15ua camera. Per dir ciò, bisogna 11luatamente aver uoa l una:• pratica del mondo e del e.on• tatto cogli uomini Lo 5 0rltto- – re non può tutto trarre da 11( steuo; non &a !are a meno de. A:llaltri. e se giura di al. di• mostra 11auo Of'fOS'l\o la .-ua clvetttria. Ecco quindi che un autore. 5t è medtoc,, come Il mio amloo Oeorges Duhame:L .se Cuomo di leage come Mon– tcaquleu. se e prorCYOre uni· ver-!itarlo com.e Fora tu. ,:e è b1btlotecari0 oomt Lecomte cle Llllc. i:.e è diplomatico. come 11 Petrarca, molt..tpltcaI contatti col auo .sccolO.annoda m.!lle rtlaz!Onl col oontempol'Ancl. at.ablllioe fruttuosi rapporti tra lUl atu.,o e 11mondo. donde un ;uadasno evidente per li IUOaplrlt.o. un ammll'e\"Olenr– rlcchlmtnto per Il cuore e la anima. Naturalmente il bene• 1\010non è da un solo l'tto. In realt.A vi è uno scambio; lo scrittore dà alla socleLà tanto quanto questa di allo ,critto• re. LI\ pubblicazione non <' Il mezzo a dlaposlzione d'un uo• mo per atu:tarc I suol•slmlll. t l'ori5:inalltà d'un pensiero, lfl personalltA d'un carattere Poi· aono tradw,sl benLs.stmonella allone. che eua &la pollt !ca, sociale. econcmh:a. morale o perfino Een\lmcntale. In !CD· do, quando !I ha In .sèun mes• uato da l1mclare al mendo !~ri~uaal~ J 1 rl\.r:t:r~C: 1 1"c::: ae non c'è un &010modo di procedere Noi atamo multi. pii: talu no che pemava .ti non poter.si e'.prlmere. che i;;ruie alla po esia al most:-s ecccllen• te Rtnminlstratore; llll 1•llro che SIda,·a tutto a maneu1a! Il bisturl acopre che sa amml. revolment.e ii;en1nl della p("n• na. Il vantanto !ondamc.."lta• le del «secondo mutit'ru. e che procura allo scrit tore una libertA aaaoluta. c.he è. !::i dc• Gabrlda l\1l~tral e Julei, Roma ns Unlth·a. la p,u a:rande condi• rlone per non 5:uaatare I s;10- p:I doni e non 1eho;,arele pro– prie capaciti J I runp1 0\ero cne a& r1'·01&c In gene.re al u.econco mf'itle· re a, e che In certi C3~ rl6C'hl& di d11t.osllerkJscrmore e lr.r– tl5ta dalla aua m~ne ,era e santa Ciò non m1aemb:-.1 e• \'ideate. Non v1e ~mplo, che conosca, di Wl uomo che •· ,•rebbe avut.0 la paulone o la follift d1 acrh·ere e che non ftbbHI.potuto toa\O o ~ardt, In una maniera o 1n un'allra .od· 0Ls1arequesta \'Olj:lla e compie– re li auo duuno letterario. Non ml rlsuh111 uavvero che Il esecondo meetlere i. ala mal stAto c,i,u~a 01 1mpe<11mento per w10 scrlttotCI Clidire do che &\ eva da dire, che 11.bbla una tola volta oataoolato l'c!• fwtone 1pontflnea di un lnae• IJllO. contrariato li libero aJuo. co del sento, ritardato, f1en•• to. rallent ato o arre&tato una qual.sia.si produzione lntellet,. tua\e, , SI potrà. cenatneOle. blu!• mare un profCBIOte di adotta• re net suol ac:rlttt non unher• sltart o non ac:olast!cl, un to• no didattico e se:nteauiolo, lo al uo,·eri ton.e un po· rtoem•· Uco, 5tOCO. pedamr. o troppo PWltllliOlo. o al ' ntrano CD• latioo e OJ&tOrlo.31 lltUdlche• N\. cvldenlementc. che un (ior• nallata, le compor t un roman– r.o. vi mette un,, ,retla eocea– alva, o ab"la ~on lenettU.a capitoli e com.. hWone. o an– oora fa un uso I mmodes todel• lo 11Ule rapido e ntut.ro che (' apeS50 quelkJ d el roma nzi-ere d'appenalce rreu.oloeoo del rc- ~~w!j' m'!~~ti ~àodi e ~~:1~ probabilmente. c.he Il medico apporta a11·a oall1Iro m11D~eaca una mlnllfJ.n lUtlll aclentlllcu e che li mriglstrlH.o111,un de• bolc per Il 1omanzo Pollzlesoo; al dlrl anMe che lt clneaat• non redige che deJh soennrl., 1· Mare Connelly sJ confessa a Torre• Bodd IL TEATRO E LA SOCIETA' Guardare il mondo come dal ~ielo ~\l~to,.:~~i~c'::~ ~1::~ d~~ ,i I Il tlllf) f'fl,1. 1 1\ El.,I. Jr cura. Allora et 11 acooraereb• Per tnte.ndere la -pos1rJone del t.eatro net mondo ~j i! 1 :..,.!~.C:::-O:!i:t~~~•~_;: d'osai, bi.segna conoscere qualcosa dtl suo paMato. ccch, gk>maJ1.11licl• prtzlOIO c P.!r clrcll 2.500 anni la sua rela:.lone con la M>Clf'lA rl:erca..u, u medLo 11:entrl:ot è ttata controvena. Fin d:>.llasua lnram:.n un·autor1tà poco Incline al pari.tcolart, 11 usurpatrlc! ne ha paventata la parola ed ha ttnt,,,to 111uolce bucolico c arocntt.~ J-:. di taRllarzlt ta Ungua o d1 bruciarlo aul roao. Anche 11 500pnrebbe co.l un al\.ro quando non era minacciato ·dalla blaoi.tcrta e dal• vamagrto del ucoondo me.tic• ropprt-55lom pollt!ca. KSO ha visto I 1uol m11Uori :i·,: 1~:~a 1f~~m~ llffllci lamentarsi della sua crescente decadenu e te• slderevolt potere d'evu!onc merne la vicina tstlnzJone. Secolo doPO &eQOlo. Il tea• LUo autorun, Wattl. l'ob• tro 11 t trovato costantimente di fronte ad una lm01l• b.ett1vui, da un lato. ma ,:ial• nente dd\n11.iva condan!lll. l"altro. molte ~ndenie serre• Ma l'arte teatrale, la t~1endaria tn,·allda, ha te e como~e un buon nume• umpre trovato modo di risorgere fresca dal ,uo letto ro di • lk:enu • che dlYena· di malata, o di sa!t-'\T fuori più b~lla che mal dalla :::.e~ st H"bbero Ione ~~n~'!'b:I ~~nl~:~r l~~si1el d~a= !~~t:~; !~ re ~~1 t!n~v~~tf'J-;!:: aff,.selnare, mentre l'Umanità In Rt'nere si compl~e ato cte00ndo mestiere•. Cc'lme talmente della sua prestnza ohe non ~I preoccupi tutto ciò che è umano, dun, ntmmeno di chiedersi come mal essa abbl11. tanta que Imperfetto, prucnt.a at attrazione e come m:i! :tbb!a potuto sopravvivere tempo stt&IOdelle vtrtl:1e dei La maulor parte dell'umClnltà, come ha accctt..11.0 vizi, della quallt.Ae del dlttttl. U mito della eAraba Fenice, senza domandar,! In :r!n~rn~::laril ~~8'~~ ~~"rt Che cosa consl.!ta Il pot.erc di rcslat.'cnr.a al fuoco del• achlav1t talvolta di dlat.oJllere l'uccello favoloso, cosi el è contentatn di JOdcre dolio lo scrittore O l'arUat.a , e ciò splendido plumaar ;lo e del dono di volnre ohe aono per uo periodo plu o me.no P1'0Prl del lca-t.ro , lungo della aua eataten u, dal- Osservi amo or .1 alcune dolio ~ullarltl dcll'ln- 1111ua vera ra11tcn d'tSltte. fluenza che esso esercita su di noi, Come fatto eultu• ~! 1 !>e~~~P!~ 1 :tt~M>ft'1 ~~: !:~R: 1 r1~:;~1~~~~:r:e·C:~! ;:~ v~"oaS.U~1c~~~~~1~~ ta~lt;t,d~ta~~it1~:n::r 11 teatro !Meina impercettibilmente, Vlrtualment,e, !.n 1ecltato da una tunlione pub- tutt.e le sue tonne, esso dà all'uomo uno 1tru:ntnto bllca. uno scultore, tirannica- ~n Il quale misurare oon esa\.tnu 11proprio sv!luppo mente rlchleato da responaabl• 11p1rltuale e lo Invita a cercare la verità In condi• Uti amministrative d'oen,I at• zlonl favorevoli, Esso non si limito a rlspecch!arr la nere. un pensatore. lnterameu• real~ ma riflette I pos.slblUcambiamenti che potran• te dedito ad un tranaente po. no verlnrarsl domani nelle tonne di moralità e u-·1 ~ 00 ·C:F::: !~~?à~a~!~r:i conceu1 etJcl. Schlller, Il classico drammatur10 W'dt• concedere u mql!o dl qUQtl 100, chiama. Il teatro una • btl tuilonc morale•· Ma monumenti d·et.ernità che 110-- JU•I • quel leatro che cerca.s.st di costltulnl ad lstl- ro c en·elll tdUlcano nel l.llen- tuto moral!zzantt.. n t. eAtro puro , amorale nel $en•o t.io dello studio o che e01trul- che non dice mal all"Uotno quel che deve pensare, ma ::.:~ a lod~li:~~:.tlla pl\ce lo 1plnae a determinare .d~ ~ le proprie convlnztont. A ciò a.I puo ri,pondere con Come si mand'est.a Il divino nel pubbUoo? Attra- mollepllcl a11oment1. E an,J. verso Il sacro Interesse che Il pub~lloo ha net ()(In• tutto. rlpett.ndo clo che C llR• fronti della verità e della pro0rl& capacità a rlcono- :af~~u~ù lm~~Ti-eN~ 1\e~ 1cerla. L'appross.marsl alla verità che si verlnca nel ,cnttore. un autentloo artlata teatro non C dl.!'Slmlleallo st:aro fenomeno nelle altre di dire ciò che aveva da dire. forme d'art.e. Sappiamo che el!sa è viclnn QUAndocl Ji potrebbe In serulto far In- ncoor;tamo che auments. Il ritmo del n011troprocrd~rc ten•enlre la dualità dell'uo- verso II rapimento conttmplatlvo In IICl\ltlo al dlml- ~l~~~l~~ e :!\~ 1 !~! b~~ nulre della pre$Slone che esercita 1u di noi e delle sua musa, dedlc11.ral I qualche Interruzioni che et c::iuaa l'Istanza mera.munte Jnttl• Altri\ ocoupnzlone. LA neceul• let.tunllstlca. Quando la verità si manifesta nell'arte, ~3,~lcco!'c.~:.: ~~~~!~ r,~~"~~ ~~P~~~::~~~ l~ ~~~n~C::1n 11 ~~J!~~:.~ f1"i:~z!~~l~n: uomo dl lct.tere di p!esu11 In movimento, Il respiro più lc;u;cro, divcn;ono elemtntl quanto uomo al rigori di qur, sempre più inevltab,11. Quando tacciamo part..e di un Jta necc.ultl. senza perciò sot. pubblico la nostrà capacità di lntendcre t lmmenia• focare In •è la parte di Olo. m~nt.e più ,g:rande rtspetto a quella che rappre!òenta ~~~;~ 1 ~~~ g::!\.eun~ U nostro APPOrto lndlvldua1c. Not allora, Lmmoblll tlquattro 01c su \•ent.quattro spettatori, condlvldlamo '!Saltat.l la scopert-a della ve- a comporre ~re per Il tea~ro rltà compiuta da! dr&:nma. Slamo allora dlvlol\.à. di Un logico. foue anche U nJo. prima grandezza olimpicamente tmpeJnat.e nel oon- ~cJ~ p~a ·~1~!:1ti ::.~~: ~ur::~:r~:e=a !~~t~~:e~~~~r1é C" i:.ri1z~~~- :! ; f~i'ii~~l~èt~~uacovft!c:l~a~~:I all'allontanamento dalla virtù. Questo MCneredi COH lodolofla e al ra;tonameulo Può allora tssere lasciato a divinità di minore lm~r- Un rltralll.sta P0IA tah·olta la tanza, a divinità pumt.ive co1ne Vulcano e Thor I cui sua tavolua:a e Il suo penne!• soli araom1mtl erano I fulmini. Pur nel nos\.ro modo lo. l\'ol tuclamo molto 'Pb-!O mlcro•coploo. nol vf'dlamo sul paleoacenlco tutto, E' ~~ ~~aèl a:!1t4:-tn~ela tdec~ come la roccia di rug1ada di Dun.sany che rUlctte t,utta ciò che conduct.. In modo del la volta del cielo tutto naturale. a oonsldcrn.rc Certo e raro che tale lncanto continui per l'Intera un altro problema. più 1erlo. ~~:i'r~ .df~r~~;:1a~os~o n:~:Uec 0 Jf:i~: ~~:t 1:~rl~ ~a~~-c~h!a :~~:::o edr1i~t~~~ av\'elenato s: vien meno o al guasta 11!lUtrlmento Che tscrcltl un meftlere, noi l'ab. cl proviene dal J'alooscenlco. Una cat.\.1va recitazione biamo ,,1sto,non C un male. al od una cattiva regia. un lngorao di lntellrttuall1mo c.on1rarlo, ma che questo me- od una dlscont.!nun abilità drammatica possono l'Ua- stlerr rnar.orb11co mpleLa inen• stare II pubblico e, se non ,,1 si pone riparo, farrinno te. tcco cloche un m11.le che sl che e:;30si dislntcRrl avvelenato e torni a risolver.si blrogna acongluru re. nel suoi com1>0nentl chimici orlglna!i: tu e d lo e ili I . La di!flclle queatlone della altri ohe sono con noi. Mn 3e Il nosu-o rap\menlO ecclt11.C COIII l)()Ata Il glurtlz.o divino seRue Il suo corto rca:olare e completo, noi è problemll delicato e SOR~Cl• r!tornlamo sulla tt.rra solo nel ;!usto modo. con Il u,,o. Non vi ~ criterio qui. e .cftlarc del sipario. Thorton Wllder nel Po11te dt Sa11 ciò che è buono per II tale che /.1rn Rev Interrompe la discussione trn l'attrice, Il\ Pc- e Rulorc n9n rie.acedel tutto r.cholc. e l'Jmpresarlo, per tare qu~sta o.s!ervnzlone a tale allro che C mu,lclstR partnL1.ica: e Veniamo da un mondo dovr abb!anto VI 11000 sicuramente delle pro. conosciuto Incredibili allcu.e. Rlcordla.,-io oscmnment.e teuonl fa,orC\·oll alla pwau. btllezz..eeh! non abbiamo più potuto afferrare. Rltor• I t.lonc lettera ria e del oompltl nlamo Indietro a quel mondo•· che le M)nOntlRSlL 'MAltC CONNELL\' TAiii\ HUSSEIS '-------------------...J

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