Fiera Letteraria - Anno VI - n. 28 - 15 luglio 1951

Domenica 15 Luglio 1951 Poesie di RAf fAELE CARRI E I * La trombetta del mercato Alltgra è la trombe/la del ,ucrciaio Cltc ridente saUrfla alla piaNura Come t ala del /agitino LA FIERA LETTERARIA PROFILO DI UNO SCAPIGLIATO * RAFFAELE CARRIERI D JCO subito cfl'lo non ho Il\ prelesa di 3(:0- prlre un 11uovo Ca1·– rlcrl, un Can·terl Ine– dito, anche se In critlcll de– ve essere per sè un Mto d"n– more 1llumlnnntc e altresl una opemnte comunione con coloro che 1>0rtnno. quah e compagnJ di strada, " mcrcè lo operll e la vita, un vRlld o contributo a una no– st.ra confortante civiltà let– terar ia. Brucia in questo scrittore meridionale l'incenso degli ulivi, si spalancano le terre sue e i suoi paesi d'argilla fiotta e ruscella I' aqua nympha/is specchiante il folto naln; di queata malattia soffre Carrlerl. Febbricitanti entrambi, e b lsognoel dunque di frequenti contai.ti con Ja frescurn. Cercavn Apolllnalre la frafc11eur nelle curiosità del paMato e del· prcsMte. Cer– ca perpelmtlmcnt.,e. anche Carrlerl la rrcschcu.a nella curiosità. del pll.5Sato e doJ cobalto del cielo, e odorosa di limoni ~ sempre pili restituendo mo– dernarncnte un ciclo and– chls.slmo e uno schietto umo– re di terra indigena. Cioè un denso richiamo quasi os– sosslonante a un mondo sen– sibile, li quale non si rlvela soltanto come la favola su– prema della vita del poeta, ma è di que.'ita ,•Ha mede.si• ma Il s.'\pore quasi mltlco. In resta del sangue, IJ pue-– saggto rtnulto di\ un tempo ~ 0 a~t~1u:oin~s~::r~! ~~= gli archetipi traJjassano a una e.'llstcnUI.fet.l\le. presente,_ nnchè un giorno aprl un t~clo e la luce gli a.pparve. Era la luce della poesia. La c. sua• luce. Io non pratico l'eaegosl lettera.- del gabelliere vale per quan- ria: dirò 50Jtanto che la to è In esso di nuovo e ge- poesia di RMfaele Can'lerl è nulno "'· uno del cui più singolar! e Anche per Budtgna, Il puri nella presente stagione quulo tra I altro insLSte a di- poetica d1t.a.lla "· stlngucre tra storia e lette• ratura, tra Il mondo morale QUESTO tntrolbo (C:1e dello scrittore e Il modo di può sembrare ecceulvo scrlttura, l'opera. di Carrler1 e non ~) mira g,opra < è troppo apert.a alle 1nnnt- tutto a liberare li mio di– te e segrete suggestioni di scon;o dagU equivoci di una tutta la poesia contempora- facile e corrente lettura: e nca, Ce clta 1 soliti quattro a situare Inoltre la poesia dl nomi), Ma se noi puntiamo Carrif'rl In una validità di– lo sguardo al fondo d{ que- versa da quella solita. stl rartront.l, nel desiderio Anzitutto, lo penso che ~e1~:1~~ep1io ~f1~\:~tà(Ef~~ ~~=~o :=a u:-"~~lcofa~ Pag. S Q1,ando vola per t1111orc. Col/.'aspro trillo alle do11nc Oleo anche che scoprire un nuov,o Carrlerl non è posslbJle per la stmpllec ra– gione ehe Carrlerl, dal pri– mo libro all'ultuno, è stato s«npre redele a se st~. senza SCATLI e senza fughe nell'ignoto: un uomo che :11l fatto centro nellR sull natu– ra sin dal primo colpo, mi– surando .il bat.tlto della sua poesia al bat.tlto del sangue. E allora nuovo. torse. per– chè, se coso Intelligenti e persino scaltrissime sono l!ltate scrllte su di lui, mol– to si è Insistito su una sola misura: quelln della e moder– nità poetica, (a questo pun– to, da buon cristiano, por– to perdono a quelli che, o troppo miopi o t.roppo sordi, hanno saputo vedere In Car– rlerl solt.anto una preet.lglo– sa e alluclnant.e abilità da giocoliere). Se .si vuole, questa. pre– messa tende a un traguardo Insolito: a una collocazione dorica di Cllrrlerl dlverSA da quella usRta e abusata. Credo di si. .A ogni modo, Il mio ott.lmlsmo. e la ma– niera che ho di guardRre al– le cose dell"arte, lo cercherò di glust 1ncar ll il ph) possibi– le, tutt' alt.ro che rM.Sesnato di fro nte agll ostacoli c:1e la poesia di Carrlcri presen– ta. Una poesia, senza dubbio, Irta e spigolosa. di problemi, non tanto nella voce e nel– l'lmlma chlnrWlme. quanto por le SUHCStionl che pro– voca e per I trabocchetU che predispone a chi si sofferma pigramente al prlmo uscio della e contemporaneità , for– male. o, penlo. a quello che Impone di e capire• la poe– sia attraverso lo scolto della memorla. bile: e c;1e Carrierl sia uomo di modernn e raffin:\t:..s..slma cultura. (di una cultura, di– ciamo. d la page, oV\crossla, se riferita al nostri giorni, < di stret.ta o~..erv:in7.a ,I : so– no c ose :sulle quali è rupcr– f1uo Insistere. Le varie m1t non dlssoclaW: attività splrl– tuaU di Carrieri - di criti– co d'arte, di sagglst...'\ e di poeta - sono dif!attl sem– pre rh-erbemte, non solo dal lume di una prepotente e autent.lca. personalità. ma pure da quello di una mo– dernità che non decadendo. nlmeno In lui, In avventura o In moda, si rivela peren– torlnmente Tlscnttata da una forza naturale dl fnntasl11 crevtrlcc. E nllora è vnno, almo no a parer mio, e so– pra tut.to erroneo, cltnre no– ml e p arentele. che non di– cono quale sia la verità. mu pouono t.utt·n1 più collocare I nomi quindi. che sono st...'ltl ratti a proposito <e a spropo.,lto1 delln J)OC$i&di Cnrrlcrl Cdl solito sono qunt– tro come l qun.ttro cavalie– ri dell'ApocnllltSe: Apollinare, Ungnrettl, Lorca cd Elunrd\, e che di rlmbal1.o sono pns– satl da critico a critico qua– si che fosse necessario an– cornrsl a quel precisi Mcor– d[ di leUure. per port.are lu– ce a un e tono di voce, poe– tica eh.e In Carrlerl è pur suo. questi nomi, dico, pos– sono valere come rif erimen– ti estrinseci. ut.111.se si cre– de, a Indicare il p aesaggio del tempo cc;1e è quello del– le cool dette • avanguardie europee ,>, ma Inutili se que– sto paesaggio vuol es.s&re anche Il paesaggl0 dell'ani– ma. (E a!IOTa ha ragione l'amico Flora allorchè scrh•e ne111\ prefazione al Lamento d,tl gabelliere - edltJone Mondadorl. 1946 -: e ••• In– dicare queste arnnltà è sol– tanto un modo di rileva~ Il RUSla europeo In cul la tendenza di Carrlerl spon– taneam&nte si Iscrive: e re– sta Inteso che U Lamento ard. Ungaretti) si rilevano re e purtflcata rantaslll: I avventati. Quale Eluard? suol motivi, li suo reaplro, Certamente non quello del li suo paesaggio umano e Potme1 polltique,, dove si terrestre. Penso a.nche che tènt.a, se crediamo ad Ara- essa. sapendo di Ineluttabile gon. di raggiungere e la vé- destino e scaturendo dal co– rlté pratlque ,, li supcramen- tldlano e dal ra.mUlare, è to cioè della contraddizione ratta tutta di pena. s'lnccn-1.---------------------, Promette spole il mrr-cinio. A chi dt·vo dorc il p1111giglionel A chi d~.Jo dare la rete di rrfc Per cl1iudrrc dc11tro il batlicuoref Sotto il tuo logoro man telio Sotl(J il tuo logoro montello Ogni giorno Los=oro risorge E il poco pane di Giobbe Alla marra drl pwrro ritorna Come la rl1iara colomba Clic {li aria prima che gran.o. Sotto il tuo logoro mo11tcUo Uguale è il nero e il bianco. Non muta tolort: l'agnello . Non 1111110 dolore la tura Il gallo dell'ultimo canto Co,cti,1110L'of/011110 dtl primo Come t11 continui Giobbe Nella spcransa della ttrra. Malalega O Malalcga, Malalega C/1, ve11di ombre al mcrcolo Come la le/a nuova , Clte ha /iJtila di lastre E' il si/cn&io dtll'A11gclo. Per 11Na mo11cla di neve M'l1ai preso la spada La spada t la 1110110. Pietà, pietà cuori duri Picld, pietà mori d11ri Pittò f'Cr l"ucccllo migratort Clic 110 pcrd11la u11'ala i" volo. Pietà per l"ar/0110 gitoNO Clte si è gioC"olo o carte ScUo e cavallo Suicida in IIHIJ prigione. Pitlltl prr il giovane Ness1rno UCGiso in Cina O ;,. q1wlsiosi altro luogo Climn ra.:.:a C'Ondi&ione. Pietà, pietà c11ori d11ri Pitlà per chi muore all'impiedi Dc11tro ima camera d"af/i.tto. Pietà, pietà per il /1111011d111lo Che cade dal trapc.:io. Pietà per chi cade Pietà pu chi si lascio cadere. Pittò, pidò c11ori duri Voi che sirlc sempre seduti E apprendete dai giornali Lo pOtJero morte degli ollri. Pietà, /itllà CHori duri. RAFFAELE CARRIERI Intatti, non05tant.e la fer– vldll attenzione del cr!Llcl (alcuni deJ quali - alludo In special modo n Flora. R Savlnlo. a Bo, a Tilt.a Rosa. a Falqul - .sono variamente e utilmente clLnb!ll), I valorl della poesia di Rnffncle Cnr– rlcrl restano di solito arn– datl ad alcuni e luoghi co– muni• suggeriti e conclama– ti a viso aperto dR.111\pili scorrevole delle letture. In– vece, dando per scontato 111 anticipo tale dl.sartnAto e .spesso ozioso modo di leggo– re e d'intendere, un dlSC01'$0 .su Carrlert lo lo vorrei scri– vere In punt.a di penna, con mano secca eppure les:gera e urbana, con J)M'\lone d'amo– re ma t~nl.Ando che questo amore risulti meditato e co– struttivo; ma pili di tutto ml guarderei dall'usare nel no– me di una senslbtllt.à nuova e di un nuovo gusto quelle f'SOt.erlc:1ee 1u·osse e troppo abili pa.role, delle quali temo gli arcani sen..91. Jnsomma. questo mio discorso lo dcsl– derere l che dapprlma suo– nas.se conversevolc e chiaro e leg glblle, senta sotterfugi e sonza arzlgogolatl fronzoli. e po.,c!a davvero toccaMe fon– do. e cosl arrlvasse alle r'l.– dlcl e alle origini d1 una poesia che. apparendo com– posta d'una prez!osa so!>tan- (tt vc~l~~~e~d ~~r~~:;-,;;fnl~cl~~ analogie e di me:.arore\. su– bito dà nell'occhio e conqul– de In quella che (; la sua più tacilo e plù appa~lscen~ ric– chezza, trascinando Il !ettorr (o Il crlt.lco) a comp!nccnr.c ch"lo non so se del tutto veritiere. Che qu~ta poesia. proprio per le .sue qualità. pl0 liqui– de e per U suo fascino pit– toresco, ala spcMO eqwvoc.'\- ~~f8i~~l:u:;~tr~h~l d,~;~ so non pot..rebbe essere per– chè. se fosse diverso, non si verrebbe qui a parlare di un poet.a In sè vh•o, ma piut– tosto di uno del molti epigo– ni. i qunll credono di accre– ditare la loro e voce, lievi– tandola su questa o quella e poet.lca , Ce I ~U. se si vuole. sono a portata di mano). Io stesso. è \'ero. in un mio precedente saggio su lA civetta. a7.Zardal il nome di Garcla Lorca. non perchè la parentela tra qu~la e quella poesia fosse consan– guinea, ma per Indicare piuttosto quanto anche In Carri&rl ~lsta radlcat.a nel– l'intimo una forza origina– rla, cbe di libro in libro va G. J\lANZU' - e Grande rltn, tto di signora•• (bronzo, 1946) Asterischi sulla triste .provincia DI ~ PIERO S A N T I[ O 1f, daDvero non sapevo - lo sapevo, se mai, per un avvertimento nozionale ma 110n, co– me ora, con tutto il mio coo– re, con l'ardore del 1a11gue - come no,i sapevo quel eh 'è la provincia! Dolce e cicca, 01Ju1ca con forza auidua ogni germe vitale, toglie ogni ostacoli,, fl11a l'otten– :ione ,u due o tre intcre11i; e fn quell'attenzione fa mo– rire. prima Il jU()CO dell'ani– ma, poi l'intelligenza. mede– sima. E quei due o tre i,1- tereui neppure sono ormai più intere11i... E' il momen– to, la provfnckl, della <kea– denta dello spirito. Qui tut– ec, Il ammollisce, un dram– ma diviene qualche cosa di caratteristico che coglie un individuo o una famiglia, che a quel caratteriltlco ri– mangono a61datl per tutta la vita; nulla può, in cl/etti, accad.ere: ,1 è ,marrlto. lun– gi di qui, U metro che mi– iura le azioni; e gli accadi– menti si ltolano nelle loro linee più mlterame11tc cori- 1ucte, di u,ia consuetudine ~ve sarebbe però !IOno cer• care un ritmo di forza. Il sole si alza 00111mattina per una Inutile Jesta; sembra j>OC0 probabile che ,otto Il auo fuloore 11 compiano , gesti che altrove appaiorio ancora oremftl di un 1en,o: anche gli aW più comu11I, anche il mangiare D il dor– mire, il cammillare, il com– perare un giornale. La protrln.cfa vuole ridur• re tuUo, limare, di,iervare, con una cncroia caparbia: vuole detlnlre. E' qut la sua colpa più sorda, nell"ucci.sio– ne del mistero. Odia. qual che 11.onsfa definito - sia pure icloccamente, 1"intcnde. clot apparentemente de/i1ti– to: odia, e subito ai placa. non appena l'oogetto appare In una acceliOne qualunQuc. Ma poi, non vuole 1orpre1e: ohi bf,ogn.erebbe comincia• re da capo e, sopratutto, credere di aver 1bauliato, crtdere in qualcosa. affidar11 al dubbio: e questo, no. non può avvenire laddove il mi~ ,tero è stato esiliato - nep– pur ,aspettato, anzi. St chiude all"c1i.ste nza cd t morta. all' e11en.za. Vivo da qualche tempo in prvvmcia, ,U!lla cittadina delle carducciane cicale. E' stato i11evitabile che gli al• tri dovc11ero avere u11'accc– zlorie di me: 10110 Qui per scrivere tm hbro - un ro– manzo. Oh! come subito /11- rono felici quando, no11 li sa come, miracolosamente. seppero/ Finalmente anche io ero defi11ito, inquadrato, fnccuellato. Ma. dovevo voi accoroermi che 11011 era 1em– plfce viver~ e11tro quella de– /I n.i::lo11el Oonl gesto, og11I atto, ogrii parola. che Pott11e u1cir fuori dai limiti per mt 1mmagh1ati da questi, in fo11- do, amabili cittadini. era 1m tradhncnto, mcolzo~ un qualche co,a di dubbio e di equivoco che ts,i potevano accooliere ,oltanto con di– spiacere. Se val co11una rago::za di fama 110n del tutto tccel– le11te, è mancam:a di decoro (per ,m professore, ver u110 scrtetore!J, è ol!e1a alla so– cietà: sci e ciucco > (pc, usare una orribile parola di qut!sti l11oglli). Se oiuochi a poker con trt giovani e perdi trenta lire in tm pomeriggio, diventi 1ubito un e corruptor morum >: e del giovani me– desimi corruttore. i quoli JlOl- 1ono però oiuocarc fra loro al calle a ramino e perdere fino a cinquanta lire: 1t ttci i1t maniche df camicia ... u,10 scrittore, u,1 dottore ... ohimè! Del resto. anche fuori di qui, persino nelle felici città della pta11ura. li vuole che uno 1crit#ort ,1011 tralionl: serio. morale. mtemerato. quarantotte,co, con un pi::zi– ro di do1111aioli.tmo: d che non guasta ranelle Il Carducci. s1 1a: qualche trascorso ohi A.111tie. el1, li sa): guai ,e lo scrittore 1111peg1111 se 1tc110 e giuoca q11l!l che r,li /11 doto. se ama, ,e ,t perde. se pecca: allora diventa pcr,r,lore de– gli oltri 11omi11l, uomo da te– nersi prude11tcmc11tclo11ta,10, infrequentabile da giovinette e d.o oiovh1etti: tbc.stia. pe– ste!). E 110,1si dà, 11aturalmen– te. luooo all'h1tcllir,enza: né si ,ucolla quel che vi è. nel peccatore, 'oltre Il peccato: tutto li chiude e II limita Il, un.za voler comprendere B brioteca Gino Bianco qua"to spesso ~ntà o gene– rosità o amore si annidf11-o, tenaci, net più. riposti segreti del peccato medesimo. SI..In provincia, non li ha 11epp11re il seruo del peccato - e della virtù. Ferocemen– te la borghesia. resiste su que– ste rocche: la morale" dice l'amioo Mario. è misurata 1111 tremila abitanti: il mondo co– mh1cia a/l' Egola e termina all'Elsa. Er. J.ro questi co11fi– ni Il modo di vivere che chia– merò. per comodità d"i11te1a, borghese. guida azioni e pa– role: qui. ,wturahncntc. come In ooni altra provi11cta. ù,. i;irtU e il peccato. 111 quCJtO veno dominio dcll'ionavia, vengono miJurati sul metro appunto dei e tremila>: e perdono ooni vigore di realtà spirituale acqui,ta11done:, e m<'diocrtme11te, uno di pseu– do decoro sociale. Qui. l'in– telligen.:a. l'ho già detto, t h1 perpetuo esllb. uccisa in sul 11ascere. E pe1110con rammarico a che cosa poteva diventare la ragazza bionda che co11osco, cosi ancora delicata, cosi av– vertita di certe sensibilità. se oli altri 11011 la stcs,ero uc– cidendo assiduamente pro– spettandole 1m avvenire di conwdilcì pratica e propo- 11endolc premi di mediocri interessi. E certi raoaz::i, for– se solo u110o due, se a1col– ta110 alla radio le cro,wche sportive, vedo che 1to1tcome gli altri sono perduti nello a,oolto, non tuttf interi ,1 poroono alle Imprese dcoll stadi e delle piste, come ,e Il comh«:la1sc e 1/ chhtdcs,e Il perché di not e della vita medesimi: vi è probabllmc11- tc, in loro. ancora, u,i pic– coletto fuloore. un'apertura che potrebbe 1chluder1(vcr,o qualche altra cosa; ma ..• vi sono olf altri; c 1 1asce una sorta di oomplc.uo di h1fe– rlorità: e q uell'uno o quel due raoaui che pe11sopatrebbcro ancora 1alvarsl. sempre pili .ti vuooo11a110di quella loro scarsa attc11zic11c e o,curc- 1a11noanch'essi qutl Juloorc piccoletto. Gli altri avran,10 la vittoria. E saranno i cor– rrlltori veri: e la società sarà contenta di loro cd esalterà le nuove vittime. Ma la provi11cia 11011 è solo questo o quel patSe. E', eua, il nostro oterno pericolo. un momento di 1,\?i. dentro il ,10.ttro spirito: pronta ad of– frirci allcttamc11ti e compen– si. s1tbdolamc,1te amica e fl- 11a11coco11,olatrlcc. E' 1·1n– co,cic11za al posto della co– scle11ea,il 11011 e11erc. è dav– vero il buto: e come vela 1 nostri 1la11ci e li umilia e, alla fh1c, li 1pcg11ercbbc se 11011 risorgc,s/1110. co11th1ua– me11te h1 rivolta, a sperare. ad amare. magari a odiare e a peccare. Aude11dum 1cmpcr crft; 110,rne malum aliquando di– l1oe11dum? l'IERO SA~TI }~a~• 1~~:\ ia ll;x!FaoJ)U~~ ::~_d\nunn~~~e~~o ~~~\ ~~= e nemmeno l'Eluard surrea~ dernlt.à, (quella moderni– lista di Capitale de la dou- tA che In tanti rlsulta da leur. o degli esercizi del una elaborazione di e cul- J~~· ~ ';~coru1:/gre:s~ncl~ ~~~la d~h~a :~01n°rlco to~~~ to, Se eslst.e un rapporto, re nelle cadente e n&I rlt.ml, è tutto un rapporto di e nu- nelJ"al.locur.lone e nelle ngure mero,: una pericolosa me- verbali, nel gusto e nelle tm– morla non di musica ma di maglnl, ma più quella che ritmo esW:rno. Infatti se .sap- glunge alla conquista della plamo vedere come sia moW- e parola , nuova, vergine. pre– vata e glust1ncata dall'inter- gnante, realtà mlllenaria e no la modula.z.lone di certe rlsuscltat.a dal miracolo • de– poesie del Lamenta (Il cielo monico •• dalla t1veladone t de1trto, Mort~. O tu che dennltlva. La blograna, la ptUil, Il tuo occhio, e l'ln- ravola della vita. anche l'av– tero gruppetto che 1'intltola venturata esperienza, valgo– Speranzc), è facile anche no per siffatto ritorno alle scoprire come ogn.t possibile orl_Jlni, per la scoperta di un richiamo a un Ungarettl linguaggio e di una musica f.~1:ie~a)~~& ~:no co:~ ~"!1~ n=ut!tfifresln~e~!j cretamente sussistere, e tan- primo giorno 1n CUI sul to meno al possa enunciare mondo l'uomo al consolò nel e rll!lolvere. data. la diversa canto. In esso specchiando ae e situazione" umana: ln una steMo. e ogni cosa c:1e lo parola come la e pena, di circondava, e I .scntlm&ntl Ungaretti non sia affatto Ja ch'erano tonnento nell'animo: c. pena , di Carrlerl. l\lllore e odio, terra e cielo, A questo proposito, e an- alberi e nuvole, Il lum& di che per sottolineare come un occhio e li ricco colore la poesia di Carrlert possa di un nore. Lo. J)Oe$1a "(quel• essere sempre riportata nella la autentica) è sempre prl– :sua più vera parola a una mltlvltà: creazlone ab ovo, lnc:mtala lnranrJa d'espres- qu94I lncoMOla, quasi onl– Jiione, e quindi del tutto au- rlca. Cosl Il poeta (quello ~~~~~ c~ ft.ur~ e~ 1 a ~~:;? !it~t~~ f1 1 ~~tre~~= ce rifarmi a u na sot.tlle pa.- e lncorrut.t.lbile del cordoni ~nach: 1 ;i:~e ~:ed1f~ 1 \it!: ~'rabe~~~C f:rra~u!io1t ~e~~~ cep$ del Lc111ento del gat>tl~ sausta fonte di verità. Urica. fiere (Milano, Edizioni ifar- Quando al diC6 e vocatJone ,. te Tonln~Ul. ) ltogra.ne orlgl- ,1 dice, non si può dire che nall di Camplgll, 194 5): e A e sansue ,. E la Jeage del volt.e Il lettore sarà portato sangue, che è legge divina, a dire di colpo: Ungaretti, nulla spartl.&ce con 1a cui– e un'altra volta si troverà tura. l'Immagine di Lorca davanti Può sembrare strano a que– agll occhi ma dopo una pro- sto punto eh& I mJ&llOrl erl– va. dopo un t.empo di medi- tJcl.. pur lnt.uendo glusta– tazlone sJ accorgerà che si- mente, abbiano snorato U mili posizioni non intaccano e punto rocnJe, di queata ~~tau ~:oe :t,~lepa~~ :~:ra ~~:re. ap:;;~or'!dlrf~ te sono gli unici momenti esso rlpoea la genuina veri– che offrano la possibilità di tà: cioè la novità e a un tnle 11:luoco;di solito la strn- tempo l'antlca-modemlt.à. del– da. di Carrlerl non abban• la poesl!l di Carrlerl. dona mal Il suo csenso uni- Scrive Titta Rosa. (Avanti. co ,, Il motore della propria 14 rebbraJo 19MI): c.... l'iln– llbertà d'Invenzione. SI cal- maglne che ml son fattn di coli Il peso delle sue parole, Carrierl non è quella. poeta quel peso cMe i1anno contro e uomo, che si c:ilude In l'apparente Jeggcret:t.a delle una cornice: è piuttosto una loro Jucl: e si badi lnU\nto immagine fluJda, dirò una che nulla In lul è det.erml- appa.rlt.ione. Plgu.rnt.evt un nato dal gusto del oolore e piccolo dio greco, senza no– da una facUe pa.sslone del me. che cammini con piede semi esterni del gluoco quo- scalro e leggero In riva lll– tidlano degli umori. Sarebbe l'Ionlo, e porLI ln mano errato fare consistere Il re- qualcosa, che so, un rametto sto della sua storia ugreta d'ulivo, una f\stola panica, ln una semplice equatJone di un bugno d"apl, o una cl– amblz.1on1 e di motivi sod- cala; di quelle appunto che ~'!,~at~11~1ti.~: C::tounno~o~ ~u~~iu:.1 ~~o C~J?~~v"g!,d~ vlmento flslco di reazione se Je tacevano cantare tra ma. nel limiti del possibile, le dita. O meglio un plccolo è le somma più sicura della dio ancor più rusticano. In .!!U&lnter-a. dLspcmzlone poe- nulla diverso da uno di quel Uca. sennò ci troveremmo di ragaz:zt. e con lo stesso vl&o fronte a una larghi.Mirna se- ullvlgno e mll(l:ro, e ti vivo rie di mot.lvl ripresi e sol- fuoco degll occhi neri. Ra– tollncatl, al matematico rl- gazzl estrosi, svelt..lulm!, prodursi di vocl Insistite e sruggentl; con la testa ron- iJP':Jtf1~ro (l~cq~~f:~b:nrn ~r:!~t~he:°~ 1 et~~~t~ e~: Poesie di IDA BLAETTLER ~ Ricordo la luna Ricordo lo luna: dietro le numi d'uria palma chiara e lc1«era nella dolce:U1 di quella ,era ,alo i tuoi occhi restano pit>ni di pUmta. ll tuo pnuo bamn:11 lo ,tra&. tk,erta e tulla me .,,eun /e mie mani putn,eL'Ono di l•Kiarti per ,empre. C'ero 11n odore tenero di verde $/IÌ muri cl1e ti chiudevano e non potevo maledire lo terra! Ven'isti da lontano l'eni,ti da lontano, e in:emma riami felici. ernno i nostri JorriJi In COJt/ideriui piiJ dolce. ScoprWi le mie wode e le mie 1entc col li.eto ,111ordo dello tuo ,orprttMJ. E ritornaMi lontano. lo ddi n,.z cielo delf alba paJMtn iJ tuo aereo, e tu fMH 111ordnvi ,ui no,tri 1iordini ron noJtalgia • duiderio. e- Ci ,ano amori non dclii colmi di JorrUi • ,ilen,i inlotti, e belli come mallini d'•prilel >. Perchè il sorriso svanisse l'erchi il , orri.so st.'l'lni.sce e nel ricordo il bacio perde Mlf'M• e In promcua sembrn non detta io eneo u11t1 parohr che re,ti,.. Più ,rande di noi Jteui. Perchè IN snp111'a e creda l'immcn,itò del mio amore. Tu non sai Tu non Jai. ch'io prolungo quut1att ... come 11npwcerc e ù:, cert("::a che 1>orremo "4,cf.. l'uno al/'nltro più coro mi /a inL-enrore deliziosi i~ntrl. Penso il 1110 :11uorJo rome un I.aio o.-&trre dore immersere il cuore e le lue bracr:io docili ,ouepsi mentre mi porli e ..embra che ti e,prima come ili 11ccel/i. (Ci fan11<1 ,~,,; 1li alberi d'in1orno.M). Le foglie rosse U foglie rosse i""7',,. a u,1 r,ento liev• le 11ltime ro,e e que,10 ,~e dokc di ripoH neJ ,olc ... 1.' il noJtro 0111unno, amore, /111to di colme inte.,e di parole lt!t,ere in bocco ai ,ogni. ID,\ BLAETTLER. ral~R vivacità e si scfo1dte- lenantt come un volo d'api rebbe nella cifra pericolosa ch"esce dall'ombra al sole, dello spctU\colo). Questo bi- E scrive Bo. nella nota già ,;o,tno di purezza e di re- citata: e ... la sua gcograna deltà alla propria ·Immagine ha un nome solo e una crltl· dà Invece al suo libro una cn c:1e non pub f:1re a me– speciale rudezza. quel modo no delle luci aperte direbbe: di di.scorso rotto e sen7.R 110- Grecia, mentre a noi 8Cmbra spotto di eleganza che cç>- più Matto riportare t.utt.o 11 st.nntcmcnte cl mette , di dlscor.10 nel tempo di una fronte nl numero stesso del- natura lntcra e cosciente,-, IL------------------' Internazionale di Montpar– nuse ... ,. Senta dubbio. in quea:to ritratto, carlcato di tinte, che vuol essere la eom• ma delle avventure e delle esperienze terrestri dl Car– rlerl <Africa e Parigi, I trul– li e le città tentacolari, Eu– ropa e Oriente), domina la nota anagranca, come u ae• gno di una eredità ma1 smentita e mal dilapidata. Ritorna, pur taciuta. la Gre– cia: una Grecia che non è solo nell"archJtettura del vi– so e nel taglio degli OCC:.ll. ma e fa profumo"· e arla, e clima In ogni ftore di can– to. nella danza delle parole. In .SUA sincerità, della sua Appunto: non direbbe. mn lne,•ltnblle materia di con- dice Orecla. o mcgllo Ma– fesslono ,. gnn Orcela, t.erra di miti: Certo. più vicino Il nostro la Sicilia e la Puglia 11 Carrieri, perlomeno come delta del 5ele Morto e )A temperie spirituale, ad Apol- ~ta del Mar Piccolo. Pésto llnare: ma anche que5t.a vi- e Il bag:llore dell'Hcralon che clnanza non può accett.anl rlsuscltn. sulla terra nostra Il che nell'ambito di una sim• miracolo candido del Par– patJa Intellettuale, ma non tenone. mal come autentica mistura Carnert è dl Taranto: ta– dl .sangue. Le analogie, se rantlno di schiatta, di san– cosi possono chiamarsi certe gue e di corpo. Nel suo oc– estenuate ecadenze• avver- chlo nero-lucido brucia l'ln- ~~1111 ,l'l~a~~. s~tJ~~l ~; i::: l~e~lrr: 11 :~e 81 e sra~au~i ì\londadorl. 1946) e nel LA- paul d'argilla, notta e ru– mento c;1e nella Cioetta scella l'aquc 111unphall1 spcc– {Milano. Mondadorl, 194.9) e chlante Il folto cobalto del In Settentrione (Milano, Edi- cielo. e qua.,( c'è anche lo %.ionid'arte Moneta, 1951) e acuto odore di limoni. La ritrovabili in part.e In Alcools sua pelle è fatta a strati: ~en~~n/a~~yr:m::· ::rsro~; : ~: dle cr~~se,,oè ~~e : di nascita più alla blografla senso spreglatl\•o, come vuo– che alla e poetica,: più le Cicerone: • Graecu10 0'1o– qulndl alla e pratica, e al so et loquaci, et rorta.sse gusti di due esistenze. le docto atque erudito,). cd è ~~~ 11~fc~: :~u':estrnoco~er rnneundi S:1~ra~1~id:~.e J:1~: ~in~!· ~l~~g~r:e~~r eC~o;I~ ~:.chc:~~;'!pl~~le o r~!e ~: rnttl non è -srugglto a savi• tempo, di secoli. su cu1 tuL- ~1i°' ,.,c:;g)I!~~!~ :r 1 \ 1 :~i: !ftat~. s!rl~~~d:ut~to è rl~rn~: di Carrlerl a Milano. e Rar- ra, come rlatnorano dalla facie C11rrlcr1 - egli scrive rolli\ spnccata di San Nico– - su Incroci di longlt.udlnl Ucchlo o dal grigio tufo delle e latitudini. mostra slngo- Murge gl! stnterl e le di– lari analogie con Apolllnal- dramme d'oro e d'argento, r6: amico egli pure del plt- sopra cu! Tara.s c avlllca I l tori e del musici, ricercatore delnna o una t.e.sta mcdu.se, a egli pure dl uomlnl cose e s'indladema. fatti nuovi... RaHaele Car- Qui, lo so, l critici e este– rlerl è nato artista. Di que- tlcl ~. I crltlcl formallstlcl, st.a malattia soffrln Apollt- torceranno U nMO: diranno c;,·10 e non faccio crlt.lca ,, che ti mio scrivere è margi– n ale, ch e non comport.a e gludlr.lo ,. che dipinge ma n on S Mt cnzla. Ma lo, e sa– rà tut.ta mia colpa. non ho .saputo mai dwociare e dl- ftn~:e dc\'1':t 0 m~rr!'sat~ltfoeJ!i peso del ratto estetico. la vita. dalrarte. E per Carrlerl, più che per gli altri. Il vei– colo a una piena compren– sione è tornilo proprio da quegli elcmcnU, che fanno da linfa al rnmo della poe– sia. Elude.rii .slgntnca a mlo parere giostrare a vuoto: scalfire ma non dls,•elare la misteriosa. nascita di una poesia. E allora. di questo uomo Carrlcrl, guardiamone un ri– tratto /llfco; quello che m:>1- tl anni rn dettò F. T. Mari– netti la,•orando a segni gros– si e a chiaroscuri quasi scri– vesse con una matita lito– granca: e Raffaele Carrlcrl è un giovane tarantino li cui Ingegno, sbatacc:1lnto come un barile di buon rhum nel– le stive di vcllorl e sdniclti bl\Stlmentl da cl\rlco. SI è profumato di av\'enturc e di ozono ciclonico. 11 suo viso trlana:olnre saturo di polvere di Cnrdltr e conciato dal Ha0l$ln, \ SUOIocchi orl~n– tall .scmlchlusi e Il mento agutto armonizzano con gli abbaglianti Incendi solari delle dune e anche' col mer– canti di U\ppclj persiani llo– nest che cond~no Il colo– rato e saporito minestrone EC<:O: 10 non so, ma nes~ suno, credo, s"è accorto quan- ~ ~~boia• =e: d~~~ gla e mota e ritorna nellt. poesia di Carrlerl. E come me anche Il ritmo, e la ri– ma Interna, o la a.sson&nu si muovano llberaU da un vento melodico, che è un bat– tere favoleggiato dJ crotali o un sofnar dl siringa, lnt.'llno 11gallo lf l11110 a cantare ln11C1no il giorno 11 lev0; tul 170/10 Invano lf muove la foglio lnrano /'occhio vede la /~lt. aprlr1i come u'lo mono fn11C1no /11 ma'IO d11I/Cl>bro tlatle aul Jtrro Il martello '"vano 11 Jtrro tUvento /ate., ,e la /alce non ta911.,O m11nn11Uo lni:ono la 1pl911 li o/,e o 9uar- [du11 . . . . i&o'uve'ni~ c .. pc,nl). GrtJ~GNANI (Continua a pao, 7 J

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