Fiera Letteraria - Anno II - n. 31 - 31 luglio 1947

FIERA LETTERA ANNO Il · ~- 31 t:sc.i.; ir, u101·1mi Settimanale di lettere arti e scienze ll.O~I :11Ln;lio WH UNA (;Ol'IA l,fll.E 35 ...... > ._>~>~,._>,_>~ ..... >..... )-<-)>~)· I Direuorn_: G. B. A~gioletti l IJ-,e.uone e reda:1one: J Langote,ere Tor di Nona 3 • Tel. 55679 ! Amminittroiione e Pubblicitli Piana Madama, 8 . Telef. 50.919 1 ) vf EDIZIONI DELLA BUSSOLA ROM A l ➔"-i--'-►~►➔.._>.._-►, ...... ) _► ...... ►'-►,'-+'-+-- :t SOMMAl</0: Agostino degli Espinosa: / sovrar1i di Tebe devono morire - Roberto Canlalupo: Cougec/o da. tutw le Spague - E al valore Qttasimoclo: Colloquio (poesia) - Aldo Palazzeschi: Una donna canta - Enrico Falqui: Un ros!lo che dà nel grigio - Angelo Ta.uborra: Appello ugli /,11.ell.euuali - Enrico Fulchi– gooni: Tre tradu.zioni e 1111a nuova collana - Note e rassegne tli: E. dc' Con– cini, A. Montalto, G. Ua!ò!sani. ' antovito Vichi, V. Marinucci. f.. Carr.ì, G. Ca. prooi, R. Benincaea, ecc. --(-.•,(-.•(-.-,C.-•,(--.~-..+-,,-(-~--+-– + .•lb/,o,ww;,,.,;, ,nnuo I. ISOO• auuuo ,oo I i pagaineutu ,cme11trnle L 800 . •unuo eoo ç pagamento 1ri111estral~ L. 420 . Eetero: •n• f uuo l- 2500 - Quot~ men1ile per •bbo– nameoti itpeciali ( inAcguanti e studenti) L 125 • Pubblic;iul: al n1m. L. 25 r una copiu arre1.rat1 L 5(1 I llpeclloiHI I• ellb,.......... ,.., ... !G••rr J ) Y"->-'->-'-►"'-►~)-<-~<-►<->--~._.. I sovrani di Tebe devono morire di A~ostino degli•Espinosa. O ISOORRERE con sincera ragionevo 1 czza 0 1 genitori e figli è a,duo, offre occasioni di frode, compo,ta ,ischi impalpabili. Occulti c.Mtodi f(lrveg 1 iano <bi nostro animo il c0rso delle parole e, dinanzi ai varchi della sinccr rità cri1ica, gli impediacono l'ingrc,ao, o g'i impongono pedaggi di rimorli e condanne. Il padre, 1pe110 pcrlczionato dalla motte, pretende venerazione. anche finii\: la madie inteneriK.e, e ad umiliarla si è punti da 1-la vetgogna: i1 figlio pr1'!\Jache non gli si loc· chi la sua immo.co 'ata innocenza; qualcuno, in cui raY\·isiamo le nostre bueue, '1?\es&e o ancora in uto, ci con1igli11crudeli vcndc!le che. efqJuite, aw:iugnoo ogni dolce umidità dell'animo, incomplu1c, 1 :ucinno il detiderio, di cui .ono Cllriche. deteriorarsi in noi sgra· devolmente. &sarO\, il nichilista d1 T urghe· niev, dicev.11: ,, ...qui mio padre mi ,ipete: i\ mio studio è n tua dispo1izione, ncwuno l1 disturberA: mentre non si 1colla da me di un puso. E poi mi vergogno di tcrrar 1 o fuori dell'uscio. Beh, e c'è anche mia madre. lo sento come sos-oirn di là dnl muro. mentre. a,e vado da lei~ non ho C01a dirle 11. Pochi giorni PfÌmn di avvelenarsi. 1 a ,ignora Bo· ,11ry. al ballo di mezza quaresima, dove si era recata inticme all'amante, coha d.'ll di· :o.gusto di tè, u u.ndò con il J>Cnsicro a· Bc,tn che dormiv11 laggiù nella camera della aervau. E. 1 ."ambiguo Pierre di Herman Melville ii: si rimprovcr11,,11di euersi !11tt.iato t,upo,tare dalla su, compiacente esaltuione e giurava di non fantasticare più II mezunottc davanri al ritrailo del babbo 11. lo non pouo escludere che le condanne o le disonesle compiacenze dei lcuori. i miei rimorsi cd i miei desideri guuti, dom11ni, for.e tr,l. un anno, mi condu<:aoo, con il ci– licio sui fianchi e In cenere in capo. a f.ue penitent.a, per a,1:re spinto pubblicamente uno sgoordo 1 aico nei misteriori vitceri del· 1"i,1i1utofamiliare. sa.eroad un cullo che. seb· bene praticnto ormJi in virtù dcll'nccordo ta· cito di fingere veri .alcuni doami da iutti ri· conoacìuti fnlsi, h11ancora la potenu di man· dare gli eretici al rogo. Ma le bugie con– cordate non ,i conl'ln'llno a lungo in elfi· cicnu, i,nche te anuntc all'ufficio di muo· ve1e un mcccanitmo che ,volge un neeeM.1· rk> lavoro M>Cialc.Non è quindi pc<:CIUllÌno– denunciata per sevizie al figlio contiene so'. lanlo un11do,e inconsueta di caui,cria; for· se è m.,lvoluta dai vicilW. Ad c1Cmpio, oasi a Roma, molte 1ignore eleganti condannano aspramente una loro :amica che disprezza ed oHendc in modo si11cmntico 1 'uhima figlia. pu, essendo madre am11ntc e devota dcl11\ primogenita e di un ,agauo: ma ncuuna dt quelle 1igno1c potrebbe sottrarsi all'accusa d1 a,cre ptatiCl\to innumerevoli minute crudeltà male111e. Il fallo è che 10lo d, ,ado, e f.i.ticonmente ì genitori si pongono i prob 1 cmi del figlio in ICfmini non pcr50!la 1 i. Eui vengono a con· tatto con lui, non nella chiant sUJ)Cfficiedel– la coscienza, ma nell'oscuro sotto1uo 1 o dell'in· ,oomcia, e come avve1te C. C. Jl .i.ng : 11 JI contenuto dell'inco1eicn1e non può da, luogo ad alcuna distinzione. e quindi in questo campo non possono e1i1lcre relazioni pticolo• giche: in t:$10 regna ancora rnntico ,tato in· coacente di un'identità piimitiva del qgct to e dcl 1 'oggctlo con aucnzn totale di ogni relazione. (I/ problema dell'inconJCio. pagi· no. ,ll6). Temo che. a questo punto, fus.tidio ed i11ita1.ioneerompano in molti lcltori, m., debbo onestamente informarli che. co•i rea– gendo, cui ubbidiscono all'azione di quel mec.cani,mo che voncbbcm ~are. E .. infatti la censm11 del Supcrlo che gli fa divieto di rivo 1 Keui a Sigmund Freud, del quale fo15e è ccccuivo affermate, con Stefan Zweig, che 11 d,J momento 1n cui 1i en1111vanella sua stanza finh11, per co1i dire, I" ,1oltezza del mondo esteriore 11, ma. che senza dubbio è il fornitore dei più fini 1lmmcnti per l'annl,si dei fenomeni umani individua'i e collenivi. Comunque, al'o 1eopo di chiarire l" 1•111)1111, del vincolo che lcv:a gcnilori e figlto. l"am· piena. cd il numero delle OPPO!lumtà di fe– rirsi che euo porge a, vincolati, ba,t• n.cccn nnre la bioarafia de 1 figlio il qua!e, a dispet· to dclln 1upc,b10 rate,na, prece-de e ciel il padre: IJ1011rafiaaffolla1n di vicende cupe e dolorotc, poichè il bamhino, già nel nnscm:, è investito dal d,amml'I. Viveva in un lm bicnlc omb,010. n:pido, protetto, acqua·ico: e rc~nt1namente la. 'ucc lo co 1 pitce con ·,,o· 1CMA, ,I freddo e il cn 1 do lo 1tringono. li.ria ogl(etti duri, IUl.lodiviene amlo auorno a lui: si nutriva senta h\010, "d Ola la. fatica ~li è nccessa,ia: nessun sovrano bandito dal suo rc,eno patisce unn dC\j:raduione a 1 tretianto protcrvn. Non conorce gli usi e i caratteri dell 'ambif'nte in cui è stato introdotto: non conotee la O\,lno che lo tocc.a, non conosce nemmeno Se stcsao. -cd è premuto da fonc eh-.! non sa cla~ificare in intcme cd esterne. in psichiche e rrwtteriali. Se per au allimo pren· dc1se conotcem.a di sè, capirebbe di dcii· derare la mo1tf', e fors.c se la darebbe: igno– r.ante di tulio, piftngc circondato dalla \ctiz.ia otlu1,1degli adu 1 1i. Poi la vita lo prende. ma i suoi impu'1i erotici ed aggres,ivi tendono a soddi,farsi FCnta 1lcuna disciplina, libc,i da ogni nazione cco110micadella realtà nella qua· le, im·cce, si muovono infl«sibili poteuzc nntagoni1tiche, con rigidi programmi per sona 1 i. E' arduo mimrarc la dr3mmaticità di si mi e contraato: forse ci è d3to coglierne un pallido riflcslO nella conte,a di panioni che trlvo!ta c<"nduce l'uomo educalo all'auauinio: ma conviene anche 11\~crti,e che 1 a pocsin di Sofocle ha rcaliuato e unito una tragedia meramente virtua.'e e su<ldi,isa. Nella realtà, in un primo tempo, il figlio 1'indut11ia di uccidere il padre. cd investe la madre con desideri per,·e11nmente osc.illanti dal'a fam!! 3ll'amore: ma Edipo è piccolo, non cc In fa, e Cioc.uta lo nulle e Laio lo careu.a senZll ri1ehio; ad ogni modo, se il Re di Tebe ca· de"e in un ululo trancl 1 o infantile, e Gioca· .i·a non m-viaaue 1 e ,pccifiche qualilà della culla come gix.iglio, Edipo. 1cn1.a lll\~u.., dub· bio, solo moho più ll'rdi. 1pp1azer-b!:>e la co:ivcnicnza d'accecarsi. !::gli, infatti, domi nato sul momento dai sov1ani d1 T che che gli d:tnno ambite piove d'affetto e puni1ioni temute, con il lempo iniroiclla il dom11110 utcr-.,, e lo ntuo,e da ..è. tee, cioè, con il tempo i 1 o Super lo che o»c1va, guida e minaccia Ofa l'Io. p1op1iocome I eenitor1 m1· nAcc,avano p1im,1 11 bamb1110 11. (F 1eud. Nua e.teLc:.ronl. r, SS). E' a questo momento che il piccolo Edipo, 11e 1neue e~uito i suoi cl•· 1egni initiali, si a.ccechcrcbbc. Comw1que. alla fine, egli uccide 1e11lmenleil Re di Te· be. quando. acqu1,iti i meni pc, c.ercitruc la ixopnct.à di ~ che I genilori anicn1c al mondo e,tcrno gli contendono, inizia 1 a lotta •u due fronti. Allora, gradu.11Tcrtc, tcorge ,o tentarne h1 liquidazione, senza '1\di,mo e -------------------------– con un benigno 1cntimento di solidarietà nel· l'impeifcz.iono comune. arfinchè nuovi dogmi più prod1111ivis"introducano e si condensino nel nostto spirito. 'Tuttavia, è opportuno cominciare offenden· do un'imffl1'9Ìne. Come simbolo de 1 1a mater nità, 111pove1et111che u Scendeva dalla. te, g 1 ia d'w)() di quegli uaci 11 è ambigua. Ln vera mamma affiol'11nella donnA che schiitf· feggia duramcnlc il bambino, 111>J>Cnl\ ,fug· itilo ad un inve1timento slradalc. o raccolto in lactime dopo una caduta dolo1013. In real· 1à tra. v;_enitotie figlio si M"Olge,senu tregua. un conl1i110,in cui i genitori comb11ttono !'in· truso, il qunle. dnl corpo medesimo de 1 figlio. 1tliene COOIC$la il poSSCJ.."O esclusivo. La mam· ma. con quello 1ehiaffo. intende colpire la ,·oJonJà estranea e non ammcua, c.hc le hà tottrntlo il corpo del figlio per e1r.01lo o fcr rir, .d>bcne quella volonlà 0111,ne;i e n0n ammeu., 1i11oppunlo il hglio. GCOfge Moore raccont11 come Esther \Vatcr1 tompcsse ol suo bambino la. bMchetta ,eg~latagli dn\ pa· d,c. ri:ippatlO dopo anni di usenza. e dice, se a questi: " Mentre io ,,:i1i,·o •... voi ,·i· ve,-ate nella riccheu.,1 con una signora al· l'estero: e 0111che lei non ne può più di voi. ,·cnite da. ,ne a rcdl\mare la ,-ost,a porle del bambino, Una parte dei bambino I Qu11lc è la vostra parte, se è lecito t:1pcr lo) 11. Nella di,c.uuionc che ne segui, neuu· no dei due ebbe 1 1 101petto che almeno una caratura di tè ~nasse al figlio steuo. E J\1a,tro Don Gesualdo. saputo della fuga di lsabe 1 la con G.mado L, Cm-na. gridna: DHgli la mia figliuola) ... PiuUotto la fac· cio mo,ire tisica come ,uo madre I. , ••· Il Re & 1 omone lu stoho: la vera madre era l'al· tra. Nè simile vo 1 ontÌI di poueuo è bencfi· ca. La f,equen1.a alli»1ma di genitori buo– ni. eh" rivelano le slatistichc familiari. na,ce da un errOJe: lo steno che 11 fucbbc nu– ~rando come ,..alo,osi lutti gli uomini in unifo,me mili1arc I genitori usano vcslire da cKCui.,one d 'impetatìvi morali g 1 i atll con i qwli toddi1fano libidini e i11in1i. L..,. rn.adrc LUDOVICO CAllACCI: Il mneetro di nau10 offuscarsi lo 1plcnc!orc della potenza pate1n4 ri1enut:i ineiju11gliabile: valuta debole il po.– dre, come nemico e come aPcato: impara a Hiudicarne con .cetticismo la foru di domr nio e di protezione: e da ultimo lo liquida in un sentimento in cui 11 mischiano rancore e commisc11111one.In seeu1to, il figlio 11 dà ad ina.cguirc Ciocasta, 1 a figlia a scgaire il rad,e cieco. e per la mAggiore parte dei casi l'iniz1a1iu 11 u,ncludr- nel matrimonio, che e lll\cora una re 1 azionc contenula nei limili del· 'o se~ biologico istintivo. Cli amanti si urw sc.ono 1n w1 'idcnti1à inco.ccntc, e ,etrocedcn· do alrinfe.nz.111,la c.eleb,ano con ge1ti puenl1, moine e balbeuii; ma nd un uatto 111 conluaa umlà si sedimcnla ncll.i p,oc.reazionc. I co– niugi arcendono al 11on0 di Tebe. e il fig 1 io che e11i erano, ceu.a d·c11Merc. Sono soltanto Liio e Cioc ..tra <1'1'elatidi ,ende1la: r•v-o'• no Edipo affinchè egli 1ia ciò che eMi npn 1000, soddisfnccndo. in tal mo<lo, le richicstn impaalivc de\ Supcr·lo che li opprime. 11 11 Supcdo dd bambino - av,~rlc il Freud - viene co,.trnilo non prqpriamemc ,ccondo il modcl 1 o dei genit0ri, mn 1teondo quello del Su;:cr lo dei genitori: acqui1L., lo ,tesso con· tcnUlo, dl\·icnc il portatore di una tradizione, di tulle le ,alu1azioni che rcsittono al tempo, le qu.,li •i .ano propagate, per quella. via, di gene1l!zionc 111 gc:nc,nzione ,l, (Nuove Lezioni, p. 62). E, finalmente i sovrani di Tebe si 1entono mo1i1t-. S'inlcnde faci 1 mcntc come, tu qunto te' laio, ,i 1eunno innumerevoli crudeltà impcr ceuibili r- 111lvo'taclamorose. Dislocazioni di rancori, 1Upcrs1iti impulsi di t111d1iprimi1i,i della scuualitA, libidini no"I 1ublim.atc. casti gl:ii 11a,feri1i, ordini tir1111nici dc 1 Super-lo si scaricano wl figlio !CllU costo alcuno per i 9enilo1i. 1 quali. non di.~inguendo1i da lui. pur di11in10 ne'la sen1ibili1à, gli luciano la pen• e grl'ltuiumente KUslano la ,oddisfazionc Jrlla ,c,uica. In ta 1 modo. i giovani e1eono dalla famiglia .cenati d11 lunahe e 1011ilitor tuie, intim.1mente feriti. ricchi di scorng11in· menlo e di ri\·oh.1, già presi' dalla legge che li soingcrà II riprodurre le toflc,enzc pa1i1c. E al'orl\, è doveroFo chiederli te la fami· glia ,11d" 1boli1a, per il bene degli uomini) Confeuo 1ubi10 che non lo vedo. Comunque: ammetto la domanda. formulandola in modo diverso. Nell'ufficio educativo è pouibi'e so· sti111ire la farniglin con un org11110 mig 1 iore? In 1eahà l'educ111ione non ~ •upc1flu3, L'uomo ha bi,ogno di un Supcrlo. oltre che di un lo, l>cT adatta1e i JUoi impulsi i&1in1ivialle esigenze del mondo csteino e dc1 1 a ,i1a ao– ci,,le: ma e<lucare vale vio 1 entnre. cd cucre violentali ,-aie soffrire, Il problema to111ente dalr e1ame dei vi1ee1i dell'i1tiluto fa.miliare è que 1 1o di 1eoprÌ1c un islitulo alternativo che educhi con un minore cOJto di .offercnze. l)()fl graluÌtMnenlc. Senza dubbio è do 1 01010 rinun· ciaie, gil nella fo1mul111.ione del problema. alla calda ,pc,anu di una g1l\lui1à perfetta, ma non \do come si poua evadere 1iffat11 rinuntia. Il male e il bene ,c1pirano. ,i nu· trono, 1i rip,oducono inticmc ed insieme ,ono la vita: non si può abolire l'uno ,enza 1 .'al· tro, te non abolendo la vita. Appunto in que· sii tc,mini ,igorosi. il Kirillov di Dostoieukj formulò il •uo p,oblema morale, cppu,e nel r CIC!Juire 1 a to 1 uzionc aceIla dette un mor10 atroce al mignolo della mano ~ni,trn di Pie• tro Stcpanovic: morso non piivo <li 1ignificali inquie111nti. Edllca1e scnu accrcacere l'inte– grale slorico della 10ffercnu umana ~ impo•· ,ibile: è pouibile, in,ttc. et11ha1e il ,uicidio co' 1 cttivo. oppure accretcere quell'integtalc della Quantità minim.a. Inoltre. l"e,.,loiazionc per seop,ire l'i.i,tuto educatil"o migliore della famiRlia va condotta all'interno dei confini dcl'c: nollrc clpcrienzc. Cc110, anche que11a è una limi1i,1.ioncdolorosa, ma isnortula 5i• gnifica abbandonarsi alla spcTanta eh" la {C' conditi del c11mbi1'mcnto,i1ieda neÌl'atto del cambiare. cd una simile speranza, non saprei davvc10 come poua venire. allVTlct,a, In par– ticoliue la 1 imi1a1.ionc indicala, con,inRendo .11ll'uao di pMole ,ccchic, auicura conlro il risc.hio dclrAcccc11mento connc110 allo splcn– doie delle parole nuove, ed accresce i 1 ,ca· /ismo delle in11iative. Ad e,empio, te in,ttc di slatiuuione delle impreae, si dicesse dif· fu!ionc del Poligrafia, dello Stato, i dibattiti ,ociali in economia guadagnerebbero di tecni· ciwno e praticità. In conercto qui ,i tratta di paragonare, mode,tamcn1c, la fomig 1 ia al col· le"stioeh" lutti conosciamo ed il cui nome già i1p113 tedio. Non si v~c. i11fat1i. un terzo rstltulo educativo. Comunque. il collegio ha le sue , i,tù. La bambinaia. l'istitut0re, il pre– fetlo, il m. ,c11toa.ff ,ontano il compito che si, ~ affidnto. con ,pirito professionale, quindi lo pmtic:rno con una maggiore discip 1 in:i dcg:li impu'si; il bambino stc-»O •i di,ige a quc1lc persone con impeli affettivi allcnuAti, Ma una simi'e conslatatione non baita: bi' sogna nncora chiedeui se il collcsio non 11 differenti oggi dalla famiglia. in quanto ap– punto si lr0\'8 o fianc.o della famiglia e da es.sa ,i di,tingue. Soppreuc \e tre, penone dc 1 1a famiglia, 1emb1a temerario ",eludere che il macllro, la mac.tra e l'allievo ne ereditino [egìttimamcnfe gli impu\,i. Certo. nel paua1r gio, il patrimonio potrebbe ridursi, tullavia, gli impul1i che lo c.ompongono pot1ebbero tciogliersi. In ta 1 cuo, l'erede tndic.o del pa– d1e, meno llldico del padre sndico, urebbe csclu1iv1mentc ,a.dico: ~ bambini fortunati 110f frirebbero di meno, quc 1 li ,fothl'll\li, di più. Con e.ircm:, probabilità, la dist,ibuzionc del– la aolfcrenlft inlantile 1:ncbbc più iniqu:i del– f attu1le. Inoltre i 1 • ,olume individuale di que· •ta toffc,enza dipende anche dal costo dr.I· l'educazione con il quale crctce, e il colle· gio obbliga la tocietà ad un p1oce1SOeduca tivo più costoso di quel'o acconJCn!Ìlo dall11 famiglia. Nel fatto. l'educazione familiuc 11 compie pc, mero contagio Ila genitori e figi,: quella collegiale per mezzo di lezioni 1pp01Ì· te; la l11miglia, tendendo i 1 figlio ad ,u10rbire !"archetipo familiare, rifornitcc senza afono specifico i Vllfi gruppi di spccialiuati, utili l\llo vitA tocialc: il collctJio donebbc piovve· derc a 1ilfatto rifornimento mediante c1am1. teche e prove, aenza offrire, d"ahr" parte. 1 1 cu11a"n11nzi1 di più dfic11cc 1e!e1.ione, poi chè l'utraltezza, a cui i metodi da impieaa11, non pot,ebbcro ,luggire, appesantirebbe il la· voro dei selettori più delicali, Infine, la 101fr tuzionc del co 1 lcgio 11llnlnmialin n.rcbbe uni\ ri,olu1.ione, e le ,ivo'urioni l"ltiltano. non abo• liacono, i v111ori ed i ca,alleri oo,tro i qunli si diriRono. In un"cpoca remola, 1ncconta il F,eud, i figli, opp,cui dal padre, gli ,i ribcl· larono, 'o ucci1no, lo divo,111onoe po,ledei– tero le •uc donne, mn poi cui medesimi di· ,-cnnero i 1 padre divoralo e offeso, che co,l ri10,se e dominò i nipoti, Cndu:ilmentc il fr volutiouario vittorio10 1ico1trui1ee il regime abbaltuto, riproduce il Super-lo colletth-o a cu, ,i ribellava, e nel Kiro di nlcuni anni 1, bnndic111di Stnling,ado 1i confo'lde co11quel 1 a di Polt11va. la m1100c!el Maresciallo Stnlin che la regge, con que 1 1n di Pietro Czar, Pa– dre e madre, riuuili nella 111prema a.!Jlorililo del collcaio, aa,ebbero in breve i 10\111nipiù tirnnnici che In 1toria ricordi. Anche i cittll· dini del 8ral1c New Wo,ld avn .. no i acnilo– ri, e achbene scnu .aperlo, ne erano orrenda· mente 1evitia1i. Onetlamenle, non credo che la lamigli11 \'nda abo 1 ita, ammetso che 1ia pon1bile "bo'i,ln. Tultavia, In tecnica dcU'educnzione può cs1erc migliorala. In concrclo occorre persu.,· dcre i 11eni1oriche educa1e è educarsi. Oito gna tene1e acuoln ai genitori 1uperbi, con e– nergia t11nlomaggi°'e, quanto più 1000 1uper· bi. Si dica male dei genitori, e della rami, glia, senu timore: si 1 ancino frecce infocate, che i genilori hnnno la pelle dc!l'clefnnte; !i impartiacano smentite con pe,tinacia, d,e i gc· ni1orì tono bugi,udi 01tina1i: ma nel 1empo tletso ti laaci che i aeni1ori ,op,avvi,-ano e ti difcnd11no. Il dibanì10. infine, vc,rà ingoialo cd il Supcrlo sporgerà una 0110,11vigile an •tt-nna. Cib che ~ nec:.euario ~ convertire il vincolo fami 1 ,iare in una relazione tra indivi• dui di11in1i e \Ìccndevolmente rispcllosi, in modo che la proc1ca1.ionc, l'allevamento, l'e– ducar.ione divcnaano a11i consapevoli il\umi· n11tidalla critica morale. A tale 1e0po con– ,icne promuovere 1 a vita dei figli fuori delle mm~ familiari, pur mantenute 10lidc, ma 10 pratutto conviene umiliare la •uperbia dei p,ocreatori. Il si0rno in cui pad,e e madre, di· w:c,i da.I trono di T c:be, ai riveleranno nl fi. glio con modestia. i figli non avranno più bi· ,ogno di dire, come mi dicevi'! una rag11n11, qua.ai uno donna moho acerba: 11 non ettere comp,e,i, in fondo, ci piM:e: cib che C&Ji non capi.cono è ,,eramcn1c no1t10 i>, L"opcra, luttavia, è 11pra. Di rado, l'uomo 101ticne 111 con111pevolc1.zadi pecure, e jt M11\igno ,i giova ututamenlc di Inie rit101ia per in1rodur re il pc<:calo in 11zionia cui lucin ,isi one– sti. Promuovc1e la conMpevolez.za di ~ ai gnifica combattere il Maligno, vincere le aipre pro,e di Sant'Antonio, comprese le meta.· morf01i diaboliche, per le quali dal 1'inoontcio otcuro, vitcido, incon1u1T111.bile,so,gono lr tentarioni avvo 11c in abiti 10a,·i.

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