Fiera Letteraria - Anno VII - n. 5 - 3 febbraio 1952

Domenica 3 fcbbr. I952 sart. In funzione di un possi– bile risultato che dnwcro J)Ol!· .sa. lndlcl\l'e una vin, pcrchè cl sembra che nppunto gli uo– mini, le cose. t.ulto U nostro Paese 00 Il suo popolo, e la no– stra intera cultura attendano :fs~~t 1 !t.d•u~u~~ll~~ci.\~~ certczi.:t, Ma, a t-f'Stlmonlllre questa eslgen7.A,e quali ostaco– li, QUI\]( lm1>08slbllltà IR <Xta– co,lno, le si d'rnppongono, e~a– nun!amo un alLro rnm, per ~:tlti~~f:!.o~_vvero esemplari. e La. terra trema> cl può la– !clare In un pnmo momento lnterdcttl: dovremmo esserne !iodd!sfnttl, appieno, ed lnve– ~ cl ,~ntll'lmo reticenti: po1 pian plano Intravediamo ed Infine ne riconosciamo Il fon– damentale cqulllbr!o. n mm è t,atto dn , I Malavoglia.> di Verlfa. cd In un certo senso a quel rom:mzo aderisce: Infine. a.lla dUJtan1.a dl settanti anni quell'atmoslera greve, doloro: sa. l'tlMt'glllltlL, statlc:i. SI Im– pone sia nelle pagine del libro che nelle fotog:rnflc del fllm. E proprio sent.111.mocome 11 suo carnuere fondl\mentale sin questo nbb.'\ndono, quet5to a.,– sumere li\ miseria come uno stato ptn;lno di grl\zla, In cui E?i!1 ~o p~ùè n~~!~ ~t;!s't ste.re e si abb.'\ndona, non odia. ma u nde ad una. sort:'I di :m– nlchillmento. E si st:Wll!sce per ciò un·,urnostcra un po' morbofia. persino animalesca, con degll anlmnll persino cer– t& gioia lmprovvlsn e senta memoria. Shuno ancoro. t1l– l'eplsodlo. scn:r.a In carntterl:r.– ~z!one e l'a'ltcma violem.a del boz:ziettlo, anzt con uno stu– dio di ammorbidimento. di dl– sfaclment.o, a 15t.abllirc un'at– tno3fera. nella quale appunto la. volontà uman11, la v:lcend:t, osnI protagonista perdono eon– si&tf'nza, soffocano. Ed ecco di contro tutta una \'olontà di riscatto, una conclu– sione lmPoSta ed estranea al romanzo, a rivendicare una J)()Mlblle, ventura salvezr.a. D'Un tntto Il regista rinnega se stesso, si scrolla di dosso qu~la greve sonnolenza, quella cfeca animalità e si dichiara, esige, si ribella. Ma proprio questa concll.1$lone che al tllm dovrebbe dare li tono, esporne l'esigenza, appare In cont,raslo con uso. aggiunta. commoven– te, ma pr~lcatorla. come 11 fcn-z.arela più Intima C Rpac ltà, U ,·ero cost.ume del rei;:il.ta, ed :r~~~uqt;~!ri :~ ~~~e c ~Z uno 11eauo. un momento, e quindi un episodio, os~rcmo iii~ gnl!lcato di un'lmpotcnu. persino lnvolontarlnmente a oonfermarla, a 30ttollnearln.. XI Dunque rlsl11mo infine. ove non cl ,1 accon~ntl di un'ln– dagine. di un'l\.C~ttazlone su– perficiale. ma si voglia mette– re in luce. af!ennare I più for– ti. decisivi e ddlnltlv1 motivi del nostri film. In quell'atmo– sfera dell'anteguerra risiamo a conclu.slon1di abbandono, di ra.ssegmtzlone, di patetismo, di crepu~lnrlsno: oppure di un forzam~to episodico. di ~~:,m!fla=~~I/'~~ ~!n~:c1~~1c~à t~~rt~e::!': menti. tali risultati sono Infi– ne accettati dal registi, ma co– me a mollncuore. come se C!ìSI non potessero e61blrscne. ccsne una condanno lnevlt.nblle: pur contro la loro 1>lùvlvn. esigen– za. E l'eslgenta, ove si affermi espllcltamcnte, ove risulti, ~ appunto perlopiù esterna. pre– d!cato:ia, come una voce grl– data. pcrchè non può davvero convlncere, perché non ha 1n .sè la oonvlnzlone. La. salvt?%a, In felicità sono nel particolari, In ciò che osce dalla volontt\ 006truttrlce e di– rettrice del regl5ta. o degli &utorl del copione; negli ester– ni, nei personaggi che n on so– no attori o che non si att.eg• stano ad attori, ancora tan– to legati ad una loro persontt– llt.& umana. nd un loro :lffl• blente, da amarlo e sotfrlrlo. Devo r1ptt.c-rcche Il valore del !Um Italiano del dopoguerra sta a.ppunto nell'nderlre ad un ambiente. Rd un fatto, 8d un popolo lt&JlanJ, nl di fuori di 0(01 ,•elleltà o volontà di con· ch.Wone, di morale, di Prc61l d.1 poslz.lone; a ciò o mnnca. la posglbutt.. del regista. o, 11 che slgnlflca In. stessa C061l, un & l.JO Incontro con una vo– lontà dell'n.mblente, mancano mromma Je condl~onl ft.m• blentall. E questa affermazione può euere confermat,a da tutt.a la n0&tra produzione del d,opo- 111erra: nel film di Ca.stclln– nt, la f!Ua felicità dJ ossen•a· ~ne e di irlvcnzJone si avvi– lisce infine nel ~nUmentall– lilDO,C06l nel rlnale di e Sot· to il sole di Roma > cd ancor più ln eMio ptldre proCC6.SO· re>; ZILmpn, esubcrtlnte e vivo In movimenti di adesione ad un plcoolo mondo popola· re.sco, 60SC.enuto pcnloplù dn un SU6to da un amore del racconto, è lncopace di ap– profondirlo, resta, pur nel se.n!C migliore e meno st.uc· chevole. nel bou.cttlsmo: cd a.nche ln lui, ove si cerchi un ton o umano che riassuma U 6l& niflca.to del mm. rltrovla• mo 1 1sentlmcntnllsmo. una vo– lontà. acx:omod11nt.c-e rnsse· gnata: COMIn e Vivere ln pa· ce e 00,'jl In e Anni dlfflclll >. Predicatorio rtnifce con l'es· iere Germi In eIn nome del· a leggt:>, mentre De Santls che più d'otml altro ha un entu.slumo di composizione. una. volontà abbandonata e prepotente di raccontare. n– nL,ce ln una retorica per vo· ler forzare l fatt!, per evlt..'\rc U bou.et.tl.anlo e la rnsscgna.– zfone sembra q\.lM.I.c06Lrctt.o a deformarli In un·accentua– z.1one che non arrl,•a ad es– iere ven,mente epica perché ~F~at.o ~v~~~· c~:nl ~~~~ tl 1uss1 penetri, che da essi risulti Inevitabilmente. E co– si pure. con mngQ:lore paca– tezza in Ln.ttundn, che se trova un equtnbrlo ncll'C6ta– t!ca e quul crudele concita– zione di cSenza pietà >, porc può es.,ere predicatorio e forzato, come In e 11 bandi· to >, o In • Il mulino del Po >. Freddezw. ablle o patcU· amo: tra qu05Ll due limiti dobbiamo p orre da un lnto cOermanla, n.no :r.cro> e dnl· l'altro, • Bclu.,clà • e e Molti 60g?li per fe .&trade> di Cn· merlnl, tra gll esempi più U· lwtrl. Per un , 1 et110 dunque una sorta di tlmklezza l'in– capacità. di concludere, di af· fermare, di dare una forma alla propria opera, clò st r1· t.eontra anche nel bTeve e A· more> di Ros.sellinl. e per l'a1- tro l'aoe:ett.u1one della mora– le, delle conchulon1 consuete c-he appunto non aono una mon.Ie, ed una. oonclus!Ol'le, ma che l\d a-56esoprM.S!edo· no, vi t1nunc11u10. Xli LA FIERA LETTERARIA ERNSTTHEODOR AMADEUS HOFFMANN E LA RECENTECRITICA * Ju.lla sfu99i al poeto GA.JLJLER.JCA. DEGJLJC EDJCTO.R:t: * Neri Pozza e il nuovolto diGadda * "Il sedano, b!'-ttoto in pentola, v'incontrò la culatta del bue. Ne venne un brodo: ch'ebbe •ucchi e pepsine dalla culatta del bue, e il gwto e il profumo del ,edano. Quruta favola. ne ammonisce, o uomini battiferro, a non dileggi.are gli •crittori., (Contt11ua. in 7. pagin,a.J Biblioteca G1no Bia t Pag. !I SUGGES'flO sul Parini ,,.. di FERRUCCIO ULIVI L ARGA, In qut~tf rectntt annt, la b:b!fogro.fto. crl– t:ca pariniano.; e 1pltndi– do, ttro.maiU, Il contrtb:lto c~ ora v1 o."tca, Wrt"ttomen– te e ,n modo 111,firetto, Il vo– lume e 48,, ,., che esce tra I :;1::::~ i/l 1 ~~~~~~0.~llf:/t':; ~•le e le pro,e del Parini, con ,ma o.ppend ce di satinei e cudascahel del 1dltccnto, a cura dl Lanfranco CareW. Sul laDOro dt Care W, tanto egit t ftrn1.s..m.o, per, pico.ce Jtlologo t sen~1ible cr:t1co. non ut t po,Ulla da /are; ,e non for,e da completare idealmente ll vollmit ricc1ardiano col ,ub- 1tra«> cif rftuchi ch.'egU ha e1pcrlto, e rammentiamo tr4 rauro una noto al usto dtl Giorno (SUl Bullett.no della Cru.M:a) dov'tro. ltmp·ctamen* te cond.e1t1clo Il prob:ema principe della lettura dtl poe– metto <la steJ1a nota e qui rlftUa In fondo al volume). ,..u il Bellorlnf, per primo, eh.e tenlò di r:aoluere quel prt>* blcma crt.:camenU, e nm.iM In dl1cuaslone l'opcro. dd pre.– eecf. cnt1 CfUtOr l, per ,ostentTe. che oecorru.se n/ar,1. quanto al Matt:.no e al Meu.oc+.orno, al ma.nt.tCT.ittl po.stertori alle. ,tampo del 1763 e del 1765. e cioè l'autografo Ambro,•.in.o. Alle concluatoni del Btflorin.l, 1cguUe da un'ed1z:one dd Clomo con/orme ad cue, al– tri li opposero (VG.!magg!, /tfaz%Qnl), rittntndo non. pn1- dente di 0.1."Centurar,i ndt.c rfoo,truzkme di UII te.sto ICZUC dubbio .succe.u,oo, 1114 per Cli! i mano.scritti non 1embraMno garantire una linea dl .svilup– po pcr.tUa.fivo e coerente, ~ punti /ermi abbaatan.:a evi– denti. I( BeUorlnl 1tu,o ap– portò mod(flcoaloni alla. lf* 11ta tenuta in un'edwone 1uc– ceuit10. Ma· rn 09nuna dtJle atampe aor:t,mfe, con gli un.i o gli altri erittrt, rlmantoa queato da riler;are (com'ha ben aouertito Il Carettl): eh.e cl .si adattava ad una éonta– mlnaztone di parti rel ativa– mente deftnite, quali le pr.me due nel teato pr,mtUoo d elle 1tampe, allOrcht Il Parini non J)C11.MlCO ancora al GK>rno co– munemente inteao, ma a tre dl,tintt poemtttt (.:' llatt.1.no. Giomo e Sera, e qu.eat'uitlmo ancora in gran parte da scri– vere), le prtme due - tn di– ceva - ove al cong1unge.uero g!c et s1mpllclter al 1tvu1to dell'opera con te ne partf mano.scritte; oppure ,t rischia– va d.i contaminare 11 teato del· l'Opera panniana all'mterno di ciaaeuna ,ua partt. Che cosa ci Induce a con.ri– cferare tutto el6, dal pitnto d I 11/1ta critfco ed eatetlco ( e 1i mettano pure In dt.sparte l'e– Iabora.Uone /llOlOfllca delle Odi. cluaramcntc dejln1ta com•è noto, dal Ch.ar., le altre RJ– me e le PotSl.e var~)? Non. altro ,e non l'e.sfgt'n.:a di ri– prendere rl dtaeorso 1u110. poe,114 del Pormi In qu~l modo com– pleto e comple.,,o che ci t fr,.– vorl!o, appunto, dall'esame dI reda.z,ont cosi varie e labo– rlo,c; 1r11luppando, appro/on• dEndo df volta in volta in ~on– crcto le interpretatloni pari– niane che et aono ,tate fornJ.te in qut.sti ultuni anni da cntici Che coso dire, per a.sempfo. dl fronJ.e a u1l'1mpo.1tazlone amp;amente nuora del prtr blemo. critico parln.tano come quella tracciata dal B!nnf (do· µo Il capitolo nel Preroman– t.cismo ltnllanol 1n un 1agg.o reccnU: e La JJ()CflO del Pa– rini e il neodau.c:.-mo •'! e, aartbbe da dire che certé 111-– d:ea.:tonl rtntnlCC1ab•U nel· l'autore degli scr{tti 1ulla ltrt• gua e 1ulla poesia (ptr t.1em* pio, nel Prlnclp: delle belle Jcltere). aiano da rtcu.pcrare poi decisamente ne/l'anallli del poeta ma o:a /1110al nta1l0· scntlo Ambro.11ano; Il do. 1n· tendere l'elaborailone ch.t ac– cadde rn una poetica appar1a gid troppo rigida e j!uo., e hl· tc,o. a ch;artre una vera e propria esigenza neocl<Uai'– ca: No,i at deue dimen– ticare che Il Para1i con4en.s6 la cultura arcadica. tradil:io– nale ancht dal punto d-t vi1ta dello. torm.'\ ment.l.i dell'uomo di lettere, t aeppe vlttre frut– tuosamente .n un centro artl- 1tloo·letterano come lo. Aflla- 110 dell'Appiani o del Pitrma· rlnl. Snodare, dunque an:ichè fermare, rendere p11l agile e palpfta11te la per.ronalitd. del 110Jtrogrande 1nnov11tore mo• raie; ceco uno Jra l comPltl df una critica che dourd. r.farfl proprio, e 14gacemcnte, allo. /orma:Ione dei tcatl ntl tem– po, si da cogliere In e.,,f non soltanto lt mere modlj!cazitml di forma - che del rt.1to non sarebbero neppure troppo <:on– /ormi a una me11taUtd d'artf– sla che /u fnte..so soprattutto, a problemi ultra Jormall - ma Il vivo elaborar,f della 1trut– turo. spirituale. E non abbfam, /atto cenno che d"uno del oopl che lo atu· d.o diretto dC! t~t1, vf.sti ntlla. prOtpeWvo. cronolOl}fea e nel• la tcmJJCrie personate del poe– ta, potrebbe indlcart. Punto d'incoritro di vlvl&rl· me ruggeatio11J culturali, 41 rimandi ollrc-modo fruttuosi di a1pt'ltatlve non poco lungf– mfrantl: poet!ca v·t'a, mobile, come dimortrano concorde– mente l'analisi filologica CUI testi (ala pure f, 1 gran p arte da /are) e i pill deef.tf tent4· t.vl d'lnttrprcta:=lone ea ttt1ca: ec co qua11to·t da d 1 re a tutto Ofllll dell'opera pariniana. Non µotl'vo. e"trcl dat'vt'ro uno. mlgL;ore, una p:U btlla uet."O· sione per rammentarsi d1 c~O • (da parte di chi non httenda. di leggere supfnamentt'} c ome I! volume ricclardlano d.cl M– stro Carttt. FERRUCCIO CL1Vl

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